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Autore: Arikashi    20/10/2012    1 recensioni
Sasha Benjamin cerca l'assassino di suo padre morto da due mesi, è sola non sa come fare anche se possiede un diario di caccia dei suoi genitori. Ma un amico di suo padre, Bobby,sembra l'unico che al momento possa aiutarla. Ringrazio ufficialmente Suicidal_love per la pazienza e l'enorme aiuto che mi ha dato. La storia è dedicata a qualcuno molto speciale per me, che se ne è andato da mesi, ma dal mio cuore non se ne andrà mai.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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SETTE ANIME

 

 

Supernatural – Una nuova cacciatrice in famigliaIntro: Sette anime

Mi ritrovo nel bel mezzo di una caccia ad un lupo mannaro che cerco da mesi. Quello stronzo ha assassinato sette persone in modi cruenti e le tracce del suo percorso sono ben visibili, ma il problema è trovarlo quando ritorna alla forma umana -... per così dire.

Ho un contatto con un certo Bobby Singer, me ne aveva parlato mio padre prima che morisse, diceva che in qualche modo poteva aiutarmi a cacciare.

Sono Sasha Benjamin e sono del Texas, una ragazza con i piedi per terra e sangue freddo, vi basti sapere questo di me. Sono a caccia di quel mostro per vendicarmi della morte di papà, una delle sette vittime. Era l’unica persona che mi è rimasta dopo la morte di mia madre che se ne andò a causa di un'overdose, per lo meno ora staranno insieme per l’eternità.

Storia triste penserete, ma è dura continuare a cacciare da sola quando l’unica eredità lasciatami dai miei genitori è un diario della loro caccia, giusto per sapere a cosa andavo incontro. Con la mia povera macchina, una Ford mustang del’68, sono partita alla ricerca di questo Bobby, consapevole che il lupacchiotto che sto cacciando non mi aspetterà e non si fermerà con le uccisioni.

Dopo qualche ora di viaggio dal Texas, ho trovato casa Singer. Sono stupita del luogo circostante all'abitazione; desolato, in mezzo al nulla e pieno di macchine andate in rovina, tutte accatastate e in disordine. Mi sono accorta anche di un’officina che era aperta. Parcheggio la mia Ford, lontano dal deposito, perché non si confonda con una di quei catorci ... non era messa così male in fondo, e prima di scendere dall’abitacolo controllo l’ora sul mio cellulare. Sono le quattro e mezza del pomeriggio. Mi guardo di nuovo attorno e vedo un’ Impala nera del ‘67 ... però leggendaria come auto ... la mia non ne rende il confronto. Forse questo Bobby ha ospiti e quindi adesso dovrebbe essere in casa. Non avevo avvisato il signor Singer del mio arrivo, non avevo contatti telefonici, solo il suo indirizzo di casa. Anche la casa è messa piuttosto male e ha un che di misterioso. Suono il campanello e poco dopo sento dei passi profondi, evidentemente il pavimento dell’ interno è in legno malandato e vecchio, come quello del portico bianco, la maniglia della porta ruota e si apre e … accidenti! Quanto è giovane Bobby, no non può essere lui,

“Ehm ... salve ... il signor Bobby Singer?”, gli ho chiesto cercando di stare calma, le gambe iniziano a tremarmi perché caspita il tipo davanti a me è piuttosto alto. Capelli medio lunghi, occhi verdi, molto muscoloso, spalle enormi ... okay basta mi fermo qui, credo che sto per svenire.

“Chi lo cerca? No, comunque non sono io!” mi guarda con aria sospetta e chiude la porta di colpo, la riapre poco dopo e mi arriva una cascata d’ acqua in faccia. Ma che diamine sta facendo? Quando riapro gli occhi noto che aveva una boccetta metallica in mano, ecco da dove è arrivata l’acqua,

“Ma come ti permetti?” gli sputo quasi addosso quel po’ di liquido che ho in bocca“Guarda che mica sono un demone! Fate così con chiunque suoni alla vostra porta?! Dov’è

Bobby?!!” ero furiosa e mezza fradicia, sento una voce che non era quella dello scemo che mi ha fatto la doccia, anzi è piuttosto rauca e grattante, non so se mi spiego.

“Sam chi è alla porta?” e così lo scemo in questione ha un nome!

La chiude di nuovo e mi lascia fuori, ora inizio ad averne abbastanza... Ma perché mi trattano così, non voglio andarmene senza prima aver parlato con chi dico io!

“Bobby credo sia per te!” lo sento urlare da dietro la porta. Quindi il tizio è davvero in casa.

Non è Sam che mi riapre stavolta. Chi ho davanti a me è piuttosto vecchio sulla sessantina, barbuto, cappello sudicio da baseball occhi piccoli e sospettosi, non di certo di magra corporatura, sembra l’esatto opposto di Sam, ma prima che anche lui mi bagni completamente è meglio che gli dica chi sono e in fretta.

“Mi chiamo Sasha Benjamin, figlia di Henry Benjamin, mi ha mandata papà, diceva di conoscerti e ho bisogno del tuo aiuto Bobby” lo supplico cercando di sembrare calma ma le gambe mi tremano il doppio di prima, forse ancora non ho superato il lutto, e nella speranza che possa accettare la mia richiesta che si ricordi chi fosse mio padre.

“Benjamin dici? Caspita certo che lo conosco ci ho lavorato insieme prima di incontrare i Winchester, senti un po’ ragazzina che vuoi da me?”, fortunatamente la teresina non l’aveva ancora al guinzaglio, già mi sento sollevata. Mi fa segno di accomodarmi in casa, ho lo sguardo rivolto verso il basso, percorro un corridoio poi entro in una stanza che puzzava d’alcool … andiamo bene. Mi guardo attorno e in effetti c’erano bottiglie, vuote naturalmente, di superalcolici dovunque. Sposta una sedia dalla scrivania e mi fa sedere. Ancora con lo sguardo basso e il cuore che inizia a battermi a mille, perchè potrebbero rifiutarsi di aiutarmi, tento di raccontare cosa sia successo a papà, faccio per aprire bocca ma lui chiama Sam e dice di portargli due birre. Saranno per lui credo. Sam arriva con le birre una la offre a me ma faccio segno con la testa di no, e si unisce a noi. Faccio un bel respiro profondo e inizio a raccontare tutto.

“Mentre mio padre ed io eravamo a caccia -ci andavamo spesso in moto per velocizzare gli inseguimenti- lui ecco.… è stato ucciso da un licantropo ed è morto per salvarmi la vita. Era sopra di me ed eravamo inciampati in una radice enorme di un albero nel bosco. Era notte fonda e il lupo lo graffiò profondamente sulla schiena, facendolo morire di emorragie esterne gravi ... mi ha protetto, poi non so come una luce bianca e intensa lo fece fuggire via da noi. Quando la luce si spense mi alzai scansando il corpo di papà e corsi via uscendo dal bosco, sperando di non incontrare più quell'essere presi la moto e tornai a casa. Il corpo di mio padre non fu più trovato. Lo cercai tutto il giorno seguente e questo è successo due mesi fa e da allora sto dando la caccia a quel mostro ma... sono inesperta e dunque mi sono ricordata di te perché papà mi disse che se avessi avuto emergenze, potevo fidarmi.”

Talvolta mi sembra di sentire ancora l’odore del sangue di papà su di me, forse è solo una forte suggestione, come il fatto di sentire la sua voce. Ecco la solita espressione scioccata che si dipinge sui volti dei presenti, poi arriva la pena infinita e anche gli occhi lucidi, anche io stavo per crollare. Ora come ora vorrei tanto una bella birra, forse dovevo berla prima.

“Sam hai ancora una birra per me? Sai ho cambiato idea, mi ci vuole proprio ...” Sam si limita ad annuire si alza ed esce dalla stanza, sento i suoi passi come prima, solo che sono più frettolosi. Poi più niente, mi rivolgo a Bobby con lo sguardo fisso e duro. Non volevo piangere davanti a lui,

“Anche lui ha perso il padre, capisce come ti senti e indovina un po’ è anche lui cacciatore, come suo fratello Dean. Mi dispiace, tuo padre era un brav’uomo andava fiero di te sai. Eri la sua principessa. Ora ci sono io tesoro, lo vendicheremo come si deve!”

Mi sento sollevata. Ecco Sam con la … le birre, non ne ha una ma tre. Una a testa già aperta eccolo che si avvicina “ Non potresti ancora bere, hai vent’anni non ventuno, ma questa resta tra noi”… oh per Dio è proprio antipatico, mi fa la predica sulle birre, prendo la mia birra, già aperta e lui si siede e dà l’altra a Bobby

“Grazie ragazzi. Faremo fuori quell’ essere...” beh mi dispiace per i Winchester e la loro situazione ma vogliono aiutarmi comunque sono molto più che in debito con loro.

Non è facile raccontare ad estranei cose così personali e profonde. Il mio destino era segnato fin dall’inizio, mia madre si drogava e beveva. Anche lei cacciatrice, non reggeva la situazione critica. Voleva crescermi, educarmi, ma alla fine papà pensava a me, pensava ad entrambe. Amici non ne ho, fratelli men che meno e non so se si possa considerare una fortuna il fatto che in queste cose era coinvolta la nostra famiglia e basta e la scuola la frequentavo poco o niente. Ora come ora mi sento sola e impotente magari potessi tornare indietro, ma il passato non si cancella, non vedo l’ora di uccidere con le mie mani quel bastardo.

 

  
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