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Autore: Selene Silver    20/10/2012    1 recensioni
Senza un lamento, Derek si alza e comincia a camminare verso la Camaro, le foglie ora silenziose sotto i suoi piedi leggeri.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Her blood on my bones. Let go, lay to rest
she follows me into the woods, takes me home.

Derek corre e corre e corre e nello spazio di un respiro - sincopato, strozzato, rumoroso - riesce a sentire l'odore di bruciato, l'odore di carne e l'odore di dolore, di morte. Derek corre e spera che il suo respiro si fermi, che smetta di pugnalarlo come una lama rovente di ricordi e odori.
Derek corre ed è tutto sfuocato attorno a lui, e insieme nebuloso e ricorda - le sue mani affondate nelle foglie, ricoperte di cenere, Laura una figura dalle spalle troppo sottili che ancora riesce a rimanere in piedi.
Corre e ricorda ed è come se stesse andando a fuoco anche lui, come se stesse venendo tagliato a metà da artigli famelici anche lui, come se le mani di Kate Argent fossero ancora sul suo petto e le sue cosce e stessero frugando dentro di lui con una voracità animale che non ha niente, niente a che fare col lupo nelle sue viscere.
Il lupo sapeva, il lupo l'aveva avvertito e lui non l'aveva ascoltato. Il lupo ora sta ululando da qualche parte dentro di lui, con gli artigli affondati nel suo cuore, ed è un ululato che richiama i morti perché non c'è più nessuno di vivo ad ascoltare.
Derek cade a terra con i rami degli alberi che gli pungono le braccia e non è niente; vorrebbe un dolore più tangibile, qualcosa che lo uccida, qualcosa di più straziante del bruciore terribile nei suoi polmoni, che non ha niente a che fare con la mancanza di ossigeno.
Ma non arriva niente di simile per quanto lo speri, per quanto lo aspetti; intanto il cielo diventa rosso di fuoco tramonto, e il suo corpo insensibile, informicolito, come non esistesse.
Le sue palpebre si chiudono e
Laura sta camminando verso di lui con calma, le scarpe che fanno appena rumore nelle foglie, l'espressione cauta. I suoi occhi non sono rossi, ma del pervinca che Derek riconosce, identici a quelli della mamma.
Derek è raggomitolato nelle foglie che gli s'infilano nella giacca e in bocca e nel colletto della maglia e ha freddo e le sue mani bruciano e se lo merita, merita tutto questo, ma Laura no.
Non può dirlo a Laura. Non può dirle delle spire bionde dei capelli di Kate né della sua risata, né dei suoi occhi freddi. Non lo dirà a nessuno.
Mai.
Sua sorella si siede accanto a lui, piano, come non volesse spaventarlo, come se le facesse male ogni muscolo.
Sono stati seduti per ore nella centrale di polizia, ma sa che non è questo il motivo. I pantaloni coi tasconi di Laura ed il suo giubbotto lungo formano una pozza dietro e attorno a lei e un angolo del cappotto sfiora il viso di Derek, che non si mette a sedere.
Laura odora di caffè bruciato e del sapone poco costoso della centrale e del deodorante per auto che hanno comprato due giorni prima - e ormai la parola "prima" fa troppo male per pensarla - e di bruciato.
Laura gl'infila una mano nei capelli e la presenza di quell'odore gli fa venire da vomitare ma la mano nei suoi capelli è l'unica cosa che gli rimane, vuole che rimanga. Deve rimanere.
«Andiamo, Dee» dice Laura, come quando da bambino era mutato nel bagno della scuola dopo aver litigato con un suo compagno di classe e poi era rimasto seduto sul portico in silenzio per ore, senza voler dire a nessuno cosa fosse successo.
«Andiamo, Dee» ripete Laura, e gli tira un po' i capelli, come a dire "alzati".
«Dove?» chiede, e le sue corde vocali sembrano non essere state usate da anni. E si rende conto di voler che Laura dica "a casa" - e lo vuole, lo vuole così tanto che il suo cuore fa male.
Ma Laura lo guarda, come sapesse cosa sta pensando, e dice: «Via.»
Derek è immobile, il respiro appena più veloce.
«Non possiamo rimanere qui. Andiamo, Dee.»
Derek si alza con le gambe che non lo reggono e Laura lo afferra e gli passa un braccio attorno ai fianchi.
«Ci sono io» dice Laura, piano, mentre affondano coi piedi nelle foglie secche. Così da vicino, il suo odore è solo suo, non deodorante, non caffè, non fuoco e fumo e carne bruciata. Laura odora di casa, di foresta, di lacrime. Odora di lui, Derek, e certo Derek odora di lei. Le foglie scricchiolano sotto i loro piedi malfermi mentre camminano verso la Camaro e
lentamente si riaprono. Ora il cielo è nero e spruzzato di stelle. L'ululato del lupo taglia l'aria fredda.
Senza un lamento, Derek si alza e comincia a camminare verso la Camaro, le foglie ora silenziose sotto i suoi piedi leggeri.

credits titolo: Of Monsters and Men - Six Weeks
Mi sembra che questa fanfiction sia un po' uno scarto di quello che ho pensato guardando le interazioni fra Derek e Kate durante la prima stagione… (fra l'altro questo sarebbe uno spin-off della 1x5, quando i cacciatori vanno a casa di Derek mentre lui fa fanservice esercizio or whatevah) e, niente, mi pare un po' clicchosa. Fra l'altro mi sorprendo di avere tutti questi Derek feels, quando ormai riesco a malapena a chiamarlo "Derek" invece che "creepypants". Oh, well. Io volevo essere banale scrivendo una sterek, e invece non riesco mai a scegliere di che morte morire. 

  
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