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Autore: lynnboho    22/10/2012    1 recensioni
Shakespeare ha detto: "il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano". Ah, che pensiero straordinario! Io non ho mai sperimentato nulla di vagamente simile a questo ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto. Credo di pensare all'amore più di quanto in realtà si dovrebbe; resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nostra vita.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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our moment

 
Ho scoperto che quasi tutto ciò che è stato scritto sull'amore... è vero. Shakespeare ha detto: "il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano". Ah, che pensiero straordinario! Io non ho mai sperimentato nulla di vagamente simile a questo ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto.
Credo di pensare all'amore più di quanto in realtà si dovrebbe; resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nostra vita. È stato sempre Shakspeare a scrivere "l'amore è cieco". Ecco, questo so che è vero.
....per alcuni,  l'amore svanisce. Per altri semplicemente l'amore è perduto.
Comunque l'amore può anche essere trovato, magari solo per una notte.
E poi c'è un altro tipo d'amore, il più crudele, quello che quasi uccide le sue vittime, si chiama... amore non corrisposto.
Di quello, io sono un'esperta. La maggior parte delle storie d'amore è tra persone che si innamorano l'una dell'altra. Ma il resto di noi? Quali sono le nostre storie? Quelli di noi che ci innamoriamo "da soli". Noi siamo le vittime dell'amore unilaterale. Noi siamo i disgraziati tra gli innamorati, i non amati, i feriti in grado di camminare, gli handicappati senza il parcheggio riservato...


 
 
 
L'aria soffiava leggera e fresca in un freddo pomeriggio di ottobre, trascinando con sé piccole foglie marroncine e giallognole che si divertivano a zizgagare tra i cedri del viale. Il sole filtrava attraverso i rami e le foglie degli alberi, e i bambini si rincorrevano spensierati perdendosi in risate acute e divertite. Una coppia di anziani passeggiava abbracciata sorridendo. Felici. Soddisfatti. Orgogliosi di tanti anni di amore rimasto immutato nel tempo. Le loro gambe erano lente, i loro visi solcati da rughe, le loro mani nodose e raggrinzite, i loro corpi più deboli e indifesi. Ma i loro occhi emanavano la stessa luce di quarant'anni prima, la stretta delle mani era la stessa, il sorriso e il loro amore....sempre gli stessi.
Quella panchina sembrava più fredda e scomoda del solito quel giorno, e una cascata di capelli ribelli color nero solleticava il viso dai tratti angelici a ritmo del vento. Gli occhi profondi, verdi, fissi su un punto indefinito davanti a sé trattenevano un grido.. un grido che non avrebbe mai e poi mai potuto far uscire dalle labbra carnose, insolitamente serrate e incurvate in basso. Spostò lo sguardo verso la coppia di anziani.. sembrava incredibile come si potesse rimanere insieme, amarsi, sostenersi contro tutto e tutti per così tanto tempo senza mai lasciarsi, perdersi.
Una lacrima solcò la sua guancia. Non aveva ricevuto posta quella mattina, solo una lettera imbustata dentro carta giallo sbiadito con sopra scritto a caratteri classici e svolazzanti 'Per Claire e famiglia' . Con un sorrisetto curioso aveva appoggiato le chiavi sul tavolino all'ingresso e aveva aperto la lettera facendo attenzione a non rovinare troppo quella carta così pregiata e ruvida.
Fra le sue mani un piccolo cartoncino dello stesso colore della busta, lesse... i suoi occhi seguivano le parole e le sue labbra si incurvavano sempre di più verso il basso. La sua espressione distesa e allegra si era trasformata in una manciata di secondi in una maschera di tristezza, rimorsi, rabbia.
Aveva appoggiato la schiena sul legno freddo della porta accovacciandosi sulle ginocchia, il viso nascosto fra le braccia. Le sue lacrime erano sgorgate a fiumi dagli occhi gonfi e arrossati per ore. Aveva alzato il capo lentamente verso la partecipazione alle nozze, l'aveva afferrata e strappata in mille pezzetti gridando e piangendo allo stesso tempo.
Mille e mille frammenti del suo odio giacevano ancora all'ingresso del suo piccolo appartamento a Bradford, indisturbati.
Il suo, se così poteva definirsi, migliore amico era partito per l'Europa due mesi prima, promettendole di scriverle ogni giorno...ma di giorni ne erano passati tanti e lui aveva comunque una vita, lei lo stesso. Si facevano sempre più rare le volte in cui sobbalzava sulla sedia vedendo una nuova mail nella sua casella postale. Lo conosceva dall'inizio del liceo e come tutte le storielle da quattro soldi, se n'era innamorata.  Lui era il playmaker della squadra di basket, così bello, acclamato, popolare, meritevole di una ragazza che fosse alla sua altezza. Non gli aveva mai confessato i suoi sentimenti, continuando ad essere la sua amica, confidente, colei che ascoltava i suoi commenti a tutte le ragazze con cui era stato, colei che lo consolava ogni volta che andava male la partita interscolastica, colei che balzava dal suo posto sugli spalti e urlava il suo nome battendo le mani ogni volta che segnava un punto. Colei che da un anno a quella parte passava le sue serate a bagnare il cuscino con le sue lacrime e a cercare di scacciare quel pensiero fisso invano. Le tornava continuamente in mente quello sguardo quasi celestiale, così profondo e sincero, quel viso da angelo, quelle labbra carnose e desiderabili, quei capelli neri che portava sempre alzarti in una cresta.  Quel corpo palestrato, quelle mani e quelle braccia forti sempre pronte ad accoglierla. Il suo sorriso, le sue battute a cui rideva sempre come una sciocca anche se erano stupide.
Si era innamorata del suo migliore amico e non poteva farci niente. La sola idea di poter rovinare quell'amicizia così bella la distruggeva. Non avrebbe mai potuto.
Ed ora lui si sposava.. e lei? Lei era ovviamente stata invitata, le era arrivata la partecipazione con tutto l'affetto da parte di quell'angelo che l'aveva pensata nel giorno in cui, con la sua amata, aveva scelto gli invitati al giorno più bello della sua vita. Del resto, come dargli torto? Era la sua migliore amica che per sbaglio si era innamorata di lui.
Claire, così si chiamava, non aveva fatto colazione; si era infilata il cappotto ed era corsa nell'unico posto in cui si sentiva sicura e consolata. Il viale vicino casa sua, con attorno panchine e alberi che con i loro rami facevano da tetto.
Altre lacrime attraversarono nuovamente il suo viso bloccate dalle sue dita. Era stato capace di distruggerla, sgretolarla, abbatterla per mesi e mesi senza neanche rendersene conto. Ma in fondo la colpa era solo sua, di Claire.  Se non fosse stata tanto stupida da tenere quel segreto per troppo tempo, a quest'ora starebbe in ben altro posto, magari con lui a passeggiare per quei viali così magici, stretta al suo petto. Sorridente. Sentendo le sue mani che giocherellavano coi suoi capelli ciocca per ciocca.
Si morse il labbro inferiore trattenendo i singhiozzi inpazienti di uscire allo scoperto.
D'un tratto una mano si poggiò delicatamente sulla sua spalla facendola girare di scatto. E lì, in quel momento preciso, Claire si sentì come in paradiso al centro dell'inferno. Il suo sguardo illuminato era posato su di lei, come avesse visto un forziere pieno di tesori inestimabili.
Claire portò una mano alla bocca spalancata alzandosi in piedi. Il suo cuore accelerava il battito dando quasi l'impressione di voler uscire dal petto. Il respiro affannato e un sorriso finalmente sulle sue labbra. Sembrava un angelo sceso sulla terra per lei. La sua figura così perfetta stava lì ad osservarla. I suoi occhi la scrutavano come se fosse la prima volta che l'avevano vista.
 
- Stavi piangendo? - le chiese improvvisamente serio, rompendo il silenzio che fino ad allora regnava.
 
- No - rispose in fretta asciugandosi delle lacrime dalle guance.
 
-  Ley, ho bisogno di saperlo. Stavi piangendo? -
 
Lei non rispose. Cosa avrebbe dovuto dire. Di sicuro non poteva uscirsene col fatto di essersene innamorata una settimana prima del suo matrimonio.
 
- Ho bisogno di sapere cos'hai provato ricevendo l'invito. Perchè se è lo stesso che ho provato io spedendotelo... - non finì la frase, sospirò. Le sue parole arrivavano come lame al petto di Claire: la stava torturando.
 
- Tutto - quella parola uscì di sua spontanea iniziativa dalla sua bocca. Se ne pentì immediatamente. - Tutto ciò che si possa mai provare ricevendo qualcosa del genere -
 
Zayn continuava a fissarla imperterrito. Combatteva contro se stesso. Claire gli diede le spalle e fece per andarsene quando la sua stretta al polso la bloccò.
 
- Dimmi che non mi ami e questa sarà l'ultima volta che mi vedrai - la sua voce profonda e vellutata risuonava nella sua testa, incapace di realizzare ciò che le aveva appena detto. - Dimmi che ricevere quell'invito non ti ha minimamente scalfita e che la mia presenza qui non ti fa battere il cuore alla stessa velocità assurda con cui batte il mio -
 
E Claire scoppiò. Le miriadi di lacrime rimaste sepolte dentro di lei uscirono a fiumi dagli occhi coperti dalle mani. Zayn l'accolse fra le sue braccia, così forti e calde. Claire appoggiò il capo al suo petto sentendo li suo profumo abbattersi violento contro di lei. Le mani strette al suo giaccone, non avrebbe mai più voluto muoversi da lì. Era con lui e non le importava più di niente.
 
- Zayn.. - sussurrò nonappena si fu calmata.
 
- Si? -
 
Claire alzò il viso verso quello di Zayn ammirandone la bellezza e la perfezione. Con una mano accarezzò la sua guancia morbida e liscia avvicinandolo a sé. Chiusero gli occhi e schiusero le labbra, e si abbandonarono ad un momento per loro. Un momento che sembrava eterno. Un momento che significava tutto e niente. Un momento che avrebbero dimenticato e ricordato allo stesso tempo. Un momento che non avrebbe mai dovuto finire.



















claire sarebbe la scrittice cioè io, puff.
spero vi sia piaciuta,nulla di che ma vabbe.
grazie comunque :)
  
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