Volare.


Yayoi si assicurò che le Air Trek ai suoi piedi fossero ben legate e che le componenti funzionassero a dovere, rischiare di lasciarci la pelle al primo tentativo non rientrava nei suoi piani.
Ancora seduta a terra, provò a far funzionare il piccolo motore, spostando leggermente il peso del piede;  dopo un paio di secondi, decise che tutto era veramente a posto e provò ad alzarsi. Barcollò lievemente, ma si accorse di esser in perfetta posizione eretta “Ottimo. Ora potrei provare a..”. Spostò un piede in avanti, portando una lieve pressione sul tallone e cominciò a spostarsi.
Dopo una decina di minuti, riusciva a girare malamente per il parco, ancora nulla in confronto alle loro acrobazie. Anche Emiri ci riusciva. Perché lei no?
“Ho appena iniziato, un po’ di pazienza!” continuava a ripetersi, ma l’angoscia l’opprimeva. E se non ne fosse stata capace? E nel caso non avesse avuto “le ali”? Esser costretta a fissarli volare, mentre lei restava ferma a terra non era un’idea che le piaceva.
Anche lei voleva volare, vedere il cielo.. Esserne parte.
- “Cosa stai facendo Nakayama, fuck?” – “Oh no, tra tutti non proprio lui..” si voltò lentamente, rimanendo in equilibrio sulle due ruote, mentre arrossiva.
- “Ecco.. Io..” – Rispose flebilmente. E ora che gli avrebbe detto? Lei era una tuner, non si sarebbe dovuta distrarre con simili frivolezze. Soprattutto quando era in corso una guerra.
- “Fuck.” – constatò Agito, fissandole i piedi. Le Treck che aveva erano vecchie e rovinate, a vista d’occhio non sarebbero nemmeno dovute funzionare. Yayoi, notando l’attenzione del Fang King rispose velocemente, quasi in imbarazzo: - “Son le uniche che ho trovato. Le ho riparate, quindi non sicure; tutti i componenti funzionano alla perfezione.” – sospirò.
Le si avvicinò velocemente, studiandola.
- “Sei una tuner, perché mai dovresti imparare a “pattinare”? Fuck.” – la ragazza si aspettava una domanda del genere, ma non  aveva nemmeno tempo di pensar a cosa rispondere, quindi gettò fuori ciò che realmente le passava per la testa: - “Voglio volare anch’io.” –
Non c’erano dubbi nella sua voce e nemmeno una traccia d’imbarazzo, era decisa e Agito lo sapeva. Forse era ciò che cercava di ottenere con quella domanda. Era sempre stata una persona debole, che soffriva nel non essere utile e nel vedere i compagni sanguinanti. I dubbi facevano parte di tutti i giorni per Yayoi. In fondo era una ragazza normale, non troppo bella, né troppo intelligente. Semplicemente.. Normale.
Il tuning aveva reso la sua vita leggermente più utile, ma doveva sempre esser protetta  o lasciata indietro; si sentiva un peso e, anche se i Kogarasumaru non volevano ammetterlo, lo era.
“Sei sicuro di ciò che stai per fare?” lo interpellò mentalmente Akito.
“Perlomeno le basi potrebbe impararle.” Rispose; era deciso. Le avrebbe insegnato qualche trick, per ripagarla della decisione che per la prima volta si era fatta strada nella sua vita (e anche perché non voleva rischiare di perder la sua preziosa tuner, ma questo non lo avrebbe lasciato ad intendere).

- “Di nuovo!” -
Nakayama riprese gli stessi esercizi che aveva ripetuto per le precedenti due ore, ansimando, ma non lasciandosi abbattere dalla fatica. “Ma tutto questo è necessario?” si chiese, cancellando poi ogni sorta di dubbio.
Fissando Agito, capì che non c’era posto per l’indecisione, non con lui.
Non se voleva imparare a volare.

Il pomeriggio era trascorso velocemente e la ragazza si trovava in un bagno di sudore; ma nonostante ciò era felice. I miglioramenti si notavano subito e l’avere un “insegnante” rendeva il tutto estremamente più fruttuoso.
-“Nakayama, io me ne vado. Fuck.” – il Fang King si allontanò velocemente; nessun saluto, nessun altro appuntamento e nessun’altra spiegazione. Ma Yayoi lo sapeva, lui teneva a lei come lei teneva a lui.
E magari, un giorno, sarebbero riusciti a volare assieme. Chissà.
Nel frattempo, però, perché non provare da soli? “Grazie Agito” e così la giovane ragazza scivolò via, inghiottita dal tramonto, verso un cielo che ora le apparteneva.