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Autore: Acinorev    21/10/2012    10 recensioni
«Ma sono qui – la interruppi. - Sono qui, con te. Ed è esattamente dove voglio stare.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
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Slamming doors

Capitolo 13

 

Aprii di scatto gli occhi quando la radio della sveglia mi ordinò di alzarmi. La stoppai immediatamente appena mi ricordai di non essere solo.
Respirai profondamente, cercando di tenere gli occhi aperti e lottando contro la luce che entrava dalla finestra. Mi passai una mano tra i capelli, scompigliandoli un po’, e mi voltai alla mia sinistra da dove sentivo provenire il profumo di Kathleen. La sua espressione tranquilla e il suo respiro regolare mi fecero capire che era ancora in un sonno profondo, quindi mi mossi leggermente per poterla guardare meglio e un sorriso involontario comparve sul mio viso.
Quella notte ero stato io a sgattaiolare nel suo letto: avevo dovuto partecipare ad uno show televisivo e, quando ero tornato a casa, l’avevo trovata accovacciata sotto le coperte, sebbene avessi sperato di trovarla ancora sveglia. Dopo aver sussultato mentre mi sdraiavo al suo fianco, si era limitata ad avvicinarsi a me, per poi appoggiare il viso accanto al mio e addormentarsi di nuovo. Non c’era stato bisogno di dire qualcosa: era bastato guardarci negli occhi e sorriderci a vicenda per capire quanto in quelle ore avessimo sentito la mancanza l’uno dell’altra.
Ed ora ero lì, incapace di lasciarla sola un’altra volta per andare all’ennesimo impegno della band.
Con una mano iniziai ad accarezzare leggermente il suo viso, soffermandomi un po’ di più sul rossore accennato delle sue guance, probabilmente causato dal tepore delle coperte invernali: poi passai ai capelli biondi, lasciati disordinati sul cuscino. Fu proprio mentre giocherellavo debolmente con loro che una piccola ciocca mi rimase tra le mani. Sgranai gli occhi, stupito, e guardai quei capelli intrappolati tra le mie dita quasi spaventato.
La nuova seduta di chemioterapia stava dando i suoi effetti: fino a quel momento l’anemia era in fase di guarigione, nonostante le nausee, la debolezza e gli altri sintomi del tumore non mancassero mai. Eppure non aveva ancora iniziato a perdere i capelli. Fu in quel momento che pregai con tutto me stesso che quello che il trattamento le stava procurando la stesse aiutando e che lei non stesse sopportando tutto quello per niente.
Sospirai e alzai il capo sporgendomi verso di lei, poggiando poi delicatamente le mie labbra sulle sue, cercando di non svegliarla.
“Buongiorno Leen.” sussurrai, come se potesse sentirmi.
 
“Ora passiamo ad altro: ultimamente ci sono diversi pettegolezzi su di voi, ragazzi.-  esordì David, parlando al microfono della radio. – Come reagite a tutto questo? A sentire gossip e storie inventate su di voi? Vi siete abituati in questi due anni?”
“Credo che più che abituarci, quello che facciamo è ignorare tutto. – spiegò Louis, - Dal primo momento sapevamo che il nostro lavoro comportava delle conseguenze e i pettegolezzi sono una di quelle.”
“Magari all’inizio ci faceva più effetto, ma ora ci passiamo sopra senza tanti problemi. – continuò Niall, - Anzi, a volte vengono dette cose talmente assurde che sono quasi divertenti.”
“O fastidiose.” pensai nella mia testa.
“Immagino. – rise David, - A proposito di questo, Zayn. Ho sentito che ora anche tu fai parte del gruppo dei  fidanzati della band. O anche questo è solo un rumor?”
“No, non lo è.” risposi semplicemente, abbozzando un sorriso. Speravo di non dover affrontare l’argomento: non era proprio il momento giusto. Avevo ancora in mente le parole di alcune fans, che si erano radunate all’entrata dello studio radiofonico quella mattina: “Zayn, quella è malata. Non credi sia meglio stare con noi?” oppure “Lasciala perdere, cercatene una sana!”. Era a questo che arrivavano le nostre fans: e io avevo davvero combattuto contro l’istinto di mandarle a quel paese e di urlare loro che non valevano nemmeno un unghia del mignolo della ragazza malata che loro tanto disprezzavano. Avevo stretto i pugni limitandomi a sorpassarle, cercando di calmarmi. Eppure quelle loro parole mi ferivano: mi faceva male pensare che qualcuno potesse avere una certa idea su Kathleen e il peso che davo a quelle frasi senza senso stava condizionando il mio umore ogni giorno di più.
“Beh, congratulazioni! – riprese David, riportandomi alla realtà, - Allora, vuoi dirci qualcosa su di lei?”
“Lei è… Mi trovo bene con lei. Ci conosciamo da quando andavamo in classe insieme, quindi c’è un rapporto speciale tra di noi.” risposi, così come avevo fatto anche altre volte. Il mio lato riservato e un po’ timido era ancora parte di me.
“Capisco. – annuì sorridendo, - Credo che tu ne sia già al corrente, ma circolano vostre foto su Internet, in cui vi si vede all’ospedale. In una di queste ci sei tu in sala d’aspetto: spero per lei che non sia niente di grave. Come ti senti a riguardo? E come l’hanno presa le vostre fans?” chiese, come se non sapesse dell’odio che Kathleen riceveva ogni giorno. Serrai la mascella: domanda sbagliata al momento sbagliato.
“Preferirei non parlarne. Credo sia qualcosa di troppo personale, quindi preferirei non aggiungere altro.” risposi secco, tornando subito dopo a respirare. Avrei potuto inveire contro tutte le persone che erano state capaci di dire cose tanto orribili su di lei, sfogarmi e far capire a tutti che ero stanco, ma non potevo. Potei leggere un leggero stupore negli occhi dell’intervistatore, che si scusò subito dopo per aver toccato un “tasto dolente”, come l’aveva definito, e che si concentrò su Louis, chiedendogli della sua piccola scappatella a Praga con Eleanor.
Mi ero sempre chiesto come facessero Louis o Liam a ignorare e sopportare le cattiverie che parte del fandom riservava alle loro fidanzate: io stavo già impazzendo, mentre loro erano nella mia situazione da molto più tempo.
Rimasi inquieto per il resto dell’intervista che per fortuna non si prolungò per molto.
In poco tempo, infatti, ci ritrovammo di nuovo davanti alle fans a firmare autografi e fare foto con loro. Cercai di intrattenermi il meno possibile con ognuna, per evitare di sentire altre cose sgradevoli che avrebbero solo peggiorato il mio stato d’animo.
Quei momenti erano sempre un gran casino: urla, mani che che si allungano, fogli e penne che ti vengono sbattuti in faccia per farteli notare e usare… Una tortura per le orecchie, soprattutto per un tipo tranquillo come me, anche se era una tortura piacevole dato che tutte quelle persone erano lì per noi.
Mentre Paul mi incitava ad andare avanti più velocemente, spingendomi leggermente, sentii qualcuno gridare il mio nome: certo, nulla di strano, ma quello che mi aveva colpito era la familiarità di quella voce. Corrugai la fronte e alzai lo sguardo dalla maglietta che stavo autografando per guardarmi intorno. Subito mi trovai davanti molti volti di fans urlanti, ma guardando meglio ne scorsi uno in particolare. Il volto di una ragazza parzialmente nascosto da quello delle altre, che si sbracciava per attirare la mia attenzione.
“Savannah…?” sussurrai incredulo, alzandomi sulle punte per assicurarmi che fosse lei.
“Savannah!” urlai, salutandola con un cenno della mano. La vidi sorridere e salutarmi con ancora più enfasi. Dato che Paul stava insistendo sempre di più per farmi muovere, le indicai con un gesto di fare il giro delle fans per avvicinarsi alla macchina su cui saremmo saliti. La ragazza annuì e fece come le avevo indicato.
Che diavolo ci faceva lì?
“Paul, c’è Savannah. La ragazza che abbiamo conosciuto in hotel ad Edimburgo!”
“Ah, sì. Ma dov’è?” chiese, guardandosi intorno.
“L’ho fatta avvicinare alla macchina. Non è che potresti farla venire con noi?”
“Zayn, far passare lei sarebbe un suicidio.” rispose, riferendosi al fatto che tutte le altre fans avrebbero fatto di tutto pur di imitarla.
“Hai ragione… - ammisi, facendomi poi una foto con una fan al mio fianco, - Però potresti farla entrare in macchina dall’altro lato, così nessuno se ne accorgerà.”
Paul sbuffò e annuì poco convinto, per poi dirigersi in fretta verso Savannah e fare quello che gli avevo chiesto. Sorrisi e informai gli altri dell’incontro inaspettato, ricevendo in risposta un grande entusiasmo.
Dopo qualche minuto eravamo in macchina a soffocare quella ragazza minuta in un caloroso abbraccio.
“Qual buon vento ti porta qui?” chiese Louis, scompgliandole i capelli.
“Sta’ fermo! – rise lei, - Comunque mi mancavate e quindi ho convinto i miei genitori a lasciarmi venire qui, dato che sapevo avreste fatto un’intervista per questa radio.” spiegò soddisfatta, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.
“Allora dovremmo fare qualcosa tutti insieme! - esclamò Harry, - Ora noi abbiamo un altro impegno, ma magari stasera potremmo mangiare qualcosa.”
“Per quanto mi costi dirlo, l’idea di Harry non mi dispiace.” approvò Niall, lanciando uno sguardo indecifrabile al riccio di fronte a lui. Quei due non si erano ancora decisi a mettere da parte i rancori e a tornare quelli di una volta, e la situazione stava iniziando a pesare anche su noi altri. Hazza sorrise beffardo, mentre anche Liam approvava l’idea.
“Ragazzi, non per fare il guastafeste, ma io preferisco stare a casa. Non voglio lasciare sola Kathleen ancora. Voi andate pure comunque!”
“Ma no dai, piuttosto ci vediamo da voi.” propose Louis.
“Sempre se non è un problema. Non vorrei disturbare…” esclamò Savannah, arrossendo leggermente.
“Zayn?” chiese Liam, aspettando il mio consenso.
“Ehm, va bene. La avverto.” acconsentii.
 
“Eccoci!” esclamai, appena varcata la soglia di casa. Mi tolsi la giacca e la gettai sul divano, aspettando da un momento all’altro di vedere la figura di Kathleen fare la sua comparsa in salotto. Tutto quello di cui avevo bisogno era stringerla a me e dimenticare tutto il resto.
La vidi arrivare dal corridoio nella sua solita tuta grigia e una maglietta di cotone bianca: istintivamente sorrisi mentre lei mi fissava negli occhi, avvicinandosi sempre di più.
“Hey…” sussurrò, attirandomi a sé dalla maglia.
“Hey…” ripetei io, sfiorando le sue labbra. A quel gesto Kathleen si impossessò delle mie con più passione di quanta me ne aspettassi e io di sicuro non ne rimasi deluso. Circondai il suo busto con le braccia e la abbracciai, inspirando il suo profumo.
Sospirai, ripensando alla giornata che avevamo avuto e felice di potermi riposare e stare con lei.
“Che c’è?” mi chiese, allontanandosi dal mio collo per potermi guardare in faccia.
“Ciao Kath!” la salutò Niall, passandoci di fianco.
“Buongiorno!” continuò Liam, imitando il nostro amico. Lei rispose con un semplice “Ciao ragazzi!” accompagnato da un sorriso, per poi tornare a concentrarsi su di me.
“Allora?” chiese curiosa.
“Niente, sono solo un po’ stanco.” mentii, sorridendole in modo rassicurante. Non era la prima volta che le nascondevo il mio reale stato d’animo. Non lo facevo per cattiveria, ma solo perché non volevo darle qualcos’altro di cui preoccuparsi. Il discorso delle fans era rimasto sempre una specie di tabù per me: non mi andava di parlare con lei di tutto quello che parte del fandom pensava, perché non se lo meritava e perché fondamentalmente erano cazzate. Ma da quando erano iniziate ad uscire fuori, io ne soffrivo e spesso diventavo pensieroso. Kathleen non era di certo cieca e molte volte mi aveva chiesto cosa ci fosse che non andava, ricevendo in risposta quello che le avevo detto anche in quel momento.
A quelle parole non sembrò molto convinta, ma mi diede un altro bacio, come per alleviare la mia “stanchezza”.
“E tu? Come stai?” le chiesi per cambiare discorso.
“Abbastanza bene, ad essere sincera.- rispose compiaciuta, - Sono anche riuscita a fare qualche pulizia in casa.”
“Kath! - la ripresi, indurendo lo sguardo, - Quante volte devo ripeterti che non c’è bisogno che ti occupi di queste cose?”
“E io quante volte devo ripeterti che continuerò ad occuparmene?” mi canzonò lei.
“Ti odio.” sussurrai, stringendo la presa sui suoi fianchi.
“Anche io.” rispose, sorridendo e lasciandomi un altro bacio leggero. Poi si staccò da me dirigendosi verso il divano, dove si sdraiò. La seguii sedendomi poi sul bracciolo, osservandola.
“Ah, quasi mi dimenticavo: oggi alla radio abbiamo incontrato Savannah! Ti ricordi di lei?” le chiesi.
La vidi abbozzare una risata: “E chi se la dimentica!” sostenne.
“In effetti… Vabbé, comunque abbiamo pensato di invitarla a cena da noi questa sera. Ma se tu vuoi stare un po’ tranquilla o sei stanca, possiamo…”
“Ma no, tranquillo. – mi interruppe, mettendosi seduta, - Ti ho già detto che oggi sto molto meglio. E poi… sono proprio curiosa di conoscerla.” concluse, alzando un sopracciglio come se avesse qualcosa di malvagio in mente.
“Sì… Immagino!” risposi, senza sapere cosa aspettarmi da lei.
“Beh, cosa fai lì impalato?” mi chiese dopo un minuto, indicandomi con un cenno del capo. Inclinai la testa, riducendo gli occhi a delle fessure. “Vieni qui.” continuò, tamburellando con una mano sulla stoffa del divano. Sorrisi in modo malizioso e, senza pensarci due volte, mi ritrovai su di lei ad assaporare il suo collo.
“Ragazzi, non sul divano.” ci riprese Liam, mentre entrava in cucina.
Ridemmo, ma senza ascoltarlo continuammo a giocherellare l’uno con l’altra. D’altronde capitava poche volte che Leen fosse relativamente in forma e bisognava festeggiare.
 
Stavo per farlo e stavolta non credevo che sarei riuscito a trattenermi.
Stavo per farlo e mandare tutti a fanculo senza pensarci due volte. Stavo per scrivere su quel dannato social network che ero stanco delle loro chiacchiere, dei loro pettegolezzi e delle loro malignità sulla mia ragazza, ma prima che potessi cliccare sul tasto blu con scritto “Tweet”, la voce di Kathleen mi fece sussultare.
“Hey, Jawi, che fai?” chiese, entrando nella mia stanza e sedendosi al mio fianco sul letto. Velocemente chiusi il portatile, pensando che avevo rischiato di dover affrontare quell’argomento.
“Ehm… niente, niente.” risposi, dandole un bacio veloce come per fingere che andasse tutto bene.
La vidi corrugare la fronte e guardarmi poco convinta: sapevo che da un giorno all’altro mi avrebbe chiesto delle spiegazioni per quei miei momenti di stranezza e isolamento, e sapevo che non avrei dovuto mentirle. Però, come avrei fatto a spiegarle che quella situazione mi pesava? Lei di sicuro si sarebbe sentita in colpa o comunque avrebbe cercato di aiutarmi in qualche modo, e io non volevo aumentare le sue preoccupazioni. Volevo tenerla alla larga da tutto quello che avrebbe potuto farle altro male.
“Zayn, che ti prende?” chiese. Ecco, lo sapevo.
“In che senso?” ribattei, facendo finta di non capire.
“Sai benissimo in che senso. Sono un po’ di giorni che ti comporti in modo… strano, direi. Per caso è successo qualcosa?” domandò, sistemandosi meglio per potermi guardare bene negli occhi. Mi conosceva, mi conosceva perfettamente e a quel punto credevo che non mi avrebbe fatto lasciare quella stanza fin quando non le avessi detto la verità.
Il suono del campanello, però, mi salvò da quella situazione: “Ah, è arrivata Savannah!” esclamai alzandomi dal letto. Mi diressi verso la porta: “Zayn!” mi chiamò Kath alle mie spalle. Mi voltai, rivolgendole un sorriso rassicurante: “Leen, è tutto ok. Dai, vieni di là.” le dissi, porgendole una mano. Lei l’afferrò un po’ insicura e mi seguì in salotto.
Niall aveva accolto Savannah che, come da programma, era stata accompagnata da Harry e Louis, dato che non sapeva dove abitassimo.
“Savannah!” la salutai, dandole un bacio sulla guancia, che lei ricambiò affettuosamente.
“Lei è Kathleen, la mia ragazza.” la presentai. Leen le porse una mano che la rossa di fronte strinse calorosamente: “Sono così felice di conoscerti! Ho sentito così tanto parlare di te!”
“Anche io ho sentito molto parlare di te.” ribatté Kath, sorridendole. Agli occhi di un’estraneo poteva sembrare che stesse cercando di essere gentile e carina, ma io avevo imparato a conoscere ogni sua piccola espressione: potevo giurare che in quel momento stesse spruzzando ironia da tutti i pori e anche una certa gelosia. Infatti, mi lanciò un’occhiata più che espressiva, che mi fece scappare una piccola risata.
“Ragazzi, ma Liam?” chiese Louis, appropriandosi della poltrona in salotto e appoggiando i piedi sul tavolino di fronte.
“Mi sembra che dovesse vedersi con Danielle… Strano che non sia ancora tornato. – risposi, dando un’occhiata all’orologio, che segnava le 20.15, - E togli i piedi da lì, o almeno togliti le scarpe!” lo rimproverai poi.
“No, ti prego! Non farlo!” urlò Niall, portandosi le mani al petto come se volesse evitare una tragedia. Subito scoppiammo tutti a ridere, consapevoli del fatto che i piedi di Lou non fossero proprio un deodorante per ambienti…
Proprio in quel momento il mio telefono vibrò nella tasca dei pantaloni: sullo schermo c’era la notifica di un nuovo messaggio da parte di Liam: “Tardo un po’, non aspettatemi.” c’era scritto. Immaginai che lui e Danielle si stessero divertendo parecchio insieme, quindi gli risposi che andava bene e mi concentrai sul resto degli invitati.
La serata in fondo non stava procedendo male: ci stavamo divertendo e Kathleen e Savannah sembravano andare d’accordo. D’altronde quella ragazza era impossibile da odiare: era la dolcezza fatta a persona. 17 anni di pura ingenuità.
“Vado a prendere qualcos’altro da bere!” annunciò Leen, dirigendosi verso la cucina.
“Ti aiuto!” si precipitò a dire Savannah, seguendola.
“Magari diventano grandi amiche!” esordì Harry, ridendo e indicando con un cenno del capo la porta dietro la quale erano appena scomparse.
“Sarebbe abbastanza strano!” riprese Louis sorridendo, mentre sorseggiava il fondo della sua bottiglia di birra.
“Perché sarebbe strano?” chiesi ingenuamente.
“Zayn, si vede lontano un miglio che quella ragazzina muore ai tuoi piedi!” continuò Harry.
“E te lo dice uno che se ne intende! Giusto?” domandò Niall, carico di ironia.
“Ti costa tanto lasciarmi perdere? O sei così geloso e con i complessi di inferiorità che non ce la fai?” ribatté il riccio, acido come non mai.
Scossi la testa sospirando, mentre pensavo “Non di nuovo, ti prego.”. Da quando Abbie era partita non facevano altro che stuzzicarsi e spesso finivano per litigare.
“Ragazzi, non mi sembra il caso che vi mettiate a discutere, di nuovo.” li interruppe Louis, ma loro continuarono come se nessuno avesse parlato. Non si fermarono nemmeno quando sentimmo la porta di casa sbattere o quando in salotto comparve un Liam a dir poco sconvolto.
“Liam…” esclamai, in segno di saluto ma allo stesso tempo come se volessi chiedergli cosa avesse che non andava.
“Dio, per fortuna sei arrivato!” esclamò Louis, che invano stava cercando di far tacere quei due.
“Io…” sussurrò Liam, con lo sguardo fisso sui ragazzi al centro della stanza.
“Ti prego, falli smettere! Sono insopportabili ormai.” continuò Tommo, indicandoli con una mano.
“Ragazzi…” esclamò il biondo, avvicinandosi di un passo a Niall ed Harry. Ma loro nemmeno si erano accorti di lui, continuando a sbraitare l’uno contro l’altro e gesticolando nervosi.
“Avanti, smettetela…” riprovò, facendo un altro passo. Il suo tono di voce era flebile, come se non avesse le forze o la voglia di fare realmente qualcosa.
“State zitti cazzo!” urlò all’improvviso, riuscendo a zittire i due litiganti, che finalmente si voltarono a guardarlo. Non diede loro il tempo di dire qualcosa, perché riprese con lo stesso tono, che ora capii essere infuriato: “Ne ho le palle piene dei vostri stupidi litigi! Non è possibile che continuiate a discutere per una ragazza! State facendo innervosire tutti quanti e siete talmente ciechi da continuare a fare i coglioni! Non posso sempre occuparmi di voi e dei vostri problemi! Non siete gli unici ad averne! Secondo voi io dovrei preoccuparmi non solo dei miei ma anche dei vostri? Non esiste! Quindi ora chiudete la bocca e crescete!” urlò, per poi precipitarsi verso la sua stanza. Rimanemmo tutti in silenzio, sconcertati da quello che era appena successo: certo, Liam aveva ragione in tutto, ma era strano vederlo così… furioso. Dopo qualche secondo la porta della sua stanza sbatté e noi quattro quasi sussultammo per quel forte rumore.
“Hey, ragazzi! Che succede?” chiese la voce di Savannah, appena uscita dalla cucina, facendo svolazzare qua e là i suoi capelli rosso fuoco.
“Oh… niente di importante.” cercò di mentire Louis, pur sapendo che quelle urla le avevano di sicuro sentite anche loro due in cucina. La ragazza, però, non fece altre domande, limitandosi a passarmi di fronte con un sorrisino beffardo sul volto e ad allungare a Tommo la birra che lui bramava con una mano tesa.
Mi voltai verso la porta da dove Kathleen non era ancora uscita, mentre Harry e Niall si sedevano su due divani diversi, ancora sconvolti dalle parole dell’amico, e mentre Louis distraeva la nostra piccola fan.
Continuavo a chiedermi cosa fosse successo a Liam, dato che non l’avevo mai visto in quello stato: mi alzai e mi diressi verso la cucina alla ricerca di Kathleen, che ci stava mettendo fin troppo per prendere delle bibite. Prima che potessi entrare, però, mi comparve davanti. Anche lei non aveva un bella cera, anzi sembrava abbastanza arrabbiata. Cosa avevano tutti quella sera??
“Kath… Tutto bene?” le chiesi, sfiorandole un braccio con il dorso della mia mano. Piantò i suoi occhi nocciola nei miei quasi con rabbia.
“Sì, tutto bene, se non fosse che ho dovuto accettare le scuse di quella lì per essere stata a letto con te mentre eravate ad Edimburgo! Ma guarda, non c’è nessun problema! Va tutto benissimo.” esclamò, alzando la voce e scostandosi dal mio tocco, per poi dirigersi a passi svelti verso il corridoio che portava alla sua stanza.
Che diavolo era successo in quella stanza tra lei e Savannah? Si era scusata per essere venuta a letto con me?
“Leen, aspetta!” urlai, raggiungendola prima che potesse chiudersi la porta della camera alle spalle.
“Non mi toccare!” ringhiò a denti stretti, liberandosi dalla presa della mia mano sul suo polso.
“Mi vuoi spiegare cos'è successo?”
“Dovresti dirmelo tu cos'è successo. Anzi, no, avresti dovuto dirmelo quando sei tornato da Edimburgo!” Continuavo a fissare i suoi occhi cercando di realizzare l’accaduto e potevo scorgere ai loro angoli delle lacrime pronte a cadere.
“Non so cosa Savannah ti abbia detto, ma io sono stato sincero con te! Non c’è stato niente tra di noi!” spiegai, deciso.
“Ora capisco perché ultimamente eri così strano mentre ti incupivi e mi nascondevi palesemente qualcosa, e perché oggi eri così strano. Devi aver passato le pene dell’inferno pensando che Savannah avrebbe potuto rivelare la verità da un momento all’altro, eh? Dio, lasciami stare!” ripeté, mentre mi sbatteva la porta in faccia chiudendola poi a chiave.
Rimasi qualche secondo davanti al legno scuro della porta, con il respiro accelerato e la rabbia che aumentava ogni attimo sempre di più. Strinsi i pugni e istintivamente tornai in salotto, pronto a dirne quattro a quella ragazza che ormai si era rivelata una vipera. Altro che diciassette anni di pura ingenuità: diciassette anni di doppio gioco. Come si era permessa di dire una cosa del genere a Kathleen? Con che coraggio aveva finto per tutto quel tempo per poi darle il colpo di grazia?
Appena arrivai in salotto, però, non la trovai con gli altri.
“Dov’è?” chiesi rabbioso.
“Se n’è appena andata. Ha detto che doveva scappare…”
“Stronza.” sussurrai.
“Zayn, che è successo?” chiese Harry.
Non risposi a quella domanda, che mi era stata riproposta talmente tante volte in quei giorni che iniziavo a non sopportarla. Mi limitai ad andare in camera mia, ignorando i richiami dei miei amici, e anche io involontariamente sbattei la porta, carico di nervosismo e incredulità.
“Cristo.” sussurrai, sbattendo un pugno chiuso sul letto e trattenendomi dall’urlare.

 




Sì, non è un miraggio, è davvero il nuovo capitolo ahahha
Scusate per il ritardo, bellezze! Sono stata davvero impegnata!
Ma ieri, colta dall'ispirazione, ho iniziato a scrivere e questo è il risultato :) 
A me personalmente piace questo capitolo, anche se succedono
un po' di casini... Ma non può essere sempre tutto rose e fiori, no?
Harry e Niall stanno iniziando a dare sui nervi a tutti e Liam è sbottato!
Mi ero stancata di farlo essere sempre l'amico comprensivo e saggio!
Credo che abbia un limite di sopportazione anche lui u.u
However... Savannah... Stronza eh? E spero di esser riuscita
a far capire quali siano le preoccupazioni di Zayn riguardo le fans e Leen!
Beh, come sempre vi ringrazio, perchè siete fantastiche!
E vi chiedo di lasciare delle recensioni, con i vostri pareri
e le vostre critiche :) Pleaaaaaaase!
Ah, ormai è come se ci fosse una gara di recensioni ahhaha
State per caso cercando di vedere chi la scrive più lunga?? LOL
Continuate pure, perchè sapete che mi piacciono molto lunghe :)
Beh, grazie ancora!

 


Basta dai, il delirio è finito! Vi amo fanciulle, non dimenticatelo :3

  
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