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Autore: WakeMeUp    22/10/2012    3 recensioni
‘A volte la vita ti mette davanti a scelte difficili che in ogni caso cambieranno la tua vita, positivamente o meno, niente resterà più come prima; ma bisogna scegliere! Non aver paura, rifletti e scegli. Carpe diem.’
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘A volte la vita ti mette davanti a scelte difficili che in ogni caso cambieranno la tua vita, positivamente o meno, niente resterà più come prima; ma bisogna scegliere! Non aver paura, rifletti e scegli. Carpe diem.’
Le parole di mia nonna continuavano a rimbombarmi nella mente, mentre facevo scivolare con delicatezza il gessetto bianco sul foglio nero, alla ricerca del significato di quel disegno.
Ancora con l’iPod nelle orecchie e il blocco da disegno tra le mani, mi alzai da terra, avendo visto una panchina libera, e mi avviai verso quest’ultima. Mi sedetti e rabbrividii al contatto con la panchina fredda. Il freddo mi tagliava le guancie, e le mani tremavano. Mi strinsi ancor di più nel cappotto, e ripresi a disegnare.
Solo quando la canzone finì, tornai alla realtà e mi resi conto che quello che le mie mani avevano creato, erano un paio d’occhi. Erano né piccoli né grandi, con un taglio a mandorla, contornati da ciglia lunghe. Li riconobbi subito: erano gli occhi della bambina che avevo visto poco prima camminare tenendo la mano della mamma. Era così dolce.. Una bellezza naturale, semplicemente stupenda; aveva la pelle mulatta, capelli ricci castani, e quegli occhi, meravigliosamente blu.
Mi ricordavano tanto quelli di un castano, tutto occhi e culo che aveva rubato il mio cuore, senza chiedermelo, e l’aveva portato con se. Sobbalzai quando sentii due mani cingermi la vita da dietro.
-Mi hai fatto spaventare!- affermai, portandomi una mano sul cuore, che aveva preso a battere più velocemente.
-Ti spaventi troppo facilmente, Malik.- affermò lui, ridacchiando. Non potei non sorridere anch’io, portando le mie dita ad incrociarsi con le sue che erano ancora sulla mia vita, mentre lui mi lasciava un bacio sul collo.
Chiusi gli occhi al contatto delle sue labbra calde sul mio collo. Lui fece per staccarsi e venire a sedersi accanto a me, ma io lo strinsi più forte impedendogli di muoversi da quella posizione. In quel momento avevo bisogno di lui, di sentirlo vicino, di sapere che non se ne sarebbe andato. Lui sembrò capire e mi strinse a sua volta.
-Smettila Zay, sono qui, e non vado da nessuna parte,- sussurrò.
-Ho paura Lou, paura che tutto questo possa finire.- pronunciai quelle parole stringendolo ancor più a me, quasi avessi paura che potesse arrivare davvero qualcuno in quel momento e portarmelo via.
-Ho paura anch’io Zayn, non abbiamo certezze, e non sappiamo cosa ci capiterà domani. Ma di una cosa sono certo: ti amo, e non lascerò che niente ci separi. Ti basta questo?- disse poi lui, girando la testa verso di me per cercare i miei occhi, adesso leggermente lucidi.
-Sì, per adesso sì…- dissi senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Lui mi sorrise e mi lasciò un bacio sulla guancia. Poi si staccò da me e si venne a sedere al mio fianco, sulla panchina. Io intanto chiusi il blocco da disegno e risistemai tutto nello zaino; poi mi risistemai sulla panchina ed aprii le gambe per permettergli di sedersi fra esse, mentre lo cingevo con le braccia. Restammo così per un po’, in silenzio, persi nei nostri pensieri, che sapevo portassero tutti dalla stessa parte.
L’idea di fare coming-out non mi dispiaceva, anzi, volevo farlo, ma avevo paura. Come mai prima in vita sua Zayn Malik aveva paura; il solo pensiero di poter perdere Louis era devastante. Così decisi di dar voce ai miei pensieri.
-Ne sei sicuro?- chiesi, alludendo alla nostra idea di fare coming out ai VMAs, proprio quella sera.
-Io sì, mi sento pronto Zay, voglio amarti alla luce del sole,- iniziò lui con tono deciso. Voltandosi leggermente verso di me per incrociare il mio sguardo, mentre con le dita mi accarezzava il braccio per farmi rilassare. Fece incrociare le nostre dita e si alzò, per poi sedersi accanto a me sulla panchina, prendendomi entrambe le mani.
-Ma se tu non te la senti non fa niente, troveremo un’altra occasione, non voglio che poi tu ti penta di averlo fatto…- disse serio, continuando a tenere le sue iridi puntate nelle mie.
Io scossi la testa. Lo volevo anch’io, volevo poterlo baciare ogni volta che ne avevo voglia, poterlo stringere, poterlo sfiorare anche quando eravamo in pubblico e poter far capire a tutti che lui era solo mio. Lui aprì le braccia ed io mi ci fiondai, lasciandomi cingere la vita, appoggiando la testa sul petto, facendovi aderire perfettamente la mia schiena.
-Scusami Lou,- sussurrai chiudendo gli occhi.
-Perché ti scusi, piccolo amore?- ridacchiai, si era messo a fare il fidanzatino venuto dall’Ottocento adesso? Scossi la testa e tornai serio; quello che avevo da dirgli era maledettamente serio.
-Perché ti amo!- affermai.
-E questo perché dovrebbe essere motivo di scuse?- chiese allora lui, con tono confuso e divertito.
-Perché tu me lo ripeti in continuazione ed io non te lo dico mai. Perché mi sembra sempre di non dimostrartelo abbastanza. Perché tu dici e fai cose talmente dolci per me, da far star male.- affermai serio, mentre lui scoppiò a ridere. Così mi girai completamente verso di lui sciogliendo il nostro abbraccio e lo guardai con sguardo sgomento.
-E adesso perché ridi?- chiesi, cercando di mettergli il broncio; quello che ne uscì però fu una delle mie espressioni buffe che non fece altro che aumentare il suo attacco d’ilarità.
-‘Fanculo,- dissi poi alzandomi e allontanandomi da lui per accendermi una delle mie bambine. Non ebbi il tempo di estrarne una dal pacchetto, che due braccia mi circondarono la vita da dietro attirandomi a sé.
Mugugnai infastidito, cercando di liberarmi da quella dolcissima morsa, senza risultati.
-Ridevo perché mi sembrava assurdo che ti stessi scusando per essere ciò che amo.- mi sussurrò sul collo prima di lasciarmi un piccolo bacio sulla mascella. Sorrisi e poggiai le mani sulle sue.
-Vedi che ho ragione? Sei fottutamente dolce!- asserii sorridendo. Lui ridacchiò e mi schioccò un bacio sulla guancia.
-E tu riesci a sempre a rovinare ogni momento romantico, ma ti amo anche per questo.- mi strinse più forte. In quel momento avrei voluto baciarlo, ma non potevo. Nonostante fossimo in uno dei parchi più isolati di tutta l'America, alle sette del mattino, non potevamo rischiare. Così mi limitai a stringerlo ancor di più. Lo amavo e quella situazione mi aveva stancato. Volevo dirlo a tutti, volevo dirlo al mondo. ‘A volte la vita ti mette davanti a scelte difficili che in ogni caso cambieranno la tua vita, positivamente o meno, niente resterà più come prima; ma bisogna scegliere! Non aver paura, rifletti e scegli. Carpe diem.’
Le parole di mia nonna riaffiorarono nella mia mente e capii; avevo deciso, non m’importava delle conseguenze, le avremmo affrontate insieme. Carpe diem; era quello il momento giusto.
-Sono pronto Lou, voglio farlo!- affermai deciso.
-Mh, anch’io voglio farlo amore, ma non possiamo qui…- mi sussurrò lui all’orecchio con voce maliziosa, dandomi una pacca sul sedere. Non potei impedire a dei brividi di percorrermi la schiena. Poi mi staccai velocemente da lui scoppiando a ridere, seguito a ruota da lui.
-Sei un porco!- esclamai, ancora in preda alle risate.
-Non è colpa mia se sei maledettamente bello e sexy,- rispose lui fingendo una voce innocente.
Si avvicinò a me mi prese per i fianchi attirandomi a se e facendo scontrare i nostri bacini.
-Lo so, i miei hanno fatto un ottimo lavoro.- dissi, scatenando nuovamente le sue risate.
-Nonostante questa sia una delle cose più egocentriche che tu abbia mai detto, non posso darti torto, un giorno li ringrazierò!- rispose lui. A quel punto non riuscii a trattenermi; con una mano gli accarezzai una guancia e con l’altra lo attirai a me per trascinarlo in un lungo e passionale bacio che era pieno del nostro amore, delle nostre insicurezze, ma contemporaneamente della nostra forza. Perché sì, insieme eravamo forti, avremmo potuto affrontare qualunque cosa. Quel bacio fu forse uno dei nostri baci più belli: gridava amore, sincerità ma soprattutto libertà. Quando ci staccammo notai il suo sguardo felice ma leggermente confuso. Dopotutto l’avevo baciato in un parco pubblico, così decisi di spiegargli il mio gesto.
-Dicevo, che sono pronto a dirlo a tutti stasera, quindi perché trattenermi? Avevo voglia di baciarti e l’ho fatto.- dissi sorridendo.
-Mh, fattele venire più spesso queste voglie amore,- rispose lui ridendo, per poi impossessarsi nuovamente di quelle labbra che ormai erano solo sue da tempo.
Restammo lì a scambiarci baci e carezze per un tempo che parve infinito.
E adesso non ci importava più niente, eravamo solo io e lui. Non c’erano le fan, i paparazzi, i manager. Solo io e lui, pronti a viverci ed amarci con tutte le nostre forze.

Un anno dopo mi ritrovai sul divano di casa con un album di foto in mano. Sfogliandole mi riaffiorarono alla mente i ricordi di quella sera: avevamo colto l’attimo. L’avevamo detto a tutti ed era andato tutto bene.
Quel giorno, esattamente un anno dopo, mi ritrovai a ringraziare mia nonna, perché era anche grazie a lei se adesso mi ritrovavo a dover preparare la cena, -per la prima volta, di solito cucinava sempre lui- ad un castano tutto pepe che mi aveva stravolto la vita.
-Amore, dove sei?- sentii urlare dal piano superiore.
-Sono in salone,- urlai in risposta, per poi alzarmi e posare l’album nella libreria di quel salone che avrebbe visto così tanti momenti che avremmo immortalato e messo in uno di quegli album.
Lo vidi arrivare e gli sorrisi. Lui si avvicinò e senza motivo, senza preavviso si fiondò tra le mie braccia, premendo un secondo dopo le sue labbra morbide sulle mie. Pian piano quel bacio si trasformò in qualcosa di più e non mi stupii quando mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro e il suo corpo che aderiva perfettamente al mio. Lasciai che le mani scendessero su tutta la sua schiena, finendo poi dove preferivano. Gli artigliai le natiche e lo feci issare leggermente, mentre lui portava le sue gambe a cingermi i fianchi.
Ci staccammo solo per prendere fiato e lui ne approfittò per parlare.
-Amore, di sopra c’è il letto nuovo, che ne dici di andare a provarlo?- chiese sorridendo, con voce maliziosa. Io scossi la testa ridendo; quel ragazzo era proprio assurdo. Poi, tenendolo ancora in braccio, mi avviai verso la nostra camera da letto. E sì, ci saremmo dovuti preparare per uscire; sì, probabilmente avremmo fatto tardi; sì, sicuramente Liam ci avrebbe uccisi, ma come si dice? “Carpe diem!”





Saaalve a tutti e buon lunedì! (?)
Allora, eccoci qui con un'altra Zouis, sì ormai la mia mente non riesce a fare a meno di elaborare cose su loro due.
Mi scuso per eventuali errori, l'ho anche riletta ma per quanto ci ho lavorato l'ho riletta svogliatamente e sto anche un po' dormendo.
E' una storia uscita fuori mentre ero in classe, siamo arrivati a parlare con la professoressa di storia di questa frase "Carpe diem" e la mie mente ha vagato, permettendo poi alle mie mani di fare tutto da sole.
Ho creato, come avrete visto, i due personaggi un po' diversi da come siamo abituati a vederli e a come ce li aspettiamo. Ho fatto Zayn un po' più insicuro e Louis invece un po' più sicuro. Spero di non essere caduta troppo nell'OOC, e spero vi sia piaciuta.
A presto (o forse no), -arriverà il giorno in cui mi caccerete davvero-
-WakeMeUp Xx
   
 
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