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Autore: Spiretta97    21/10/2012    0 recensioni
Prefazione
In un Liceo Scientifico fuori città si suppone che il più grande disastro che possa mai capitare agli studenti sia svenire per esalazioni dei prodotti chimici durante un’ora di laboratorio.
Elisa, una neo-liceale con la passione dei gialli di Agatha Christie, decide di entrare in questa scuola col desiderio di evadere dalla sua città ormai troppo piccola per lei e seguire le materie che più ama.
L’incontro con Will, un ragazzo che le diventa subito amico, la sprona ad aprire una piccola attività di investigazione (contrata su furti e perdite di oggetti) gestita da lei e da ragazzo. Ma qualcuno aspetta di compiere la sua vendetta da anni e non si farà mettere i bastoni tra le ruote da due mocciosi.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 Furti e Scomparse
 
- Signora, questa ragazza vorrebbe creare un gruppo!- disse Will spingendo Elisa davanti a se. La signora squadrò la ragazza dalla testa ai piedi e, tornando a picchiettare i tasti della tastiera, disse senza neanche guardarla in faccia.
-Sei troppo piccola, devi far parte almeno della seconda classe.-
Elisa abbassò lo sguardo e si allontanò accompagnata da William
-Mi dispiace, non sapevo questa regola…-
-Non fa nulla, sarà per l’anno prossimo…- disse Elisa calciando una pallina di carta. William scosse la testa mantenendo l’espressione di uno che ha avuto una splendida idea.
-Forse non devi aspettare così tanto, dovrai solo sopportarmi molto più di quanto pensi-
Elisa lo guardò con sguardo interrogativo. Si spostò una ciocca di capelli scuri dietro le orecchie e incrociò le braccia alzando un sopracciglio.
-Con ciò che vuoi dire?-
William fece dietro front senza dire nulla e tornò dalla segretaria.
-Signora vorrei creare un gruppo-
La donna lo fissò per una ventina di secondi, poi decise che “non assomigliava per niente al ragazzo che accompagnava la ragazza di prima, quello era più basso di lei… no molto più alto… no più basso, più basso. E inoltre non indossava la divisa, o si? No no non la indossava”
-D’accordo… Compila questo modulo, me lo dovrai consegnare entro domani o non se ne fa niente- disse la donna con voce seccata porgendo a William un foglio prestampato. Il ragazzo ringraziò e tornò da Elisa sventolando un foglio.
-La signora ha detto che non puoi avere un gruppo, non ha detto che non ne puoi far parte!- La ragazza ringraziò William chissà quante volte prima che lui la interrompesse per farle firmare il foglio.
-Così facendo tu risulti come partecipante.-
-Grazie William, grazie!
-Si ma ora basta ringraziarmi! Chi altri vuoi come partecipanti?-
Elisa si guardò la punta dei piedi arrossendo, quasi cercasse la risposta tra la polvere incastrata tra le mattonelle del pavimento.
-Io non conosco ancora nessuno bene, solo Alessia. Glie l’ho chiesto ieri se, nel caso avessi aperto un gruppo di investigazione, avrebbe voluto partecipare, ma ha detto di no! E poi troppa gente incasinerebbe tutto.-
-Ok, niente panico. Per ora spuntiamo la casella “numero chiuso”. Così siamo praticamente solo noi due.- Disse William sorridendo e gongolando silenziosamente, si vedeva che era contento: muoveva la testa a destra e a sinistra a ritmo di una musica nella sua testa. Dai suoi occhi luminosi si poteva capire che anche lui non ci teneva ad avere altre persone nel gruppo. Solo lui e la sua nuova amica... Del resto una persona così bisogna tenersela stretta, non sia mai che poi ci si perde di vista e ciao, ciao progetti! Progetti? Quali progetti? Si conoscevano da quanto? Sette, otto ore? Che progetti si possono fare in otto ore?
William scrollò di mente quei pensieri assurdi e continuò a compilare il modulo fermandosi alla voce “Nome gruppo”.
-Poi come lo chiamiamo questo “ Servizio?”-
- Non lo so proprio, che ne dici semplicemente di Furti e scomparse?-
- Ok, breve, intenso , capibile- disse Will scrivendo con una penna che aveva “preso in prestito” dalla segretaria.
Restituito il foglio i ragazzi si incamminarono verso il giardino. Intorno a loro c’era sempre un alone di silenzio imbarazzante, tipico tra persone che si conoscono poco. Non si può parlare di questo perché troppo personale, non si può parlare di quest’altro perché si sembrerebbe inappropriati eccetera eccetera. Tuttavia quel silenzio era quasi rilassante e c’era un nonsoché di poetico nel vederli così, camminare uno di fianco all’altro su un marciapiede circondato da alberi. Senza che nessuno dei due avesse bisogno di spiccicare una parola, senza che nessuno volesse parlare. Sembrava che quel silenzio fosse di inestimabile valore, come un vaso. Bello e fragile come un vaso, uno di quelli che ti lasciano a bocca aperta e tu non vuoi parlare perché hai paura che, anche solo aprendo la bocca e pronunciando la più piccola delle parole, possa frantumarsi in mille pezzi. Ma tutti i vasi, prima o poi si rompono, e il loro lo ruppe William.
- Elisa …. Insomma ho una domanda … -
- Si ,Will?- chiese Elisa arrossendo a sua volta, era la prima volta che la chiamava col suo nome. Entrambi erano seduti su una panchina in cortile a guardare da lontano la scuola. C’erano ragazzi che, sfruttando l’occasione che le lezioni non erano ancora iniziate, giocavano a pallone o a volano. Le grida divertite dei ragazzi e delle ragazze che giocavano facevano loro da sottofondo.
- Fino al 15 le lezioni non iniziano, domani è solo il 13.…. Mi chiedevo se …. Insomma, se volevi venire a trovare un posto da usare come “base”- Disse Will continuando  a balbettare e alzandosi in piedi. Non guardava in faccia Elisa, non voleva che lo vedesse così rosso e a quell’ora del pomeriggio non avrebbe nemmeno potuto  usare la scusa del tramonto.
- Si,si,si,si!!!!!! Oh grazie Will!- disse  Elisa abbracciandolo in un improvviso moto di felicità.
Will era molto più alto di lei, infatti Elisa (così attaccata al suo collo) non toccava nemmeno con i piedi per terra. Staccatasi dall’abbraccio guardò per un momento la faccia di Will e poi riprese a guardarsi i piedi.
-Bè..... dove... ehm.....di che parlavamo?- disse William arrossendo. Elisa rise portandosi una mano chiusa a pugno sulla bocca per trattenere un po’ la risata.
-Stavi parlando del fatto di trovare una base per il nostro gruppo- disse Elisa rinfrescandogli la memoria.
-Ah già! Bè, in biblioteca c'è uno sgabuzzino abbastanza grande che prima veniva usato come inventario per i fascicoli e per i documenti inerenti alla scuola ora però lo hanno spostato in solaio (lasciando però gli scaffali… non chiedermi il perché), così chi ne ha bisogno può cercare qualsiasi fascicolo in un posto più areato. L’unico problema di questo sgabuzzino è che non viene utilizzato da una cosa come cinque anni e quindi la polvere che ci sarà la lascio immaginare a te; inoltre è molto in disordine e come minimo, per pulire, sgomberare tutto ciò che è inutile e mettere quello che serve a noi potrebbe prenderci tre giorni come potrebbe portarci via una settimana. Ma ciò che più mi preoccupa è il preside...- disse Will grattandosi la testa
-Oh.... secondo te convincerlo sarà difficile?-
-Naaa! Il più sarà trovare il modo di parlargli. Il vice preside è peggio di un cane da caccia! Direi di evitarlo proprio…  Proviamo a parlare al preside domani alle 7.00, il vice arriva alle 8.30. Abbiamo un ora e mezza buona. Facciamo così! Alle sette meno un quarto ti fai trovare pronta davanti alla biblioteca.- I due si strinsero la mano e si salutarono per poi andare l’una in camera sua a disfare le valige e l’altro verso la città a fare un giro. Aveva promesso a Elisa che un giorno le avrebbe fatto fare un giro, ma quando la scuola sarebbe ri-iniziata, perché, se tutto andava bene, non avrebbero avuto un secondo libero in quei due- tre giorni.
Il giorno dopo Elisa si svegliò alle 6.20,si rinfrescò e si mise la divisa. Si guardò allo specchio e sorrise, sarebbe stata una bella, bellissima giornata, se lo sentiva dentro! E allora perché non sorridere? Prima di uscire volse lo sguardo verso la sua compagna di stanza che ancora dormiva sbavando sul cuscino. Era incredibile, quasi un paradosso, vederla così e invece vederla da sveglia. Aveva la coperta che le copriva solo dal bacino in giù, la coperta però lasciava intravedere le mutande verdi-azzurre, il resto del corpo era coperto da una canottiera rosa. Alessia abbracciava il cuscino, come detto prima, sbavandoci sopra.
“E pensare che ieri mi ha quasi fatto il terzo grado per essere stata quasi tutto il giorno con William. E’ bello che si conoscano…” Pensò Elisa chiudendosi la porta alle spalle e continuando a pensare che Alessia era davvero una tipa singolare.
Quando arrivò davanti alla biblioteca erano già le 6.40
-Non è ancora arrivato- disse Elisa poggiandosi ad un muro e guardando le scale. In giro non c’era nessuno e l’unico rumore che si sentiva era il ticchettio dell’orologio e quello che creava la segretaria spostando i libri da uno scaffale all’altro. Poi improvvisamente si sentirono dei passi veloci scendere dalle scale a destra.
-Ah!Ruth non aspetti da molto, vero?- chiese William comparendo di fianco a Elisa.
- Meno di un minuto- rispose lei sorridendo. William squadrò la ragazza e si fece scappare una tenera risata
- Che succede?-chiese Elisa un po' preoccupata
-Non credo che messa così tu faccia buona impressione al preside- disse indicando il nodo della cravatta
- Non ho ancora capito come si fa- rispose lei arrossendo. Lui si chinò alla sua altezza e le fece il nodo correttamente spiegando i vari passaggi.
-Hai capito come si fa?- chiese accarezzandole la testa. Lei annuì tenendo una sorta di broncio scocciato e rimanendo rossa.
-Allora, vuoi vedere lo sgabuzzino o no?-chiese William cercando di rompere quel silenzio imbarazzante
-Oh si!- disse Elisa
I due entrarono in biblioteca, salutarono la segretaria.
-Già svegli a quest’ora ragazzi?-
-Eh, sì Signora, ci servirebbe entrare nello sgabuzzino.- disse William indicando una porta marrone di fianco alla sezione narrativa.
- Non potrei… Ma, William, di te mi fido e posso aprirti quella stanza… non so cosa tu possa trovarci di interessante dentro, a meno che tu non stia facendo una ricerca sugli acari, non so proprio che ti interessi, ma…- La segretaria si alzò dalla sedia e andò ad aprire la porta marrone, raccomandandosi con Will di restituirle la chiave quando avessero finito di … fare qualsiasi cosa avessero dovuto fare.
-E’… è gigantesco!- disse Elisa guardando in alto.
-Si, ma è soprattutto in disordine e pure sporco- disse William dando un calcio a una palla che si scopri essere poi polvere. I due tossirono e fecero un giro rapido dello sgabuzzino. Aveva la grandezza media di un aula, forse poco più piccola. La polvere era dappertutto e, anzi, sembrava comparire mano a mano che i due osservavano la stanza.
-Effettivamente ci metteremo un sacco a pulire....- disse Elisa arrampicandosi su una scala per vedere bene gli scatoloni.
-Ehi! Sono le 7.20 bisogna andare!- disse Will facendo uscire Elisa. Ringraziò la segretaria restituendole le chiavi e si avviò verso lo studio del preside.
  
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