SETTE
ANIME
Supernatural
–
Una nuova cacciatrice
in famiglia
– Intro:
Sette anime
Mi
ritrovo nel bel mezzo di una caccia ad
un lupo mannaro che cerco da mesi. Quello stronzo ha assassinato sette
persone
in modi cruenti e le tracce del suo percorso sono ben visibili, ma il
problema
è trovarlo quando ritorna alla forma umana -... per
così dire.
Ho
un contatto con un certo Bobby Singer,
me ne aveva parlato mio padre prima che morisse, diceva che in qualche
modo
poteva aiutarmi a cacciare.
Sono
Sasha Benjamin e sono del Texas, una
ragazza con i piedi per terra e sangue freddo, vi basti sapere questo
di me.
Sono a caccia di quel mostro per vendicarmi della morte di
papà, una delle
sette vittime. Era l’unica persona che mi è
rimasta dopo la morte di mia madre
che se ne andò a causa di un'overdose, per lo meno ora
staranno insieme per
l’eternità.
Storia
triste penserete, ma è dura
continuare a cacciare da sola quando l’unica
eredità lasciatami dai miei
genitori è un diario della loro caccia, giusto per sapere a
cosa andavo
incontro. Con la mia povera macchina, una Ford mustang
del’68, sono partita
alla ricerca di questo Bobby, consapevole che il lupacchiotto che sto
cacciando
non mi aspetterà e non si fermerà con le
uccisioni.
Dopo
qualche ora di viaggio dal Texas, ho
trovato casa Singer. Sono stupita del luogo circostante all'abitazione;
desolato, in mezzo al nulla e pieno di macchine andate in rovina, tutte
accatastate e in disordine. Mi sono accorta anche di
un’officina che era aperta.
Parcheggio la mia Ford, lontano dal deposito, perché non si
confonda con una di
quei catorci ... non era messa così male in fondo, e prima
di scendere
dall’abitacolo controllo l’ora sul mio cellulare.
Sono le quattro e mezza del
pomeriggio. Mi guardo di nuovo attorno e vedo un’ Impala nera
del ‘67 ... però
leggendaria come auto ... la mia non ne rende il confronto. Forse
questo Bobby
ha ospiti e quindi adesso dovrebbe essere in casa. Non avevo avvisato
il signor
Singer del mio arrivo, non avevo contatti telefonici, solo il suo
indirizzo di
casa. Anche la casa è messa piuttosto male e ha un che di
misterioso. Suono il
campanello e poco dopo sento dei passi profondi, evidentemente il
pavimento
dell’ interno è in legno malandato e vecchio, come
quello del portico bianco,
la maniglia della porta ruota e si apre e … accidenti!
Quanto è giovane Bobby,
no non può essere lui,
“Ehm
... salve ... il signor Bobby
Singer?”, gli ho chiesto cercando di stare calma, le gambe
iniziano a tremarmi
perché caspita il tipo davanti a me è piuttosto
alto. Capelli medio lunghi,
occhi verdi, molto muscoloso, spalle enormi ... okay basta mi fermo
qui, credo
che sto per svenire.
“Chi
lo cerca? No, comunque non sono io!”
mi guarda con aria sospetta e chiude la porta di colpo, la riapre poco
dopo e
mi arriva una cascata d’ acqua in faccia. Ma che diamine sta
facendo? Quando
riapro gli occhi noto che aveva una boccetta metallica in mano, ecco da
dove è
arrivata l’acqua,
“Ma
come ti permetti?” gli sputo quasi
addosso quel po’ di liquido che ho in bocca“Guarda
che mica sono un demone!
Fate così con chiunque suoni alla vostra porta?!
Dov’è
Bobby?!!”
ero furiosa e mezza fradicia,
sento una voce che non era quella dello scemo che mi ha fatto la
doccia, anzi è
piuttosto rauca e grattante, non so se mi spiego.
“Sam
chi è alla porta?” e così lo scemo in
questione ha un nome!
La
chiude di nuovo e mi lascia fuori, ora
inizio ad averne abbastanza... Ma perché mi trattano
così, non voglio andarmene
senza prima aver parlato con chi dico io!
“Bobby
credo sia per te!” lo sento urlare
da dietro la porta. Quindi il tizio è davvero in casa.
Non
è Sam che mi riapre stavolta. Chi ho
davanti a me è piuttosto vecchio sulla sessantina, barbuto,
cappello sudicio da
baseball occhi piccoli e sospettosi, non di certo di magra corporatura,
sembra
l’esatto opposto di Sam, ma prima che anche lui mi bagni
completamente è meglio
che gli dica chi sono e in fretta.
“Mi
chiamo Sasha Benjamin, figlia di Henry
Benjamin, mi ha mandata papà, diceva di conoscerti e ho
bisogno del tuo aiuto
Bobby” lo supplico cercando di sembrare calma ma le gambe mi
tremano il doppio
di prima, forse ancora non ho superato il lutto, e nella speranza che
possa
accettare la mia richiesta che si ricordi chi fosse mio padre.
“Benjamin
dici? Caspita certo che lo
conosco ci ho lavorato insieme prima di incontrare i Winchester, senti
un po’
ragazzina che vuoi da me?”, fortunatamente la teresina non
l’aveva ancora al
guinzaglio, già mi sento sollevata. Mi fa segno di
accomodarmi in casa, ho lo
sguardo rivolto verso il basso, percorro un corridoio poi entro in una
stanza
che puzzava d’alcool … andiamo bene. Mi guardo
attorno e in effetti c’erano
bottiglie, vuote naturalmente, di superalcolici dovunque. Sposta una
sedia
dalla scrivania e mi fa sedere. Ancora con lo sguardo basso e il cuore
che
inizia a battermi a mille, perchè potrebbero rifiutarsi di
aiutarmi, tento di
raccontare cosa sia successo a papà, faccio per
aprire bocca ma lui chiama Sam e dice
di portargli due birre. Saranno per lui credo. Sam arriva con le birre
una la
offre a me ma faccio segno con la testa di no, e si unisce a noi.
Faccio un bel
respiro profondo e inizio a raccontare tutto.
“Mentre mio
padre ed io eravamo
a caccia -ci andavamo spesso in moto per
velocizzare gli
inseguimenti- lui ecco.… è stato ucciso da un
licantropo ed è morto per
salvarmi
la vita. Era sopra di me ed eravamo inciampati in una radice enorme di
un
albero nel bosco. Era notte fonda e il lupo lo graffiò
profondamente sulla
schiena, facendolo morire di emorragie esterne gravi ... mi ha
protetto, poi
non so come una luce bianca e intensa lo fece fuggire via da noi.
Quando la
luce si spense mi alzai scansando il corpo di papà e corsi
via uscendo dal
bosco, sperando di non incontrare più quell'essere presi la
moto e tornai a
casa. Il corpo di mio padre non fu più trovato. Lo cercai
tutto il giorno
seguente e questo è successo due mesi fa e da allora sto
dando la caccia a quel
mostro ma... sono inesperta e dunque mi sono ricordata di te
perché papà mi
disse che se avessi avuto emergenze, potevo fidarmi.”
Talvolta
mi sembra di sentire ancora
l’odore del sangue di papà su di me, forse
è solo una forte suggestione, come
il fatto di sentire la sua voce. Ecco la solita espressione scioccata
che si
dipinge sui volti dei presenti, poi arriva la pena infinita e anche gli
occhi
lucidi, anche io stavo per crollare. Ora come ora vorrei tanto una
bella birra,
forse dovevo berla prima.
“Sam
hai ancora una birra per me? Sai ho
cambiato idea, mi ci vuole proprio ...” Sam si limita ad
annuire si alza ed
esce dalla stanza, sento i suoi passi come prima, solo che sono
più frettolosi.
Poi più niente, mi rivolgo a Bobby con lo sguardo fisso e
duro. Non volevo
piangere davanti a lui,
“Anche
lui ha perso il padre, capisce come
ti senti e indovina un po’ è anche lui cacciatore,
come suo fratello Dean. Mi
dispiace, tuo padre era un brav’uomo andava fiero di te sai.
Eri la sua
principessa. Ora ci sono io tesoro, lo vendicheremo come si
deve!”
Mi
sento sollevata. Ecco Sam con la … le
birre, non ne ha una ma tre. Una a testa già aperta eccolo
che si avvicina “
Non potresti ancora bere, hai vent’anni non ventuno, ma
questa resta tra noi”…
oh per Dio è proprio antipatico, mi fa la predica sulle
birre, prendo la mia
birra, già aperta e lui si siede e dà
l’altra a Bobby
“Grazie
ragazzi. Faremo fuori quell’
essere...” beh mi dispiace per i Winchester e la loro
situazione ma vogliono
aiutarmi comunque sono molto più che in debito con loro.
Non
è facile raccontare ad estranei cose
così personali e profonde. Il mio destino era segnato fin
dall’inizio, mia
madre si drogava e beveva. Anche lei cacciatrice, non reggeva la
situazione
critica. Voleva crescermi, educarmi, ma alla fine papà
pensava a me, pensava ad
entrambe. Amici non ne ho, fratelli men che meno e non so se si possa
considerare una fortuna il fatto che in queste cose era coinvolta la
nostra
famiglia e basta e la scuola la frequentavo poco o niente. Ora come ora
mi
sento sola e impotente magari potessi tornare indietro, ma il passato
non si
cancella, non vedo l’ora di uccidere con le mie mani quel
bastardo.