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Autore: Severa Crouch    20/10/2012    3 recensioni
Solo perché lei non era tutta sospiri e sorrisi come la sorella, non voleva dire che a lei non piacesse Rodolphus: lei adorava Rodolphus. Lei adorava combattere con Rodolphus, lei amava i progetti che loro due avevano in cantiere, e che non comprendevano la gestione di una casa, ma l'emozione della battaglia e della caccia ai Babbani.
Rodolphus amava il sangue, come lei. Rodolphus era versato nelle Arti Oscure e le avrebbe insegnato moltissime cose. Insomma, nulla che quella romanticona di Narcissa potesse immaginare nelle sue esclamazioni.
Narcissa e Andromeda si scambiarono un sorriso: se Bellatrix combinava un matrimonio d'amore, allora c'era speranza anche per loro.
Un gufo planò verso il tavolo delle streghe, andando ad appollaiarsi vicino Bellatrix.
“È il gufo di zia Walburga!”, esclamarono in coro riconoscendo l'animale, mentre Bellatrix prendeva il biglietto che il volatile teneva nel becco.
“È Regulus, mi chiede se posso passare il pomeriggio con lui. Sirius è in punizione, tanto per cambiare, e lui si sta annoiando in casa”, disse Bellatrix sorridendo: forse il suo cuginetto preferito la stava salvando da un pomeriggio tedioso.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Regulus Black
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un pomeriggio tra cugini


 

Era un pomeriggio di fine estate, la prima estate senza la prospettiva di Hogwarts per Bellatrix. La giovane strega non aveva mai pensato che una volta liberatasi dalla noia dei compiti, potessero entrare in gioco discorsi ancora più noiosi.

Sua madre, Druella, aveva costretto lei, Andromeda e Narcissa in giardino. Prendevano il té sotto l'ombra di un grande albero, mentre gli Elfi domestici portavano vassoi carichi di dolcetti molto invitanti. Bellatrix cercava di trattenere l'espressione annoiata che le stava affiorando sul volto, e che avrebbe rischiato di far diventare il tono di Druella ancora più noioso ed insopportabile. Prese qualcosa dal vassoio, pensando che fosse meglio tenersi occupata mangiando, magari il tempo sarebbe passato velocemente.

Aveva appena finito di assaporare il primo muffin e stava scegliendo il secondo dolce, quando intercettò lo sguardo contrariato della madre: “Bellatrix, presta attenzione alle mie parole, invece di ingozzarti. Le streghe per bene non mangiano in quel modo, prendi esempio da tua sorella Narcissa!”

Bellatrix sbuffò, si trattenne dal rispondere alla madre, perché tale opzione le sarebbe costata una punizione, e lei aveva altri progetti per la sua estate, rispetto allo stare chiusa in camera, o peggio ancora, al fare le pulizie con gli Elfi domestici.

Continuava a domandarsi cosa mai potesse interessare a lei dei rampolli da sposare, visto che aveva già scelto Rodolphus Lestrange, che era bello, nobile, Purosangue, e...

“Trovi divertente quello che dico, Bellatrix?”, la interruppe Druella, seccata dal sorriso inopportuno della figlia.

“Perdonatemi, madre, mi è venuto in mente Rodolphus Lestrange”, disse, sperando che recitare la parte dell'innamorata l'aiutasse ad uscire da quella situazione.

“Oh Salazar! È così romantico vederti innamorata!”, esclamò Narcissa, sobbalzando sulla sedia.

Bellatrix inarcò il sopracciglio e si limitò ad una domanda retorica: “Altrimenti perché avrei accettato la sua proposta, Cissy?”

Solo perché lei non era tutta sospiri e sorrisi come la sorella, non voleva dire che a lei non piacesse Rodolphus: lei adorava Rodolphus. Lei adorava combattere con Rodolphus, lei amava i progetti che loro due avevano in cantiere, e che non comprendevano la gestione di una casa, ma l'emozione della battaglia e della caccia ai Babbani.

Rodolphus amava il sangue, come lei. Rodolphus era versato nelle Arti Oscure e le avrebbe insegnato moltissime cose. Insomma, nulla che quella romanticona di Narcissa potesse immaginare nelle sue esclamazioni.

Narcissa e Andromeda si scambiarono un sorriso: se Bellatrix combinava un matrimonio d'amore, allora c'era speranza anche per loro.

Un gufo planò verso il tavolo delle streghe, andando ad appollaiarsi vicino Bellatrix.

“È il gufo di zia Walburga!”, esclamarono in coro riconoscendo l'animale, mentre Bellatrix prendeva il biglietto che il volatile teneva nel becco.

“È Regulus, mi chiede se posso passare il pomeriggio con lui. Sirius è in punizione, tanto per cambiare, e lui si sta annoiando in casa”, disse Bellatrix sorridendo: forse il suo cuginetto preferito la stava salvando da un pomeriggio tedioso.

Druella stravedeva per Regulus. Le sorti dell'antico Casato poggiavano sulle giovani spalle di quel ragazzo, visto che Sirius, il fratello maggiore, sembrava essere una mela marcia, uno dei contestatori che ogni tanto saltavano fuori nell'albero genealogico, un probabile ramo secco da potare, presto o tardi.

Bellatrix sapeva che sua madre compativa Walburga perché, sebbene il destino l'avesse benedetta con due figli maschi, era evidente che uno dei due avrebbe causato imbarazzo e dolore, ed entrambe cercavano di fare il possibile perché almeno Regulus tenesse alto l'onore dei Black. Spesso lo affidavano a lei, la maggiore delle sorelle Black, quella che più di tutte aveva a cuore l'onore della famiglia.

“Bellatrix, vai pure da tuo cugino, non vorrei che la noia lo portasse ad imitare il fratello. Sii di esempio per quel bambino, mi raccomando”, disse Druella mescolando il tè.

“Grazie, madre. Vi prometto che sarò di ritorno per l'ora di cena. Se zia dovesse trattenermi vi avviserò con un gufo”, disse Bellatrix raggiante, mentre si preparava a Smaterializzarsi.


 

- crack -


 

Bellatrix amava Grimmauld Place. Era uno di quei posti che l'avevano affascinata da sempre. Amava il fatto che fosse in città, che dalle finestre si potesse osservare il mondo brulicante di persone: si potevano fare i dispetti ai Babbani, senza che loro se ne accorgessero.

Non appena suonò il campanello, Regulus le corse incontro felicissimo esclamando: “Bellatrix, sei arrivata!”

Lei abbracciò il cuginetto ed entrò in casa. Walburga emerse dal salotto, elegante come sempre, felice di vedere la nipote prediletta: “Bellatrix, cara, sei venuta a fare un po' di compagnia a Regulus. Sono desolata dal doverti disturbare, ma io e Orion abbiamo un impegno e dobbiamo andare via. Sirius non vi darà fastidio è chiuso in camera, controllato da Kreacher. Avete il permesso di fare un giro, ma tornate al massimo in un'ora e.... non c'è bisogno che te lo ricordi, Bellatrix, ma non date confidenza alla feccia, mi raccomando.”

Bellatrix sorrise: “Zia, tranquilla, non abbiamo intenzione di sporcarci con la feccia. Giusto, Regulus?”

Regulus annuì convinto, felice di avere anche il permesso di andare a fare un giro con la cugina. Decisamente, la mamma si fidava moltissimo di Bellatrix e lasciava loro sempre molta libertà.

Camminarono per le strade di Londra. Bellatrix teneva la bacchetta nascosta in una tasca della giacca ed ogni tanto si divertiva a far inciampare qualcuno, o lanciare un incanto Confundus che facesse dire cose senza senso alla vittima. Regulus rideva per questi scherzi e si stava divertendo moltissimo.

Entrarono in un bar, perché Regulus stava morendo di sete e non avevano voglia di tornare a casa, mentre il Paiolo Magico sarebbe stato troppo lontano. Bellatrix decise di provare la Maledizione Imperius sul barista. Rodolphus gliel'aveva insegnata da qualche giorno e lei già non vedeva l'ora di provarla. Bevvero entrambi ed il barista non pretese di essere pagato.

Sul fondo del bar, l'attenzione di Regulus venne catturata dall'oggetto più strano che avesse mai visto. Era un'enorme scatola, tutta colorata, piena di luci, attorno alla quale stavano alcuni giovani Babbani.

Regulus si avvicinò, incuriosito, osservò i Babbani ridere e lesse “Flipper”.

 Bellatrix raggiunse il cugino, temendo di perderlo. Non le piaceva stare in quel posto, non le piacevano tutti quei Babbani che iniziavano a permettersi di sorriderle, ma soprattutto non le piaceva quella scatola colorata sul fondo, che emetteva suoni strani, intervallati da tonfi, cui seguivano le reazioni dei Babbani.

 

“Secondo te, cos'è?”, chiese Bellatrix a Regulus.

Regulus le sorrise e sicuro di sé rispose: “Si chiama Flipper, c'è scritto lì! Serve per fare la musica ed illuminare”.

Bellatrix alzò un sopracciglio dubbiosa: “Sei sicuro che serva per questo?”

“Certo, assolutamente”, rispose Regulus, aggiungendo “Guarda, adesso mettono i soldi Babbani, quel coso si illumina, fa la musica e i Babbani devono premere quei bottoni perché così non si spegne”. Bellatrix osservò la scena con estrema attenzione.

“Quella... ehm... musica è insopportabile,” esclamò infastidita.

Regulus alzò le spalle e disse: “Che vuoi farci... sono Babbani. A me sembra lo stesso rumore che ascolta mio fratello in camera e che fa arrabbiare mamma. Se vedessi chi suona... sono dei capelloni, con lo sguardo strano e l'aria assente, come sotto Confundus”.

Bellatrix osservò il cugino disgustata, chiese: “Tuo fratello ascolta questa roba?”

Regulus annuì dispiaciuto e disse: “Eh, sì, la mamma si arrabbia sempre.”

I Babbani si dispersero, lasciando l'enorme scatola spenta, quando Regulus propose a Bellatrix: “Proviamo a vedere come funziona?”

Con uno sguardo contrariato, Bellatrix scosse la testa in segno di disappunto, ma si accorse che il piccolo Regulus si era avvicinato alla scatola. Temeva che potesse essere pericoloso, che quella musica potesse essere una trappola per rubare la magia ai maghi, così provò ad agitare la bacchetta e la scatola si accese.

“L'hai fatta funzionare!”, esclamò Regulus, poi si voltò verso la cugina e le disse: “I Babbani tiravano questa stecca.”

La mano di Bellatrix tremava, dentro di sé pensava che non avrebbe mai più messo piede in un posto tanto inquietante, se non per dargli fuoco. Forte della presenza della bacchetta nella sua tasca, tirò la stecca.

Una pallina uscì dall'angolo a destra della scatola, Bellatrix estrasse la bacchetta, velocemente, pronta a difendere il cugino nel caso di attacco da oggetti strani, ma l'unico risultato fu la musica. La pallina cadde verso il basso con un tonfo, e la musica cessò.

Regulus fu deluso e chiese di riprovare. Scoprirono dei pulsanti e capirono che se la pallina restava in circolazione nella scatola, allora la musica e le luci continuavano ad esserci.

Ho capito tutto: “È una scatola di musica che va a pallina girante”, disse Regulus esperto.

“È decisamente scomodo, la musica è fastidiosa e la pallina fa dei tonfi insopportabili. I Babbani sono proprio stupidi per ascoltare la musica in questo modo”, disse lei annoiata, poi aggiunse: “Magari la musica migliora se guidiamo la pallina con la magia”.

Regulus saltellò eccitato dalla prosp ettiva di fare esperimenti di magia. Osservò Bellatrix guidare la pallina, senza il rumore dei pulsanti, senza il frastuono della pallina che sbatteva velocemente contro alcuni ostacoli: la musica non veniva interrotta, si sentiva solo un fruscìo provenire dalla parte alta della scatola, quella con le luci. In questa parte c'era un rettangolo, in cui correvano velocemente dei numeri. La prima volta che avevano usato quella cosa, non c'era stato nessun cambiamento, mentre da quando Bellatrix usava la magia i numeri correvano velocemente.

 

“Guarda Bella, i numeri corrono veloci, sono le musiche che abbiamo ascoltato: sono tantissime!”, esclamò Regulus, saltellando ancora più eccitato.

“Sarà, ma i Babbani non hanno neanche una musica decente. Regulus, andiamo a casa, mi sto annoiando,” disse lei, che non trovava nulla di interessante in quella scatola colorata.

Uscendo dal bar, due Babbani si avvicinarono alla scatola, Bellatrix e Regulus sentirono esclamare: “Ehi, ma chi ha fatto questo record?”

Temendo che “il record” fosse il nome per qualcosa di sconveniente, Bellatrix sussurrò: “Obliviate” e la memoria dei due Babbani venne cancellata. Non servì a molto, perché subito dopo loro esclamarono di nuovo: “Ehi, ma chi ha fatto questo record?”

Regulus, che pensava che si trattasse di una marachella, come quelle che combinava suo fratello, tirò la cugina per un braccio e fuggirono via da quel bar e da quella scatola noiosa. Si dissero che non avrebbero mai più avuto a che fare con i Babbani, che la feccia aveva pessimi gusti musicali e che non erano per nulla interessanti, solo noiosi.

Inoltre, si promisero di non rivelare mai a nessuno quanto era accaduto in quel pomeriggio di fine estate. Tuttavia, ogni volta in cui Regulus sentiva musica Babbana uscire dalla stanza di suo fratello, non poteva fare a meno di domandarsi se anche lui avesse una scatola musicale che va a palline, altrimenti detta flipper.


 


 


 

NdA: Mi rendo conto che Bellatrix non è la pazza che conosciamo tutti, però ho sempre pensato che prima di Azkaban fosse una persona “normale”. Insomma, è pur sempre una nobile strega Purosangue e delle tre sorelle è quella che tiene molto all'onore dei Black, pur non essendo ingessata e formale come Narcissa, ed essendo un po' più... ehm.. spontanea. La storia è ambientata dopo i suoi anni ad Hogwarts, lei ha 18 anni, quindi siamo nel 1969 (Bellatrix è del 1951), e Regulus che è del 1961 ha solo 8 anni. Regulus è un bambino con la testa piena degli insegnamenti dei suoi genitori, che vede Sirius finire sempre in punizione per come si comporta e lui cerca di essere quello bravo. Tuttavia, come molti bambini, si vanta di sapere delle cose che pensa di aver appreso osservando il fratello. Il riferimento alla musica rumorosa di Sirius è un'allusione ai gruppi rock/punk che iniziavano ad animare il panorama della musica inglese, che Sirius filo-Babbano e contestatore ascoltava, dei quali Regulus sentiva solo poche note, perché di solito Walburga urlava e copriva la canzone. Pertanto, la musica del flipper sembra il rumore che esce dalla stanza di Sirius, alle orecchie di Regulus, da qui la convinzione che il flipper serva per produrre musica.

Mi sono a lungo interrogata sull'oggetto da usare, solo che mi sono accorta che molti oggetti li usano sia maghi che Babbani e dovevo per forza andare sul tecnologico. Immaginare Bellatrix alle prese con un oggetto Babbano è stato divertentissimo.

Pur enfatizzando alcuni tratti caratteriali per rendere il tutto più comico, ho cercato di rimanere IC il più possibile, spero di esserci riuscita. Bellatrix presenta ancora molti tratti da ragazzina, ma ci sono tutti i germogli che la renderanno la strega che tutti noi conosciamo.

   
 
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