Ormai per lei era di routine. Casa. Pullman. Scuola. Casa. Compiti. Computer. Ma in tutta questa normalità c'era lui. Ormai era un anno che conosceva il suo nome e otto mesi che quel nome era sempre accompagnato da quello di un'altra.
Ormai lei accettava questa situazione, anche con una punta di rassegnazione, lei che non si arrendeva mai facilmente, aveva imparato che nella vita certe cose andavano semplicemente accettate.
Ormai tra lui e la sua ragazza era un tira e molla da cinque anni e, lei ne aveva una prova, un "amore" che dura così tanto non si scorda facilemnte; sapeva che, anche se un giorno fosse arrivato il suo momento lei avrebbe dovuto godersi ogni attimo al massimo, con la consapevolezza che presto o tardi tutto sarebbe finito.
Neanche lei capiva che le stava succedendo, era tutto nuovo, il battito del cuore e il rossore sul viso al solo sentire pronunciare il suo nome, eppure non aveva mai conosciuto realmente quel ragazzo. Sì, certo sapeva giusto le cose essenziali che si erano detti quel magnifico giorno in chat.
Fatto stava che nessuno l'aveva mai fatta sentire in quel modo.

Era anche di routine per lei "controllare" i profili facebook di lui e la sua ragazza anche se sapeva, così facendo, di farsi del male; a lei non importava più di tanto. Quella volta, però, fu diverso. Aveva trovato delle parole magnifiche che le avevano fatto capire quanto forte era l'amore tra quei due. Non erano parole poi così diverse da altre già lette in passato, ma ora qualcosa le si era rotto dentro.
Una volta una persona le aveva detto che se lui era felice tutto il resto non doveva importare e che lei avrebbe dovuto essere contenta per lui.
Certo, era comodo pensarla in quel modo, ma forse neanche la persona più altruista di questo mondo riuscirebbe davvero a essere felice così.
I due si amavano e lei non poteva farci niente ed era abbastanza frustrante come situazione.
Tuttavia lei andava avanti, non dando a vedere a nessuno la tristezza che aveva dentro.
Viveva nel suo mondo fatto di illusioni, convinzioni inesistenti e di felicità apparenti che duravano quegli attimi dove sognava e quando si svegliava si trovava nella realtà dove lui non c'era.
E nei momenti peggiori non voleva più svegliarsi e realizzava che tutti quei sogni, quelle illusioni e quelle felicità che si creava da sola non servivano a niente.
Allo stesso tempo, però, non aveva mai smesso di credere, di sperare che un giorno una persona speciale sarebbe arrivata anche per lei. E arrivò. Era stato tutto inaspettato, dall'incontro al momento in cui il cuore aveva iniziato a battere per quella persona speciale che aveva risanato tutte quelle ferite che il ragazzo aveva lasciato nel cuore di lei.
In un angolino del suo cuore, però, le ferite erano rimaste per ricordarle che lei aveva lottato, aveva creduto e sperato fino alla fine.


E' la mia prima storia, sono consapevole che non è il massimo, ma l'ho scritta di getto in un momento no e ho voluto pubblicarla; sì, è vagamente autobiografica.