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Autore: VenerediRimmel    21/10/2012    4 recensioni
Chi ha detto che una storia deve essere raccontata cronologicamente? Io voglio fare a modo mio parlando di loro, Stiles Stilinski, l'essere umano, e Derek Hale, l'Alpha.
Dopo: Lo prese per le spalle, portandolo presto e con forza a contatto con il muro, vicino alla finestra. Le iridi innacquate di un rosso spento.
“Riprendiamo da dove eravamo rimasti?” Ironizzò l’animale appena braccato, sorridendo incerto sul da farsi. Derek digrignò i denti facendo uscire un latrato distorto e mostrandogli, così, quali erano le sue intenzioni.

Prima: Insomma, tutti potevano difendersi. E Stiles? No, il sarcasmo questa volta non bastava. Lui era un essere umano, drammaticamente in pericolo di vita. Sempre.
E Stiles aveva aperto gli occhi, infatti in lui, dissipato negli angoli, necessitava il desiderio di sapersela cavare da solo. Di saper difendere lui e suo padre dai pericoli oscuri [...].
Così aveva deciso. [...] Rimaneva solo lui nella lista delle persone che potevano aiutarlo. Derek Hale. L'unico problema era: quell'Alpha lo avrebbe aiutato davvero?

Mentre: E soltanto dopo aver fissato la bocca del licantropo per un paio di secondi ed essersi morso un labbro, baciò il lupo con foga.
[STEREK]
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Teen Wolf Series'
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After, before and now…
about a story of a man with a werewolf.
 


Dopo.


 
“Ciao Stiles, è un piacere conoscerti” Aveva detto il lupo, che si era appoggiato sulla Jeep nell’attesa del suo arrivo. Stiles tentò di squadrarlo da capo a piedi, ancora scosso per quello che era successo con Derek Hale, pochi istanti prima, a molti chilometri di distanza da quel luogo.
Si asciugò frettolosamente il viso che scoprì involontariamente bagnato da alcune lacrime,  e ringraziò il cielo che fosse notte e che il buio nascondesse il suo viso agli occhi dell’estraneo.

“Chi sei?” Aveva chiesto, fermandosi allo stesso tempo sul posto. Aguzzò lo sguardo, tentando nuovamente di mettere a fuoco l’uomo alto che aveva a pochi metri di distanza. Tuttavia Stiles Stilinski era soltanto un essere umano con una banalissima vista da dieci decimi, perciò fallì miseramente nell’impresa di capire chi fosse e attese la risposta di quest’ultimo; il quale sembrava stesse cercando le parole giuste prima di rispondergli.

“Mi chiamo Dean” Rispose con affabilità. Soltanto in quel momento Stiles Stilinski intuì chi avesse davanti e rabbrividì. “Sono davvero dispiaciuto per quello che è successo…” Affermò l’Alpha, incrociando le braccia al petto. Stiles si sentì improvvisamente nudo, sotto lo sguardo di due occhi magnetici che lo fissavano indisponenti.

“Temo sia accaduto a causa mia…” Aggiunse poco dopo, sorridendo laconico. Stiles alzò entrambe le sopracciglia, stupito da quell’ultima affermazione e si avvicinò al lupo senza paura.

“Perché mai dovrebbe essere colpa tua?” Chiese, sinceramente curioso di sapere la risposta. Dean accentuò il suo sorriso e alzò le braccia, riallacciandole immediatamente al petto.  Stiles avvampò impacciato e furioso al pensiero che quel tipo fosse il nuovo ‘amante’ dell’Alpha.

“T-tu stai con…lui?” Balbettò, puntando i piedi sul posto.

“Cosa?! No, no” Si affrettò a precisare il lupo, ridendo divertito. “Lasciamo perdere. Sono qui per chiederti un favore, Stiles” Continuò, tornando serio.

“Ok, parla pure” Rispose, con calma, il ragazzino.

“Devi venire con me” Continuò a quel punto l’Alpha, avvicinandosi all’essere umano e sistemandosi velocemente la giacca di pelle. Fissò il ragazzo e sorrise nuovamente, serrando la mascella in attesa di una risposta.

“Venire con te? D-dove?” Balbettò Stiles, rabbrividendo alla tranquillità dell’Alpha. “Non è importante” Farfugliò velocemente il lupo.

“E il motivo è importante?” Chiese Stiles, alzando gli occhi al cielo. “Mh, sì lo è. Ma non è importante che tu lo sappia” Affermò sordone Dean, allacciando le sue iridi verdi in quelle ambrate di Stiles.

“Fantastico! E… se mi rifiutassi?” Tentò il ragazzino, sorridendo indeciso sul da farsi. Dean alzò gli occhi al cielo per poi passarsi velocemente una mano tra i capelli. “Dovrei costringerti, Stiles. E odio farlo” Borbottò, puntando gli occhi rossi fiammeggianti sul viso sbalordito del ragazzino.
Stiles indietreggiò di qualche passo e alzò le mani in segno di resa. “D’accordo, mi hai convinto!” Si affrettò ad aggiungere con voce roca.
Le iridi dell’Alpha tornarono del loro colore naturale. “Seguimi, allora” Farfugliò in fretta Dean, oltrepassando la Jeep di Stiles.
Camminarono a passo lento per un paio di chilometri, fino a quando il ragazzino non poté scorgere in lontananza una macchina costeggiata lungo la strada.  Possibile che ogni Alpha psicopatico possedesse un’auto tanto bella da far paura?

La suddetta macchina era nera, come quella di Derek, e sembrava d’epoca. Soltanto quando Stiles si avvicinò a quest’ultima poté constatare, anche alla poca luce della Luna, che era esattamente come aveva creduto. Alzò gli occhi al cielo, appuntandosi mentalmente che se avesse voluto riconoscere un licantropo Alpha, gli sarebbe bastato controllare direttamente che tipo di macchina possedesse.
Aprì lo sportello e la puzza di pesce avariato arrivò all’istante alle sue narici, fece una smorfia e guardò l’altro, dall’altra parte della macchina, il quale lo fissava con la stessa espressione dipinta in volto.

“Cos’è questa puzza tremenda?” Boccheggiò Stiles, indietreggiando appena. Gli occhi di Dean fiammeggiarono come saette e la smorfia si tramutò in uno sguardo iroso.

“Jared” Abbaiò il lupo a denti stretti, dirigendosi verso il portabagagli. Stiles lo seguì con lo sguardo accigliato e rimase impalato sul posto a domandarsi chi fosse il colpevole e d’istinto pensò che chiunque fosse stato, non l’avrebbe sicuramente passata liscia.

“Mi dispiace per quest’odore” Sentì uscire dalla bocca del lupo, mentre si affrettava a ripulire i sedili posteriori dell’auto.

“Oh, non preoccuparti” Disse Stiles con nonchalance, pensando che si riferisse a lui. Dean alzò lo sguardo verso il ragazzino e lo fissò con un cipiglio d’incomprensione.

“Non parlavo con teAggiunse subito dopo, riferendosi quindi alla macchina, e affermando tutto ciò come se fosse un’ovvietà.

“Sali in macchina, dobbiamo andarcene di qui” Continuò, subito dopo, in tono brusco. Questo ‘Jared’ aveva rovinato l’umore placido dell’Alpha, che lo aveva appena rapito.
Ah già, quello era un rapimento. E Stiles Stilinski era stato capace di dimenticarlo. Certo, un rapimento che non sembrava proprio esserlo.

Arrivarono nella tana del branco di Alpha dieci minuti dopo e, a causa del buio, Stiles si era perso dopo nemmeno due minuti di viaggio.
Quindi Stiles non sapeva nemmeno dove quel branco di Alpha si nascondesse. Tuttavia, pur pensandoci, chi sarebbe andato a salvarlo? Il padre? Non lo avrebbe mai trovato. Scott? Se avesse messo il muso fuori dalla propria vita, forse avrebbe potuto avere una possibilità. Derek? Lo aveva appena piantato, perciò non sarebbe mai venuto a cercarlo. In effetti, cosa  e chi aveva a cuore la sua vita?
Non aveva nessuna speranza di uscire da quella situazione e se quel gruppo di Alpha fosse stato innocuo nei suoi confronti come lo era stato fino a quel momento, non sarebbe stato difficile, per Stiles, conviverci finché gliene sarebbe stata data la possibilità. Perché era certo di una cosa tra tante insicurezze: sarebbe rimasto vivo fino a quando sarebbe stato conveniente per gli Alpha. E se avesse avuto ragione il Dottor Deaton, allora, avrebbe potuto considerarsi morto fin da subito.
Derek Hale non sarebbe mai caduto nella loro trappola per salvare Stiles Stilinski. Per salvare lui, soltanto un essere umano.

“Ciao Stiles, io sono Jared” Affermò il primo Alpha che gli si parò davanti. Stiles si ritrovò ad alzare il capo per guardare il volto dell’uomo che aveva di fronte. Si ritrovò, nell’attimo successivo, incantato da quel sorriso ingenuo e fresco che Jared gli stava concedendo e lo imitò, con un sorriso confuso, prima di stringergli la mano che, nel frattempo, il lupo gli aveva allungato.

“Mentre quelli sono Camila e Aymon” Continuò a bassa voce, con uno strano sorrisetto in volto. “Lei è costantemente in fase mestrua-lunatica, quindi stalle lontano. Lui è francese, ma è okay” Concluse, mentre Stiles adocchiava gli altri due Alpha seduti su un divano malandato. Stiles vide Camila fare una smorfia contraddetta, mentre fissava la spalle del gigante buono, che aveva davanti ai suoi occhi.

“Jared, siamo a 3” Borbottò Camila, salutando l’essere umano con un’occhiataccia. “Di solito arriva a 5 e tenta di azzuffarsi con me” Si giustificò, mentre osservava il ragazzino accigliato. “Non ci riesce mai” Commentò immediatamente, sorridendo languido. “Volevo chiederti una cosa” Affermò con slancio, senza dare un minimo accenno di volersi togliere di mezzo o di trattarlo come, in teoria, uno che era appena stato rapito doveva essere trattato. “Mio fratello ha scoperto il regalino che gli ho lasciato nell’auto?Chiese, sorridendo divertito. Stiles si limitò ad annuire, fissandolo con cipiglio.

“Sì, Jared, l’ho trovato. E questa me la paghi, lo sai che baby è sacra” Borbottò, con astio, il lupo, oltrepassando i due e senza degnarlo nemmeno di uno sguardo. Il sorriso di Jared aumentò notevolmente e Stiles si ritrovò a osservare la scena, senza sapere bene come qualificarla. “Tu, siediti dove vuoi. Basta che non fai casino” Continuò Dean, poco dopo, con tono autoritario.

“Non preoccuparti, non è arrabbiato con te. In questo periodo è un po’ nervoso perché il suo angelo l’ha piantato” Gli sussurrò Jared, facendogli subito dopo l’occhiolino. Dean li sorpassò, trucidando il fratello con uno sguardo furibondo, mentre si dirigeva con una pezzetta e lo spray verso la sua macchina. “Lo capisco benissimo” Farfugliò a denti stretti.  Poi guardò la scena, senza saper cosa altro pensare. Quello poteva definirsi un rapimento? ‘Azione di prendere qualcuno con la forza’, avrebbe potuto leggere su un dizionario. E, decisamente, quello non poteva considerarsi un rapimento.
Era una situazione inverosimile. Fece immediatamente un parallelismo con quello che aveva dovuto subire a causa di Gerard e si sentì sollevato, in qualche modo – non sapeva assolutamente come – gli era andata bene.
Fino a quel momento, per lo meno.

 
*

 
“Erica lo ha saputo?” Chiese Scott, sedendosi su uno degli scalini di casa Hale e rivolgendo immediatamente lo sguardo di fronte a lui, dove Isaac lo fissava dall’alto, con le braccia allacciate al petto.

“Erica?” Chiese Isaac, alzando un sopracciglio. Scott lo guardò, aggrottando la fronte.

“Sì, Stiles mi ha detto che si frequentano…” Affermò, mentre si guardava intorno con la sensazione di essere osservato. Avevano cercato per ore all’interno della foresta, ma l’odore di Stiles e dello sconosciuto che lo aveva rapito, li riportavano sempre allo stesso luogo, per poi disperdersi improvvisamente.

“Oh no, no, Erica non si frequenta con Stiles” Affermò, fissandolo con l’incertezza nella voce e con la paura di  aver parlato troppo. Scott continuò a guardarlo interdetto, eppure aveva sentito bene quando, a casa di Lydia, Stiles aveva detto di frequentare la bionda. “E perché mi ha mentito?” Chiese, come se la concezione di sapere che il suo migliore amico avesse mentito, senza un valido motivo, fosse una assurdità.

“Forse perché si vedeva con qualcun altro e non voleva che si sapesse in giro?” Disse, mordendosi immediatamente la lingua. Sicuramente, ora, aveva parlato troppo.
Scott si guardò in giro e vide Derek spuntare dalla fitta foresta e avanzare verso di loro. Aveva la faccia stanca e abbattuta, le ricerche erano iniziate con le prime luci dell’alba e si erano interrotte soltanto alla sera. Erano partiti dalla Jeep, abbandonata alla fine del sentiero nella foresta. E benché sia Derek che Scott avessero sentito l’odore di un estraneo, oltre a quello di Stiles, le ultime tracce che avevano trovato erano state lungo la strada statale, dove un’impressionante puzza di pesce avariato confondeva l’odore dell’Alpha e dell’essere umano.
Sebbene anche lo sceriffo avesse iniziato le ricerche del figlio nella foresta, Derek Hale sapeva che Stiles era ben lontano da lì e sapeva anche, tuttavia, che nella testa di Stilinski Senior, lui era il primo sospettato a cui presto sarebbe andato a chiedere del figlio. 

“Tu sai qualcosa, Isaac? Intendo di questa qualcun’altra che frequenta…” Chiese Scott, mentre aspettava che l’Alpha si avvicinasse ad entrambi. Isaac spalancò gli occhi, affrettandosi a negare, mentre un battito irregolare del cuore smascherava la sua patetica bugia. Scott si alzò e si avvicinò al ragazzo, afferrandolo per la maglietta, sorpreso dalla sua stessa ira, che provava alla sola idea di tutte quelle bugie che lo stavano circondando.

“Isaac, dimmi chi è. E se c’entra con la sua scomparsa, infilerò in mezzo anche te nella lista delle persone che farò fuori” Affermò, digrignando i denti. Isaac fece velocemente un passo indietro e allontanò la presa del licantropo dalla sua maglia, poi si stirò velocemente i vestiti e lo fissò indispettito. Gli occhi di Scott si illuminarono alla luce fioca della notte e Derek fece in tempo ad arrivare per allontanarli l’uno dall’altro.

“È colpa mia, Scott, è inutile che tu te la prenda con Isaac” Ruggì l’Alpha, afferrando il ragazzo per la maglietta e allontanandolo dal suo Beta. “È colpa mia perché ci hanno visti insieme, ieri notte” Bofonchiò, con la stanchezza addosso e l’irrefrenabile desiderio di risolvere la situazione, al più presto.
Di riavere con sé l’essere umano, al più presto.

“Perciò mi hai mentito, perché?” Ringhiò Scott, aizzandosi contro Derek, il quale si affrettò a bloccarlo, afferrandolo per le spalle.

“Perché Stiles non frequentava qualcun’altra, Scott” Borbottò con voce roca, abbassando per un solo istante gli occhi verso il basso. Scott lo guardò con circospezione. Naturalmente nel momento in cui avrebbe dovuto essere il meno ottuso possibile, Scott McCall decise di non comprendere le parole sottointese del lupo mannaro. Fortunatamente intervenne Isaac, che tentò di spiegare la situazione, intuendo che l’Alpha non avrebbe mai aggiunto niente di più di quello che aveva già detto. “Frequentava lui” Affermò, indicandolo. Scott guardò prima Isaac e poi il volto bruno dell’Alpha e finalmente capì. Il pugno che sferrò sul viso dell’Alpha non fu bloccato, poiché Derek Hale sentiva di meritarselo.

“È colpa tua se il mio migliore amico è stato rapito. E se dovesse succedergli qualcosa, Derek, la colpa ricadrà su di te.” Affermò con disprezzo, mentre l’Alpha lo fissava con sguardo vacuo. Il labbro spaccato già si stava risanando, mentre l’anima – semmai l’avesse avuta mai, nonostante la sua natura di bestia – quella, era impossibile ricucire.

“Isaac, vai a chiamare Peter” Borbottò qualche secondo dopo, cercando di stemperare la situazione divenuta fin troppo critica. Naturalmente non era nelle sue doti quella di affievolire i momenti tragici, perciò Scott continuò a fissarlo con il petto che si alzava e abbassava velocemente. Isaac si limitò ad annuire, mentre Derek Hale iniziò subito ad allontanarsi verso la foresta.

“Dove vai?” Gli urlò Scott, da dietro le spalle. Derek si limitò a girare appena il capo e a guardarlo torvo. “Vado a cercare il tuo amico” E si dileguò in fretta, lasciando il ragazzo a fissarlo senza sapere cosa fare.
Prima che Isaac si muovesse per sparire anche lui dietro gli alberi della foresta, fissò il volto ancora furibondo del licantropo che aveva davanti, senza sapere bene anche lui cosa dire. Scott si rilassò quel poco per permettersi un minimo di lucidità e guardò sconsolato l’altro lupo mannaro. “Mi dispiace, Isaac” Disse con un filo di voce. Il biondino si limitò a sorridergli e ad annuire, lieto di aver ricevuto delle scuse. Poi si avvicinò al ragazzo, quel tanto da potergli sussurrare a bassa voce e a pochi centimetri di distanza dal viso: “Non mi piace litigare con te”.
Si fissarono per qualche secondo e, senza lasciargli modo di chiedere spiegazioni a quella frase così ambigua, Isaac riprese parola: “Quando tutta questa storia finirà, avrò bisogno di parlarti, Scott” Continuò, con la voglia di baciarlo che lo spingeva irrefrenabilmente ancora più vicino alle labbra dell’altro lupo. Si frenò in tempo, riacquistando coscienza e rimproverandosi del fatto che quella non era affatto la situazione giusta per lasciarsi andare ai suoi desideri. Perciò si affrettò ad allontanarsi da Scott e a salutarlo con una breve alzata di testa.

 
*

 
Si ritrovò nel medesimo posto in cui le tracce di Stiles si perdevano a causa di una tremenda puzza di pesce andato a male, seguì a passo svelto la lunga strada statale, tentando invano di cercare l’odore del ragazzino che, ventiquattro ore prima, aveva piantato in asso per evitare che accadesse esattamente una situazione simile. Eppure aveva sbagliato lo stesso, Derek Hale.
Per anni, dopo la dannosa storia con la cacciatrice, aveva deciso di non cedere più a certe debolezze e, invece, quell’essere umano chiacchierone e irritante fino all’inverosimile, era entrato nella sua vita in punta di piedi, facendo un gran baccano tra le vecchie scorie del suo pessimo caratteraccio, e si era insinuato fin sotto la pelle come un’ancora, lanciata in mare durante il momento più brutto di una tempesta. E nonostante l’avesse lasciato andare via, per tentare di salvargli la vita, lo aveva condotto nell’epicentro del pericolo.
Avrebbe dovuto comportarsi come se, d’un tratto, non gli importasse più nulla. Come se, da sempre, avesse avuto con il ragazzino soltanto una serie di incontri di sesso.
Tuttavia aveva a cuore la vita di Stiles e, soggiogato dalla ragione, sempre troppo severa e imperscrutabile, aveva convinto se stesso che, senza quell’impertinente essere umano sarebbe, comunque, riuscito ad andare avanti. E allora perché, adesso, non riusciva a darsi pace?

“Sta bene, se ti interessa” Una voce dietro alle sue spalle lo riportò alla realtà. La riconobbe subito, anche se aveva sentito quel tono basso e profondo, una sola volta nella sua vita. Gli occhi rossi si accesero sul volto bruno dell’Alpha che si girò ad affrontare Dean.

“Dov’è?” Sbraitò infuriato, avvicinandosi agilmente al corpo slanciato dell’altro licantropo. Dean pose immediatamente le mani avanti per fermare il licantropo che stava per aizzarsi contro di lui, e sorrise di slancio.

“Calmati, in questo momento sta cenando con mio fratello. Non gli è stato torchiato nemmeno un capello ed è venuto di sua spontanea volontà” Affermò velocemente, serrando le mani sulle spalle di Derek. “Beh, diciamo che un pochino è stato costretto, ma non gli è stato fatto del male. Non è nostra intenzione, penso tu l’abbia capito” Continuò, quando la stretta di Derek aumentò notevolmente sul suo giubbino di pelle. Dopo un breve istante a fissarsi in cagnesco l’uno e con un sorriso sghembo l’altro, Derek si allontanò dal lupo, lisciandosi velocemente la giacca di pelle. In qualche modo voleva credere alle parole dell’Alpha. Per il bene di chi lo facesse, però, non lo sapeva.
Dean lo imitò e sospirò, passandosi una mano tra i capelli per tentare di risistemarseli.

“Va bene mi unirò a voi, ma lasciate andare il ragazzo.” Tagliò corto Derek, sapendo benissimo che quella era l’unica soluzione per far tornare Stiles alla vita normale. “Suo padre e i suoi amici lo stanno cercando da questa mattina. Sono preoccupati” Borbottò, fissando l’Alpha con le iridi ancora iniettate di rosso. Dean annuì velocemente, serrando la mascella. Ci pensò un’istante.

“I suoi amici sono preoccupati e anche suo padre, certo, e tu invece Derek? Qual è il tuo stato d’animo?” Chiese d’istinto, sorridendo mellifluo. “Insomma, hai deciso all’improvviso di far parte della nostra famiglia, quando, ricordo bene, l’ultima volta che hai esplicitamente detto di infilarmi la mia richiesta in un luogo ben preciso” Ironizzò l’Alpha, accentuando il suo sorriso sghembo. “Lo dobbiamo forse a quell’essere umano?” Chiese velocemente, con una smorfia a dipingergli il volto. Derek fece fatica a seguirlo a causa della velocità con cui aveva parlato, ma tornò presto a guardarlo in cagnesco. Digrignò i denti, serrando i pugni con una tale forza da riuscire a sentire il sangue sulle punta delle dita.

“Non farò mai parte della tua famiglia, sia chiaro. Ora, senza perderci in altre chiacchiere, possiamo andare?” Sentenziò Derek, fissando l’Alpha con determinazione, il quale ricambiava con uno sguardo leggermente scettico.

“Andare? Ah, siamo piuttosto di fretta, vedo. Perciò ti sta davvero a cuore la vita di quel ragazzino, non lo fai soltanto come atto eroico” Commentò il lupo, con un nota di disprezzo nel tono di voce e un sorriso sprezzante sul volto, iniziando a incamminarsi verso una stradina nascosta alle sue spalle.

“Non sono un eroe” Biascicò sconsolato Derek che, infine, lo seguì senza aggiungere altro. Dopo qualche passo si girò a guadare alle sue spalle, sentendo nelle vicinanze l’odore di qualcuno che conosceva molto bene e che, all’apparenza, sembrava non aver dato nessun segnale di sospetto all’Alpha che, in quel momento, gli stava dando le spalle.
Camminarono velocemente per una dozzina di minuti, fino a quando nella completa luce della Luna – non ancora perfettamente piena – Derek riuscì a vedere un casale abbandonato.

“Noi lupi abbiamo un’attrazione irrefrenabile per le costruzioni in macerie” Ironizzò Dean, voltandosi a guardare l’altro Alpha, il quale, però, non dava nessun segno di essere divertito dalla squallida battuta. “Mi chiedo cosa ci trovi in te di così dannatamente affascinante, il ragazzo” Borbottò poco dopo, chiedendolo più a se stesso, piuttosto che a Derek.

“E lo domandi proprio tu, Dean?” Sentirono a qualche metro di distanza da loro. Derek Hale si allarmò all’istante, bloccandosi sul posto e rimanendo all’erta. Dean, sbuffando sonoramente, invece, alzò semplicemente gli occhi al cielo e con voce gutturale si limitò a rispondergli: “Taci, Jared! Dov’è il ragazzino?” Ancora piuttosto innervosito dallo scherzetto che il fratello gli aveva fatto trovare nella sua preziosissima auto.

“Se non lo avessi intuito, io sono Jared, il gemello eterozigote di Dean” Si presentò l’omone alto, con un sorriso sincero ad incorniciargli il volto ed evitando accuratamente di non rispondere alla domanda spazientita del fratello. “Eterozigote perché siamo diversi in tutto, per fortuna!” Continuò con una risata roca, mentre Dean lo squadrava privo di espressione.
Derek fissò la mano che Jared gli aveva offerto, come segno di presentazione. Poi lo guardò con la chiara intenzione di non aver nessuna voglia di offrire la sua.

“Esattamente, Dean, questo è il tipo di persone che trovi attraente” Rispose tagliente Jared, lanciando un’occhiataccia al fratello che ricambiava con uno sguardo torvo, offeso dalla chiara e palese frecciatina che Jared gli aveva appena lanciato e che alludeva al suo ex ragazzo.

“Dov’è il ragazzino?” Domandò nuovamente, fissandolo truce. Jared lo guardò con la determinazione di non volergli rispondere, poi alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente, e rispose: “Dentro con Camila e Aymon” A quella rivelazione Dean sorpassò il fratello, seguito a ruota dall’altro Alpha.

“Quando avrai intenzione di dirmi dove hai nascosto il mio Pc?” Gli urlò di rimando Jared, continuando nella ricerca, che aveva abbandonato con l’arrivo dei due ragazzi.

“Mai!” Ululò Dean, accentuando notevolmente il suo sorriso soddisfatto.
Quando Derek entrò all’interno del casale in rovina non ebbe il tempo di mettere a fuoco la situazione, poiché si ritrovò spinto da una strana forza innaturale contro l’unica donna presente all’interno della casa; difatti quest’ultima stava, intenzionalmente, per sgozzare la gola dell’essere umano, fin troppo spesso circondato da mutaforma.
Le andò incontro, correndo il più veloce possibile, spostò con poca cura il corpo di Stiles strappandolo dalle mani della donna, per dedicarsi infine a Camila, digrignando con rabbia i denti già pronti per mordere e sgozzare. Dean intervenne per dividere i due, strappando anche lui dalle mani di Derek il corpo di Camila e spingendola contro un muro.

“Lascia fare a me, Derek. Questioni di famiglia” Ringhiò, gli occhi rossi a imporporargli il volto sadico e perfetto. “Cosa diavolo ti è saltato in mente, Cam?” Chiese, il volto da lupo terrificava anche la donna che, improvvisamente, sembrava essere diventata piccola di fronte all’imponenza dell’Alpha, che la stringeva contro il muro. “Parlava troppo” Affermò a fatica la donna, guardando terrorizzata il lupo, con l’innocenza di chi non aveva fatto nulla di male. In effetti, non era mai stato un problema, per lei, uccidere un’inutile essere umano. Perché doveva iniziare ad esserlo ora?
Derek si voltò a guardare Stiles con sguardo rassegnato. In qualche modo, se non ci fosse stata di mezzo l’ira a contrastare i suoi pensieri, avrebbe potuto compatire quella donna. Perché Derek Hale sapeva benissimo cosa intendeva Camila per ‘Parlava troppo’, se queste due paroline si associavano a quel viso indisponente. 
Nel frattempo Jared, sentendo il frastuono, si era affrettato ad entrare nella stanza per accertarsi che non fosse successo nulla di strano. Fissò indifferente la prima scena che gli si parò davanti: Dean che teneva stretto il corpo di Camila al muro. Si concentrò con più attenzione su Derek – dietro suo fratello – che respirava affannosamente, tentando di gestire la rabbia e, infine, spostò lo sguardo verso Stiles che, seduto per terra, fissava la scena con gli occhi sbarrati e terrorizzati.

“Le avevo soltanto chiesto se ci fosse qualcosa tra lei e Aymon” Si giustificò Stiles, alzandosi lentamente e girandosi a guardare il francese che fissava la scena con indifferenza, ancora seduto sul divano trasandato. Jared alzò gli occhi al cielo, prima di scoppiare in una risata divertita. Derek si limitò ad una alzata di occhi. Possibile che anche in situazioni simili, continuasse – impertinente – ad essere il solito impiccione? L’ira che sembrava scorrergli nelle vene si ristabilì lentamente, mentre continuava a fissare il ragazzino per accertarsi che non gli fosse stato fatto del male.

“È l’esatta domanda che non va mai posta ad una donna innamorata della persona sbagliata”  Concluse Jared, avvicinandosi a passo svelto al fratello. Tentò di calmarlo con una pacca sulla spalla e cercando di allontanarlo dal corpo della donna. “Dai, fratello, lasciala andare. Tutto risolto” Farfugliò con un sorriso gentile, mentre lo afferrava per un braccio. Dean si lasciò trasportare dal fratello, mentre il suo volto tornava lentamente umano. Camila si lasciò cadere lungo il muro, lasciando uscire rumorosamente tutta l’aria che fino a quel momento aveva trattenuto dentro di sé.
Derek, finalmente rilassato, si avvicinò a Stiles e lo prese per il mento, fissando centimetro per centimetro con una innaturale attenzione. Stiles lo lasciò fare, guardando gli occhi verdi del licantropo con terrore.

“Che c’è?” Domandò a fatica, poiché il lupo stringeva in una presa che arricciava le sue labbra come se fossero pronte a baciare qualcuno. Derek voleva sorridere, ma tentò di mantenersi serio. E ci riuscì. “Stai bene.” Affermò, rincuorato ma cercando di mantenere un tono neutrale. Stiles annuì e si guardò intorno.

“Ci stanno fissando, Derek, non so quanto ti possa interessare” Borbottò con la stessa fatica di prima, considerato che Derek continuava a tenerlo con lo stesso vigore. L’Alpha si guardò alle spalle e lasciò andare la presa, poi tornò velocemente sui suoi passi, andando in direzione di Dean con sguardo serio. Doveva muoversi bene, altrimenti quella situazione non sarebbe mai andata a finire per il meglio.

“Ho intenzione di riportare Stiles a casa, poi tornerò da voi. Come stabilito.”

“C-cosa?” Urlò il ragazzino, da dietro le spalle del suo salvatore.

“Taci, Stiles. Non è il momento!” Ordinò Derek Hale, senza nemmeno voltarsi a rimproverarlo. Il suo tono di voce, lo sapeva, sarebbe bastato a zittirlo.

“Ci penserà Jared a riportarlo a casa” Affermò con tono autoritario, guardando un momento il fratello che annuì impercettibilmente.

“La mia non era una richiesta, Dean” Continuò con la stessa sicurezza nel tono di voce, mentre i suoi occhi lo guardavano con perspicacia. “Lo porto io, poi tornerò qui.”
Dean sembrò pensarci per qualche istante, poi facendo spallucce, annuì con un sorriso enigmatico stampato in volto. “Se non tornerai, Derek…”

“Non c’è bisogno, tornerò.” Lo bloccò immediatamente l’Alpha, avvicinandosi nuovamente all’essere umano e prendendolo per un braccio, con l’intenzione di trascinarlo – anche con la forza, se necessario – al di fuori di quel casale.

 
*

 
“Che intenzioni hai? Di andartene con loro?” Chiese con disperazione l’essere umano, mentre tentava di seguire a passo svelto il lupo che lo precedeva.
Derek si limitò a rispondergli con un ‘Sì’, senza nessuna emozione evidente a contrassegnare la sua risposta. Stiles tentò di raggiungerlo per afferrarlo per un braccio, ma Derek si affrettò a sciogliere la presa e digrignare i denti con finta rabbia. “Mi unirò a quel branco, Stiles. Fine della discussione!” Ululò, fissandolo con determinazione. Stiles lo guardò con rabbia – la sua era vera, a differenza del licantropo – e si limitò a fare dietro front e a tornare verso il casale trasandato.

“Dove diavolo vai?” Ringhiò Derek, tornando sui suoi passi e oltrepassando l’umano, che evitava il suo sguardo sbigottito.

“Me ne ritorno lì dentro ad aspettare qualcuno che non sia uscito letteralmente fuori di sé” Urlò Stiles, alzando le braccia al vento. “Non lascerò che tu vada con dei pazzi, soltanto per salvarmi le chiappe, chiaro? Non potrei mai più vivere con me stesso!” Continuò con rabbia, cercando di allontanare il licantropo con uno spintone. Derek indietreggiò impercettibilmente, mentre lo fissava stupito. “Tu sei un pezzo di deficiente, Derek! Pensi soltanto a te stesso, come se tutto questo toccasse soltanto te! Non è così, okay? Non si tratta solo di te, cazzo! Hai morso altri tre ragazzi, che ora dipendono da te e non puoi abbandonarli!” Urlò, con la rabbia repressa dentro di sé dalla sera prima. “Tornerò lì dentro perché starò meglio con me stesso a vivere con un branco di lupi, piuttosto che tornare alla mia fottuta vita sapendo che un’egoista ha dato la sua per la mia!” Concluse, spingendolo nuovamente. Ringraziò nuovamente che fosse buio e che quest’ultimo nascondesse le sue lacrime infuocate da un’ira che, nemmeno lui, sapeva di possedere.

“E sei proprio convinto che riuscirai a tornare lì dentro, sapendo che io non te lo lascerò mai fare?” Borbottò Derek, afferrandolo per le spalle. Stiles ingoiò a fatica la saliva in eccesso, annuendo con vigore. “Ti sbagli, comunque.” Continuò, sorridendo melanconico. “Non lo faccio per salvarti la vita, lo faccio per rimediare ai miei errori” Tagliò corto, mentre un battito del cuore irregolare lo tradiva.

“E l’errore sarei io? Oh, che cazzo, ora si che mi sento meglio” Borbottò, alzando gli occhi al cielo e lanciando un urlo, immediatamente dopo, quando un Derek impazientito lo prese di peso sulla propria spalla. “Che diavolo stai facen…? Mettimi giù, Derek. Ora!” Ululò, colpendolo ovunque nonostante sapesse che ogni pugno che lanciava alla schiena del licantropo, faceva più male a lui che a Derek.
 
Arrivarono a casa Stilinski mezz’ora più tardi, tra gli schiamazzi di Stiles e il silenzio assordante dell’Alpha che non aveva nessuna intenzione di metter giù il corpo dell’umano, nonostante le minacce di quest’ultimo.
Derek si fermò sotto un albero, poco distante dalla casa circondata da tre macchine della polizia e, soltanto in quel momento, mise giù il ragazzino.

“Va a casa, racconta ciò che vuoi. Puoi anche dare la colpa a me, sono sicuro che tuo padre mi abbia già segnalato come primo sospettato” Borbottò, guardandosi intorno e accertandosi di non essere visto. Stiles cercò i suoi occhi, spaventato all’idea che quella fosse l’ultima volta che avrebbe visto Derek Hale, l’uomo più assurdo che avesse mai conosciuto – escludendo se stesso – e al quale si era incondizionatamente affezionato. Un battito del cuore in più lo avvertì che in qualcosa stava cercando di mentirsi. Tuttavia Derek sembrò non accorgersene.

“Non puoi farlo veramente…” Farfugliò Stiles, rinunciando all’idea di acquistare l’attenzione dell’Alpha su se stesso. Difatti Derek lo guardò di sottecchi, per tornare immediatamente a guardare oltre le sue spalle.

“Vai! Non c’è tempo” Tagliò corto con tono sbrigativo e seccato, indicando la casa alle spalle dell’umano. Stiles annuì sconsolato, e si voltò con l’ira dissipata negli angoli. Con un licantropo, Alpha, era innaturale e del tutto assurdo tentare di rivoluzionarsi.
Ciò nonostante, dopo nemmeno due passi, si sentì trascinato indietro per un braccio e si ritrovò ben presto a fissare il licantropo che, animato da un’emozione sconosciuta, si avventò sulle sue labbra. Derek lo baciò con irruenza, con una passione violenta e inspiegabile per un uomo così razionale, come era sempre stato descritto. Con quel bacio tentò di spiegargli tutto ciò che non poteva, tutto ciò che non sapeva dire. Stiles portò velocemente entrambe le mani sul volto di Derek, il quale lo avvolse con la stessa irruenza in un abbraccio, mentre il loro bacio si trasformava in qualcosa di più compromettente.
Il bacio divenne salato quando alcune lacrime dell’essere umano scivolarono lungo le sue gote innocenti per morire sulle labbra incastonate a quelle del licantropo. Fu Derek a staccarsi per primo, asciugando le lacrime dal viso del ragazzo con un gesto veloce della mano. “Ora torna a casa” Ordinò, girandolo su se stesso e spingendolo verso casa Stilinski.
Quella sarebbe stata veramente l’ultima volta? Si erano ritrovati a chiedere silenziosamente entrambi, mentre ognuno prendeva la strada che il Destino aveva tracciato al posto loro.
Tuttavia quando Derek riprese la strada verso il casale non vide Stiles Stilinski deviare immediatamente verso il buio dell’ombra e tornare sui suoi passi. Le intenzioni dell’essere umano erano delle più disparate, ma era certa una sola cosa: non sarebbe tornato a casa, non fino a quando non avesse avuto la certezza che Derek Hale non si sacrificasse a causa sua.

 
*

 
Scott McCall aveva seguito Derek e l’Alpha fino al Casale malandato, ma riconoscendo il fatto che entrando a salvare il suo migliore amico si sarebbe immolato, di sua spontanea volontà, senza la possibilità di portare al sicuro Stiles, tornò indietro a chiedere l’aiuto degli altri. Trovò Peter e Isaac mentre parlavano con Boyd e Erica e intuì, tra le poche frasi che ascoltò, che cercavano di scoprire dove il branco si nascondesse. Perciò, mentre si avvicinava al gruppo, sorrise contento di avere la soluzione alle loro domande.

“So dove si trovano, ho seguito Derek e uno degli Alpha fino alla tana” Affermò, ottenendo l’attenzione di tutti. Isaac sorrise, annuendo. Peter lo fissò con circospezione prima di lasciarsi trasportare da un’indecifrabile contentezza. Mentre Erica rabbrividiva all’idea di dover rincontrare coloro che l’avevano condotta vicino alla morte. Boyd l’abbracciò, tentando di consolarla, come spesso si era ritrovato a fare dopo quell’avvenimento, mentre la sua mascella si induriva, fiero all’idea che presto avrebbe ottenuto vendetta.

“Derek ha deciso di unirsi al branco per salvare la vita di Stiles, ma non penso che il branco lo lascerà andare facilmente” Continuò, fissando il volto di Peter che si apriva in un sorriso sereno. Scott intuì qualcosa di incomprensibile in quel volto, come se tutto quello che stava accadendo andasse di pari passo con un piano sconosciuto del vecchio licantropo. Isaac seguì lo sguardo di Scott ed ebbe la stessa intuizione, Scott glielo lesse negli occhi che, da quando lo conosceva, sembravano essere diventati un libro aperto per lui.

“La mia idea è di andare tutti lì, saremmo in superiorità numerica e lo lasceranno andare senza troppe discussioni” Continuò Scott, voltando lo sguardo verso Erica e Boyd. Erica tremò nuovamente, sotto la stretta vigorosa dell’omone che aveva accanto. Boyd annuì, concordando immediatamente con l’idea del licantropo.

“E mio nipote?” Chiese Peter Hale prima che potesse farlo Isaac, l’unico al quale – forse – interessava veramente dell’Alpha che lo aveva trasformato.

“Io devo salvare il mio migliore amico e non colui che lo ha messo nei guai” Tagliò corto Scott, lanciando uno sguardo iroso verso Peter. Quest’ultimo annuì, sorridendo languido.

“Vuol dire che ognuno penserà ai proprio interessi! D’accordo, ci sto” Rispose enigmatico, annuendo infine con vigore. Scott alzò un sopracciglio sapendo che, in un momento completamente diverso da quello, avrebbe dovuto dare un peso differente alle parole di quel lupo che, ogni volta, pareva saperne sempre una in più del diavolo. Si girò a guardare Isaac che annuì, senza nessuna espressione a decorare il suo volto furbo.

“Seguitemi, allora”
 
Arrivarono con una velocità sovraumana e si fiondarono all’interno della casa, con la fretta di scivolare via da quella pessima giornata. Sbagliarono con l’irruenza, poiché quando entrarono trovarono i quattro componenti del branco di Alpha con l’aggiunta di Derek, ma non vi era nessuna traccia dell’essere umano. Scott si guardò intorno, cercandolo con la disperazione a segnargli il volto stanco. Camila e Aymon li circondarono seguendo le regole basilari e invisibili, che dovevano eseguire in casi come questo. Jared allacciò le braccia al petto, sorridendo sornione e Dean si avvicinò a Derek, come se volesse confermare che quello – ora – fosse di sua proprietà.

“Siete in leggero ritardo” Convenne Dean, sorridendo beffardo. “E siete di più” Continuò, fissando Peter Hale con un cipiglio curioso. “Ho sentito parlare di lei” Concluse, con sguardo fiero. Peter ricambiò, fissandolo orgoglioso.

“Dov’è?” Ringhiò Scott, guardando Derek con scarsa pazienza e l’ira che già saliva alle stelle. “È  a casa, al sicuro” Borbottò l’Alpha, senza nessuna espressione concreta sul volto.

“Perciò siete venuti senza motivo, vi siete introdotti in una casa che non è vostra. Come ci si comporta in casi come questo, fratello?” Chiese Dean, voltandosi verso Jared e attendendo una sua risposta.

“Li si scorterebbe in modo gentile verso l’uscita…” Convenne l’uomo alto, accentuando il suo sorriso divertito.

“Ritenetevi fortunati, quindi, del fatto di aver avuto la fortuna di avere a che fare con delle persone dabbene. Andate, quella era la porta!” Affermò, indicandogli la porta che avevano buttato giù, poco prima.

“Mio nipote, deve venire con noi” Incominciò Peter, mentre uno Scott con al coda tra le gambe si allontanava silenziosamente. Dean e Jared risero divertiti, Derek fissò lo zio, facendo un segno di diniego con la testa e tentando di convincerlo silenziosamente ad andarsene senza fare troppo casino. Camila digrignò i denti, pronta a sferrare il primo colpo alla ragazzina che aveva già avuto modo di attaccare. Boyd la fissò, pronto anche lui ad attaccarla qualora si fosse fatta avanti, mentre Isaac teneva d’occhio Aymon, il quale sembrava aver puntato la figura di Scott e che d’improvviso sembrava essersi animato, divertito dalla situazione che gli si prospettava davanti.

“Suo nipote ha concordato con noi di entrare a far parte della nostra famiglia, in cambio della vita dell’umano” Rispose Dean, sotto lo sguardo inquisitorio di Derek, che non era affatto concorde a far parte di quel branco ma che, piuttosto, si era ritrovato costretto.

“Per quanto le gesta eroiche di mio nipote mi rendano orgoglioso, sono costretto a dissentire. Oggi mio nipote verrà con me, con o senza il vostro volere.” Aggiunse con forza, mentre la trasformazione lo tramutava in un licantropo.

“Temo che nemmeno vostro nipote creda alle vostre parole, Peter Hale, tornato al mondo dal Purgatorio per un motivo ben preciso” Convenne Dean, mentre i suoi occhi diventavano rossi e il suo volto fiero si trasformava in quello di un lupo altrettanto orgoglioso. Jared lo imitò, pronto ad attaccarlo. Anche in versione animale il suo sorriso spiccava intramontabile sul suo volto.
Scott si ritrovò inevitabilmente braccato dall’Alpha, Aymon, ma a coprirgli le spalle – fortunatamente – trovò Isaac, sempre pronto a sostenerlo nelle peggiori delle situazioni. Boyd e Erica, poco distanti dai due Beta, avevano subito il primo attacco di Camila, la quale aveva tentato di aizzarsi contro la bionda e che si era ritrovata, invece, a dover combattere contro l’omone nero.
Jared si era gettato contro Peter, al seguito di Dean che, tuttavia, fu bloccato dal braccio di Derek. “Tu combatti con me” Ringhiò, mentre anche la sua trasformazione procedeva trasfigurandolo in un licantropo dagli occhi innacquati di un rosso spento.

“Con mio grande piacere” Accettò di buon cuore Dean, sorridendo beffardo.
Tuttavia se Boyd ed Erica se la cavavano piuttosto bene con Camila, Isaac e Scott furono più sfortunati. Aymon, difatti, si avventò con una velocità incredibile sul corpo di Isaac ,che andò a sbattere irrefrenabilmente contro il muro. Le intenzioni di Aymon, però, non erano delle più signorili, poiché non diede nemmeno il tempo al ragazzo biondo di rialzarsi. Così  tentò di avventarsi nuovamente contro Isaac per graffiarlo, ma Scott lo fermò giusto in tempo. Lo prese per le spalle e lo scaraventò lontano dal suo amico, colpendolo con un calcio, che lo fecero andare contro la parete opposta della grande stanza.
Gli Hale, invece, sembravano combattere all’unisono, aiutandosi come una perfetta famiglia – che loro non erano più da tempo, ormai. Il colpo sferrato da Jared, che avrebbe messo a terra lo zio di Derek, venne deviato dall’Alpha e, subito dopo, il calcio di Dean, che irrimediabilmente avrebbe colpito il corpo del nipote di Peter, fu bloccato con una presa istantanea dell’ex Alpha. 
Continuarono a difendersi l’uno con l’altro fino a quando perlomeno Peter non vide Camila – la sua preda fin dall’inizio – messa alle strette da Boyd e Erica. Difatti, quando i due beta si allontanarono dal corpo privo di sensi delle donna Alpha, Peter abbandonò il nipote, senza troppe esitazioni, per attuare il suo piano. Derek si girò velocemente a guardare lo zio, con la chiara espressione stupita in volto. Jared e Dean lo imitarono, anche se nel loro volto c’era un’emozione ben diversa. Loro sapevano.
Messo alle strette da due Alpha, Derek si ritrovò in una situazione complicata fino a quando Boyd non lo aiutò, combattendo contro Jared. “Il tuo amichetto non ha speranze con mio fratello” Sentenziò Dean, lanciando  uno sguardo divertito verso il Beta, con cui aveva avuto il piacere di combattere qualche settimana prima. Derek Hale sapeva che quell’uomo aveva ragione, lanciò un’occhiata, rammaricata, verso il suo beta prima di colpire con un pugno il viso di Dean.
Poi tutti presenti si bloccarono quando le urla di Camila agghiacciarono l’intero ambiente. Peter la stava sgozzando.
Peter Hale voleva ciò che, come lui stesso credeva, quella donna possedeva senza il pieno diritto di averlo. Peter Hale voleva essere un’Alpha. D’altro canto, lui era tornato al mondo per quel motivo, più di ogni altra cosa.
Sembrarono essersi tutti incantati a quella scena, tuttavia, Dean – che avrebbe dovuto preoccuparsi, più di chiunque altro, riguardo alla vita di un componente del suo branco – attaccò Derek, sbattendolo a terra. Era finito, nessuno in quel momento avrebbe potuto aiutarlo. Scott combatteva ancora contro Aymon, anche lui indifferente alla morte di Camila. Isaac era privo di sensi. Boyd e Erica tentavano di fermare Jared, l’unico che, in realtà, si era preoccupato della vita della compagna di branco.
Dall’alto della sua vittoria, Dean lo guardò con un sorriso beffardo, pronto a azzannarlo per vendicarsi dell’offesa subita.
Benché non ci fosse più nessuna speranza per lui – e Derek era convinto di questo, visto le circostanze – fu salvato proprio da colui che spesso aveva finito per toglierlo dai guai. Proprio quell’essere umano che lo aveva salvato dal kanima o dall’annegamento. Esattamente quel ragazzino impiccione che l’aveva soccorso quando era stato avvelenato dal proiettile di strozzalupo.
Quel ragazzino al quale era più che riconoscente, anche se faceva di tutto pur di non dimostrarlo agli altri e a se stesso.
Stiles Stilinski, spuntando fuori dal nulla, colpì il licantropo con una padella. E Dean, nonostante la sua forza sovraumana e la sua licantropia, cadde a terra perdendo i sensi. “Nessuno può scampare a un colpo di padella” Boccheggiò Stiles, sorridendo vittorioso e alzando con orgoglio la padella arrugginita.

“Dove diavolo hai trovato quella padella?” Si affrettò a chiedere Derek, aggrottando la fronte.

“Oh, sul serio, Derek? Ti salvo la vita, di nuovo, ed è questo che vuoi chiedermi?” Borbottò il ragazzino, aiutando l’Alpha ad alzarsi.  Derek ci pensò un secondo, poi lo rimproverò con lo sguardo. “Dopo tutte le lezioni che ti ho dato, tenti di metter fuori gioco un lupo con una padella?” Ritentò, Stiles lo fissò bieco. Non ci riusciva proprio a ringraziarlo. Lui lo sapeva meglio di chiunque altro. “E poi che diavolo ci fai qui? Non ti avevo detto di andartene a casa?” Ululò, prendendolo per la maglietta.

“Temo che questo non sia il momento di gettare rimproveri. Io ti ho salvato la vita, un grazie potrebbe bastare” Continuò con determinazione, togliendosi di dosso le mani del lupo e lisciandosi i vestiti. “Allora, chi altro devo colpire qui?” Continuò, alzando nuovamente la mano con cui stringeva l’arnese. Derek alzò gli occhi al cielo, prima di voltarsi verso suo zio, il quale lo fissava con un sorriso soddisfatto.
Gli occhi di Peter Hale era rossi, nuovamente.

“Sbaglio o il tuo caro zietto è diventato un Alpha?” Farfugliò Stiles all’orecchio di Derek.
Dean, riprendendo coscienza, si alzò massaggiandosi la testa, mentre tutti quanti si voltarono a guardare il nuovo e vecchio Alpha. “Con cosa mi hai colpito, ragazzino?” Chiese l’Alpha, guardandolo stonato. Stiles lo fissò con sopracciglio alzato. “Non è il momento adatto, abbiamo un problemino ben più grave. Qui qualcuno che non doveva assolutamente tornare Alpha, ha appena ucciso una persona per ottenere il suo più ardito desiderio!” Affermò, alzando di proposito il tono della voce.  Peter annuì velocemente e sorrise.

“Eravamo in vantaggio già quando siamo arrivati, voi siete in inferiorità numerica.” Iniziò il nuovo Alpha, gettando uno sguardo al corpo senza vita di Camila. “Ora ce ne andremo, ma voi, soprattutto, ve ne andrete al più presto da Beacon Hills. Senza fare più ritorno” Continuò, fissando i due fratelli. Dean e Jared si lanciarono un’occhiata d’intesa e poi annuirono lentamente. Infine guardarono Aymon e gli ordinavano silenziosamente di mettersi da parte, il quale gli ubbidì all’istante. Scott si affrettò a prendere sulla propria spalla il peso del corpo, privo di coscienza, di Isaac, mentre Boyd e Erica lo seguirono al di fuori del casale. Derek prese per un braccio Stiles e lo trascinò verso la porta d’uscita e, per finire, Peter si incamminò dietro di loro.

“Venga con noi, Peter” Affermò di slancio Dean, poco prima che quest’ultimo scomparisse dietro la porta.

“Anche se i fatti spesso  non lo dimostrano, qui c’è tutto ciò che ho a cuore. Qui c’è la mia famiglia. La mia casa.” Concluse l’uomo, uscendo dal casale accompagnato dall’eco dell’ultima battuta di quella lunghissima giornata.  

 
 
 
 
NB Ho revisionato il capitolo, ma sono sicura di essermi fatta scappare qualche errore, vi chiedo umilmente scusa e se ne trovate molti vi prego di avvisarmi. Grazie.
NBB Ogni allusione a Supernatural è voluta, perciò perdonatemi nuovamente per chiunque non le intuirà.
 
 
Angolo ozioso:
Notizia dell'ultima ora: Innanzi tutto dopo aver creduto che la storia fosse stata segnalata per plagio e aver capito in seguito che fosse un problema del server di Efp, volevo annunciarvi la mia morte e la mia resurezione nel giorno 21/10/2012 verso le ore 16 del pomeriggio. :/ Ora, 22.04, finalmente il capitolo è online! Gioia! 


Comunque *trallala, finge di non aver saltato una settimana senza aggiornare* No, seriamente, chiedo pietà ma questo capitolo è stato un travaglio. La parte del ‘combattimento’ diciamo che è molto arrangiata, poiché la sottoscritta e le scene d’azione non sono proprio la medesima cosa. Perciò, non so, ditemi voi. Io lo trovo solo un susseguirsi di azioni e non mi piace moltissimo. Ma, sul serio, quando mai sarà contenta di ciò che scrivo? T.T
La storia sta per volgere al termine. E ora direte: Ma come???
Ebbene sì, sapevo fin dall’inizio che non sarebbe andata per le lunghe e infatti ci saranno, più o meno, altri due capitoli. Ovvero la seconda parte della festa e l’epilogo.
Nonostante questa pessima notizia, ho deciso che probabilmente se non riuscirò a scriverlo nella seconda parte della festa, ci sarà uno spin-off tra Scott e Isaac ( perché inizio ad amarli troppo ) e spero che, finita questa storia, seguirete quella piccola shot…e chissà altre mie storie su questo fandom.
Per il resto, non mi resta che ringraziarvi tutti. Siamo arrivati alle 900 visualizzazioni del primo capitolo, a tantissime belle persone che seguono questa storia ( includendo anche i preferiti e le ricordate ) e le meravigliose anime che commentano questa storia. Vi ringrazio e questo capitolo è tutto vostro.
 
Un abbraccio grande,
DolceVenereDiRimmel
   
 
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