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Autore: SaraSweetBitter    22/10/2012    2 recensioni
Doveva essere una Sebastian Sunday, ma dato che EFP ha deciso di dare di matto è diventata una Sebastian Monday (?).
Dal testo:
"Blaine era arrabbiato.
No, arrabbiato era troppo poco. Blaine era tremendamente incazzato.
E con chi se non con il suo (ex?) promesso sposo? Non aveva fatto in tempo a chiedere la mano di Sebastian ricevendo un flebile sì come risposta che lo aveva trovato con le labbra incollate alla bocca di un altro."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di domande, anelli e tradimenti.

 
Blaine era arrabbiato.

No, arrabbiato era troppo poco. Blaine era tremendamente incazzato.

E con chi se non con il suo (ex?) promesso sposo? Non aveva fatto in tempo a chiedere la mano di Sebastian ricevendo un flebile sì come risposta che lo aveva trovato con le labbra incollate alla bocca di un altro.

Sebastian era sempre Sebastian. Erano passati anni ma a quanto pare il tempo non aveva cambiato il suo atteggiamento.

Blaine pensava di avercela fatta, pensava che grazie a lui e al bene che gli voleva Sebastian avesse messo la testa apposto e avesse finalmente dimenticato i suoi giorni da mangiauomini.

Possibile che anche dopo tutti quegli anni passati a stare insieme, a rincorrersi prima di aversi davvero, ad amarsi e finalmente a dichiararsi, a riuscire a farcela nonostante i vari problemi e i malintesi e alla fine a convivere senza causare neanche troppi danni non fosse cambiato niente?

E poi Blaine aveva deciso di fare il grande passo. Era stato in gioielleria, aveva scelto l’anello perfetto e la sera stessa aveva portato Sebastian a cena fuori.

Non era stata una di quelle proposte con l’anello nascosto nel cibo, o nel collo della bottiglia. Avevano semplicemente mangiato e dopo il dessert Blaine si era inginocchiato davanti a Sebastian e gli aveva chiesto la mano.

Sebastian si era guardato un po’ in torno spaesato prima di puntare gli occhi in quelli di Blaine. Non ci aveva visto altro che amore e quindi non aveva potuto fare a meno che accettare. Sussurrare un breve sì per poi avvicinare il suo viso a quello di Blaine e baciarlo dolcemente sulle labbra.

Erano usciti e durante il tragitto verso casa erano stati silenziosi. Si tenevano semplicemente per mano senza guardarsi né parlarsi. Solo che aveva un significato diverso per Blaine da quello che ne aveva per Sebastian.

Anderson semplicemente ancora non ci poteva credere. Si sarebbero sposati prossimamente e Sebastian sarebbe ufficialmente e legalmente stato suo. Non ci sarebbe stato più niente a separarli dopo quel passo. Avrebbero passato il resto della vita insieme.

Sebastian invece aveva lo sguardo fisso davanti a  sé e non si spiegava come a Blaine fosse saltato in testa di chiedergli una cosa del genere. Non ne avevano mai parlato prima, non avevano mai neanche toccato l’argomento di sfuggita.

Come poteva Blaine pretendere che lui facesse un passo del genere se non sapeva neanche a cosa sarebbe andato in contro? Dovevano parlarne. Blaine non poteva fare di testa sua.

Certo, lui avrebbe potuto dire di no, ma avendo guardato negli occhi di Blaine gli fu impossibile.

Lo amava, ovvio che lo amava altrimenti non ci avrebbe passato insieme tutti quegli anni della sua vita, ma non era pronto a fare una cosa del genere.

Non aveva mai creduto all’istituzione del matrimonio sin da quando scoprì che sua madre se la faceva con un suo collega e che suo padre ne era a conoscenza ma non voleva risolvere la situazione per mantenere le apparenze.

Quindi no, Sebastian Smythe non credeva nel matrimonio e non avrebbe mai voluto sposarsi. Non avrebbe avuto senso. Lui e Blaine stavano bene anche così, non avevano bisogno di un pezzo di carta che unisse i loro cognomi.

Come si sarebbero chiamati, Anderson-Smythe? Dio, al solo pensiero gli si alzavano automaticamente gli occhi al cielo.

Arrivati a casa Blaine si era fiondato direttamente a letto, ma Sebastian aspettò. Voleva essere sicuro che Blaine si fosse addormentato prima di andare a dormire.

Pensò di ordinare al cinese, infondo aveva ancora un certo languorino. Aveva chiamato per farsi recapitare il cibo a casa e si era messo sul divano a guardare la tv.

Solo che non lo distraeva affatto. Come diavolo gli era saltato in mente di accettare? Doveva dire di no. Avrebbe dovuto fare una battuta sarcastica delle sue e poi spiegare a Blaine le sue motivazioni. Così fanno le persone adulte.

E più il tempo passava più il suo cervello esplorava le possibilità di fuggire a quell’impegno. Poteva scappare di casa, poteva fingersi morto.

Il campanello aveva suonato quando era ancora immerso in quei pensieri, era andato ad aprire e si era ritrovato davanti un ragazzino sulla ventina.

Lentiggini sulle guance e capelli castani chiari che ricadevano morbidi ai lati della testa. Palesemente gay.

Poteva scappare di casa, poteva fingersi morto, oppure…

Aveva preso il sacchetto dalle mani del ragazzino lanciandolo scompostamente sul tavolo della cucina e aveva tirato fuori i soldi dal portafoglio.

Improvvisamente aveva infilato due dita nei pantaloni della cintura di quel povero ragazzo che aveva davanti, mettendoci i dieci dollari che gli doveva, e poi lo aveva tirato a sé, posando rudemente le labbra sulle sue.

Proprio in quel momento si sentirono dei passi arrivare dal corridoio. “Sebas-“ Blaine si era bloccato, con la bocca aperta e gli occhi spalancati.

Sebastian velocemente aveva spinto via quel ragazzino da lui e gli aveva chiuso la porta in faccia. “Blaine, non è co-“

“Stai zitto.” Era corso velocemente in camera chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a raccogliere qualche vestito a caso, infilandolo nella prima sacca che trovò.

Dieci minuti dopo aveva aperto la porta e vi aveva trovato Sebastian seduto contro dall’altro lato. Lo aveva sorpassato di fretta mentre questo lo inseguiva. Era riuscito a prenderlo per un polso e lo aveva costretto a girarsi. “Blaine, ti prego, ascoltami.”

“No. Me ne vado. Addio Sebastian.” Si era liberato dalla presa e dopo aver preso le chiavi dal piattino sull’ingresso se ne era andato.

 
Era andato a casa di sua madre e c’era ancora.

Immerso nei ricordi di poche sere prima, il telefono che squillava lo fece sobbalzare. Vide il numero di Sebastian sul display ed era deciso ad attaccare, o per lo meno a non rispondere ma le sue dita fecero da sole e premettero il tasto verde.

Non riuscì a parlare, ma Sebastian sentì che aveva risposto. Lo sentiva respirare. “Blaine, lo so che sei lì.”

“Cosa vuoi Sebastian?” Avrebbe voluto sembrare sprezzante, quasi disgustato dal solo sentirlo ma ne uscì solo un sussurro disperato, esausto.

“Spiegarti. E adesso non azzardarti ad interrompermi né ad attaccare perché tocca a me parlare. – prese un respiro profondo prima di continuare – Mi dispiace. Ho fatto una cazzata, lo so, ma stavo solo cercando un modo per fuggire. No, okay, detto così sembra brutto. E’ che… mi hai preso alla provvista con quella proposta. Non me lo aspettavo, non ero pronto e ho detto di sì solo perché ero nel panico. Lo sai che situazione c’era fra i miei genitori, quel matrimonio era una farsa. Secondo te avrei davvero voluto rischiare la stessa cosa? Stavamo bene.”

Blaine continuava a non parlare, così continuo. Probabilmente sarebbe stata la sua unica chance di parlargli. “Mi dispiace. Non avrei dovuto baciare quel ragazzino ma in quel momento mi era sembrata l’unica via di fuga. E in un certo senso lo è stata dato che te ne se andato. Ma appena lo hai fatto ho capito che non era quello che volevo. Io ti amo Blaine. Ti amo e ti ho sempre amato.”

“Lo sai che ormai il danno è fatto vero?” Blaine aveva le lacrime agli occhi. Credeva davvero che lo avrebbe perdonato con una chiamata di scuse? No, non era sufficiente.

“Lo so. Esci un secondo sul balcone.” Blaine non capì quell’ordine velato.

“Cosa?” Si affacciò alla finestra e intravide Sebastian appoggiato alla ringhiera del terrazzo della sua vecchia camera.

Lasciò cadere il telefono e si affrettò ad uscire dalla porta finestra.

Non appena fu fuori, Sebastian gli andò incontro. “Come sei salito fin qua?”

Sebastian si aprì in un sorriso sghembo. “Mi sono arrampicato. Dall’albero, come facevo quando andavamo all’ultimo anno di liceo e tua madre diceva che stavamo troppo tempo insieme. Per vederti una volta mi ci sono pure rotto una gamba, ti ricordi?”

Blaine rise. “Sì, e fui l’unico a firmarti il gesso. Non eri proprio pieno di amici all’epoca.”

Sebastian si avvicinò ancora. “Non che adesso sia differente. Solo tu riesci ad amarmi. Solo con te riesco a sentirmi in colpa delle cazzate che faccio e a sentir la voglia di rimediare.”

Improvvisamente si inginocchiò davanti a Blaine, tirando fuori dalla tasca posteriore dei jeans la stessa scatolina che conteneva l’anello che gli aveva regalato lui. “Blaine Anderson. Io ti amo e sei l’unico che io abbia mai amato. Sei l’unico che mi fa provare davvero qualcosa e mi fa venire la voglia di essere una persona migliore solo per riuscire a meritarti almeno un po’. Non ti prometto che non farò più stupidaggini, ma ti prometto che ci proverò con tutto me stesso. E ti prometto che quando ti arrabbierai con me farò di tutto per farmi perdonare. Ti prometto che ci proverò con tutto me stesso a farla funzionare. Ti prometto che lo farò. Per te ma anche per me stesso. Ma soprattutto per noi.”

Prese la mano di Blaine e lentamente ci infilò un anello identico a quello che lui aveva preso per Sebastian, prendendolo alla sprovvista Non riuscì ad evitarlo e si ritrovò a fissare le loro mani che si toccavano leggermente.
 
Notò solo in quel momento che Sebastian portava ancora il suo anello.

Poi si alzò, lo aggirò e gli andò a cingere i fianchi da dietro. “Io ti amo Blaine.” Poi gli mise le mani davanti agli occhi per impedirgli la vista e lo spinse leggermente in avanti finché il busto di Blaine non toccò la ringhierà.

“Sebastian, cosa stai facendo?” Blaine portò le sue mani sopra quelle dell’altro per cercare di sposargliele ma quando furono lì non poté far altro che stringerle.

“Shhh. Aspetta.” Rimasero un paio di minuti così, a sentire l’uno il respiro dell’altro.

Poi Sebastian fece scivolare le mani via dagli occhi di Blaine e gli alzò il mento per fargli guardare il cielo.

A quella vista Blaine spalancò la bocca. C’era una scritta nel cielo. C’era una domanda nel cielo. No, non una, c’era la domanda nel cielo.

“Vuoi sposarmi?” Sebastian glielo sussurrò direttamente nell’orecchio, mentre Blaine leggeva le stesse parole davanti ai suoi occhi.

Non rispose, rimase semplicemente con gli occhi lucidi a contemplare quello spettacolo. Poi si voltò e poggiò le labbra su quelle di Sebastian in una risposta taciuta.



Note dell'autrice:
Eeeehilà! Ecco la mia shot per la Sebastian!Sunday, ho voluto contribuire a questa iniziativa perchè la mia bellissima moglie ha detto che voleva leggre una mia shot e allora ho buttato giù questa cosa. Non è betata purtroppo (o meglio, me la sono betata da sola), ed è stata scritta velocissimamente quindi chiedo venia per eventuali errori.
E' la prima volta che scrivo per la Sebastian!Sunday ma se mi fate sapere cosa ne pensate magari potrei prenderci il via. 
Aspetto i vostri pareri,

- Sa'
   
 
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