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Autore: ouhmarie    18/10/2012    1 recensioni
Sento qualcuno afferrarmi il braccio, lancio un urlo e do un colpo di borsa al braccio di questo. Ma con mia grande sorpresa alza le mani e si allontana di un passo "Perdonami, non volevo spaventarti"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo per le strade della grande New York pensando alla mia vita: ho 21 anni, studio lingue, canto, la mia famiglia è in Italia e non immagina minimamente che abbia lasciato la prestigiosa università di Londra per venire qui negli States. Mentre cammino guardo i miei piedi che si alternano: destro, sinistro, destro, sinistro. Le mie scarpe blu sembrano quasi nere al buio; non era una strada molto illuminata ed ero piuttosto incurante di ciò che succedeva attorno a me. Dato il tasso di criminalità proprio in questa città, dovrei stare più attenta o in allerta.
E invece? Me ne frego.
Beh, una ventunenne sola soletta, che cammina distratta con delle cuffie nelle orecchie, alle 23.04 di sera, in una via poco popolata e poco illuminata è praticamente un invito a nozze per i rapinatori, violentatori, omicidi o quant'altro.
Comunque sia, non ho nulla da perdere. Se vogliono rapinarmi rimarranno delusi, non ho neanche degli spiccioli per dare l'elemosina ad un barbone, qui, nella mia borsa.
I clackson delle auto sembrano quasi andare a ritmo con la canzone nelle mie orecchie, gli allarmi che ogni tanto scattano negli appartamenti sono quasi una ninna nanna per i newyorkesi ma.. A me quasi manca la tranquillità della mia città natale.
La mia borsa va a sbattere contro un cassonetto della spazzatura facendomi sbandare leggermente ma continuo a camminare fregandomene: mi sono abituata ad essere spintonata da una parte all'altra dalla gente troppo occupata a discutere di affari per chiedere scusa, figuriamoci se mi preoccupo di un cassonetto.
All'improvviso una bottiglia di vetro viene lanciata ai miei piedi e si frantuma in mille pezzi, mi fermo sobbalzando. Per fortuna i vetri non mi hanno fatto niente però ha fatto un gran fracasso e ho il cuore che batte più del dovuto per lo spavento. Alzo lo sguardo e vedo una banda di ragazzi che viene verso di me. Cazzo. Me la sono tirata. Sembrano ubriachi. "Heeey belleeezzaaa!" ridono, barcollano. Sì, sono sicuramente ubriachi. Resto ferma, pietrificata dalla paura. Avrei dovuto immaginarlo, avrei dovuto portarmi dietro quello spray al peperoncino che mi ha dato mio padre prima che io partissi. "Perchè non viene a divertirti un po' con noi? Eh?" continuano ad avvicinarsi, sono a praticamente tre metri da me. Corri. Corri, cazzo! Corri!
Deglutisco e do il comando alle mie gambe di muoversi e piano piano riesco ad indietreggiare. "Dove vai, dolcezza?" ridono ancora. Quelle risate mi fanno ribrezzo. Do loro le spalle e corro nel tentativo di trovare un poliziotto o un'anima pia che possa aiutarmi. Sento i loro passi rincorrermi. Cazzo. "Ragazzi, chi la prende se la tiene per tutta la notte!" sento uno gridare, quasi non riesco a respirare dalla paura e dallo sforzo di correre. Vedo che man mano che corro la strada si illumina e la speranza di trovare aiuto cresce, do uno sguardo alle mie spalle e sono ancora dietro di me. Sono parecchio distanti ma continuano a rincorrermi.
Ma perchè a me?! Cazzo. Cazzo. Cazzo!
Torno con lo sguardo davanti a me e vado a sbattere contro una persona "Ma che cazz..?" dice questo "Oddio, mi perdoni! Una banda di ragazzi mi sta-.." "Non è un mio problema" era un uomo sulla trentina, mi guarda con superiorità e continua per la sua strada. "Grazie tante! Il mondo sarebbe un posto meraviglioso se tutti fossero come lei" urlo sarcastica. Che stronzo.
Solo allora mi rendo conto di trovarmi nel centro di Times Square e di essere circondata da persone. Quasi formano una barriera tra me e quei vandali. Alzo lo sguardo sugli schermi di quei palazzi e giro piano su me stessa per guardarmi attorno, con la testa in alto. Per un attimo mi dimentico di essere seguita da ragazzi che hanno intenzione di violentarmi.
Però! Non ci sono mai stata a Times Square. E vista dal vivo è.. Dio, è uno spettacolo.
Sento qualcuno afferrarmi il braccio, lancio un urlo e do un colpo di borsa al braccio di questo. Ma con mia grande sorpresa alza le mani e si allontana di un passo "Ehi ehi, scusami". Oh. Mio. Dio. Lui è.. "..Ho visto che stavi chiedendo aiuto a quel tipo che ti ha snobbato e volevo chiederti.. Non so.. Se è tutto ok" fa un passo verso di me. Oh. Mio. Dio. "Perdonami, non volevo spaventarti" mi porge una mano ma io non la noto nemmeno. Troppo concentrata a capire se era tutto un sogno. "Sono Joe, tu? Come ti chiami?" scuoto la testa cercando di riprendermi e stringo la sua mano "Christina - rispondo - scusami se ti ho colpito, credevo fossi uno di quei ragazzi e grazie per essere venuto in mio soccorso" dico velocemente per poi ridacchiare nervosamente e lui mi regala uno di quei suoi sorrisi che farebbero sciogliere anche un iceberg. Oh. Mio. Dio!!. 
"Non preoccuparti, Christina, ti va un caffè? - sorride ancora, ma si rende conto che potrebbe farmi morire? - offro io!" dice indicando lo Starbucks proprio di fianco a noi, annuisco lentamente. Quasi incantata. "Grazie mille" riesco a dire mentre lui mi prende per mano e mi accompagna dentro. Al sicuro da tutti e da tutto. Guardo le nostre mani e sorrido.
Che fosse l'inizio di una favola?
  
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