Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Shimizu    04/05/2007    4 recensioni
“Chiudi lentamente gli occhi al riparo delle mie ali…quando ci sveglieremo…comprenderemo che…si è trattato solo di un incubo…e che l’incubo è già finito…” (Angel Sanctuary)
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalla Serie:

Eccomi con un’altra fic a capitolo unico su quel manga/anime che tanto a lungo ho atteso ed è poi finalmente arrivato.

Solamente ora mi sono decisa a scrivere una fic basata su questo capolavoro dell’Arakawa perché non mi sentivo pronta. Temevo di rovinarlo con le mie stupidaggini e le mie banalità.

Probabilmente l’ ho fatto anche ora…e mi scuso profondamente.

Colgo la palla al balzo per dire che ho da poco appena aperto un forum su fma, si chiama –fullmetal alchemist community- e chi vuole farci un salto è ben accetto ^.-

Dalla Serie: Fullmetal Alchemist

Titolo Fanfic: †Heaven’s a Lie†

Autore: Darkrumiko

Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo

Avviso: Shonen ai, One-shot

Rating: Per Tutte le età

“Capitolo unico”.

“Chiudi lentamente gli occhi al riparo delle mie ali…quando ci sveglieremo…comprenderemo che…si è trattato solo di un incubo…e che l’incubo è già finito…” (Angel Sanctuary)

Viaggiare in treno faceva ormai parte della sua quotidianità.

Lo spostarsi incessante da una città all’altra per cercare quella pietra di cui non si era certi nemmeno della sua esistenza:

un lapis capace di trasformare in oro tutti gli altri metalli.

Quella pietra tanto bramata perché in grado di donare la vita eterna, l’immortalità.

La cosiddetta “Pietra Filosofale”, la sola in grado di creare la vita, quella trasmutazione umana che Edward Elric aveva miseramente fallito senza essa.

In quei momenti Ed, il maggiore tra i fratelli Elric, si soffermava a pensare, a ricordare quei frammenti di vita…che non erano altro che una pericolosa arma a doppio taglio.

Inconsciamente aprì quel pendolo che lo identificava come “alchimista di stato”, mentre un ripetuto scrosciare d’acqua s’infrangeva sui finestrini del treno in corsa per la città S.

Guardò con amarezza la data da lui incisa anni prima…

Data che gli rammentava il giorno in cui aveva perso tutto ciò che aveva avuto prima.

Una casa. Una madre. Un padre…

Alzò lo sguardo incrociando quello di Alphonse. Sorrise.

Ma aveva ancora suo fratello.

Ed non voleva dimenticare i ricordi dolorosi.

Non voleva dimenticare i ricordi felici.

Intendeva custodirli tutti, fino all’ultimo…perché erano quelli i momenti che lo avevano portato ad essere quello che era ora:

un ragazzo forse troppo maturo e segnato dalla sofferenza per i suoi quindici anni d’età.

«Cosa c’è fratellone?» l’interruppe Alphonse all’improvviso, risvegliando Ed da quei pensieri dalle tonalità decisamente cupe.

«pensavo a quello che potrebbe capitare nella prossima città» mentì tranquillamente Ed dicendo la prima cosa che gli era passata per la testa.

Poi posò il capo al freddo finestrino del treno, fissando con sguardo vuoto il paesaggio davanti a lui, cercando di trattenere una risata che pian piano divenne un riso folle.

Continuò a ridere:

un riso vuoto come il suo sguardo ora così imperscrutabile e vacuo.

Sembrava aver perso d’un tratto il lume della ragione:

le mani fra i sottili capelli dorati, lo sguardo posato in quell’istante a terra…e le risate di una persona che aveva da troppo tempo raggiunto il limite.

Quelli che Ed si portava appresso erano soltanto ricordi…ma erano così dolorosi da desiderare unicamente l’oblio…

*°*°*°*°*

Roy Mustang, anche lui a bordo di quel treno, sembrava aspettare da sempre quel momento:

l’istante in cui anche la maschera del bel Fullmetal sarebbe inesorabilmente caduta.

Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, così com’era successo a lui stesso, sempre accompagnato da quel suo sadico ghigno e da quell’espressione di apparente indifferenza.

Roy sapeva cosa significava portarsi sulle spalle un fardello come quello di Edward, che si ostinava a voler fare da solo con le proprie forze; ma lui stesso c’era riuscito grazie all’aiuto di compagni come Hughes e Hawkeye

Per questo si era ripromesso di fare altrettanto con Edward Elric, il giovane alchimista d’acciaio, segnato da un destino decisamente avverso.

Si pose, dunque, davanti a lui, afferrandolo per un polso con violenza, trascinandolo via da quel vagone in cui tutti lo scrutavano con quei loro sguardi assetati di “novità”.

Lo portò in una carrozza completamente vuota, in cui solo i militari autorizzati vi avevano accesso:

ma Ed non la smetteva ancora di ridere.

A quel punto l’alchimista di fuoco lo fece sedere al suo fianco, iniziando a fissarlo severamente: nessuna traccia di comprensione o dolcezza traspariva dal suo viso, solo illusoria freddezza.

«smettila acciaio. Qui non ti vede nessuno, lasciati andare» disse conciso Roy, posando una mano sulla spalla del ragazzo beccandosi una sua occhiata divertita.

«pffft…ghahah! Il colonnello Mustang!» esclamò Ed lasciando intendere un tacito commento fra le righe di quella frase detta non a caso:

l’incredulità che fosse al suo fianco in quel momento di profonda crisi.

«basta Edward, smettila» ripeté nuovamente il colonnello, attirandolo a se, questa volta con estrema delicatezza «so bene quello che stai provando in questo momento…» sospirò «un senso di colpa che senti gravare qui, sul tuo petto…».

Posò una mano sopra al suo cuore osservandolo quasi con dolcezza, mentre le risate di Ed finivano per spegnersi lentamente, come un piccolo fuoco assetato d’acqua.

«ti senti soffocare…» aggiunse rimembrando i tempi della guerra di Ishibal «fai addirittura fatica a respirare…il tuo corpo debilitato per la sofferenza che tieni dentro…» spiegò Roy cogliendo Ed impreparato «vorresti l’oblio…».

Lo stesso colonnello faticava ancora a parlarne con così apparente disinvoltura…gli provocava dolore e rammarico.

Ma lo stava facendo per lui…

Ed era quello che voleva…

«ti prego…Sfogati Ed…lascia che ti aiuti…» arrivò a scongiurarlo con voce rotta, mentre posava la fronte al capo di quel ragazzo che aveva visto soffrire troppo a lungo.

Edward sbarrò gli occhi, sconvolto da quell’improvviso atto d’affetto da parte del colonnello Mustang.

Lacrime che iniziavano a scendere copiose dai suoi occhi…

«..io…non credo nel Paradiso…è solo una sporca menzogna…» disse il giovane alchimista stretto fra le braccia di Roy…l’unico che sembrava in grado di donargli quella meta tanto ambita dagli uomini…

Roy sorrise:

« Chiudi lentamente gli occhi al riparo delle mie ali…quando ci sveglieremo…comprenderemo che…si è trattato solo di un incubo…e che l’incubo è già finito…».

Lo baciò.

†END†

Ho impiegato ben due ore ed un quarto per scriverla…

E fa pure schifo…

Diciamo che il fine era promuovere il forum ghghgh.

Spero comunque vi piaccia.

In fin dei conti ci ho messo impegno ^.-

ALLA PROSSIMA!

  
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