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Autore: LadyMaria    21/10/2012    1 recensioni
Mary e Matthew sono sposati da diversi anni e vivono a Downton. Nonostante Matthew sia diventato Lord Grantham non ha ancora rinunciato al proprio lavoro di avvocato.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mamma! Mamma!-
una voce leggermente stridula echeggiava attraverso il grande corridoio di Downton. Il bambino correva, i tacchetti delle scarpine provocavano un rumore quasi fastidioso e il tutto era decisamente amplificato per il semplice fatto che il bambino correva sempre più forte e il rumore, di conseguenza, aumentava ancora di più.

-Mamma!-
esclamò nuovamente mentre cercava di rallentare la propria andatura dato che la figura della madre era sempre più vicina.
La donna, dopo aver sistemato lo stelo dell’ultimo fiore in mezzo al vaso il quale giaceva sul tavolino di legno e abbelliva ancora di più il salone centrale, si voltò lentamente.
Fissò i propri, grandi, occhioni color nocciola in quelli ancora più scuri del bambino e poi gli sorrise divertita.

-Charles! Quante volte ti ho detto che non voglio vederti correre?-
domandò Mary mentre si chinava leggermente per scompigliare i folti capelli biondi del bambino.

-Lo so, mamma. Ma sta arrivando papà! Ho sentito il campanello della sua bicicletta! Ne sono sicuro!-
disse tutto d’un fiato il piccino mentre si sottraeva alle carezze materne per ripercorrere, ovviamente correndo, il corridoio.

-Charles non voglio che tu corra!-
era tutto fiato sprecato, dato che Mary glielo aveva ripetuto quasi fino all'esaurimento, ma nonostante questo il figlio era caduto più volte a causa della ghiaia del cortile e del suo naturale impaccio, e i domestici avevano dovuto medicare le relative sbucciature sui suoi candidi ginocchi. Da lei aveva ripreso il colore chiaro della carnagione e quello più scuro degli occhi, da Matthew invece i capelli e quel buffo modo in cui increspava le labbra ogni volta che sorrideva.
Mary affrettò il passo e raggiunse la soglia del portone principale. Sospirò sollevata nel notare che il bambino, in quel momento, non correva più e s’era fermato in mezzo al giardino perché si stava agitando e muoveva convulsamente le braccia per aria per farsi notare dal padre.
Matthew pedalava lentamente e, una volta giunto nel giardino, scese velocemente dal sellino della bicicletta e l’adagiò contro il muro esterno della casa. Corse incontro al figlio sfilandosi il cappello mentre il bambino faceva altrettanto urlando allegramente

-Papà!-

Matthew lo afferrò al volo e lo fece volteggiare per aria:

-Il mio campione!-
disse scoccandogli un bacio sulla paffutta guanciotta.
–Ti sei comportato bene? Non avrai mica fatto arrabbiare la mamma, vero?-
domandò retoricamente mentre lo portava in braccio ed entrambi si avvicinavano alla figura di Mary, la quale li stava fissando divertita con le braccia incrociate al petto.

-No, è stato abbastanza buono oggi-
ammise la donna lasciando una carezza sulla guancia del marito per poi fare la stessa cosa su quella del figlio.

-Lascia respirare papà… sarà sicuramente stanco.-
disse con tono estremamente amorevole mentre il marito adagiava il figlio per terra.

-Non lo sono mai per lui….-
aggiunse l’uomo scompigliando le ciocche di Charles.
I discorsi dei genitori cominciavano a diventare troppo noiosi e smielati e, quindi, il bambino sorrise ad entrambi per correre in direzione del prato fiorito.

-Non cambierà mai…-
mormorò Mary tra sé e sé mentre il braccio di Matthew le cingeva dolcemente il fianco:


-Mi ricorda qualcuno….-
disse in un sussurro mentre lasciava un bacio sul collo di lei.

-Ti stai riferendo forse a me?-
chiese lei assottigliando le labbra per sollevare una mano in modo da sottrargli il cappello per metterlo sopra alla propria testa e aggiungere:
-Non osare farlo, Darling.-

-Mai, mia cara… non sono così sciocco.-
le lasciò l’ennesimo bacio, stavolta sulla guancia mentre il piccolo Charles li raggiungeva di nuovo.

-Guarda, papà!-
esclamò il bambino mostrandogli un pupazzetto
–L’ho trovato oggi in soffitta. Che cos’è?-

Mary lo riconobbe all’istante, ma aspettò la reazione del marito prima di pronunciare una qualsiasi parola. Chissà se lo ricordava anche lui.
Matthew si chinò leggermente senza far toccare le ginocchia sulla ghiaia perché, altrimenti, si sarebbe rovinato il completo da lavoro.
Fissò il cagnolino di pezza che il figlio gli stava mostrando e lo lisciò con l’indice sinistro. Quando si ricordò tutto si voltò verso la moglie e mormorò con una lieve emozione, a causa dei ricordi, negli occhi:

-And such good luck….-


-Yes, my Darling….-sussurrò lei annuendo con gli occhi leggermente socchiusi mentre il bambino ripeteva:

-Ma cosa vuol dire? Non capisco!-

I genitori si erano ormai persi l’uno nello sguardo dell’altra al punto che non risposero alle domande del figlio.

-Che cosa vuol dire?- continuò a chiedere imperterrito.

Solo quando entrambi si ridestarono da quella nuvola di ricordi e di forti emozioni si avvicinarono a Charles e gli lasciarono entrambi dei baci sulle rispettive guance.

-Significa che tu sei il nostro adorato figlio e che lo sarai per sempre.- disse Mary abbracciandolo per poi lasciare che Matthew lo prendesse tra le braccia e si alzasse lentamente.

-Io direi che ho fame e tu giovanotto?-chiese, spostando così l'attenzione del figlio altrove, per poi avviarsi in direzione del portone mentre entrambi fissavano Mary rimanedo in attesa che li raggiungesse.

-Tantissima papà!-
esclamò il bimbo tenendo tra le mani il cagnolino di pezza.
–Quindi posso tenerlo?- chiese ingenuamente in direzione della madre.


-Certo che puoi tenerlo… adesso è il tuo portafortuna e ti auguro che te ne porti tanta, my Darling boy….-
  
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