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Autore: telesette    22/10/2012    2 recensioni
[Un passo dal cielo]
Malgrado la differenza di età e la natura diversa dei rispettivi problemi amorosi, sia Giorgio che il capitano Nappi quella sera avevano entrambi il morale a terra. Le donne possono regalare la felicità o l'infelicità dell'uomo che sta loro accanto, con la stessa facilità con cui possono mettere e togliere un vestito.
Forse i due sfortunati non avrebbero trovato consolazione nel bere ma, nella loro reciproca comprensione, sicuramente avevano almeno una spalla su cui piangere e sostenersi a vicenda...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un passo dal cielo è una serie televisiva italiana trasmessa su Rai 1 e su Rai HD dal 2011, incentrata sulla vita di un comandante di squadra del Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Bolzano di San Candido, comune che fa parte del Parco Naturale delle Tre Cime in Alta Val Pusteria, Trentino-Alto Adige.
Il protagonista, Pietro, è una guardia forestale che lavora nel paese alpino di San Candido assieme al collega "Roccia", collaborando inoltre con il commissario Nappi, appena arrivato in paese, per risolvere delitti o misteri. Pietro ha una grande conoscenza della natura e delle montagne ed è un esperto scalatore, ma si porta dentro il lutto per la morte della moglie, avvenuta durante una scalata.

Un passo dal cielo (sigla in Full HD nativo)

Il Club degli Sfigati

 

 

 

Nappi era seduto al suo tavolo da circa un paio d'ore. 
La birrerìa di San Candido, come al solito, era piena zeppa di gente tuttavia lo sguardo del poliziotto era assente e pieno di indifferenza. L'anello rifiutato da Silvia era ancora nella sua tasca, e Nappi pareva avere morale fin sotto le scarpe. D'un tratto mandò giù un sorso di birra, trattenendola in bocca per qualche istante, e contemplò il boccale di vetro nella sua mano. 
Se fosse servito a farlo stare meglio, probabilmente lo avrebbe scaraventato a terra senza pensarci due volte. 
Purtroppo il problema era lo stesso: Silvia gli aveva detto che gli serviva tempo per riflettere... gli avesse detto subito "no", sarebbe stato certo meno doloroso. 
Nappi si era dichiarato a lei seriamente, con tutto l'amore e la sincerità del mondo, ma per Silvia ( ancora ossessionata dalla triste esperienza dei suoi genitori ) il matrimonio era solo fonte di problemi e sofferenze. Evidentemente la bella veterinaria non poteva e non voleva concepire che dal matrimonio, inteso come impegno reciproco e non come vincolo, poteva anche nascere qualcosa di bello e importante. 
Nappi non voleva "imporle" nulla, bensì rendere noto al mondo di essere lui per lei e viceversa. Il suo cuore di napoletano purosangue vedeva nel matrimonio il rinnovarsi di una promessa: il matrimonio non era solo un "impegno" contrattuale, era un patto di fede reciproca, la consacrazione di un sentimento puro e sincero, e non un ulteriore modo per complicare le cose e spingere necessariamente due persone a lasciarsi. 
Purtroppo, di questi tempi di merda, il matrimonio ha perso completamente il suo valore. 
La gente si è ormai abituata a dire un vago "sì" davanti all'altare, quasi recitando una poesiòla scolastica, e in capo a qualche giorno ( se non addirittura il giorno stesso ) ha già mandato a puttane tutto quanto. 
Non c'è quasi più nulla in quel "sì", che per molti è solo una parola vuota. 
Il matrimonio secondo il rito religioso è oggi considerato come un'emerita e immonda puttanata, una burla inventata dai preti; e il matrimonio secondo il rito civile non gode certo di maggiore stima. 
Proviamoci, poi magari... chissà! 
Eppure Nappi era stato molto chiaro con Silvia. 
Lui non le aveva detto "Ti Amo" tanto per dire, il suo "Ti Amo" era importante, e se lei intendeva accettare i suoi sentimenti doveva prendere la cosa altrettanto sul serio. Nappi non era uno stupido, e non concepiva di prendere in giro nessuno né di sentirsi preso in giro. Probabilmente Silvia intendeva proteggerlo da sé stessa, dai suoi dubbi e dalle sue molte insicurezze sulla vita di coppia; purtroppo lei non aveva un buon concetto del matrimonio, non lo vedeva al suo stesso modo, e non voleva ferirlo come tutti gli altri uomini che aveva invece regolarmente piantato sull'altare...
Magari le occorreva davvero del tempo per riflettere. 
Magari avrebbe finito col comprendere e accettare le ragioni del suo poliziotto innamorato... o forse no. 
In ogni caso ora Nappi si trovava da solo, seduto in una birrerìa, e con l'intento di sbronzarsi il più possibile per non pensare a quanto ci era rimasto di merda per quella dichiarazione sfortunata in mezzo al lago.

 

 

 

***

 

 

 

- Disturbo?

Nappi alzò lo sguardo, stupito di trovarsi davanti il giovane nipote di Pietro. 
Giorgio teneva un boccale di birra per mano e, a giudicare dalla sua espressione, neppure lui sembrava messo tanto bene. 
Subito il ragazzo gli spiegò che non gli piaceva particolarmente bere da solo. 
Nappi annuì, con un lieve sorriso ironico, e gli fece cenno di sedersi.

- Prego - esclamò. 
- Grazie!

Dal momento che il poliziotto si era già scolato tutti i boccali che aveva sul tavolo davanti a sé ( almeno sette e tutti vuoti ), Giorgio si permise di offrirgli gentilmente uno dei suoi. Nappi accettò senza battere ciglio, gli occhi fissi sul fondo della sala, ed entrambi sollevarono le birre in perfetta sincronìa.

- Alla salute - fece Giorgio. 
- Salute - rispose Nappi atono.

I due tracannarono un sorso e, sbarrando gli occhi tristemente, rimuginarono ognuno sui rispettivi pensieri. 
Anche Giorgio non poteva certo dirsi allegro quella sera. 
Dopo il casino provocato con Miriam, Chiara non voleva più avere niente a che fare con lui. Le parole con cui lei gli aveva rinfacciato il suo tradimento erano davvero molto pesanti da mandare giù: "mi fai schifo", "sei un essere immondo", "proprio con la mia migliore amica"... 
A nulla erano servite le spiegazioni che Giorgio aveva provato a esprimere in sua difesa. 
Il ragazzo era in buona fede, ma le apparenze erano tutte contro di lui. 
Se lo scopo di Miriam era quello di incrinare i rapporti tra lui e Chiara, ebbene c'era riuscita perfettamente. 
Nemmeno un'ora addietro, Chiara gli aveva infatti vomitato addosso tutto il suo disprezzo. Giorgio non l'aveva mai vista così arrabbiata e, nel vedere le lacrime sui suoi occhi spenti, si sentiva doppiamente male. Chiara si fidava di lui, gli aveva regalato il suo cuore e i suoi sentimenti, e lui era riuscito a farla soffrire per una stupidaggine. 
Nella sua monumentale ingenuità, non poteva immaginare che Miriam ci stesse sfacciatamente provando con lui. Al suo posto, uno un po' più sveglio lo avrebbe capito subito. Ora invece era troppo tardi per rimediare: Chiara si era tolta il suo regalo dal dito, buttandoglielo addosso con disprezzo, e lo aveva mandato al diavolo senza tanti complimenti.

- Ma si può essere più idioti di me? - fece Giorgio, coprendosi il volto con le mani. 
- Eh, guardatillo 'nu poco affianco! (*)

Malgrado la differenza di età e la natura diversa dei rispettivi problemi amorosi, sia Giorgio che il commissario Nappi quella sera avevano entrambi il morale a terra. Le donne possono regalare la felicità o l'infelicità dell'uomo che sta loro accanto, con la stessa facilità con cui possono mettere e togliere un vestito. 
Forse i due sfortunati non avrebbero trovato consolazione nel bere ma, nella loro reciproca comprensione, sicuramente avevano almeno una spalla su cui piangere e sostenersi a vicenda.

- A Napoli diciamo più o meno così - esclamò d'un tratto Nappi. - "Chi chiagne fotte a chi ride!" (**) 
- Già - fece Giorgio, afferrando perfettamente il senso.

 

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

(*) = "Guardalo un po' accanto a te". 
(**) = "Chi piange frega chi ride".

 

 

 

Angolo Autore:
innanzitutto vorrei dedicare questa fanfic a:
Gufo78 
Halley Silver Comet 
Beeble
^__^ è un piacere constatare che qualcuno apprezza questa serie televisiva e i suoi personaggi. 
Un saluto a tutti gli appassionati e... Alla prossima fanfiction!

 

   
 
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