Eccomi con un’altra fic a capitolo unico su quel manga/anime che tanto a
lungo ho atteso ed è poi finalmente arrivato.
Solamente ora mi sono decisa a scrivere una fic basata su questo
capolavoro dell’Arakawa perché non mi sentivo pronta. Temevo di rovinarlo con
le mie stupidaggini e le mie banalità.
Probabilmente l’ ho fatto anche ora…e mi scuso profondamente.
Colgo la palla al balzo per dire che ho da poco appena aperto un forum
su fma, si chiama –fullmetal alchemist community- e chi vuole farci un salto è
ben accetto ^.-
Dalla Serie: Fullmetal
Alchemist
Titolo Fanfic: †Heaven’s a Lie†
Autore: Darkrumiko
Genere: Romantico, Drammatico,
Introspettivo
Avviso: Shonen ai, One-shot
Rating: Per Tutte le età
“Capitolo unico”.
“Chiudi lentamente gli occhi al riparo delle mie ali…quando ci sveglieremo…comprenderemo che…si è trattato solo di un incubo…e che l’incubo è già finito…” (Angel Sanctuary)
Viaggiare in treno faceva
ormai parte della sua quotidianità.
Lo spostarsi incessante da
una città all’altra per cercare quella pietra di cui non si era certi nemmeno
della sua esistenza:
un lapis capace di
trasformare in oro tutti gli altri metalli.
Quella pietra tanto
bramata perché in grado di donare la vita eterna, l’immortalità.
La cosiddetta “Pietra
Filosofale”, la sola in grado di creare la vita, quella trasmutazione umana che
Edward Elric aveva miseramente fallito senza essa.
In quei momenti Ed, il
maggiore tra i fratelli Elric, si soffermava a pensare, a ricordare quei
frammenti di vita…che non erano altro che una pericolosa arma a doppio taglio.
Inconsciamente aprì quel pendolo che lo identificava come
“alchimista di stato”, mentre un ripetuto scrosciare d’acqua s’infrangeva sui
finestrini del treno in corsa per la città S.
Guardò con amarezza la
data da lui incisa anni prima…
Data che gli rammentava il
giorno in cui aveva perso tutto ciò che aveva avuto prima.
Una casa. Una madre. Un
padre…
Alzò lo sguardo incrociando quello di Alphonse. Sorrise.
Ma aveva ancora suo
fratello.
Ed non voleva dimenticare i
ricordi dolorosi.
Non voleva dimenticare i
ricordi felici.
Intendeva custodirli
tutti, fino all’ultimo…perché erano quelli i momenti che lo avevano portato ad
essere quello che era ora:
un ragazzo forse troppo
maturo e segnato dalla sofferenza per i suoi quindici anni d’età.
«Cosa c’è fratellone?»
l’interruppe Alphonse all’improvviso, risvegliando Ed da quei pensieri dalle
tonalità decisamente cupe.
«pensavo a quello che
potrebbe capitare nella prossima città» mentì tranquillamente Ed dicendo la
prima cosa che gli era passata per la testa.
Poi posò il capo al freddo
finestrino del treno, fissando con sguardo vuoto il paesaggio davanti a lui,
cercando di trattenere una risata che pian piano divenne un riso folle.
Continuò a ridere:
un riso vuoto come il suo
sguardo ora così imperscrutabile e vacuo.
Sembrava aver perso d’un
tratto il lume della ragione:
le mani fra i sottili
capelli dorati, lo sguardo posato in quell’istante a terra…e le risate di una
persona che aveva da troppo tempo raggiunto il limite.
Quelli che Ed si portava
appresso erano soltanto ricordi…ma erano così dolorosi da desiderare unicamente
l’oblio…
*°*°*°*°*
Roy Mustang, anche lui a
bordo di quel treno, sembrava aspettare da sempre quel momento:
l’istante in cui anche la
maschera del bel Fullmetal sarebbe inesorabilmente caduta.
Sapeva che prima o poi
quel momento sarebbe arrivato, così com’era successo a lui stesso, sempre
accompagnato da quel suo sadico ghigno e da quell’espressione di apparente
indifferenza.
Roy sapeva cosa
significava portarsi sulle spalle un fardello come quello di Edward, che si
ostinava a voler fare da solo con le
proprie forze; ma lui stesso c’era riuscito grazie all’aiuto di compagni come
Hughes e Hawkeye
Per questo si era
ripromesso di fare altrettanto con Edward Elric, il giovane alchimista
d’acciaio, segnato da un destino decisamente avverso.
Si pose, dunque, davanti a lui, afferrandolo per un polso con
violenza, trascinandolo via da quel vagone in cui tutti lo scrutavano con quei
loro sguardi assetati di “novità”.
Lo portò in una carrozza
completamente vuota, in cui solo i militari autorizzati vi avevano accesso:
ma Ed non la smetteva
ancora di ridere.
A quel punto l’alchimista
di fuoco lo fece sedere al suo fianco, iniziando a fissarlo severamente:
nessuna traccia di comprensione o dolcezza traspariva dal suo viso, solo
illusoria freddezza.
«smettila acciaio. Qui non
ti vede nessuno, lasciati andare» disse conciso Roy, posando una mano sulla
spalla del ragazzo beccandosi una sua occhiata divertita.
«pffft…ghahah! Il
colonnello Mustang!» esclamò Ed lasciando intendere un tacito commento fra le
righe di quella frase detta non a caso:
l’incredulità che fosse al
suo fianco in quel momento di profonda crisi.
«basta Edward, smettila»
ripeté nuovamente il colonnello, attirandolo a se, questa volta con estrema
delicatezza «so bene quello che stai provando in questo momento…» sospirò «un
senso di colpa che senti gravare qui, sul tuo petto…».
Posò una mano sopra al suo
cuore osservandolo quasi con dolcezza, mentre le risate di Ed finivano per
spegnersi lentamente, come un piccolo fuoco assetato d’acqua.
«ti senti soffocare…»
aggiunse rimembrando i tempi della guerra di Ishibal «fai addirittura fatica a
respirare…il tuo corpo debilitato per la sofferenza che tieni dentro…» spiegò
Roy cogliendo Ed impreparato «vorresti l’oblio…».
Lo stesso colonnello faticava ancora a parlarne con così
apparente disinvoltura…gli provocava dolore e rammarico.
Ma lo stava facendo per
lui…
Ed era quello che voleva…
«ti prego…Sfogati Ed…lascia
che ti aiuti…» arrivò a scongiurarlo con voce rotta, mentre posava la fronte al
capo di quel ragazzo che aveva visto soffrire troppo a lungo.
Edward sbarrò gli occhi,
sconvolto da quell’improvviso atto d’affetto da parte del colonnello Mustang.
Lacrime che iniziavano a
scendere copiose dai suoi occhi…
«..io…non credo nel
Paradiso…è solo una sporca menzogna…» disse il giovane alchimista stretto fra
le braccia di Roy…l’unico che sembrava in grado di donargli quella meta tanto
ambita dagli uomini…
Roy sorrise:
« Chiudi lentamente gli
occhi al riparo delle mie ali…quando ci
sveglieremo…comprenderemo che…si è trattato solo di un incubo…e che l’incubo è
già finito…».
Lo baciò.
†END†
Ho impiegato ben due ore
ed un quarto per scriverla…
E fa pure schifo…
Diciamo che il fine era
promuovere il forum ghghgh.
Spero comunque vi piaccia.
In fin dei conti ci ho
messo impegno ^.-
ALLA PROSSIMA!