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Autore: Oceanthree    20/10/2012    1 recensioni
“Secondo tavolo a sinistra, ho già preso il solito del venerdì, scimmietta.” Simpatico no? Avrei apprezzato il suo gesto molto di più se non avessi sentito quel nomignolo che tanto odio. Perché sì, io non mi chiamo Samantha per lui, ma scimmietta, già da qualche anno ormai. Come se fosse un complimento. [...]
Per chi non lo sapesse, io e Lucas siamo molto amici dal liceo e compagni di stanza da qualche mese.
(Estratto dal capitolo 1)
Due amici. Un'improvvisa convivenza. Sarà solo un'occasione per rafforzare la loro amicizia?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo 1

 

 

 

 

 

 

 

 

La lezione è finita signori, andate in pace.”
“Quel professore diventa ogni giorno più insopportabile. E si crede pure simpatico!” è solo uno dei pochi commenti che giungono alle mie orecchie, mentre cerco di ricordare la conclusione di tutto il discorso fatto dal professore, per trasferirlo su carta. Diamine, quanto corre quando parla! Sai quanto me ne importa della sua simpatia, mi piacerebbe solo che seguisse un filo logico quando spiega!
La folla continua a defluire dall'aula, mentre prendo le mie cose e corro in mensa. Ormai ho rinunciato a trascrivere tutta la lezione completamente, è impossibile da seguire!
Facendo sbattere la borsa da una parte all'altra per guadagnare spazio nella mia folle corsa incappo in Lucas, il mio migliore amico, nonché salvatore!
“Secondo tavolo a sinistra, ho già preso il solito del venerdì, scimmietta.” Simpatico no?Avrei apprezzato il suo gesto molto di più se non avessi sentito quel nomignolo che tanto odio. Perché sì, io non mi chiamo Samantha per lui, ma scimmietta, già da qualche anno ormai. Come se fosse un complimento. Nonostante questo, mi sono ritrovata quasi a baciargli i piedi quando l'ho visto arrivare anche con il suo pranzo, posizionandosi di fronte a me. Avevo subito adocchiato il tavolo che mi aveva indicato e avevo occupato anche il posto per lui, dato che il mio pranzo lo aveva già preso. Per chi non lo sapesse, io e Lucas siamo molto amici dal liceo e compagni di stanza da qualche mese. Qualcuno potrebbe storcere il naso nel sentire una storia così strampalata, ma questa è la pura verità. Abitiamo nel campus dell'università e, se qualcuno per caso si stesse chiedendo come possa essere possibile avere stanze miste è giusto che sappia che non è possibile, ci possono essere i piani misti, le mense miste, in casi molto assurdi i sanitari misti, ma non le camere. Semplicemente per i primi mesi abitavo con una ragazza che aveva una visione molto particolare della vita. Una vera casinista, adorava invitare tutto il piano nel nostro mini-appartamento per fare baldoria, così lo chiamava lei, e far uscire tutti dalla stanza anche oltre le quattro del mattino. Fregandosene altamente che io avessi un esame il giorno dopo.
“Samantha, siamo giovani, se non ci divertiamo al college quando lo facciamo?” Quando vuoi, ma quantomeno abbi il buon gusto di non disturbare gli altri, cretina.
Fortunatamente per me, il mio amico andava d'amore e d'accordo con il suo compagno di stanza, talmente tanto da arrivare con lui svariate volte nella nostra stanza per la serata film del venerdì.
Tra Jen e Rob è stato amore a prima vista direi, anche se amore probabilmente non è la parola più adatta. Diciamo che vanno a letto assieme di tanto in tanto e, trovandosi a condividere la passione per le “baldorie”, un giorno sono arrivati a chiederci la cortesia di poter scambiare inquilini dato che sia io che Lucas eravamo molto più attratti da attività più tranquille.
Lucas, nonostante non fosse asociale come me, mi era venuto incontro e aveva subito accettato, perché non poteva sopportare di vedere la sua scimmietta così scontrosa tutti i giorni, sarebbe invecchiata prima del tempo. Lucas può non dire la cosa giusta al momento giusto, ma mi vuole davvero bene e farebbe qualunque cosa per farmi stare meglio.
“Eccomi qua, ora possiamo mangiare.” Afferma con un'aria soddisfatta, già a boccone pieno.
Afferro qualcosa dal piatto usa e getta senza alzare lo sguardo e ovviamente lui si accorge subito che sono pensierosa.
“Che ti succede scimmietta?” mi chiede premuroso, accompagnato ad uno dei suoi splendidi sorrisi. Sbuffando per la stanchezza, cerco di spiegare il mio stato d'animo, “diciamo non avrei dovuto scegliere il corso di antropologia, come molti mi avevano caldamente consigliato. Non perché sia troppo difficile, ma perché il professore mi sta facendo impazzire. Si può essere così suonati da continuare a spiegare un'ora dopo il termine previsto per analizzare meglio il contesto culturale dello studio?” concludo con un epiteto molto colorito che non era da me, per lo meno non in una situazione da medio stress. Ultimamente mi sono un po' ritirata dalla vita sociale, perché ho deciso di seguire più corsi della media: già che sono all'università e che i miei non navigano certo nell'oro, voglio fare le cose per bene e riuscire a laurearmi il prima possibile. Senza rendermi conto però, che con il passare del tempo, questi ritmi mi avrebbero ucciso presto o tardi.
“Sai come la penso riguardo i tuoi corsi. È davvero ammirevole che tu voglia portarti avanti con gli studi, ma devi capire che non puoi sovraccaricarti di lavoro così. Alla fine renderai molto di meno e non perché sei meno degli altri o perché non ti impegni abbastanza, semplicemente perché non sei una macchina, anche se il passato ti ha dimostrato il contrario. E meno male che studi psicologia, queste cose le dovresti sapere meglio di me.” abbozza uno dei suoi soliti sorrisi. Uno di quelli che riserva solo a me, quando cerca di rassicurarmi, o semplicemente per trasmettermi la sua vicinanza.
“Hai ragione, ma ormai sono quasi alla fine del semestre...” non riesco neanche a concludere il mio discorso perché il telefono di Lucas inizia a squillare, distraendomi. Lo vedo afferrare saldamente il telefono senza neanche guardare il nome sul display e allontanarsi, mentre si scusa con un cenno per rispondere.
Lucas da qualche anno a questa parte è diventato un vero Don Giovanni. Ama riempire la sua agenda di appuntamenti, oltre che di lezioni. È arrivato anche a prendere tre appuntamenti diversi per giornata nei mesi più propizi, roba da pazzi. Dice che è il suo diversivo e che lo aiuta a scaricare lo stress. D'altronde come poteva avere un fisico così asciutto senza praticare uno straccio di sport? La risposta è proprio quella. Si tiene in forma senza muoversi dalla sua stanza. Che per inciso è anche mia. Avevamo infatti preso l'accordo che avrebbe potuto portare le ragazze in camera solo quando io ero a lezione o comunque fuori e che poi non lasciasse tracce delle sue conquiste in giro. Non ho di certo voglia di raccogliere cartine di preservativi per il pavimento dopo la doccia pre-dormita santo cielo!
Lui sembrava essere d'accordo con me su tutto, aveva accettato gli orari e di fare in modo di non farmi avere incontri imbarazzanti con le sue barbie al mo ritorno. D'altronde, anche se dovessi finire prima con le lezioni, vado sempre in biblioteca a studiare per tenermi avanti con lo studio, quindi il patto mi sembrava più che vantaggioso. Insomma, fino alle sette di sera ha sempre avuto campo libero. E a quanto pare ha già iniziato la sua attività anche oggi, perché la mensa sta per chiudere e di lui non c'è traccia. Prendo la mia roba e vado in biblioteca a studiare, dato che ho un'ora buca prima della prossima lezione.

 

La giornata è stata più stancante del previsto e tornata in camera non c'era traccia di Lucas, ne di qualche sua conquista, ovviamente. Felice di questo, mi prendo qualche minuto di relax sotto la doccia, in modo da poter sciogliere i nervi. Mi rivesto velocemente e ordino una pizza. Non ho voglia della confusione della mensa oggi, mi va la tranquillità visto che anche il mio amico ha deciso di darmi tregua oggi. Avevamo rinunciato alle nostre serate del venerdì da qualche tempo, per ovvi motivi. Ormai viviamo insieme, abbiamo ben altri pretesti per passare del tempo insieme.
Finita la pizza, dopo un bel film, mi metto a letto verso mezzanotte, nonostante sia appunto un venerdì. Ho già accennato alla mia quasi totale mancanza di vita sociale no? Ecco, il mo amico ce l'ha eccome! Il suo letto è ancora vuoto e lo sarebbe stato almeno per altre quattro ore, conoscendolo. Sarà in camera di Rob, dato che in quella camera ci sta più gente estranea che i reali inquilini.
Stavo quasi entrando nel mondo dei sogni quando qualcuno bussa alla porta. Chi diavolo può essere a mezzanotte di venerdì sera?!
Striscio con poca grazia fuori dal letto e mi accingo ad aprire la porta, senza nemmeno guardare chi sia, visibilmente scocciata: tanto con la rabbia che mi stava salendo, poteva essere anche Hulk in persona che sarebbe impallidito alla mia vista.
Ma la persona che trovo alla porta non è verde, ne tanto meno uno sconosciuto.
“Luke, che diavolo ci fai già qui? E perché non hai aperto con le chiavi, scusa?”
lo vedo reggersi allo stipite della porta cercando di entrare, non so neanche con quale forza visto che un forte odore di alcol mi ha pizzicato il naso appena aperta la porta.
“Come non detto, entra dai!” chiudo la porta dietro di me con forza prima di vedere Lucas cadere per terra provocando un forte tonfo.
“Caspiterina, ma perchè hai bevuto così tanto? Non è da te esagerare così!”
“Ho... ho bevuto solo all'occorr-en-za! Era un gioco, se perd-evi una pedi-na... dovevi bere! ...Hai mai gio-cato a scacchi?”
Mi metto una mano in testa pensando a quanto sia sempre stato negato in quel gioco.
“Sei proprio un idiota”
Cerco di farlo alzare, con scarso successo. Non che sia di chissà quale prestanza fisica, ma è pur sempre un uomo ed è sicuramente più pesante di me!
Dopo qualche minuto riesco a farlo sdraiare sul suo letto e inizio a spogliarlo con decisione.
Una risatina si propaga nella stanza, si sta divertendo per chissà quale motivo il signorino!
Gli tolgole scarpe con non poca fatica, vista la sua scarsa collaborazione. Continuo con i jeans, cercando di fare più in fretta possibile, forse riuscirò a spogliarlo del tutto prima di vederlo vomitare, perché c'è un'alta probabilità che lo faccia.
Cerco di sbottonargli velocemente i pantaloni quando sento la sua mano bloccarmi.
“Lo fac-cio io... non vorrai che il mio ami-co reagisca in mo-do sconv-eniente vero?” lo lascio fare, esasperata. Di questo passo non riuscirò a metterlo a letto neanche per le tre del mattino.
Dopo aver impiegato circa dieci minuti a togliersi quei dannati pantaloni passo alla maglia, almeno su quello spero non abbia niente in contrario.
“Sei più sexy di Cassandra quando spogli un ragaz-zo lo sai?” ammicca con una voce vagamente roca, facendomi sussultare un po' a quelle parole. Talvolta Lucas si diverte a fare allusioni per scherzo, ma queste iniziano ad essere un po' sfacciate. È proprio vero che l'alcol rende stupidi.
“Per prima cosa non ho idea di chi sia questa Cassandra” dico infilandolo sotto le coperte, “secondo, basta scherzare e mettiti a dormire che mi hai già fatto perdere un'ora di sonno, ti ricordo che tra qualche giorno ho gli e-s-a-m-i”.
Vado a prendere una bacinella dal bagno, onde evitare di dover pulire il pavimento nel caso rimetta, anche se so che c'è una buona probabilità che dovrò farlo domani mattina, mentre lui avrebbe imprecato contro il suo mal di testa.
Lo faccio sdraiare nel suo letto, sperando nella mia buona stella. Faccio per andare a letto, ma mi sento bloccare nuovamente con la mano, trovandomi Lucas che mi chiede il bacio della buonanotte mimandolo con le labbra in maniera quasi comica. Poso le mie labbra sulla sua guancia senza dargli troppa corda, tanto nello stato in cui è può solo continuare a fare l'idiota. Quando mi scosto mi sussurra un ti voglio bene dolcissimo nonostante la situazione parecchio irritante. Cade in un sonno profondo subito dopo, non permettendomi neanche di rispondere. Potevo avere finalmente il mio meritato riposo?

 

Il mattino dopo mi sono svegliata prima di lui, ovviamente. Mi alzo verso le nove e inizio a preparare il caffè per entrambi. Anche se non sono del tutto sicura che lui prenda il caffè con me . Arriccio il naso quando mi ritrovo a dover alzare un po' le tapparelle per iniziare a sfogliare qualche libro quando Lucas apre gli occhi. Non ha esattamente una bella cera.
“Buongiorno” gli dico, con la tazza di caffè in mano.
“Ciao... che cos'è quest'odore disgustoso?” biascica tra le lenzuola.
“Caffè?”
“Ah, ecc-” si alza velocemente e fortunatamente trova velocemente la bacinella ai suoi piedi per rimetterci dentro.
“Wow, non so perché ma temo che non toccherai più alcol per almeno qualche mese” dico ironica, guardandolo con una faccia un po' disgustata.
Cerca di alzare la testa per rispondermi ma probabilmente subito un altro conato gli impedisce di aprire bocca per proferire parola.
Sarà così tutta la mattina. Già lo immaginavo.
“Immagino che oggi non debba stare qualche ora in biblioteca per lasciarti campo libero, giusto? Infondo non mi sembri nelle condizioni di soddisfare nessuno ora” chiedo, più che altro retoricamente.
“Non ti ho mai mandato via dalla stanza per queste cose, lo sai.” afferma malamente, tenendosi la testa tra le mani, “approfitto solo della tua assenza.”
“Lo so, lo so” ribatto, in tono canzonatorio, “era tanto per dire! Volevo solo infierire, dato che mi hai tenuta sveglia fino a tardi ieri notte”
“Immagino, scusa. Ma tanto sono sicuro che sei già pronta per i tuoi esami, non sei la tipa che aspetta agli ultimi giorni.”
“Quello sì... ma preferirei ripassare tutto prima di lunedì.” bevo un sorso di caffè, ormai freddo. Faccio una smorfia e lo butto nello scarico del bagno. Abbiamo un cucinino in camera, per non dover sempre uscire dalla stanza per ogni minima necessità e la mattina questo risultava molto utile.
“Tu piuttosto.. a che punto sei con i tuoi esami? Il primo semestre sta finendo, lo sai...”
Si sdraia, cercando di rispondere alla mia domanda.
“Ho deciso di mollare un corso, ma non so ancora quale. Sommato a quello dell'anno scorso, direi che mi dovrò laureare alla prossima sessione.”
“Un vero peccato, tu hai le capacità per fare molto di più.”
“Ma non voglio stare dietro solo allo studio come fai tu.” mi rivolge un sorriso sghembo.
Penso che infondo abbia ragione, che effettivamente ho solo ventidue anni, e che non mi ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che ho fatto qualcosa di divertente.
Non che mi piaccia avere chissà quali eventi mondani, sono sempre stata una ragazza tranquilla, ma qualche volta uno strappo alla regola si può fare.
“Oggi è sabato, potresti fare un giro in centro con qualche amica per esempio, o magari uscire con un ragazzo? Da quanto tempo è che non hai un appuntamento?!”
“Bah, io neanche me lo ricordo.”
“Sei una bella ragazza Sam, non è giusto che ti dia alla clausura.”
“Hai ragione, ma infondo manca poco alla laurea. E poi ho già te a movimentarmi la vita, un ragazzo sarebbe un surplus.”
“Sono felice che tu ti senta soddisfatta dalla mia presenza, ma i bisogni di una giovane donna vanno ben oltre la compagnia piacevole... mi sbaglio?” Mi rivolge un sorrisetto che è un tutto dire. Mi sta provocando, come al solito.
“Mio caro, io non sono come qualcun altro di mia conoscenza che non sa passare due giorni senza strusciarsi addosso a qualcuno” dico un po' stizzita. D'altronde quello strano è lui, con la sua agenda! Mica io. Intanto cerca di alzarsi prendendo il secchio, probabilmente per lavarlo.
“NO! Fermo! Dove vai? Lo lavo io.”
“Ma è disgustoso, Sam!”esclama, accompagnato da una smorfia.
“Sì, ma tu stai male!” Gli prendo gentilmente il secchio e lo lavo, d'altronde sono abituata a fare lo stesso quando i miei fratelli hanno l'influenza.
“Su, adesso prendi l'aspirina per il mal di testa e rilassati. Cosa ti va per pranzo? Posso prepararti qualcosa per non farti andare in giro come uno zombie. Una minestra leggera per esempio.”
“Sam non sono malato, stai tranquilla, me la caverò! Anche se devo dire che le tue attenzioni sono molto piacevoli.” mi mostra uno dei suoi sorrisi, di quelli che ti scaldano il cuore.
Avevamo fatto le superiori assieme, ma la nostra amicizia era nata solo l'ultimo anno del liceo. Non abbiamo avuto chissà quale storia strampalata, eravamo sempre stati Sam e Luke.
Io, quella responsabile, che teneva tutto sotto controllo. Lui, quello istintivo, spiritoso, divertente. Ci compensiamo forse, ed è per questo che siamo tanto amici. Ci siamo avvicinati in particolar modo dopo il divorzio dei miei: dopo un'infanzia passata a vedere i miei litigare, finalmente ho avuto un po' di pace. Si sa però che, dopo anni di confusione, il silenzio può risultare molto triste. Lui aveva notato il mio stato d'animo, un giorno, nel cortile della scuola. Così, senza sapere come, inizia a raccontargli tutto, le mie sofferenze, la separazione, il trasloco, tutto. Era rimasto in silenzio ad ascoltarmi per tutto il tempo necessario, senza mai commentare. Perché sapeva che non avevo bisogno di commenti, avevo solo bisogno di essere ascoltata.
Aveva saputo da subito come prendermi, ed ora siamo inseparabili anche se litighiamo spesso.
Motivo? Qualcuno la chiamerebbe gelosia, io la chiamerei “difendere i diritti da amica”. Non abbiamo niente in contrario ad una eventuale relazione dell'altro, chiariamo! Non siamo la classica coppia alla “Dawson&Joey”, proprio no. Semplicemente non mi piace essere messa troppo da parte... e penso che lo stesso valga per lui. Me lo aveva dimostrato in svariate occasioni.

 

Smettila, non guardarmi così! Ho già promesso a Leo che sarei uscita con lui... non farmi sentire in colpa per favore! Dopotutto è il mio ragazzo.” Constatai, addentando un altro biscotto lasciato sul tavolo. Mi gettai stancamente sul divano e lo guardai, attendendo la sua risposta.
“Quindi hai deciso che non mi aiuterai a studiare per l'interrogazione di scienze per pomiciare con lui?!” fece lui, risentito. Mise su uno di quei bronci che vincevano sempre con me. Ma non potevo dare buca nuovamente al mio ragazzo per stare con il mio amico, non era umanamente possibile!
“E daaaai, stai con me!” mi stava supplicando, incredibile. Gli occhi dolci, poi! Questo mai. No, non se ne parlava proprio.
“Non mi puoi mettere da parte così, scimmietta... non puoi!” questa volta sembrava che scherzasse un po' di meno. Aveva le braccia tese e aveva le labbra ben errate, come quando comincia ad innervosirsi per qualcosa.
“Oh cielo Lucas, non ti starai mica arrabbiando vero?”
“No!” Replicò lui, non convincendomi neanche un po'.
“E va bene, ma smettila di fare il gelosone.” Gli pizzicai una guancia, perché avevo capito che si sentiva trascurato.
“Non sono mica geloso, semplicemente non sopporto il fatto che preferisci stare con quell'idiota pompato che neanche sa come trattarti piuttosto che con me. Io almeno so riconoscere quando i miei discorsi ti annoiano! E, tanto per intenderci... non succede mai!”
Feci una risata di gusto.
“Neanche lui mi annoia!”
“Non parla d'altro che dei suoi muscoli, dei suoi allenamenti... effettivamente anche tu sei una tipa sportiva, sì!” e mi diede una cuscinata, di nuovo su di morale.

 

Non poteva riuscire a fare un discorso senza trovare difetti in Leonardo, proprio no. Ma nonostante tutto, io gli voglio un bene dell'anima. Perché ha sempre cercato di proteggermi, perché ha sempre capito i miei gesti e i miei sguardi meglio di chiunque altro... perché conosce anche la parte più nascosta di me.





Angolo autrice

 

Salve a tutti :) :) una cosuccia che mi è venuta così, in preda a un nuovo raptus di scrittura! :D non posso garantire aggiornamenti veloci a causa dell'università... e la continuerò solo se vedo che può interessare a qualcuno, perchè come ho già detto, mi è venuta così! :) l'unica cosa che mi sento di promettere è che se deciderò di continuarla, andrò fino in fondo e presto o tardi questa storia troverà una conclusione. Volevo anche mettere un bel banner, ma provandoci per la prima volta non sono riuscita a concludere un'emerita cippa :P Ma prima o poi se troverò qualcuno che sarà disponibile a farlo, sarò ben lieta di aggiungerlo :) Aspetto la vostra opinione, approfittandone per ringraziare chi è spaventosamente arrivato alla fine del capitolo :P
un bacio

 

 

  
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