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Autore: giam is the way    22/10/2012    3 recensioni
Sbattei le mie ali bianche più volte non riuscendo a credere a ciò che mi stava succedendo.
Io,Harry Styles,un angelo.
“non ci credo.”
“credici,è tutto vero. Guarda.” disse.
Aprì anche lei le sue ali,nere come la pece.
Lui un angelo,lei un demone. Potrà nascere l'amore?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1. 
Dal preside, Styles.

 




“Buongiorno.” dissi entrando in classe,come sempre in ritardo.
“Signorino Styles,ancora in ritardo. Quando imparerà a impostare la sveglia?” il mio prof di fisica,sempre molto simpatico.
“Quando lei imparerà a farsi i fatti suoi.” risposi buttando lo zaino vicino al mio banco e sedendomi.
“Perchè non va a fare lo spiritoso dal preside?”
“oh certamente,è da tempo che non lo vedo.” mi alzai e mi diressi alla porta, “buona lezione a tutti.” li salutai e uscii dalla classe.

 

“Ehi attenta.”
“Ma stai attento tu.” rispose.
“Sei tu che sei venuta a sbattermi contro.” le dissi.
“Potevi scansarti.”, era una ragazza,capelli biondi scuro,con gli occhi verdi,dolci. Mi scostò con una spallata e continuò a camminare.
“Ma che ti prende?” dissi. Si girò e mi ringhiò contro. Gli occhi verdi e dolci erano diventati rossi e cattivi.
“Ma che?” sussurrai,camminando all'indietro. Si girò di nuovo e scomparve dietro l'angolo.

 

Giorno preside.” dissi,entrando e sedendomi sulla poltrona. Oramai eravamo come pappa e ciccia,passavo la maggior parte delle mattinate lì.
“Salve Styles. Come mai qui stavolta?”
“Prof di fisica,sempre la stessa cosa.”
“Quando imparerai?”
“Fammici pensare..” mi grattai il mento “mai.”
“Già, mai.” disse tra se e se il preside Williams. Un signore sulla cinquantina,senza capelli e con il monociglio. Mi misi comodo sulla sedia incrociando le gambe.
“Senta preside, c'era una ragazza qui fuori molto strana. Chi è?” chiesi.
“E' nuova, è arrivata stamattina.” disse senza alzare lo sguardo dai suoi fogli. Annuii guardandomi intorno. La signora Carmen non era qui. Peccato,niente cioccolata calda oggi. “Carmen?” chiesi.
“Giorno di riposo,ha mal di gola.”
“Mhmh..” mugugnai annuendo. “Se vuoi una cioccolata,fai pure.” disse,alzando lo sguardo e sorridendomi. “Grazie.” mi alzai e mi avvicinai alla macchinetta del caffè.

 

Mamma sono tornato.” dissi buttando lo zaino a terra,vicino la porta. “Mamma?” nessuna risposta. Dove minchia si è cacciata? Entrai in cucina e trovai un biglietto attaccato al frigo, -sono fuori con papà,a dopo.- bene, loro escono a divertirsi e io sono solo a casa senza cibo,e questo significa che mangerò pizza anche oggi.
“Salve. Si sono io.” sorrisi, “si, il solito. Una pizza margherita e una porzione di patatine fritte.” dissi. “Può portarmela a domicilio? Non posso uscire.” non me ne tiene ok? “Si,grazie e arrivederci.” terminai la chiamata e sprofondai nella poltrona a forma di palla da baseball di mio padre. Si,ha 47 anni e ha ancora una poltrona del genere.
Mi fa malissimo la schiena. Formicola, se esiste questa parola. Uh il campanello. Mi alzo con fatica e apro la porta.
“Ecco a lei.” dice una ragazza porgendomi la pizza.
“Grazie.” rispondo. “Un attimo.” dico alzando la mano in aria,come un deficiente. Scappo dentro alla ricerca di un po' di soldi da dare a quella poveretta. Mi affaccio all'ingresso ed è ancora lì, con la pizza in mano, che si guarda intorno battendo il piede a terra. “Eccoli.” sussurro.
Ritorno alla porta e pago alla ragazza, poi chiudo la porta e mi avvio verso la cucina.
Un brivido mi percorre la schiena facendomi cadere di culo per terra. “Ma che minchia..?” sussurro rialzandomi e prendendo la pizza da terra,ancora tutta dentro al cartone fortunatamente.

 

Buongiorno ragazzi.” disse il professore di matematica entrando in classe, “Styles,già qui? Come mai?” che simpatico. Feci spallucce e presi una matita dall'astuccio della ragazza seduta vicino a me.
“Rimettila dove stava.” disse lei,ringhiando. Non mi è mai capitato. Di solito le posso prendere senza problemi. Le ragazze rimangono incantate da me e non si accorgono di nulla.
Mi giro verso di lei notando di nuovo quegli occhi rossi e cattivi di ieri mattina, “perchè?” chiedo.
“Perchè è mia.” tentò di riprenderla ma io scostai la mano. “Calmati.” dissi girandomi per prendere un foglio dallo zaino.
“Non sono incazzata.” disse, addolcendo il tono di voce.
“Se questo non è essere incazzati,allora non voglio immaginare come sei quando lo diventi.” la guardai, gli occhi erano tornati di quel verde luminoso,anche più dei miei.
“Non vuoi immaginare,ma secondo me non vorresti nemmeno vedere.”, guardò la mia mano con in mano la sua matita,poi guardò me. “ridammela.” chiese dolcemente, io gliela posai sul banco incantato da quegli smeraldi.

 

Notai che la mia scarpa era slacciata,così mi alzai e misi il piede sulla mia sedia.
cosa stai facendo,Styles?” chiese quella vecchia bacucca della mia prof di latino.
mi allaccio la scarpa,prof., mica vuole che rimanga con una scarpa slacciata? Se poi succede un terremoto,io mi alzo dalla sedia e avendo una scarpa slaciata inciampo. Ma lei, da brava professoressa, mi prende in braccio per portarmi fuori, ma un mattone le finisce sul piede, quindi non può più camminare. Allora per salvarmi mi butta fuori dalla finestra e io sopravvivo, mentre lei muore sotto le macerie. Vuole davvero far succedere tutto questo,prof?”
dal preside,Styles.”





I'M HEEERE, yo.
eccomi con la nuova long asdfgh. 
questo capitolo mi piace tanto,non so perchè. Non so quando posterò il prossimo capitolo perchè lo studio mi sta uccidendo quei pochi neuroni ancora intatti. 
Recensite? Thanks.

  
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