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Autore: Equilibrista    20/10/2012    2 recensioni
Annabel, è una ragazza madre diciasettenne, abbadonata dal suo ragazzo, non appena rivelatogli la notizia della sua maternità.
Jasper, il suo migliore amico, fin dall'infanzia.Le resterà accanto sempre, aiutandola con il bebè e facendogli oltremodo, anche da padre.
Questo bambino, farà nascere in loro un qualcosa che all'inizio è inspiegabile, ma che alla fine si scopre Amore...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.Pensiero stupendo.

 

Un bacio dolce e lento, ma che diventò passionale quando le loro lingue incominciarono ad accarezzarsi e a "giocare".
Jasper si posizionò meglio su di lei, mentre Annabel gli accarezzava i capelli, poi la schiena ed il collo. Jasper stringeva i suoi fianchi in un morbido abbraccio, mentre faceva scivolare le sue mani sotto la sua maglietta. Un mugolio uscì dalle labbra di lei, mentre anche le sue mani si infilavano sotto la maglietta di Jasp.
Erano carezze vogliose, carezze che lasciavano segni di fuoco sulla loro pelle calda. Si muovevano , per quanto possibile, più cautamente possibile, attenti a non svegliare Diana che si era appena addormentata.
Annabel sfilò la maglietta a Jasper, cosa che fece di rimando anche lui. Ora erano petto contro petto, cuore contro cuore, senza nessuna barriera, nessun pezzo di stoffa.
Jasper stava ormai slacciando i pantaloni ad Annabel, quando lo fermò.
-Jas-Jasp, asp-aspetta...-disse annaspando.
-Che c'è?- rispose Jasper, ansimando.
-E che io....non voglio...non voglio rovinare tutto...io...cioè tu...ti voglio e che...-Annabel diceva frasi senza senso...scollegate tra loro dalla troppa nebbia che copriva il suo cervello.
-Ok...lo immaginavo...è meglio così, davvero, meno male che ci sei tu, la mia parte razionale!-disse Jasper sorridendo poggiando la sua fronte su quella di Annabel. Lei sorrise di rimando. -La tua parte razionale?- disse Annabel scherzando -Ma se tu prima mi hai fatto perdere quasi il lume della ragione?- gli disse ridendo.
-Ehi ehi ragazzina, sai che con queste frasi il mio ego cresce sempre di più?-disse Jasper sorridendo.
-Sia mai!!!- disse spingendolo via da sopra di lei, riprendendo possesso della sua maglietta. Jasper la seguì, indossando anche lui la sua.
-Che c'è Jasp? Sei deluso?-chiese Annabel confusa.
-No è che...niente...-disse scendendo dal letto dirigendosi verso la porta.
-Jasp!cavolo fermati un attimo! Cosa ti aspettavi? Ok, non ti nego che mi sarebbe piaciuto farlo...ma...poi cosa resterebbe? Cosa ci siamo sempre detti? Il sesso cambia le cose! Guarda a me come le ha cambiate!-disse Annabel esasperata.
-Cosa centra? Non vuol dire che ogni volta che fai sesso, rimani incinta!-disse urlando Jasper.
-Shht!svegli la bambina! E comunque non intendevo in quel senso...o almeno in parte...il punto è che se noi andiamo a letto insieme, cosa succederà? Non saremmo più noi Jasp...-disse abbassando lo sguardo. Jasper le si avvicino carezzandole le braccia.-Anna, lo so che forse, in parte cambierebbero le cose...ma...uff...io non so cosa mi sta succedendo, so solo che non passa attimo in cui vorrei baciarti e abbracciarti...io non lo so il perchè, ma Diana, Diana mi ha avvicinato di più a te...in quel senso...capisci? e francamente non so come sia possibile.-disse Jasper parlandole più pacatamente.
-Mmmm...forse a tutte e due sta succedendo la stessa cosa Jasp. ma non so cosa. Forse dopo tutti questi anni da migliori amici ci siamo accorti che tutti e due siamo umani e che abbiamo una cosa chiamati ormoni!- disse sorridendo Anna. Jasper sorrise di rimando abbracciandola forte.
-Io so solo che qualunque cosa ci stia succedendo finisca e non finisca, perchè è un qualcosa di piacevole, eccitante e allo stesso tempo tormentoso.- disse Jasper soffiando tra i capelli della ragazza.
-Anche io...-rispose di rimando Annabel stringendolo più a se.
Si staccarono lentamente. -Anna, io ora devo andare...ho il lavoro...-disse Jasper carezzandole una guancia.
-Va bene.- rispose abbozzando ad un sorriso. Jasper le sfiorò le labbra ma non fece in tempo a staccarsi da lei, che subito Annabel si riappropriò di quella bocca che da giorni tormentava i suoi sogni.
Approfondirono il bacio, e se non era per Diana che incominciò a piagnucolare, i due sarebbe finiti volentieri sul letto.
-Oh, piccola della mamma...buon giorno!-disse Annabel avvicinandosi alla piccolina che scalciava e mugolava.
Si soffermò un po' a guardarla, insieme a Jasper, per poi prenderla in braccio.
-Bella come la mamma- disse Jasper guardando di sottecchi Annabel che non esitò a tirargli un pungo affettuoso sul braccio.-Smettila! E poi tu non dovevi andare a lavorare?- gli disse.
-In teoria, in pratica una ninfomane mi ha catturato la bocca e non me la mollava più...-disse Jasper divertito.
Annabel diventò paonazza. -Sei tu che hai iniziato!- gli disse puntandogli il dito contro. -Ma sei tu che hai continuato-le rispose di rimando. -Uff...ok non replico più , tanto so già che con te è una battaglia persa.-gli disse sbuffando.
-Ecco brava...ora me ne vado, prima che la mia bocca venga ingabbiata di nuovo!-disse Jasper alzandosi e dirigendosi alla porta.
-VATTENE!- ripose con tanto di cuscino Annabel, ridendo.
 
La giornata proseguì tranquilla, anche se i due, erano costantemente tra le nuvole, pensando e ripensando alla mattinata. Jasper era distratto sul lavoro, sbagliava prenotazioni, ed aveva fatto cadere un paio di bicchieri. Il capo bar decise di mandarlo a casa prima del previsto onde evitare altri bicchieri rotti o clienti scocciati.
Annabel invece, nei momenti in cui Diana non la teneva occupata, la sua mente vagava sulla bocca di Jasper, sul corpo di Jasper, sui baci di Jasper...ormai era arrivata all'esasperazione totale, non concludeva più nulla. Voleva riprendere a studiare, voleva andare ad una università, di preciso ancora non sapeva, ma era più propensa a prendere la strada di suo padre, la strada dell'avvocato. Le era sempre piaciuto quel mondo, restava ore e ore a guardare suo papà compilare carte su carte. Le piaceva l'idea di difendere qualcuno, di difendere i più deboli e di far valere la giustizia. Quindi quel pomeriggio si era svegliata con l'intenzione di cercare in internet alcuni indirizzi universitari che avrebbero potuto interessarle, che non distavano molto da casa sua,  anche perchè aveva anche una figlia!
Intenzione mandata a monte da Jasper, o meglio dal pensiero Jasper. Aveva acceso il computer e già la cosa non era iniziata bene, perchè come immagine di sfondo c'era una sua foto con Jasper scattata a dicembre in mezzo alla neve.
E già li la sua mente partì per la tangente. Rimase alcuni minuti a fissare lo schermo con lo sguardo stra lunato. Quando si riscosse dai suoi pensieri, incominciò a digitare alcuni nomi di università su google. Ma ancora una volta si perse nei suoi pensieri. Alla fine ci rinunciò, non riusciva a concludere niente e maledisse lei e quella mattina.
Ringraziò invece Diana, per tenerle occupata la mente...tra pannolini, biberon, e pianti la giornata passò...peccato che doveva ancora venire la notte, quella si che sarebbe stata davvero insostenibile.
 
Jasper si stese sul letto, spossato. Aveva passato una giornata sfiancante, se non si conta la mattina...continuava a darsi dello stupido mentalmente, per quei pensieri stupidi che occupavano continuamente la sua mente. Sul lavoro era stato un disastro e ,cosa che non gli era mai capitata! Di solito era sempre pronto e impeccabile, ma quel giorno c'erano quei maledetti pensieri a distogliere la sua attenzione dalla vita. Aveva sbagliato tutto! non doveva darle quel bacio, non doveva passare da lei quella mattina e non doveva ribaciarla per la seconda volta. "Accidenti!" esclamò sbattendo i pugni sul letto. Andò a lavarsi e poi si coricò, provando almeno a dormire per qualche ora.
 
Di certo non si può dire che passò una notte magnifica, e lo stesso fu per la ragazza e in tutte e due nasceva un enorme dubbio...cosa stava succedendo? Quella non era una semplice normale attrazione fisica...o forse si?
 
Se la notte non era stata particolarmente tranquilla, il mattino non lo fu di meno...
Annabel si ritrovò nel pessimo stato della mattina precedente, mentre Jasper sembrava appena uscito dai film dell'orrore.
 
-Buongiorno tesoro!- disse Carol appena entrò nella stanza di Annabel.
-Buongiorno...-rispose di rimando Annabel. -Non hai passato una bella nottata vedo...eppure Diana non ha pianto tanto!- chiese Carol scrutando la figlia.
-Appunto! Quando Diana dorme non riesco a chiudere occhio io....quando lei continua a piangere invoco tutti gli dei che la facciano smettere perché devo tenermi aperti gli occhi!-disse Annabel innervosendosi e non di poco.
-E come mai non hai dormito questa notte?- le chiese Caroline. -Troppi pensieri per la testa...-rimase sul vago Anna...
-Mmmm...e quali sarebbero questi pensieri?- chiese Caroline incuriosita dal discorso. -Mamma! Pensieri punto. Di tutto, dell'università di Diana, della mia vita!- disse Annabel esasperata dalla curiosità di sua madre. Ovviamente il principale pensiero lo omise dalla lista...a Caroline probabilmente le sarebbe venuto un infarto...
-Ok, ok, stai tranquilla! Se vuoi dormire ti tengo un po' Diana!- propose Caroline. -No mamma, non penso che riuscirei comunque a dormire...penso di andare a fare un giro, oggi è una bella giornata e a Diana fa bene un po' di aria nuova!- rispose Annabel cercando già nell'armadio cosa potesse indossare.
Optò per un vestitino bianco di lino con una fantasia floreale che ricadeva morbido sul suo corpo leggermente ingrassato dopo il parto. Si sistemò alla bell'e meglio e poi preparò anche Diana. Le diede da mangiare, la posizionò nella carrozzina e s'incamminarono lungo il viale della via. La zona in cui abitava le era sempre piaciuta fin da bambina. Era una zona in cui il verde padroneggiava e il traffico era quasi inesistente, se non per le poche macchine degli abitanti della via. I bambini giocavano in mezzo alla strada senza troppi problemi, e la tranquillità era l'elemento principale.
Proseguì in mezzo ai castagni ormai ricoperti di foglie verdi e poi, come per soddisfare i suoi pensieri, si diresse verso la casa di Jasper che non distava tanti metri da li.
Stava camminando mentre sorrideva a Diana e quando alzò lo sguardo le si gelò il sangue. -Ciao Anna...- disse lui. -Ciao, Alex...- rispose lei con tono freddo e impassibile. -Stai bene?- le chiese. -Si...tu?- un briciolo di cortesia poteva pure permetterselo. -Si...posso?-chiese indicando la carrozzina; Annabel annuì e Alex sbirciò dentro.
-E bellissima...assomiglia molto a te!- disse Alex sorridendo ad entrambe. Annabel scorse nei suoi occhi emozioni che mai avrebbe pensato di trovare in lui: felicità, misto a sorpresa e ammirazione. La lasciò sconcertata.
-Anche a te...ha i tuoi stessi occhi e i suoi lineamenti del viso ti assomigliano molto...-disse Annabel sorridendo. Alex fece una carezza sul volto della bambina e il cuore di Annabel perse un battito...ormai era passato un mese dalla nascita di Diana ed Alex l'aveva vista solo quel giorno in ospedale. Ammise a se stessa che, anche se Alex lo trovava un essere ripugnante, aveva comunque pensato a come sarebbe stata una vita con lui lei e la loro figlia...la loro figlia...era una frase così importante da dire, eppure si rese conto che anche Alex aveva de diritti su Diana. Era pur sempre il padre, anche se l'aveva abbandonata nel bel mezzo della gravidanza, ma si era mai soffermata a pensare cosa, in quel momento fosse passato per la testa di Alex?
Magari aveva avuto così tanta paura di non riuscire a sostenere una così grande situazione, una situazione più grande di lui. L'unica soluzione? Scappare! Anche lei aveva avuto paura, ma di certo non poteva scappare da se stessa e da quell'esserino che le si stava formando nella pancia. Forse quella carezza le fece aprire gli occhi, le fece capire che una possibilità poteva, anzi doveva averla anche Alex, perchè Diana avrebbe avuto bisogno di una figura paterna nella sua vita e Annabel lo sapeva benissimo. Lei che era cresciuta con un padre sempre assente vittima del suo stesso lavoro, le mancava terribilmente un padre geloso dei "farfalloni" che le ronzavano intorno, un padre su cui contare, un padre che le donasse la sua spalla su cui piangere.
Diana aveva bisogno di Alex, e Alex di Diana.
-Anna, io...lo so che sono stato un bastardo e forse lei non meriterebbe di avere un padre così...però vederla qui, adesso, è un'emozione fortissima che mai avrei pensato di provare prima e per questo ti chiedo, anzi, ti supplico se qualche volta potrei venirla a vedere, oppure andare a fare un semplice giro per il paese per stare un po' con te e con...lei...-disse abbassando gli occhi sulla piccolina rapita da quelle magnifiche foglie verdi.
-Va bene...dopotutto sei suo padre e voglio mettere da parte per un momento, tutti i miei pregiudizi...è un tuo diritto Alex.- disse Annabel guardandolo negli occhi, quegli occhi che un anno prima li amava alla follia, quegli occhi in cui lei si perdeva sempre senza riuscire a trovare la strada di ritorno.
-Grazie Anna! Per me è importante, anche se ti sembrerà strano...-rispose Alex abbassando il capo. -Non posso dirti "ti capisco" ma forse sto iniziando a capirti...o almeno a capire la tua scomparsa...-disse Annabel frenando l'impulso di carezzargli una guancia vedendolo così rattristato. Era un gesto che faceva sempre quando stavano insieme, una semplice carezza, era la consolazione di Alex.
-Io...ascolta ti va se ne parliamo una sera a cena?-propose Alex. Annabel fu restia sull'accettare o meno, alla fine, acconsentì.
-Va bene...quando?-chiese. -Se non ci sono problemi domani sera...puoi portare anche Diana, se la devi allattare.- disse Alex entusiasta.
-Ehm , preferisco di no...anche perchè non l'allatto, quindi può pensarci mia mamma.-rispose Annabel sorridendo.
-Ah mi spiace...-ribattè Alex. -Non fa nulla, forse è meglio così...- sorrise Annabel.
-Ok, allora ti passo a prendere domani alle 19.30, così torni presto da Diana.- chiese Alex. -Si certo, perfetto! Allora a domani!-disse sorridendo Annabel. -A domani! Ciao piccolina!- disse riferendosi a Diana, e poi se ne andò nella direzione opposta di Annabel.
 
Doveva riferire ciò che era accaduto a Jasper... magari le avrebbe potuto consigliare come comportarsi. Oppure era meglio non dirgli niente?
Con questo pensiero suonò al campanello di Jasper.
-Chi è?-chiese dopo qualche secondo al citofono. -Sono Anna!- rispose di rimando lei per poi sentire il "clack" della porta aprirsi.
Lasciò il passeggino fuori casa e prese in braccio la piccola Diana, poi si incamminò per le scale. Bussò di nuovo alla porta dell'appartamento e solo quando senti un ovattato "avanti" entrò.
-Hey! Ciao che sorpresa...ma guarda chi c'è qui...ciao principessa!-disse Jasper avvicinandosi a Diana mentre le baciava il capo. -Ciao...-disse poi sorridendo verso Annabel, baciandole una guancia.
-Volevamo trovare lo zio Jasp!-disse divertita Anna. -Ah...e da quando io sarei zio?-disse Jasper guardando Annabel con sguardo divertito. -Ma così, tanto per darti un grado di parentela!-disse ridendo Annabel, mentre anche Jasper si univa alla sua risata. Annabel mise Diana sul tappeto del salotto accerchiata da cuscini per poi sedersi accanto a lei. Lo stesso fece Jasper.
-Allora...sbaglio o stamattina sei più frizzantina?-chiese Jasper guardando Annabel.
-Mmmm...si, puo darsi...e che ti devo dire una cosa che non so se ti piacerà tanto...-disse Annabel abbassando lo sguardo. Jasper si limitò ad annuire come segno di assenso a continuare.
-Ecco, vedi stamattina quando stavo venendo qui da te, ho incontrato Alex e mi è sembrato diverso, non lo so, guardava la bambina con occhi adoranti e poi mi ha chiesto se poteva vederla qualche volta e se domani sera andavo a cena con lui e io bè...ho accettato.-disse tutto quanto senza mai fermarsi, anche quando aveva sentito Jasper irrigidirsi al nome di Alex e cena, però aveva continuato imperterrita con lo sguardo basso verso Diana.
-Anna, io non posso vietarti niente, è la tua vita e nella tua vita c'è anche quella di Diana. Io non sono suo padre, quindi sei solo tu a prendere decisioni per il bene di Diana. Io non posso vietarti nulla.- rispose Jasper guardando Annabel. -Si è che...volevo un tuo consiglio...ho fatto bene secondo te ad andare...accettare l'invito a cena?-chiese Annabel guardando Jasper dritto negli occhi.
-Uff...bo io lo sai cosa penso di lui. Ti ha fatto soffrire in tutti questi mesi e penso solo che sia un gran bastardo, ma se tu davvero vedi che c'è un qualcosa di cambiato in lui e vuoi riagganciare i rapporti per il bene di Diana io  te l'ho detto, non te lo posso vietare!-le disse Jasper.
-Jasp, ci ho riflettuto un sacco su questa cosa, fino a giungere alla conclusione che forse lui ha avuto paura o che ne so, non lo so, cosa ne sappiamo noi delle emozioni che ha provato lui in quel momento? Se penso alle mie non posso dargli il torto di essere scappato. È anche per questo che ho accettato l'invito a cena, perchè ha detto che vuole spiegarmi...tutto...- disse Annabel accarezzando la testa di Diana.
-Si, forse hai ragione. Però, cavolo, ti ha abbandonata per nove mesi! In nove mesi possibile che la paura non gli fosse passata? Possibile che non ci aveva minimamente pensato a chiamarti, a vedere come stavi, tu, Diana!- rispose Jasper alzando lievemente la voce, facendo irrigidire Anna.-Anna, guardami- le disse prendendole il viso e alzandolo dolcemente verso lui -Io non ti avrei mai abbandonato!-disse con tutta la sincerità del mondo.
-Ma perchè tu sei mio amico da una vita!- ribatté Anna. -Cosa vuol dire? Lui ti amava! Sempre se veramente.-
-Lo so, però io lo so per certo che non mi abbandoneresti mai...almeno penso, perchè ormai siamo legati da....bambini, praticamente!-
Perchè ti amo...
Un semplice pensiero che balenò in testa a Jasper, una frase che vacillava li, nella sua mente ma non era mai uscita, ed ora eccola li, la verità sbattuta in faccia.
Anna  vide che Jasper si era irrigidito tutto ad un tratto, così,  le posò una mano sul suo braccio. -Jasp, tutto bene? -si preoccupò Annabel. -Si, scusa...e che...niente...-lasciò cadere la frase, così...come se quelle due semplici parole fossero due parole senza significato e comuni. Comuni ma con un significato immenso, che pesavano più delle altre, erano come una pepita d'oro in mezzo al rame. Quelle parole che solo a leggerle ti aprono un mondo, un mondo in cui soffochi e vivi nello stesso momento.
-Mmmm...sicuro?- chiese ancora non certe delle parole di Jasper. -Si, si non ti preoccupare!- rispose sorridendole.
 
Passarono ancora un po' di tempo seduti a chiacchierare e a giocare con Diana. Poi Annabel si avviò via da casa sua.
 
Come era potuto accadere? Era una certezza quel ti amo? O era solo una supposizione? continuava a tormentarsi Jasper durante quelle ore. E così ripensava alle sensazioni che provava stando vicino ad Anna. Ad gni volta che gli sorrideva e il suo cuore incominciava a battere più freneticamente, quando la baciava poi, pensava che da un momento all'altro gli sarebbe venuto un infarto.
Possibile che era successo dopo tanto tempo di amicizia? O forse lo era già da prima?
Con questo pensiero passò la giornata a tormentarsi e a cercare conferme nel passato e nei comuni gesti. Forse ne era davvero innamorato...e ora? Cosa sarebbe successo? Di una cosa ne era sicuro, non glielo sarebbe andato a dire, finché non avesse capito che anche lei provava il suo stesso sentimento. Non voleva condizionare le decisioni della sua vita, perchè se davvero sarebbe riuscita a riallacciare i rapporti con Alex, sarebbe stato un bene per Diana e forse anche per lei. A lui di sicuro non avrebbe fatto bene, ma avrebbe continuato a starle accanto e a proteggerla pur essendo ben conscio dell'amore che provava per lei. Sarebbe stato difficile, ma si impose di riuscire a superare anche questo, come aveva superato tutte gli altri ostacoli della vita.
 
Annabel continuava a chiedersi il perchè Jasper si fosse così irrigidito quando aveva detto quella frase. "Niente" aveva detto, ma non ci aveva creduto neanche minimamente e quindi ora si stava scervellando su una serie di cause. Magari Jasper si era arrabbiato che avesse invitato l'invito a cena...ma a lui cosa gliene importava? Non era mica il suo ragazzo!
E fu li che  la pera cadde dal pero. Il suo ragazzo. Visto gli avvenimenti di quei giorni, i baci, le carezze, tutto portava ad un'unica soluzione: Jasper non provava per lei una semplice amicizia. Oppure era solo attrazione fisica? Tutti quei pensieri e quei ragionamenti fecero stizzire Annabel che piombò sul letto, come se chiudere gli occhi, le avrebbe fatto trovare una soluzione a tutti quegli strani pensieri. Logicamente non fu cosi.
Diana dormiva pacifica nella culla, aveva appena mangiato, quindi per qualche ora la piccolina era apposto, così, decise di controllare in internet la posta elettronica e di andare a cercare quella benedetta università.
Apparvero sullo schermo tantissimi risultati e finalmente solo uno ne attirò la sua attenzione. Era un'università di giurisprudenza vicino al suo paese, all'incirca venti minuti in macchina, quindi poteva andare benissimo, la patente l'aveva già fatta qualche mese prima, mancava solo un po' di pratica e poi avrebbe potuto guidare tranquillamente.
Stampò il modulo d'iscrizione, ma prima di compilarlo ne avrebbe parlato con sua madre, anche lei lavorava, quindi avrebbero dovuto organizzarsi per stare con Diana.
Scese in cucina dove trovò sua madre già intenta a preparare la cena. Si voltò e le sorrise e così fece lei di rimando. Poi incominciò a parlare dell'università. Sua madre ne fu subito entusiasta, anche perché aveva sempre sostenuto che l'istruzione era alla base di tutto e quindi ne fu felicissima. Le disse di non preoccuparsi del suo lavoro che avrebbe certamente trovato dei buoni orari e che quindi poteva spedire la richiesta d'iscrizione se ne era fermamente convinta.
-Si, mamma, è quello che voglio fare nella vita!-disse con un ampio sorriso. -Va bene Anna, allora compila quel modulo e spediscilo, e prega che ti prendano!-le disse sua mamma alzando gli occhi al cielo. -Già...lo spero davvero con tutta me stessa!-rispose.
Abbracciò sua mamma e si rintanò in camera per compilare il modulo. Non voleva aspettare, tanto che andò subito ad imbucare la busta.
Sulla via di casa incontrò Jasper. -Ehi...ciao, come mai da queste parti?-chiese Jasper sorridendole. -Ciao! Sono andata a spedire la lettera d'iscrizione all'universita di giurisprudenza, non te l'ho detto prima perchè è stata una decisione di oggi pomeriggio!- disse Anna sorridendo.
-Davvero? Sono felice per te!- rispose Jasper carezzandole una guancia. -Eh, Jasper, io...mi vuoi dire cosa ti è passato per la mente questa mattina? Non credo al "niente" intesi?-disse guardandolo seriamente.
-Io...è che...Anna...-balbettava se n'era accorto pure lui. Verità? O bugia? Poteva rovinare tutto nel primo caso. Ma il peso di una bugia è troppo pesante da sopportare.
-Anna io ti...-il suono del cellulare di lei interruppe la frase. Destino? Casualità? Di una cosa ne era certo. Jasper aveva preso la sua decisione.


NOTE
Ciao a tutte ragazze! come promesso, non vi ho fatto aspettare tanto e quindi eccolo qua! spero non siate rimaste deluse all'inizio ma capite bene che Jasp e Anna sono due ragazzi con la testa sulle spalle e quindi non rovinerebbero mai il loror rapporto solo per un momento di attrazione fisica....o forse non è solo un momento?
Alex è rientrato in scena, ma qualcosa in lui è cambiato....lo vederemo nel prossimo capitolo con la cena tra lui e Annabel...
non mi resta che salutarvi e mandarvi un bacio!
alla prossima!
Gaia

   
 
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