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Autore: Marge    21/10/2012    1 recensioni
Altra storia di genere "verismo", stavolta ho proprio compiuto un salto identificativo: la protagonista è una donna cinquantenne da poco separata; piccolo spaccato di vita quotidiana, e di come le persone non appaiono come sono e non sono come appaiono - ma alcune sono, sempre, comunque così belle da lasciare senza fiato.
Scritta con il prompt "Sorprenderti" per il 2° turno della Staffetta in piscinadiprompt.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venere callipigia



Gaetano, il mio nuovo amico, sembra alquanto nervoso. La sala si va pian piano riempiendo; seduta in un angolo, leggo l’sms della mia amica Elena, che mi avverte del suo arrivo imminente.
“Così, questo è il luogo in cui ci riuniamo” mi spiega lui, accennando al locale con le mani. “Questa è la sala principale, dove teniamo i corsi, poi abbiamo un paio di uffici.”
“Così, vi occupate di cultura, in generale.”
“Molto in generale” concede sorridendo. “Teniamo corsi di lingua, anche di italiano per stranieri, e corsi di pittura, o cine-forum. Dipende principalmente da cosa può offrire ogni nuovo arrivato.”
A gruppetti, le persone si riversano nel locale e cercano subito con gli occhi chi li ha invitati; ho come l’impressione che si tratti esclusivamente di amici o parenti dei soci. Anche Gaetano, del resto, mi ha invitata personalmente, ed io mi sono trascinata dietro Elena, giusto per non trovarmi da sola in uno di questi ambienti di intellettuali di sinistra esagitati. Non che io non condivida le loro idee, ma sono un tipo riservato; non parlo facilmente con chi non conosco.
“Funzionate tramite passaparola, perlopiù?”
“Sì” conferma lui. “Martina!” chiama poi a gran voce. Una ragazza mora, alta e magra come un chiodo, alza gli occhi dal cellulare e gli sorride. Figlia di suo padre, indossa un paio di pantaloni aderenti ed una maglietta etnica che le copre le cosce, ed ha braccialetti e campanelli ed orecchini ovunque. È bella.
“Martina, questa è una mia amica, Mariateresa” mi presenta. “È una delle signore che ho conosciuto in palestra, te ne ho parlato, ricordi?”
La ragazza borbotta un ciao a denti stretti, un saluto a salve, e mi squadra da capo a piedi mentre finge di essere occupata al cellulare. So cosa sta pensando: che io e suo padre abbiamo una storia. Del resto, è ciò che io sembro: una cinquantenne separata che si iscrive in palestra per cercare avventure, o un nuovo marito. Che poi è ciò che ho fatto, in parte: ho cercato un luogo per uscire, conoscere persone, fare cose. Dovevo forse restarmene chiusa in casa a piangere? Per un po’ l’ho fatto, poi basta.
“Così, cosa fai nella vita?” chiedo per rompere il ghiaccio, visto che Gaetano si è allontanato per sistemare il buffet.
“Studio” risponde, ed è talmente laconica che non mi passa la voglia di chiederle cosa; potrebbe fare l’università, ma anche essere ancora al liceo; ha un viso pulito ed infantile, ed un corpo che più lo osservo, più mi piace. Forse il mio tipo è l’esile senza tette, chissà.
Vorrei dirle: “Tesoro, non miro a tuo padre, davvero. Ho lasciato mio marito dopo aver baciato una collega del lavoro, quindi capisci, sono in piena crisi esistenziale post-menopausale, e un uomo è l’ultima cosa che vorrei.”
Tutto ciò è estremamente semplificativo, ma il succo è questo.
Finalmente arriva Elena, ed insieme ci serviamo di birra e patatine, lasciando l’adolescente gelosa del padre al suo smartphone; fra poco comincerà la proiezione, non vedo l’ora di immergermi in una storia non mia.
“Vado al bagno” annuncio ad Elena afferrando la borsa; non sarò un uomo, ma se non vado la bagno almeno una volta in un paio d’ore non reggo a lungo; la ginecologa dice che è l’insieme dei parti che mi hanno sfiancata e degli ormoni che se ne sono andati, e prima o poi dovrò prendere in considerazione l’idea di operarmi. Chirurgia? Figurarsi, per ora i miei progetti sono decisamente lontani dal diventare una vecchietta impasticcata che la mattina va al bar a parlare dei suoi acciacchi alle coetanee. Nel mio quartiere vi sono donne che alla mia età declinano dolcemente ma senza esitazione verso questa condizione, ma io mi sento in corpo l’energia dei vent’anni e la sfrontatezza dei maschi, ed in questa nuova situazione in cui mi sono infilata mi sento come ubriaca. Prendiamo Elena, ad esempio: me la porterò a letto? Chissà. Non è male, ma stasera ho in mente solo gli occhi brillanti di Martina e le sue dita così veloci sui tasti. Me le sento tutte addosso. Gaetano mi ucciderebbe, se sapesse. Forse anche lui immagina di fare sesso con me?
Fatalità, nell’anticamera del bagnetto incontro proprio lei, ed una ventata del suo shampoo mi investe e mi fa tremare la voce mentre le chiedo se deve andare in bagno.
“Ho fatto, grazie” mormora, e sembra a disagio, mentre apre l’acqua per lavarsi le mani.
“Posso lasciare qui la borsa?” domando, appoggiandola sul ripiano. Annuisce senza alzare gli occhi.
Mi imbarazza non poco fare pipì mentre lei è al di là della porta, e può sentire il flusso sottile picchiare la ceramica del water, ma forse, per farlo apposta, lei lascia l’acqua del lavandino scorrere finché non ho terminato.
Esco quindi dal bagno perfettamente rivestita, ed a mia volta metto le mani sotto il getto.
“Grazie per la borsa” dico per congedarla, ma lei indugia sulla porta.
“Ecco…” inizia, ed improvvisamente avvampa.
Diventa bellissima.
Interdetta, rimango con le mani gocciolanti, senza prendere un fazzoletto dal dispensatore.
“Mio padre…non sa di me, okei?” dice tutto d’un fiato, poi alza gli occhi su di me, rossa in viso e leggermente tremante.
La fisso sorpresa, senza capire.
Poi, tutta insieme, l’epifania. Dunque è vero che esiste un radar!
È sicuramente colpa di Elena, che sembra una camionista! Però mi viene da ridere: almeno ha capito da che parte sto, ma la sua confessione non sembra affatto un tentativo di approccio; e come potrei piacere io, cinquantenne con l’utero prolassato e la ricrescita grigia, a questo bocconcino di neanche vent’anni che profuma in maniera inebriante?
Volevo sorprenderti, piccola venere, ed invece sei tu che mi hai lasciata annichilita.
“Tranquilla” dico sorridendo, ed entro in modalità madre. Lei ha l’età del mio Luca, come ho potuto pensare anche solo per un momento di accalappiarla?
Però, mentre sollevata torna nella sala della proiezione, osservo il suo posteriore ondeggiare lieve mentre cammina, e penso che è davvero, davvero bella…


***
Scritta con il prompt orfano “Sorprenderti” della piscinadiprompt per il 2° turno della Staffetta.
Il titolo me l’ha indirettamente suggerito mio padre (che, se sapesse…! Ahaha). Sapete cosa vuol dire callipigia? :)
See ya!
  
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