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Autore: Marziolin    19/10/2012    9 recensioni
" Nick non odiava le vacanze estive, nessuno studente sano di mente avrebbe mai potuto farlo, ma non poteva non ammettere che, nonostante le lezioni estenuanti e lo svegliarsi all'alba tutte la mattine, la Dalton gli mancava da morire.
Era strano, dopo mesi di convivenza, riadattarsi a vivere senza i suoi amici intorno: gli mancavano le strane abitudini di Trent, le manie di protagonismo di Sebastian e le battute idiote degli Warbler durante le prove. E gli mancava Jeff.
[...]
Jeff, il suo migliore amico che l'ultimo giorno di scuola, dopo averlo abbracciato e salutato con un “mi mancherai da morire”, lo aveva baciato.
Jeff, che non si faceva sentire da ben nove giorni. "
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un anno, quattro mesi e tredici giorni.
 

Nick aveva sempre amato l'idea di abitare al pian terreno, con la finestra che si affacciava sul giardino e la possibilità di entrare e uscire a suo piacimento, senza dover giustificare ogni movimento a sua madre e a quella ficcanaso di sua sorella.
Certo, il fatto che fosse un salto di un paio di metri non era il massimo – considerando anche la sua bassa statura –, ma ormai aveva fatto talmente tanta pratica negli anni che riusciva ad uscire e salire in qualsiasi occasione. Ad aiutarlo c’era anche da un bel masso piazzato ai piedi della finestra.
Inoltre, specialmente durante le sere d'estate, era bello poter spalancare le ante e sedersi sul davanzale, le gambe a penzoloni e la brezza estiva libera di accarezzargli il viso e i capelli.

 

 

Nick non odiava le vacanze estive, nessuno studente sano di mente avrebbe mai potuto farlo, ma non poteva non ammettere che, nonostante le lezioni estenuanti e lo svegliarsi all'alba tutte la mattine, la Dalton gli mancava da morire.
Era strano, dopo mesi di convivenza, riadattarsi a vivere senza i suoi amici intorno: gli mancavano le strane abitudini di Trent, le manie di protagonismo di Sebastian e le battute idiote degli Warbler durante le prove. E gli mancava Jeff.
Jeff, la cui sveglia suonava esattamente 56 secondi prima della sua. Jeff, che aveva ormai l'abitudine di bere metà della sua tazza di caffè, rubandogliela tutte le mattine. Jeff, che era una frana in matematica ma che non avrebbe chiesto aiuto nemmeno sotto tortura a nessuno, tranne che a Nick. Alla fine si ritrovava a fare nottata con l'amico per poi addormentarsi insieme, con la testa abbandonata sui libri poggiati sulla scrivania o sdraiati nello stesso letto perché l'intenzione di studiare era andata a farsi fottere ed era stata sostituita da un film.
Jeff, il suo migliore amico che l'ultimo giorno di scuola, dopo averlo abbracciato e salutato con un “mi mancherai da morire”, lo aveva baciato.
Jeff, che non si faceva sentire da ben nove giorni.

 

 

Fissare le stelle era rilassante; Nick l'aveva sempre pensato, fin da quando era bambino e suo padre lo portava in campeggio durante le vacanze estive. E lo pensava tutt'ora, a diciotto anni, seduto a guardare gli astri nel cielo.
- Prima o poi cadrai da lì e ti schianterai per terra, ne sono certo.
Nick sussultò, stringendosi con le mani al davanzale prima di voltarsi lentamente, riconoscendo fin dal principio la voce del suo interlocutore.
- Jeff, ehi- Sorrise leggermente, trovando Jeff ancora sull'uscio della porta, incerto se entrare o meno. Il ragazzo gli fece un cenno con il capo, come a dire “accomodati pure”.
- Come stai?
Nick alzò le spalle restando seduto sul davanzale e continuando a guardare fisso davanti a sé, dando le spalle all'amico, ora seduto sul pavimento accanto alla finestra con la schiena poggiata al muro.
- Quando sei tornato?- chiese Nick, facendo dondolare le gambe avanti e indietro con fare nervoso.
Jeff sospirò appena, alzando il braccio sinistro per dare un'occhiata all'orologio.
- Circa... quaranta minuti fa, tempo di posare le valigie e sono venuto da te.
- Capisco.
- Nick, io...
- Jeff. Non fa niente, davvero. Va bene così, come come se non fosse successo niente.
Passarono alcuni minuti, durante i quali nessuno dei due proferì parola, interrotti solamente dal lieve soffiare del vento che aveva accompagnato la loro conversazione fino a pochi momenti prima.

- Non mi hai mai chiamato.
- Lo so.
- Mi hai baciato e non ti sei più fatto sentire- riprese, girandosi in modo da poter scorgere il profilo di Jeff, quello stesso profilo sul quale si incantava ogni volta durante le ore di lezione e durante le prove con il Glee Club.
- Ti ho scritto.
- Non è vero, non mi è arrivato nessun sms.
Jeff rise leggermente, scuotendo piano la testa e alzando leggermente il bacino per prendere qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloncini bianchi che indossava. Allungò il braccio e porse a Nick una serie di fogli di carta.
- E questi cosa sarebbero?- domandò quest'ultimo, alzando leggermente i fogli in segno di domanda.
- Lettere, Nick. Sai, fogli con delle parole scritte sopra...
- Mi hai scritto una lettera?- Nick spalancò gli occhi per la sorpresa, una smorfia perplessa stampata in faccia. - E... posso leggerla?
Jeff rise ancora in preda all'imbarazzo, p
ortandosi poi un braccio dietro la testa pronto a massaggiare il collo.
- Veramente è più di una. Sono nove, una per ogni giorno in cui sono stato via. Ma... sì, puoi leggerle. Sono tue, puoi farne ciò che vuoi.
- Io non... mi hai davvero scritto delle lettere?
- Mi pare avessimo già chiarito questo concetto- rispose Jeff, alzando gli occhi al cielo.
- E cosa c'è scritto?
Uno sbuffo e Jeff allungò nuovamente il braccio, prendendo una delle lettere dalle mani di Nick. -Visto che a quanto pare tu non hai intenzione di leggerle, lo faccio io per te, ok?
L'altro ragazzo annuì, sistemandosi meglio a cavalcioni sul davanzale per poi guardare Jeff trepidante.


Nick.

Sono un coglione.”


Il ragazzo rise, beccandosi un'occhiataccia dall'amico.
- Che c'è?
- Niente- rispose, - mi piace la piega che sta prendendo la cosa.

- Idiota!- Jeff scosse la testa, un piccolo sorriso impresso sulle labbra.
- Shhh! Non obiettare e vai avanti.



Sono un coglione perché ti ho baciato e potrei aver rovinato tutto.
Ma... posso essere sincero? Lo farei ancora.”



-Davvero?
- Shhh!- lo interruppe Jeff. - Sta volta sta zitto tu e lasciami andare avanti.


Insomma, tu eri lì con me, come lo sei sempre stato, e non ho potuto fare altrimenti.
E mi dispiace se questo cambierà le cose, se d'ora in avanti smetterò di essere il tuo migliore amico, ma non potevo più tenermi dentro tutto quanto.
Un anno, quattro mesi e tredici giorni.



- Cosa?


Per tutto questo tempo ho continuato a far finta di niente, e avrei continuato anche più a lungo se solo tu non fossi stato così... così Nick.”



- Jeff, io...
- Questa va avanti così, con insulti alla mia persona e con frasi smielate per te. Passiamo a un'altra?
Nick annuì, passando una lettera a caso al ragazzo seduto accanto a lui.
- Quella di prima era quella scritta il primo giorno, come avrai capito. Questa... - aggiunse, dando una rapida occhiata al pezzo di carta che teneva in mano, - l'ho scritta il terzo giorno.


“Ehi.
Stavo pensando che.. il coglione non sono solo io, ma anche tu ci hai messo del tuo.
Se non ti interessavo in quel senso – visto che non hai mai detto niente, lo do per scontato – , avresti dovuto evitare di passare la notte con me per studiare, o accucciarti con me nel letto tutte le volte che stavo male.”


-
Ehi! Questo non è leale! Sei il mio migliore amico, era normale mi comportassi così con te!
- Ripeto: shhh! Ascolta fino alla fine, va bene?
- Sei pessimo.
- No, sei tu che sei impaziente. In ogni caso... questo pezzo lo saltiamo, poi te lo leggi bene per conto tuo, la parte interessante arriva tra poco.


[…]
Quindi, a conti fatti... Nick, sei uno stronzo.
Mi piaci, ma sei uno stronzo.”



- E questa sarebbe la parte interessante?
- Almeno salta tutti i piagnistei e va dritta al punto.
Nick rise, avvicinandosi a Jeff. - Posso vedere quello che c'è scritto per conto mio?- disse, poggiando le altre lettere sul davanzale.
Jeff esitò, riponendo la lettera appena letta insieme le altre per afferrarne una nuova. In quel momento, però, una folata di vento leggermente più forte attraversò la camera, scompigliando i capelli dei due ragazzi e facendo volar via le lettere che andarono a posarsi sull'erba del giardino di Nick.
- Ma questa è sfiga!
- Io direi più karma, amico- rispose Jeff, alzandosi per poi raggiungere Nick che, con un lieve salto, raggiungeva il terreno e iniziava a raccogliere i vari pezzi di carta.
- Senti- parlò Jeff, osservando Nick scrutare con occhi attenti il prato. - Io lo so che non posso pretendere nulla da te, anche perché in tutto questo tempo non ti ho fatto mai capire niente, ma l'ho fatto perché avevo paura di perderti e... sei il mio migliore amico, Nick. E io...

“Lo sai quando ho capito che per me potevi essere qualcosa di più che un semplice amico?”


Lo interruppe Nick, gli occhi puntati su una lettera appena raccolta.


“Non c'è stato nessun momento epico, nessun colpo di fulmine, niente di tutto questo.
Stavamo facendo colazione in caffetteria e mi sono accorto che, dopo aver bevuto dalla tua tazza il caffè, ne avevi lasciata la metà. Per me. Senza che io te lo chiedessi o ti rubassi la tazza come al solito.
E... è stato strano.

Ma non uno strano “oddio, cosa diamine succede” ma uno strano del tipo “come diamine ho fatto a non rendermene conto prima?”
Da quel momento in poi ogni cosa che facevamo insieme mi sembrava diversa. Eri sempre il mio Nick, il ragazzo che, quando ero piccolo, dormiva assieme a me quando c’era il temporale... ma era diverso.

Era speciale.
Persino guardare un DVD sdraiati sul letto o studiare insieme mi faceva effetto, e non puoi immaginare quanto avrei voluto prenderti la mano in quelle occasioni, per poi baciarti fino a farmi mancare il fiato.
Eri sempre tu. C'eri sempre tu.
Ogni volta che avevo un problema, ogni volta che ero felice, tu c'eri, ci sei sempre stato e qualcosa mi dice che sempre ci sarai.
E se da una parte spero che quel bacio abbia significato qualcosa anche per te, dall'altra so che mi andrebbe bene anche che le cose restassero così come sono adesso.
Perché, nonostante tutto, sei sempre il mio migliore amico, la persona più importante della mia vita.”

 


Nick alzò lo sguardo dal foglio, intercettando lo sguardo di Jeff, fisso su di lui.
- Lo so, sono un sacco di romanticherie senza campo né coda, e so anche che tu detesti le cose di questo genere, visto che ogni volta che guardiamo la TV mi fai cambiare canale quando c'è qualche commedia romantica – a proposito, di questo dovremmo parlarne, non puoi non amare il genere! – , ma queste lettere non sono state scritte per essere lette... non avevo la minima intenzione di dartele, almeno fino ad oggi- Jeff riprese fiato mentre Nick, ancora silenzioso, si arrampicava sul sasso poggiato a terra, raggiungendo Jeff e sedendosi nuovamente sul davanzale.
- E allora perché le hai scritte?
- Non so- rispose Jeff, stringendosi nelle spalle. - Mi sembrava il modo migliore per tirar fuori tutto- aggiunse, facendo così sorridere Nick che, sempre sotto lo sguardo di Jeff, diede un'altra occhiata alla lettera che teneva stretta in mano.
- Nove mesi, diciotto giorni.
Jeff sbarrò gli occhi, guardando prima la lettera e poi il volto dell'amico.
- Io questo non l'ho scritto- disse, impossessandosi della lettera per controllare.
- Lo so.
- E allora cosa...?
- Jeff, sta zitto. Non c'è scritto niente di niente qua, ok? Nove mesi, diciotto giorni. Sono innamorato di te da tutto questo tempo.
- Oh.
- Forse anche da prima, forse da sempre.
- Questa sì che è una frase da commedia romantica, e tu che fingevi di detestarle.
Nick rise, dando una leggerla spallata al ragazzo.
- Quindi non ti dispiace che io ti abbia baciato?- domandò Jeff, guardando fisso davanti a sé.
- Direi di no- rispose sorridendo Nick.
- Quindi, se lo facessi ancora- incalzò Jeff, spostandosi poco a poco per stringersi a Nick – non avresti nulla da obiettare, giusto?
- Direi di no- ripeté Nick, poggiando una mano sul viso del ragazzo e sporgendosi verso di lui per incontrare le sue labbra, mentre quest'ultimo imitava il suo gesto.
Fu un bacio lento e leggero, come il vento che continuava a soffiare.

 

 

 

Nick adorava sedersi sul davanzale della propria finestra durante le sere d'estate, le gambe a penzoloni e la brezza estiva libera di accarezzargli il viso e i capelli.
Ancora più bello, poi, era farlo con Jeff stretto accanto a lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

Angolo autrice

Non scrivevo un “angolo autrice” da settordici secoli, credo o.o

Anyway, sono di nuovo qui, yeeee *silenzio imbarazzante* e con una Niff * tanto amore *.
Tanto per la cronaca, mi erano mancati così tanto i miei ragazzi *w*
Inoltre, ci tengo a precisare che la storia fa parte del “Niff Month”, iniziativa organizzata da me e dalle altre Niffers per porre rimedio alla mancanza di storie su questi due adorabili fringuelli u.u
Il mio prompt era: estete; lettere; vento.
E niente, buon Niff a tutte voi <3

Alla prossima,
Marzia! :D

   
 
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