Miki
alzò lo sguardo e vide per la prima volta la luna. Era oscurata da una nuvola
di passaggio,ma si poteva benissimo notare che era piena.
“Luna
piena…”
“Già…”
“Lupi
mannari…”
“A
bizzeffe…”
“Mostruosi
mutanti con sei braccia…”
“Verranno
qui a mangiarti il sedere…”
“Scemo”
“Fin
troppo”
“Vai
da Kim”
“Non
sono sicuro di volerlo…”
“Luna
piena…”
“Già…”
Sentiva
freddo. Per la prima volte nella sua vita sentiva di non essere amata. Aveva
mandato via suo cugino,l’aveva mandato da Kim. E Kim l’aveva fatto sparire.
Luna
piena. E un brivido freddo. Una scossa lungo la schiena. Un respiro mozzato. Un
rantolo soffocato. E poi un grido. Lancinante,terribile. Disumano. Un furioso
dibattersi sulla spiaggia. La sensazione di cambiare,di mutare. Una morsa allo stomaco. La vista si era
appannata. Opaco,confuso. Il mondo le appariva un intrico di ombre. La
luce…dov’era la luce? Lei ora vedeva solo il buio…lei voleva il buio…
Urla.
Urla che squarciano la notte. Nessuno però sente,nessuno però ascolta. Tutti si
divertono. Solo un rantolo,limpido nella brezza marina.
“Sangue…sento
odore di sangue…”
Una
risata sadica. Satanica.
“Sangue…voglio…sangue…”
Due
canini. Candidi. No. Il candore è innocenza. Bianchi. Il bianco è tutto e
niente.
“Sangue…e
carne…ne ho bisogno…”
Artigli.
Lunghissimi,letali. Affilati,appuntiti.
“Sì,io…io
ho fame…”
La
vista appannata scruta le braccia robuste. Si…si sono fatte…scure. Nere.
Un’altra
risata. Più fredda.
“Ne
sento l’odore…odore…di sangue…e carne…”
Scivolare
nel buio. Scivolare nelle tenebre. Per vivere. Per mangiare. Provare piacere al
pensiero del dolore. Uno scatto. Basta uno scatto. Un morso. Niente urla,nessun
suono. Tranciata la giugulare.
“Ciao
Kim…parla ora…dì quello che non hai mai avuto il coraggio di dirmi…lo sai…non è
poi così male essere…un animale…ora ti ho trovato…dimmi…dimmi ora che ti ho
tagliato la gola…dimmi cosa ti aveva fatto…dimmi per cosa è morto…ti sei
divertita ad ucciderlo,Kim?…io mi sono divertita ad uccidere te…”
Buio.
Ombra. Un’ombra cade. Cade su un animale e un corpo esanime. Uno sguardo
appannato si alza verso la luna. Una nuvola. Una nuvola. Una nuvola sta
oscurando la luna.
“No…no…non
ora…non adesso…”
Altre
urla lancinanti. Il dibattersi di un animale sulla sabbia. E la metamorfosi si
inverte. L’animale diventa uomo. Anzi,donna. Adolescente. Non è altro che è un
corpo adolescente. Quindic’anni,al massimo.
“L’ho
fatto…l’ho fatto davvero…”
Due
iridi glauche si posano sul corpo in terra. Non si muove. Non si muoverà più.
“Io…io
ho ucciso l’assasina di mio cugino…”
Una
lacrima. Un singhiozzo a metà.
“Io…io
sono…un animale…”
“Yawn…”
“Buongiorno
Rei”
“Buongiorno
Kei”
“Notte
in bianco?”
“Puoi
ben dirlo. Takao non ha fatto che russare”
“Max
non è stato da meno”
“Novità?”
“Un
omicidio”
Rei
spalancò le iridi ambrate.
“Un
altro?”
“Sulla
spiaggia di Haisaku,a tre chilometri da qui”
“Ed
è stato…?”
“L’animale”
“Cos’è
che lo spingerà ad uccidere…”
“E’
un animale”
“Lo
so…ma anche gli animali hanno un motivo per uccidere…può essere per fame,per il
territorio…”
“O
per vendetta”
“Non
dire sciocchezze,Kei”
“Era
solo un’ipotesi”
“Un’ipotesi
stupida”
“Sarà…”
Driiiiiiiiiiiiiin.
Il
trillo del campanello interruppe il dialogo dei due uomini. Rei,il più vicino
alla porta,andò ad aprire.
Una
ragazza. Con non più di qundici anni.
“Posso
fare qualcosa per te?”
Alla
vista del sorriso gentile del cinese,una lacrime scende lentamente sul viso
della giovane.
“Mi
chiamo Miki”
“Piacere,Rei.
Hai bisogno di qualcosa?”
Silenzio.
Solo silenzio. Lo scrosciare della pioggia fuori nel giardino. Nel canaletto di
scolo. Nella grondaia.
“Entra,o
ti prenderai un accidente”
Sono
passi incrociati. Un barcollio instabile. Come camminare sopsesi nel vuoto.
“Siediti”
Il
calore di quella casa. La famiglia che ha perso. No. Non ora.
“Io…”
“Sì?”
“Io…”
“Io
so che voi…voi…vi siete dedicati al crimine,dopo aver lasciato perdere i
Beyblade”
“Esattamente.
Ti serve aiuto?”
“No…cioè…so
che attualmente siete sulle tracce del colpevole di quei delitti”
“Sì…non
sono ancora stati trovati indizi che permettessero di individuare il colpevole”
Ora
le lacrime scendono copiose. Non può fare niente per fermarle.
“Sono
io…”
“Cosa?”
“Io…io
sono l’animale”
Continua…