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Autore: Cichan    21/10/2012    5 recensioni
E se una ragazza, bionda, immortale, tirchia, goffa e intelligente, entrasse nell'Akatsuki ?
Il suo nome è Gaiki, il suo cognome è sconosciuto.
Farà parte eccezionalmente del team zombie, finché una strana ragazza non si unirà all'organizzazione.
All'inizio sarà difficile ambientarsi, ma qualcosa le farà scattare un meccanismo dentro, un meccanismo che la porterà addirittura al sacrificio per salvare una persona e il suo concetto di arte.
Dal primo capitolo:
Gaiki alzò ancora una volta lo sguardo, incrociando gli occhi del mascherato. Li fissò finchè quello non si avvicinò ancora di più a lei.
-Ora devi venire con noi.- ordinò tranquillo.
La bionda abbassò tristemente la testa, guardando il pavimento ancora umido e pieno di sangue.
-P…perché ?- chiese titubante.
Hidan squadrò il suo compagno
-Perché sono gli ordini. Ora vedi di muoverti e seguici, il tempo è denaro.- ordinò ancora il più grande.
L’albino e la bionda si guardarono per un momento. Hidan prese parola:
-Perché sei immersa in bagno di sangue ?- domandò alzando un sopracciglio.
Spero che leggerete questo sclero ^^
Ah, a proposito !
Il cognome della ragazza riserva molte sorprese, buona lettura !
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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1. Prologo e inizio. 





-Nome: Gaiki
Cognome: - (sconosciuto)
Anni: 19 (apparentemente)
Capelli: Biondo chiaro
Occhi: Rossi con sfumature gialle
Abilità innata: - (sconosciuta)
Nukenin: - (sconosciuto)
Corporatura: Esile ma resistente
Segni particolari: Immortale-
Kakuzu pronunciò l’ultima parola guardando Hidan in modo truce
-Immortale ?- chiese quello alzando un sopracciglio
-Sì- rispose solo l’avaro, rimettendo nel suo sacco il libretto con il nome dei ricercati.
-Ecco.- fece l’altro poggiandosi con le spalle su un albero –Ora capisco perché il capo ci ha affidato lei.- terminò incrociando le braccia al petto e sospirando.
-Poche storie, il tempo è denaro- lo riprese il nukenin cominciando a camminare più velocemente.
-Ma non facciamo una pausa da più di tre ore !- protestò l’albino seguendo il suo compagno
-Sei tu il masochista, dovrebbe farti piacere provare certe sensazioni-.
Hidan brontolò qualcosa di incomprensibile, poi arrestò il passo.
-L’hai sentito anche tu ?- domandò.
Il più grande si voltò verso il ragazzo, fermandosi.
-Sì.- constatò serio.
 
Per tutta la foresta riecheggiò un urlo, poi un altro e un altro ancora.
-Hai finito ?- chiese scocciato Kakuzu.
In effetti non era divertente vedere un pazzo sadico che faceva sacrifici per un dio probabilmente mai esistito.
-No, mi resta ancora quel tizio lì- rispose l’altro indicando un uomo dai capelli neri disteso al suo fianco.
Un gruppo di ninja li aveva aggrediti pensando che fossero prede facili.
L’avaro sbuffò e si appoggiò con la schiena al tronco di un albero.
Gli cadde davanti un foglio di carta giallastro. Lo raccolse e lo squadrò.
-Mi è appena arrivato un messaggio di Pain, dice che la vuole tutta intera.- sbuffò pensando alla taglia salata della ragazza e rimpiangendola amaramente.
-CHE ?!- urlò furioso lo jashinista, impugnando la sua catenina e borbottando qualcosa di incomprensibile. –Dovrò chiedere perdono a Jashin-sama. Dannato Pain.- disse.
 
Era tutto buio in quel luogo.
Un fetore di sangue mischiato alla puzza di sudore rendeva l’aria irrespirabile.
Lei nel frattempo giaceva in un angolo della stanza sudicia. La schiena scoperta appoggiata alle pareti umide, i lunghi capelli biondi a coprirle il viso e il freddo pungente sulla pelle.
-Per oggi abbiamo terminato.- annunciò tranquillo un uomo in camice chiudendo una cartella medica e scomparendo dietro ad una porta blindata.
Gaiki si limitò ad alzare lo sguardo e a scoprire i suoi occhi rossi e gialli.
Le braccia sottili stese lungo i fianchi le davano un’aria abbastanza penosa. Troppo per i suoi gusti.
Avrebbe solo voluto farsi una doccia, legarsi i capelli e magari vestirsi.
Si portò le dita affusolate di una mano sulle labbra, sfiorandole.
Aveva maledettamente bisogno di bere.
Lasciò cadere la testa all’indietro e sospirò con molta fatica.
-Merda.- soffiò stancamente strizzando gli occhi –Merda. Merda. Merda.- continuò.
Lo sentiva, stava per avere una reazione di rigetto.
Per nulla una cosa carina da vedere.
Una fitta alla testa. Si tenne la testa, portandosi le ginocchia al petto scoperto.
Una fitta alla pancia. Si piegò ancora di più, gemendo per il dolore.
Un’altra alla testa. Raccolse un po’ di fiato e urlò. Era terribile. Vederla in quello stato era davvero terribile.
Dopo una manciata di secondi Gaiki si mise in ginocchio –con quello che rimaneva della sua forze fisica- e chiamò: -Signor Dottore !- gridò consapevole di non rispondere più delle sue azioni.
Nulla.
-SIGNOR DOTTORE !- urlò ancora, la voce spezzata dal dolore.
Da dietro alla solita porta blindata comparve l’uomo di poco prima. Un’espressione scocciata dipinta sul volto
-Cosa vuoi ?- domandò.
La bionda abbassò la testa e –inconsapevole di tutto- si alzò.
-E…ehi ! S…tai ferma al t…tuo posto !- la rimproverò l’uomo dai capelli scuri, visibilmente agitato.
Intanto Gaiki si stava avvicinando, sorridendo in maniera poco rassicurante.
-S…STAI L…LONTANA !- gridò ancora il moro, indietreggiando.
La ragazza alzò la testa, le braccia stese lungo i fianchi. Gli occhi del solito rosso mischiato al giallo erano diventati due vortici color sangue.
-F…fer- non terminò la frase che si ritrovò infilzato.
Infilzato dalla mano della bionda.
 
-Hidan, da questa parte.- richiamò Kakuzu notando una piccola entrata nella roccia scura della montagna.
L’albino annuì e seguì il più grande.
Dopo un paio di minuti Hidan aveva iniziato a lamentarsi delle troppe poche pause.
-Stai zitto, oggi sono particolarmente nervoso.- asserì l’avaro, mentre il religioso iniziò a innervosirsi.
Si sentì un grido che avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene di chiunque. Chiunque meno un sadico e un tirchione.
-Lo hai sentito an…-
-E’ ovvio. Muoviamoci.-
Kakuzu iniziò ad accelerare il passo fino ad arrivare difronte ad una grande porta blindata completamente spalancata.
Avanzò di qualche passo fino a scorgere all’interno della stanza un corpo inerme e uno inginocchiato al suo fianco.
Gaiki alzò ancora una volta lo sguardo, incrociando gli occhi del mascherato. Li fissò finchè quello non si avvicinò ancora di più a lei.
-Ora devi venire con noi.- ordinò tranquillo.
La bionda abbassò tristemente la testa, guardando il pavimento ancora umido e pieno di sangue.
-P…perché ?- chiese titubante.
Hidan squadrò il suo compagno
-Perché sono gli ordini. Ora vedi di muoverti e seguici, il tempo è denaro.- ordinò ancora il più grande.
L’albino e la bionda si guardarono per un momento. Hidan prese parola:
-Perché sei immersa in bagno di sangue ?- domandò alzando un sopracciglio.
Gaiki si guardò i palmi delle mani e avvicinò un dito alle labbra, per poi leccare tranquillamente il liquido rosso.
-Ho sete…- fece lei cercando di alzarsi, ma cadendo miseramente all’indietro e sbattendo la testa per terra.
Lo jashinista scoppiò a ridere e Kakuzu si voltò per poi fare una smorfia infastidita.
-Da quanto non ti alzi in piedi per camminare ?- domandò seccato.
Lei, ancora stesa per terra a stella marina, guardò tranquilla il soffitto.
-Tecnicamente non cammino in modo da sgranchirmi le gambe da… due o tre anni.- constatò alzando un sopracciglio.
-Bel guaio.- aggiunse l’avaro –Se non si usano i muscoli delle gambe per troppo tempo si finisce per perdere quasi del tutto l’equilibrio e con lui parte della capacità di camminare.-
Hidan si avvicinò alla castana e la squadrò per bene
-Però… bel corpicino, eh ?-
In effetti, Gaiki non aveva nemmeno uno straccio addosso e le sue curve non erano niente male.
Lei guardò strafottente il ragazzo –L’hai notato, eh ?- fece soddisfatta.
Kakuzu sbuffò ancora –Hidan dai la tua cappa a Gaiki- ordinò.
-Eh ?! Perché proprio io ?!-
-Niente ‘perché’. Dalle la tua cappa e basta.- sbottò socchiudendo gli occhi.
-Mi rifiuto.- lo sfidò il ragazzo, portandosi una mano nei capelli per poi lisciarli.
La bionda guardò i due litiganti per un secondo. Si portò con il busto a sedere e si mise in ginocchio.
Si avvicinò gattonando all’uomo morto al suo fianco e lo girò a pancia in giù; poi prese a sfilargli delicatamente il camice sporco di sangue e se lo infilò.
-Fatto.- disse soddisfatta.
Kakuzu e l’albino si voltarono in contemporanea verso la ragazza.
-Bene, mi stai già simpatica.- ammise l’avaro squadrando Gaiki, poi spostò lo sguardo sul suo compagno di team
-Portala in braccio.- ordinò tranquillo.
Hidan fece una smorfia –Non ci penso nemmeno, porto sempre io i corpi. Questa volta lo fai tu-.
L’avaro in quel momento pensò seriamente di giocare a basket con la testa del ragazzo.
-Secondo me ha ragione lui.- ammiccò Gaiki indicando lo jashinista, annuendo convinta.
-Ritiro tutto quello che ho detto su di te.-
-Non ho bisogno della tua simpatia.-
Hidan sgranò gli occhi. Nessuno aveva mai risposto in questo modo a Kakuzu.
Doveva fare qualcosa prima che la situazione iniziasse a degenerare.
Conoscendo Kakuzu probabilmente quella ragazza avrebbe fatto una brutta fine.
Si caricò il sacco che il suo compagno aveva sempre con sé in spalla e sorrise compiaciuto
-Ora tu porti la ragazzina e io il sacco, così siamo tutti felici.- sorrise ancora.
L’avaro iniziò ad avere un evidente tic all’occhio destro.
-Allora, cosa aspettate ?- domandò scocciata Gaiki.
Kakuzu si avvicinò alla ragazza e si sporse in avanti fino ad arrivarle a meno di dieci centimetri dal viso.
-Questa sarà la prima e ultima volta che faccio una cosa del genere.- sussurrò assottigliando lo sguardo.
Le passò un braccio dietro la schiena e uno dietro le ginocchia, prendendola, così, in braccio.
 
 
-Perché porti la maschera ?- chiese innocente la bionda.
-Non sono affari tuoi.-
Gaiki gonfiò le guance e si sporse dalla spalla di Kuzu per guardare meglio Hidan.
-Non lo so nemmeno io.- ammise quello facendo spallucce.
-Ma come ! E’ il tuo compagno di squadra e non sai perché porta la maschera ?- sbottò lei guardando insistentemente gli occhi di Kakuzu.
-Te l’ho detto ragazzina: non sono affari tuoi.-
-Bastardo.-
-Ne sono consapevole.-
Proseguirono senza proferir parola.
Nel bosco regnava un silenzio tombale e questo non potè che far piacere all’avaro.
La ragazza si strinse meglio fra le braccia dell’uomo e chiuse gli occhi
-Ti ho permesso di essere portata in braccio da me, ma non accetto che tu ti addormenti qui.- disse abbastanza alteranto lui.
-Dimmi perché porti la maschera e io non mi addormento.- mormorò lei con gli occhi ancora chiusi.
-Bastarda.-
Gaiki ghignò.
-Ne sono consapevole.-













 
 
Angolo muaaa (?)
Lol, sono qui con una nuova ff ! *pomodoro volante la colpisce*
Io: Chi è stato ?! *si pulisce con una salviettina*
Kakuzu: CHI E’ CHE SPRECA POMODORI ?!
Tutti: -.-
Io: Ah, ecco. Mi odiate così tanto ? ç.ç
Tutti: Si.
Io: ç.ç
Kakuzu: Se mi paghi io ti faccio da amico tutto il giorno
Io: Se ti pago posso anche stuprarti ?
Kakuzu: … Solo se mi dai un extra.
Io: *si gira in modo tranquillo verso sua madre* MAMMA DAMMI DEI SOLDI !
Mamma: Per quale oscura ragione ?
Io: Devo stuprare Kuzu ç.ç
Mamma: *da soldi a Caterina* Divertiti ^^
Io: *guarda in modo inquietante Kuzu*
Kakuzu: Inizio a pentirmene… *fugge*
 
Va bene, dopo questo spettacolo penoso posso dirvi che ho un bel po’ di capitoli salvati sul pc e li pubblicherò frequentemente ^^
Devo ancora decidere quando però ç.ç
Aloha ^^ 
  
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