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Autore: MarchesaVanzetta    21/10/2012    1 recensioni
Di disordine, amiche e tacchi a spillo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un paio di minuti dopo il trillante suonare della porta, un’informe figura si mosse dal divano per aprire e cacciare via chiunque avesse osato disturbarla nel suo dolore; Marco l’aveva lasciata una settimana prima e da quel momento si era rinchiusa in casa, rifiutando di vedere chiunque. Voleva solo star male fino a buttare fuori ogni cosa. Non le era sembrato un piano malvagio quando, non appena l’aveva visto allontanarsi sul marciapiede opposto al suo, si era precipitata in un supermercato e aveva comprato tre barattoli da un chilo di miele, una quantità industriale di marshmellow e cracker al riso, per sopravvivere fino alla fine del suo ritiro spirituale.
“Beatrice?  Cosa ci fai qui? Te l’avevo detto che non volevo vedere nessuno, vattene” la scacciò in malo modo, vedendo la sua collega, dolce e fissata con la moda.
“Su, su, fammi entrare, non ho tutto il giorno. Prima di tutto, in ufficio è un delirio senza te” iniziò, entrando in casa sorpassandola “e poi, insomma, una settimana mi sembra sufficiente a dimenticare quell’idiota, non trovi?” continuò, posando nell’unico angolo pulito della sala la scatola che prima teneva in mano e iniziando a sistemare quel disastro che era l’appartamento dell’amica, invaso di fazzoletti usati, appiccicoso di miele e pieno di briciole e romanzi rosa da supermercato.
“Porti con te troppa vita” gemette Chiara, accasciandosi sul divano.
“E tu troppo abbandono. Dai, apri il regalo che ti ho portato” ribatté, sedendosi sul divano ai piedi dell’amica e porgendole la scatola.
“No” mugugnò, rifiutandosi di aprire gli occhi.
“Muoviti” ordinò perentoria. Non poteva continuare a vegetare in quel modo!
Senza dire nulla, Chiara aprì la scatola nera e ci trovo dentro un paio di tacchi a spillo rosso fuoco.
“Cosa diavolo sono?!” domandò scandalizzata, immaginandosi le figuracce che avrebbe fatto indossando quelle scarpe, lei che era abituata alle scarpe da ginnastica.
“Tacchi a spillo” rispose, sorridendo furba.
“Io non ci so camminare” ribatté Chiara, guardando storta le scarpe.
“Lo so. Devi imparare” disse decisa.
“Perché?” domandò con un lieve tono di disperazione nella voce.
“Perché la donne forti affrontano il dolore come indossano un paio di tacchi a spillo: non importa quanto facciano male, importa quanto le rendono belle” le rispose, accavallando le gambe.
“Quanta saggezza…” commentò ironica Chiara.
“Lo so. E stasera alle nove passo a prenderti perché usciamo, e dovevi avere scarpe adatte. Consiglio di iniziare subito a indossarle o prima delle undici i tuoi piedi si ribellano. Ricordati di mettere un vestito adeguato” concluse, alzandosi dal divano e uscendo dalla porta, sventolando la mano sull'uscio.
Chiara sorrise, indossò le scarpe e iniziò a mettere in ordine la casa, inciampando ogni due minuti e ridendo per ogni barcollamento.
  
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