Quella mattina Belle stava pulendo il pavimento del salone
del castello: aveva deciso di cominciare di buonora poiche' aveva
sempre un mucchio di cose da fare e quella era la stanza piu grande,
"ehi, dammi una mano!" la voce forte e brusca di Tremotino
risuono' nella stanza, la ragazza alzo' gli occhi e vide il suo padrone
armeggiare con l'allacciatura posteriore della tunica, e fu
li li' per scoppiare a ridere: era la prima volta che lo trovava cosi
buffo da quando gli faceva da governante ma il suo tono di voce
non era certo quello di quand'era di buonumore percio' si
trattenne: "ma certo, lasci fare a me" disse cominciando a sciogliere
lacci e bottoni per rimetterglieli a posto,
"sbrigati, ho degli affari da concludere in citta'" sbuffo' mentre la
ragazza gli tastava delicatamente la schiena allacciandogli la veste, e
scoppio' in una risatina che si affretto' a soffocare, strano, non
provava una sensazione simile da...non se lo ricordava nemmeno piu'
quand'era stata l'ultima volta che aveva riso perche' ne aveva voglia e
non per prendersi gioco di qualcuno. D'un tratto le dita di
Belle gli tastarono i fianchi e lui fece un salto, "non farlo mai
piu'!" la rimprovero' guardandola dritta negli occhi senza tuttavia
suonare duro quanto avrebbe voluto, "perdonatemi, vi ho fatto male?"
chiese mesta la ragazza "no, non esattamente
ma...non importa" rispose lui dandole di nuovo le spalle per
permetterle di finire, ma Belle aveva intuito cos'era successo e gli
ficco' senza preavviso le dita nelle costole facendolo letteralmente
sobbalzare: "ma che ti prende stamattina?" le disse
guardandola sbigottito, la giovane sorrise e guardandolo negli occhi
con aria di sfida rispose: "scusatemi mio signore ma in tutti questi
mesi che sono al vostro servizio ho potuto constatare di non
avervi mai visto ridere di cuore: io non so se prima vi sia mai
capitato, in tal caso vorrei farvi capire cosa si prova" e senza
aspettare risposta comincio' a solleticarlo freneticamente ai fianchi e
alle costole, Tremotino non se l'aspettava e scoppio' a
ridere tentando di bloccarle le mani ma lei era troppo veloce e lui
troppo preso a ridere tant'e' che ben presto si ritrovo' in terra con
la ragazza che non la smetteva mai: ormai gli scendevano le lacrime dal
gran ridere e fu tentato di usare i suoi poteri ma Belle, intuite le
sue intenzioni si fermo' e gli prese le mani: "no, niente
poteri vi prego: non era mia intenzione recarvi offesa, volevo
solo...farvi star bene per un po', per quanto mi e' possibile" gli
disse dolcemente. Lui la guardo': in realta' non avrebbe mai usato la
magia per fermarla, in quei pochi minuti aveva volentieri perso il
controllo che abitualmente esercitava su se' stesso: ridere cosi, senza
freni , perche' lo vuoi o perche' c'e' qualcuno che lo vuole per te era
molto piu' bello di quanto non ricordasse. Sorridendo le mise
un braccio attorno alle spalle e traendola a se le sussurro': "grazie".
Belle, turbata ed insieme felice dalla piega inaspettata che aveva
preso quel suo gesto ricambio' l'abbraccio e sorridendo si appoggio' a
lui il quale, sentendo sgorgare dentro di se' un grande affetto per
quella giovane ritenne opportuno scostarsi velocemente da lei
e rimettersi in piedi dicendo: "ora vado, e vedi di lustrare questo
pavimento come fosse uno specchio per il mio ritorno, siamo
intesi?" col solito tono scontroso. Belle sorrise
tra se' facendogli una piccola riverenza ma mentre lo guardava uscire
si auguro' di essere riuscita a cambiare qualcosa anche se
poco in quell'animo tormentato ma ancora capace di un pizzico di
umanita'.