Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Tsepesh    06/05/2007    22 recensioni
Lily Evans ha commesso un errore e James se ne è andato. Lasciarsi andare ai ricordi è inevitabile per lei. Ripensare a quei sette anni ad Hogwarts, dove c'erano solo loro due. Infine il brusco ritorno alla realtà e decidere di combattere. E di correre. Di correre da lui. *La mia prima fanfic*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Te lo ricordi, James?

 

° Dedico questa one-shot a due ragazze speciali, Masuko e Dana °

Lady Tsepesh

 

 

Te lo ricordi James? Te lo ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta? Non ne abbiamo mai parlato prima, eppure adesso, proprio adesso, mi sta tornando alla mente.

Ricordo che il mio cuore batteva come un tamburo…ero solo una bambina, eppure  impazziva per tutte quelle nuove emozioni.

Forse tu, che sei nato in una famiglia di maghi, eri pronto ad affrontare tutto ciò che ci circondava quel giorno. Io no.

Quando mi arrivò la tanto famigerata lettera da Hogwarts, scritta in inchiostro verde, dovetti impiegare giorni per convincere me ed i miei genitori che tutto ciò era vero.

Sapevo di non essere come tutte le altre bambine. Sapevo che non era segno di normalità il fatto che io riuscissi a far levitare gli oggetti o a trasformare semplici sassolini in piccoli animali. Non ne avevo mai, mai, parlato con anima viva. Tenevo quel segreto tutto per me ed aspettavo il giorno in cui qualcuno con le mie stesse capacità venisse a prendermi.

Non credevo sarebbe successo veramente…

Probabilmente, dopo l’arrivo della lettera, per te non sarebbe stato niente recarti a Diagon Alley e fare acquisti. Chissà quante volte ci eri andato con i tuoi genitori…

Per me, il giorno a Diagon Alley, fu uno dei più belli e memorabili della mia vita. Lo sai? Non credo lo dimenticherò mai. Una lunga strada piena di negozi bizzarri, individui a loro volta bizzarri che si voltavano a guardarmi e a salutarmi.

Un mondo diverso. Un mondo del quale io facevo parte. Un mondo dove mi sentivo veramente a casa, non diversa.

Ma non è stato là che ti ho incontrato. Oh no…

È stato in un vagone di quel treno scarlatto, che portava ad Hogwarts, che io ho incontrato James Potter.

Ricordi? Ricordi cosa stavi facendo?

Non avevo ancora fatto amicizia con nessuno. Stare seduta in una cabina con ragazzi e ragazze che non mi consideravano e mi trattavano con indifferenza mi rendeva nervosa, triste. Per questo motivo, con un broncio che non mi apparteneva, stavo girovagando senza una meta precisa. Mi ero soffermata ad osservare il paesaggio che scorreva veloce davanti a me, di certo non immaginavo che di lì a pochi attimi saresti spuntato tu. Eppure…

Quando credevo che sarei rimasta sola, che non mi sarei trovata neppure un amico….eccoti.

Sentii delle risate avvicinarsi, il rumore di passi baldanzosi e sicuri. Quando mi voltai, per la prima volta, incrociai il tuo sguardo.

Eri tu. Te ne stavi allegramente in compagnia del tuo nuovo amico, quello che poi sarebbe diventato un fratello per te. Il tuo mondo. La tua famiglia. L’irrinunciabile Sirius Black.

Avevi l’espressione tipica del gatto che si è appena mangiato un topo. Lo capii da come scintillavano i tuoi occhi color nocciola. Così caldi e così espressivi.

Lo capii dalla faccia soddisfatta di Sirius. Dal modo in cui ti diceva qualcosa nell’orecchio, con fare da cospiratore, e ti faceva ridere di nuovo.

La prima impressione che ebbi di te fu quella di pensarti come una persona simpatica, con la quale magari anche scherzare.

Quell’opinione non durò poi molto. 

Anzi, a dire il vero, se ne andò quasi subito.

Ahhh…..Jamie…..che dovevo fare con te?

Quando udii distintamente il tuo eccelso compare complimentarsi con te per l’ottimo incantesimo di sigillazione fatto alla porta del bagno dei ragazzi in modo tale da rinchiudere al suo interno un poveretto del nostro anno, non potei fare finta di nulla.

Ok, lo so. Sono sempre stata una ficcanaso, una bacchettona. Non hai mai smesso di dirmelo.

Sguardo severo, petto in fuori, cercando di darmi un’aria più superiore della tua, marciai a grandi passi verso di te ed il tuo amico.

Quando vi fui davanti però, tutta la mia sicurezza finì per vacillare. Sirius mi guardò con un’espressione indecifrabile e tu…beh tu mi osservasti con curiosità. Probabilmente ti sarai chiesto che cosa voleva quella piccoletta con i capelli rossi ed il naso pieno di lentiggini da uno come te.

Sfoderando un sorriso amichevole e forse già un po’ malizioso per i tuoi soli undici anni, mi chiedesti se c’era qualcosa che potevi fare per me. Ed io, già prefetto convinta, ti domandai se, per caso, avessi chiuso qualcuno nei bagni, utilizzando la magia, cosa che a noi era severamente vietato.

Fraintendesti la mia domanda.

Già. Il tuo cervellino così desideroso di ricevere lodi encomiabili ti portò a pensare che la mia domanda celasse una nascosta ammirazione. Ti gonfiasti come un tacchino, tronfio e pieno di te, e con un sorrisone accattivante mi raccontasti tutto quanto, aspettando probabilmente un complimento per la tua idea geniale.

Quel complimento non arrivò mai. Al suo posto però ci fu una bella lavata di capo dalla sottoscritta. Mentre io ti rimproveravo con ferocia, minacciandoti di raccontare tutto ad uno dei prefetti o dei guardiani del treno, Sirius ti guardava con la faccia di uno che si stava trattenendo dal dirti “io lo sapevo..”.

Non so come, però riuscii a farmi portare al luogo incriminato e a farti giurare di rimuovere l’incantesimo per liberare il nostro compagno. Probabilmente le mie minacce di raccontare tutto erano andate a buon fine. Non sai che soddisfazione. Mi è sempre piaciuto fare la maestrina.

Trovammo, però, qualcun altro intento  nell'operazione di salvataggio.

Il ragazzino rinchiuso nel bagno piagnucolava di farlo uscire, che aveva paura dei luoghi chiusi, mentre, un altro studente della nostra età, vicino alla porta, cercava di rincuorarlo, dicendogli che, se non ci fosse riuscito da solo, sarebbe corso a chiamare aiuto. Una brava persona. Ecco cosa pensai di quel ragazzino dai bei capelli color miele, i dolci occhi nocciola e l'aspetto fragile. Ecco che cosa pensai di Remus Lupin.

Ti lanciai uno sguardo carico di stizza e rimprovero, imponendoti, con una sola occhiata, di riparare al tuo errore. Avevi perso già parecchi punti insieme al tuo amicone....

Tu non battesti ciglio, anzi, sorridendo sornione ti avvicinasti a Remus, con un gesto della mano gli facesti capire di farti spazio e sfoderasti la bacchetta, puntandola verso la porta.

Subito, il mio cuore cominciò a battere forte. La prima magia che vedevo davanti ai miei occhi!

Non hai idea dell'emozione che provai quando avvertii l'aria intorno a noi tremare, come in attesa di un fulmine, di una tempesta. La magia, quella forza così misteriosa, scorreva lenta intorno a noi, poi sul tuo braccio teso, infine nella tua mano. Lo sentisti anche tu? Riuscisti a sentire quello strano formicolio allo stomaco ed il respiro mozzarsi nel petto?

Con voce ferma, pronunciasti "Alohomora" e la porta si aprì di scatto. 

Incredibile! Avrei voluto dirmi che era solo un trucco, ma sapevo che non era affatto così. Eri tu. E io non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso.

Sai una cosa? Ripensandoci adesso, credo di essermi presa una cotta per te alla tenera età di undici anni. Non tanto per il tuo aspetto, né per il tuo carattere, perchè lo disprezzavo, quanto perchè rappresentavi il mio sogno. Eri la magia. Sei stata la prima manifestazione del mondo in cui stavo per addentrarmi. Non sarei mai riuscita a dimenticarlo.

E poi...beh,chi poteva esserci dietro quella porta, se non Peter Minus? In effetti non ho mai capito il motivo per cui lui, nonostante il tuo scherzetto, abbia deciso di esserti amico. Insomma, fosse capitato a me, ti avrei appiccicato al muro.

Ma Peter era quello che era. Un tipo semplice, forse un pò troppo disposto a sottomettersi. C'è stato un tempo in cui, non lo nego, ho pensato veramente che tu lo tenessi come amico proprio per questo. Perchè tu eri arrogante, superbo, pieno di te e lui sempre così orrendamente pronto ad idolatrarti per ogni cosa! Ma non era così. Tu vedevi in Peter un'anima fragile e la tua forza, il tuo carisma, il tuo coraggio...non potevano fare a meno di avvolgerlo, come per donarsi un pò anche a lui. Tu sapevi che, vicino al grande James Potter, Peter Minus si sentiva forte, carismatico e coraggioso quasi quanto te.  Ti ho amato ancora di più, quando l'ho compreso.

Fu così che si formarono i Malandrini, non è vero? Approposito, che razza di nome è? Non ho mai capito che cosa vi avesse convinto a chiamarvi così. Avrei potuto chiedertelo, certo, ma ho sempre pensato ai Malandrini come ad un segreto tutto vostro. Non ho mai voluto interferire, tranne quando non ne combinavate una delle vostre. Ovvio!

Entrare ad Hogwarts come dei bambini, uscirne come veri adulti. Che cosa è accaduto in quella che per sette anni è stata la nostra calda, accogliente e familiare casa?

Io ho amato quel posto con tutta me stessa. Lì ho trovato i veri amici, le vere soddisfazioni, il mio futuro...e te.

All'inizio non andavamo affatto d'accordo. Scontato. Insomma, quante volte si è risentita la storiella del ragazzo ribelle e la ragazza studiosa e per bene? Eppure...non mi sento di banalizzare la nostra storia. Beh, forse ad occhi esterni può essere sembrata la solita favoletta d'amore, con una tematica, peraltro, già sentita e risentita. Non è stato così per me. Perchè ogni singola palpitazione del mio essere, ogni sfumatura, ogni emozione....sono state dannatamente importanti. Le ho sentite tutte, tutte quante, e mi hanno fatta crescere. Tu, anche tu, soprattutto tu, mi hai fatta crescere.

Ti ho disprezzato perchè eri arrogante e superbo. Fin dal primo anno, ti vedevo camminare per i corridoi della scuola, seguito dai 3 fidi compagni, atteggiandoti da divo del cinema, pronto a farti scattare foto (e a volte succedeva!!!!) e a tormentare i più deboli e, soprattutto, i Serpeverde, con i quali ingaggiasti da subito una sorta di guerra fredda.

Il primo anno ci prendevamo per i capelli, rotolandoci, sotto le urla isteriche della McGranitt, per tutte le scale. Tu mi tiravi addosso ogni sorta di schifezza durante le ore di Pozioni del Proff. Lumacorno ed io, una volta padronati gli incantesimi più semplici, ti bruciacchiavo per vendetta la scopa o la divisa scolastica.....a volte tutte e due.

Il secondo anno hai seriamente preso in considerazione l'idea di essere il Re del mondo. Quando passeggiavi per i corridoi ed io ti incontravo, mi pareva di sentire delle voci gridare "Santo Subito". Il motivo? Eri diventato il cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro, probabilmente il più giovane della storia. A quel punto la tua salita al successo intensificò la sua velocità. Eri sempre circondato da una folla esultante, persino i ragazzi più grandi di te si sentivano in dovere di inchinarsi al tuo passaggio. E tu diventasti tanto montato che era impossibile anche solo parlarti. Credo che quella tiepida cotta che avevo per te morì in quei giorni. Tu cominciasti a non interessarti più a me, neppure per farmi i dispetti e dirmi cose stupide. Cominciammo ad ignorarci ed io, in quel momento, credetti che non saresti più tornato indietro. La gloria che tutto fa dimenticare....Vero James? Mi hai sempre detto che, ripensando ai primi tempi in cui eri entrato in squadra, ti sei sempre fatto schifo, perchè eri diventato una persona orribile che era giunta al punto di ignorare i suoi stessi amici. Mi hai raccontato che, dopo averti sopportato in silenzio, sono stati i tuoi Malandrini a riportarti sulla loro strada, facendoti scendere da quel piedistallo di alterigia. E' stato Sirius, prima di tutti, che ti ha urlato in faccia la verità. Non riusciva più a vedere in te il suo migliore amico.

Io non potevo sapere cosa accadeva ai Malandrini, perchè ormai non eri più argomento che mi riguardasse. Ho passato l'intero terzo anno senza mai incontrarti, oppure così mi sembrava. In realtà, tu mi hai svelato che, nonostante il tuo periodo aureo, hai comunque continuato ad osservarmi e a seguirmi. Personalmente, credo di averti incrociato qualche volta per i corridoi oppure in sala comune ed in quelle circostanze eri sempre accompagnato da qualche bella ragazzina. Le tue giovani labbra hanno scoperto presto il sapore che hanno i baci, lo stesso non si può dire di me, vero?                          

Ovviamente ti vedevo anche durante le lezioni, essendo entrambi Grifondoro, ma la mia considerazione per te era minima. Avevo scoperto di essere brava, molto brava ed era mia intenzione dedicarmi allo studio con tutte le mie forze. Volevo far vedere a tutti quanto poteva valere la mia persona, che alcuni additavano con rabbia e disprezzo come "Mezzosangue". Già, questo nome....  

Quante volte mi sono sentita chiamare così? Ho sempre fatto del mio meglio...Ce l'ho sempre messa tutta.....per far vedere quanto anche io fossi degna di imparare la magia.

Il quarto anno sei cambiato. Dobbiamo ringraziare Black per questo, vero? Sì, eri sempre tu, pomposo e super fico, però eri tornato tra i comuni mortali. Ormai tutti ti consideravano un Dio e come tale ti trattavano. Tutti tranne me. Strano, dici? Affatto. Non amavo il rito di James Potter, né potevo sopportare quelle ochette decerebrate che vivevano per un tuo sguardo. Io passavo molto tempo sui libri, diventando il classico topo di biblioteca, ed osservavo distaccata la tua vita felice e divertente scorrermi vicino. Cominciai ad invidiarti, perchè tu eri tutto quello che io volevo essere. Divertente, simpatico, sempre al centro dell'attenzione. Avevo poche amiche e zero amici, ma tanti Serpeverde pronti a trattarmi come il peggiore sputo che si trovassero davanti. Ero introversa e schiva, sempre nascosta in me stessa. Avevo poi chiuso definitivamente i rapporti con Petunia, mia sorella maggiore, che ormai mi riteneva troppo stramba e pericolosa per poter starmi vicino. Non ha mai neppure fatto appello al suo affetto di sorella per poter tornare come una volta. Mi sono sentita sola. Te lo ricordi come ero a quei tempi? Forse no. Forse non mi hai mai degnata di uno sguardo in quel periodo. Nella tua vita dorata non c'era posto per la mia piccola ombra ed io odiavo non poter fare a mia volta una vita come la tua. Sempre sola, sempre umiliata, sempre...ignorata. Credo di essere arrivata a pensare che la gente è cattiva ed ipocrita e che si vive meglio da soli. Mi sono rinchiusa in un guscio fatto di odio.

Sono diventata Prefetto il quinto anno e neppure con tanta felicità, devo ammetterlo. Diventare Prefetto significava relazionarsi con gli altri ed io non ne avevo affatto voglia. Volevo essere sola e mi crogiolavo nella rabbia e nella disperazione, da brava masochista. Pensavo ai G.U.F.O., solo a questi e a niente altro. Tu a che pensavi?

Eri sempre a divertirti e, sinceramente, non avevo idea di come riuscissi ad ottenere voti alti se non riuscivi a tenere un libro in mano anche per pochi minuti. Presi il mio dovere di Prefetto con serietà, come conveniva al mio personaggio, e questo mi portò, per forze maggiori, a seguire i tuoi passi. Chissà come mai, ogni volta che accadeva qualcosa di losco e sospetto, trovavo sempre te ed i tuoi compari.                    

Mi sono trovata  a seguirti in lungo ed in largo, ad ogni ora della giornata e a cercare di prevenire le tue mosse. E sai cosa ho notato in tutti quei giorni passati a spiarti? Che eri cresciuto. Che eri cambiato tanto. Non ero mai riuscita a contare il passaggio del tempo su di me, ma potevo farlo su di te.          

Eri diventato alto, bello, con due occhi da favola e i capelli sempre in disordine non solo per semplice fattore genetico, ma anche per un aiuto tuo personale. Non sai quante risate mi sono fatta, di nascosto, magari dietro ad un libro, quando ti vedevo arruffarti i capelli e gonfiarti come un pallone.      

Mi sentivo sola, però avere a che fare con te era divertente. Mi piaceva pensare a cosa avresti fatto alla tua prossima scorribanda. Mi piaceva spuntare fuori all'improvviso, con un perfetto cipiglio alla McGranitt, e farti la ramanzina. Tu mi fissavi e scotevi il capo.

-Evans, Evans.....perchè non lo dici e basta che sei pazza di me e non puoi fare a meno di seguirmi? Questa scusa della Prefettina Prefetto non regge.- mi dicevi con un ghigno adorabile, per poi voltarti ad incontrare il consenso di Sirius.

-20 punti in meno a Grifondoro Potter e, per informazione, ti stai facendo le favolette da solo.- ti rispondevo io, fiera di averti messo a tacere.

Restavi a fissarmi, allibito, mentre Sirius mi urlava contro che avremmo perso la coppa delle case, Peter gli dava timidamente manforte e Remus scoteva il capo, pronunciandosi in un  esasperato "Io ve lo avevo detto.....".

A quei tempi ti consideravo una persona interessante, simpatica, buffa ma....superficiale. Per questo non potevo dedicarti la mia attenzione più del dovuto.  Non mi prendevi più in giro, ma ti comportavi da idiota, soprattutto quando mi strillavi a destra e a manca di uscire con te ed io ti rispondevo con un esasperato NO. Ma perchè io, poi? Non sono mai riuscita a capirlo. Tu eri come il sole. Bastava entrassi tu in una stanza per illuminarla tutta quanta. Ed era bella la sensazione che provavo. Era come se tutto il mio dolore, tutta la mia frustrazione sparissero. Io ero cupa, silenziosa e poco interessante, anche se credo alcuni studenti mi guardassero con un certo rispetto. Lily Evans, il terrore degli studenti, la prefetto più severa di tutti, la secchiona insuperabile! Però, con il tempo, mi resi conto che...nonostante ti trattassi con diffidenza e severità....tu mi proteggevi sempre. Ogni volta che qualcuno mi diceva parole cattive tu eri sempre pronto a prenderlo a pugni, rischiando poi di farti rimproverare da me. Non so come è accaduto, ma ad un tratto ho avuto la netta impressione che tu mi seguissi. In silenzio, senza farti notare, piano....però lo facevi.                                                                                        

Ed ecco che, quando nessuno mai c'era stato, spuntavi tu. Ogni volta che ne avessi avuto bisogno, il tuo viso sempre allegro ed ironico mi si poneva di fronte. Mi prendevi teneramente in giro, giocavi con me, oppure mi facevi arrabbiare sul serio ed io, presa ad urlarti addosso, mi dimenticavo di ciò che mi aveva fatta stare male. Ed era diventato normale ormai l'averti vicino inaspettatamente.

Tu mi avevi capita. 

Avevi capito Sirius Black, ribelle ed esule. Privo di famiglia. Avevi raccolto il suo dolore con le tue mani gentili ed eri diventato tu la sua famiglia. Lo avevi accolto in una casa che lui avrebbe amato più della sua e non lo avevi  mai abbandonato.

Avevi capito Peter Minus, debole, indifeso, bisognoso di protezione. Ti eri posto come suo baluardo, non appena avevi compreso la sua fragilità. Sotto la tua ala protettiva, sapevi che nessuno avrebbe mai osato colpire quel ragazzino insicuro. Ti eri posto come scudo tra lui ed il mondo.

Avevi capito Remus Lupin, distante e impaurito. Lo avevi accolto con dolce semplicità e lo avevi tenuto ancora più vicino a te, al gruppo, quando avevi scoperto cosa si nascondeva dietro a quegli occhi impauriti. Avevi fatto di tutto per potergli essere vicino, sempre.

E avevi capito me, insieme alla mia oscurità. E, così piano che non me ne accorgevo, avevi cominciato a lavarla via.

Te lo ricordi quel pomeriggio passato davanti al lago, finiti i G.U.F.O? Ricordi le parole che mi hai detto? Io credo che non le dimenticherò mai. Quando  ti vidi, quel caldo pomeriggio di tarda primavera, seduto sulla riva del lago, solo, mentre mi davi, ignaro, le spalle, non potei fare a meno di avvicinarmi.

Non volevo che tu sapessi che ero lì, ma volevo anche parlarti. Confusa. Insignificante. Stupida. Brutta. Non adatta a te.

Ma mentre mi avvicinavo, piano, un rametto sotto ai miei piedi finì per tradirmi. Tu ti voltasti, sorpreso, e la tua meraviglia crebbe quando ti accorgesti di me. Cosa avrai pensato in quel momento? Io, quando ti guardai in quegli occhi pieni di sole, semplici, belli, buoni, mi accorsi di essermi innamorata di te.  Il sole stava tramontando e tu eri bagnato di luce rossa. Eri bello. Bellissimo. Almeno per me. Il mio cuore prese a battere fortissimo, così forte che avevo paura che tu stesso potessi sentirlo.

-E-Evans....?-

Non volevo innamorarmi di te. Non volevo innamorarmi di uno scapestrato, io avrei voluto un tipo dolce, tranquillo ed educato. Non un teppista che infastidiva le persone, scriveva sui muri della scuola e tormentava i custodi. Tu non eri fatto per me, continuavo a ripetermelo come un ritornello. 

-Ciao...- dissi io, timidamente. Non riuscivo più a parlare ed anche dire quella parola mi costava così tanto...

Stranamente, la tua sorpresa scomparve ed al suo posto assumesti un'aria diabolica che non prometteva nulla di buono. In una frazione di secondo mi scagliasti contro un palloncino pieno d'acqua centrandomi alla perfezione. La mia camicetta era andata, perchè avevi usato inchiostro colorato, non...acqua. Per un attimo rimasi come imbambolata, poi mi scatenai come una furia. Basta essere presa in giro. Non mi sarei fatta umiliare neppure da te!

-IDIOTA!- ti urlai, piena di una rabbia non destinata tutta quanta a te. -Dimmi la verità, tormentarmi è il tuo passatempo preferito, non è vero? Ti diverti tanto a farmi passare da stupida davanti a tutti, dicendo che mi piaci e che desidero alla follia uscire con te?! Ma che accidenti vuoi da me?! Che accidenti VOLETE da me?! RISPONDI!!!-

Non era normale arrabbiarsi così tanto per un palloncino. Ma non era quello il motivo della mia rabbia, era soltanto un pretesto per poterti buttare addosso tutta la mia frustrazione, che non era neppure mirata a te. Ero arrabbiata, stanca, ferita, sola....  

Tu non eri niente di tutto questo ed io ti amavo. Volevo farti male proprio per questa ragione.

Tu non sembrasti affatto stupito della mia sfuriata senza senso. Anzi, mi guardasti con aria quasi soddisfatta.

-Finalmente ti sei messa a graffiare! Era ora che imparassi a difenderti. La prossima volta che uno di quegli idioti ti tratta così...perchè non gli rispondi in questo modo, eh Evans?-

Io ti guardai con aria interrogativa.

-Quanti dispetti ti ho fatto da quando ci siamo incontrati sul treno al primo anno?-

-Praticamente ogni giorno, stupido...- borbottai io, guardandoti con rimprovero.

-Volevo provocarti!- dicesti tu ridendo e mettendoti in piedi. - Sei sempre così seria e taciturna, sembri una bambola di porcellana. Quando ti infastidiscono stai in silenzio e li lasci fare, sembra quasi che tu ci goda a sentirti trattare così. Cosa c'è Evans, ti diverti così poco a vivere la tua vita da adolescente?-

Avevi gli occhi di un bambino che non sarebbe mai cresciuto e le mie gambe tremavano sotto quello sguardo limpido. Non potevi capire il mio vuoto, la mia tristezza nell'essere sola ed abbandonata e proprio perchè non lo capivi, tu potevi salvarmi.

Mi portai le mani al viso e mi accorsi che piangevo. Non avevo mai pianto prima di quel giorno. Avevo voluto crescere in modo da essere forte ed indipendente, perchè nessuno, in quel nuovo mondo, mi avrebbe mai sostenuta. Tu riuscisti a farmi piangere James, ti sarò sempre grata per questo.

-Lily....-

Sentirti pronunciare il mio nome mi provocò un dolce sussulto.

-Io credo che tutti quanti siano delle persone speciali....- mi dicesti, tornando a darmi le spalle e a fissare il sole che pareva immergersi nel lago.

-Anche Severus?- mi sfuggì di dire, mentre le mie labbra si piegavano in un sorriso.

Ti sentii sorridere a tua volta. -Beh, non proprio tutte tutte....- ti correggesti in modo buffo.

Scoppiai a ridere tra le lacrime.

-Vedi...- riprendesti, tornando serio.- Tu mi dai l'idea della classica persona che non si sente accettata e si trascina con fatica in mezzo agli altri. Sei diventata fredda ed indifferente, questo è molto comodo per te...ma non credo che alla fine ti aiuterà. Io non potrei mai vivere come te. Se qualcuno mi chiamasse Mezzosangue non mi limiterei ad un semplice "Levicorpus". Tu invece scoppi in lacrime e scappi...cosa credi di fare in questo modo? Non hai il coraggio di ribattere perchè li vedi troppo in alto rispetto a te? Se è così allora sei veramente stupida.- dicesti, finendo per voltarti ancora verso di me. -Non c'è nessuno più in alto oppure più in basso di te. Il rispetto non lo devi chiedere, lo devi pretendere. Soprattutto da loro.-

-Ma io...- provai a replicare. -Io non sono come te, Potter. Se tu dici qualcosa tutti quanti, sta sicuro, ti ascoltano. Io....mi ignorano! Mi ignorano perchè sono una lurida nata Babbana e anche la mia famiglia si è allontanata da me perchè sono una strega! Nessuno mi vuole capisci!? Mia sorella mi disprezza, non vuole più saperne di me ed i miei genitori mi temono! Tu non sai quello che provo io!!! Vivo in due mondi e nessuno di questi mi accetta!-

Sentivo le mie guance arrossarsi e rigarsi di lacrime, il mio cuore battere furioso e la mia testa scoppiare. Quanto avevo tenute chiuse quelle parole...

Mi ci volle un pò per capire che mi stavi abbracciando. Piano, con dolcezza, tenendomi stretta teneramente a te, non volevi più lasciarmi andare. Sentivo il tessuto fresco della tua camicia sotto le mie mani e la tua presenza, calda, abbracciata alla mia. Un attimo e ti strinsi forte. Tu facesti lo stesso. Non volevo lasciarti più, perchè tu eri troppo dannatamente importante per me. Capii in quell'istante che non potevo permettermi di perderti. Eri necessario per la mia felicità. Un giorno senza te equivaleva ad un milione di anni ed il tempo che passai ad abbracciarti non mi pareva mai abbastanza. 

-Lo so, Lily.-  mormorasti piano, ancora tenendomi stretta. -L'ho capito dai tuoi occhi, dal tuo modo di essere sempre così sola....Nessuno si isolerebbe mai, se non fosse costretto a farlo.-

-Io...io non so ....non so come....- 

Mi accarezzasti piano i capelli, quando comprendesti che non avevo più la forza di parlare.

-Quanta tenerezza mi fai....- dicesti ed io capii che eri sincero. -Voglio starti vicino, fino a quando non sarai tu stessa a cacciarmi via. Proverò a capirti e quando starai male io...ti prometto che ci sarò. Farò a Malfoy tutti gli occhi neri che vorrai, mu tu smettila di piangere. Io vorrei...vorrei vedere tantissimo il tuo volto felice. Tu sei una persona meravigliosa, Lily Evans.-

Non ti risposi, non ce l'avrei fatta, però compresi che tu avevi capito ugualmente. Te la ricordi quella sera James? Se ci ripenso, sento ancora quel dolce batticuore. A me piace ricordarla come la sera in cui mi innamorai.

Ti ricordi cosa successe dopo? Non ci siamo mai divisi dopo quella volta. Tornammo a scuola tenendoci per mano, stavamo insieme, e neppure ce lo eravamo detto. Una implicita constatazione. Il palese intreccio di due mani. Io e te....

Cominciai a frequentare i Malandrini, sedendo con voi in classe, a tavola ed in sala comune. Anche in biblioteca non ero più sola. Tu eri agli allenamenti di Quidditch e quando eri libero ti guardavi bene dal passare in biblioteca per studiare. Venivi ad infastidire me, ed io attendevo con ansia quei momenti, per poi andartene quando io ti brontolavo scherzosamente che dovevo studiare e che lo studio era più importante del mio ragazzo.

Tu mettevi un broncio offeso adorabile e te ne andavi facendomi la linguaccia, lasciandomi alla compagnia di Remus, il mio primo compagno di studi. No, non ero più sola. 

Il sesto anno fu il più bello della mia vita. Passammo l'estate a scambiarci lettere chilometriche ed io stavo continuamente alla finestra aspettando i tuoi messaggi. Ero così desiderosa di te, delle tue parole, che la mia famiglia non contava poi molto nelle mie giornate.

A Settembre non mi feci il viaggio in treno da sola, come sempre, ma con uno stravagante gruppo di ragazzi che si facevano chiamare Malandrini e che mi facevano morire dal ridere. Lì, tra gli abbracci maldestri e affettuosi di Sirius, le timide parole di Peter, la dolcezza pacata di Remus ed il tuo affetto spropositato unito alla tua allegria contagiosa, sentii che non potevo essere davvero più felice. 

Ti guardavo scherzare con gli amici, tornare stanco dagli allenamenti, ridere delle battute dei tuoi compagni e l'unica cosa che volevo dirti era "Ti amo". Volevo davvero dirtelo, ma la mia timidezza me lo impediva. E poi non volevo metterti con le spalle al muro a causa dei miei sentimenti così forti. Forse tu...neppure provavi un complesso tanto grande nei miei confronti. Come potevo?

Ti avevo detto che non avevo mai baciato nessuno e tu non avevi mai provato ad avvicinarti a me in quel modo. Da Settembre, quando ci eravamo ritrovati, avevo capito che lo volevi, ma io avevo paura. 

Sapevo che eri stato con molte ragazze ed io ero così infantile ed inesperta rispetto a loro... Temevo di deluderti, che non sarei riuscita a fare bene, ad essere degna di te. Così rimandavo e facevo in modo e maniera che, ogni volta che eri troppo vicino, accadesse sempre qualcosa che riuscisse ad allontanarti da me.

"Dai scemo, c'è la McGranitt!"

"Devo studiare! Non distrarmi, ok?"

"Ah! Rem, vieni un pò qua, devo dirti una cosa!"

Ma tu non ti arrabbiavi, o almeno non lo davi a vedere. Mi facevi una carezza, mi sfioravi una guancia con le labbra, e ti allontanavi subito. Credo che tu sapessi che le mie erano solo scuse. Chissà, magari in dormitorio, con Remus, Sirius e Peter, tra maschi, ti deprimevi e ti facevi consigliare da loro.

Te lo sei sudato quel bacio, eh, James- Sono Figo- Potter?

Ti ricordi come è stato bello quando è successo?

Io ero seduta sulla staccionata di vecchio legno che delimitava il perimetro del terreno appartenente alla Stamberga Strillante. Nevicava piano.                  

Non ero stata molto entusiasta di andare così vicino a quella casa inquietante, ma quando ti avevo detto che avevo paura delle voci che si sentivano in giro a riguardo, avevi fatto un sorrisino che voleva dire tutto e niente e, prendendomi per mano, mi avevi portata là. Ti avrei seguito ovunque.

Tu te ne stavi in piedi, davanti a me, e fissavi la vecchia abitazione con sguardo assorto, io, che le davo le spalle, mi voltai un poco per vedere a mia volta.

-Cosa c'è?- ti chiesi.

-Oh, niente.- dicesti con un sorriso. -Pensavo che sarebbe molto divertente scorrazzare sulla neve così fresca. Devo riferire.-

-Come?-

-No....Niente.-

Il mio sguardo interrogativo e curioso doveva essere davvero buffo, perchè tu ti mettesti a ridere. Al collo indossavi la sciarpa che ti avevo regalato pochi giorni prima, a Natale, e questo riusciva a darmi una tale felicità che non ero in grado di esprimere. Ero completamente presa da te, James Potter. 

-Un giorno ti racconterò un segreto...il mio segreto più grande!- mi dicesti, con fare da cospiratore. 

-Perchè non adesso?- ti domandai, curiosa. 

-Perchè sei un'antipatica e dedita Prefetto Prefettina e non sarebbe per nulla saggio metterti al corrente di certe cosucce....-

Sgranai gli occhi e ti fissai con severità, pronta a farti confessare. Tu ridesti ancora di più e mi abbracciasti, ignorando le mie proteste che durarono ben poco. Fu in quel momento, credo...

Quando ti staccasti da me, così piano che avevo ancora l'impressione di esserti abbracciata, provai davvero il desiderio di baciarti. 

I tuoi occhi scintillavano per il divertimento e le tue labbra erano piegate in un sorriso sereno che ti avevo sempre invidiato.

Ti avvicinasti al mio viso, ma non provasti a baciarmi. Probabilmente credevi che, se tu lo avessi fatto, io mi sarei messa a chiederti come ti andavano gli allenamenti di Quidditch con le nuove reclute.

Invece, arrossendo furiosamente sulle guance, artigliando con le mani il legno della staccionata, posai lo sguardo sul tuo. Ti sorrisi, anche se parecchio incerta su ciò che stavo per dirti, per chiederti di fare.

-Puoi....puoi farlo. Se vuoi....- ti dissi in meno di un sussurro. Non ti guardai in faccia, perchè non volevo ASSOLUTAMENTE vedere la tua espressione. Di fatti non ho mai saputo come reagisti a quelle mie parole. Sentii una tua mano posarsi sulla mia guancia ed accarezzarmi con dolcezza. 

-Davvero?- mi domandasti con calma. 

Io annuii, sul punto di prendere fuoco. 

Quando le tue labbra si posarono sulle mie, lo fecero così delicatamente che mi sembrò una carezza. Credo che tremai, ma tu mi stringesti forte. La neve continuava a cadere ed io non la vedevo più. Chiusi gli occhi. Non mi importava più di niente. Nè del tema di pozioni da consegnare Lunedì, nè che poteva arrivare qualcuno da un momento all'altro, nè che io non avevo davvero idea di come si bacia. Quando la tua lingua scivolò tra le mie labbra per incontrare la mia non mi ritrassi, anche se, solo per un attimo, pensai di farlo veramente. Mettendo una mano dietro alla mia nuca mi attirasti ancora più vicino al tuo viso, incrociando le nostre bocche perfettamente.

Avevi le labbra così morbide che non mi stancavo di sfiorarle. Sarei rimasta lì a baciarti per l'eternità, non c'era davvero alcun problema. Maldestra, rischiai di scivolare giù dalla staccionata, riuscisti a prendermi in tempo, mentre ancora mi baciavi. Sentii distintamente le tue labbra, posate sulle mie, piegarsi in un sorriso. 

Ti allontanasti da me ed io sperai che tu non vedessi il mio rossore. Non volevo apparire come una ragazzina stupida, ma era il mio primo bacio. Il mio primo bacio in assoluto ed era stato con te. Poggiasti la fronte sulla mia, tornando ad accarezzarmi.

-Va tutto bene, piccola?- mi chiedesti. 

Io annuii. Il mio cuore fece un sussulto e sentii qualcosa, caldo e dolce come il miele, scivolarmi nel petto.

-Ti amo.- 

Te lo dissi così. Senza nessun discorso introduttore, senza tanti giri di parole. Te lo dissi piano, ma tu riuscisti a sentirlo lo stesso. Eravamo così vicini, che avresti potuto baciarmi ancora subito...  

Temevo quello che mi avresti risposto e stavo ben attenta a guardarti. In quei momenti era davvero una consolazione avere un bel paio di scarpe da fissare. Tu mi facesti sollevare il viso così potei vedere che mi stavi sorridendo.

-Anche io, Prefettina ficcanaso. Anche io.-

Sei sempre riuscito a far battere il mio cuore come un tamburo, a farmi sentire le gambe molli, a farmi tremare ed arrossire furiosamente. Quando ti vedevo arrivare sentivo una strana morsa stringermi dolcemente lo stomaco. Quando ti sedevi accanto a me e mi passavi con disinvoltura un braccio intorno alle mie spalle venivo scossa da un brivido. Sempre e solo tu.

Certo, a volte discutevamo. Io non sopportavo che tu continuassi a guerreggiare con i Serpeverde e tu non sopportavi che io passassi molto tempo a studiare e, in questo modo, non ti venissi a guardare mentre ti allenavi. A volte mi dicevi che ero scontrosa e freddina, una Prefetto troppo Prefetto, che soffriva di quelli che tu chiamavi "attacchi di Prefettinite acuta all'ultimo stadio".

Poi facevamo pace. Ed era bello fare pace con te. Una volta mi hai confessato che ti piaceva litigare con me per poi avere una scusa per baciarmi e fare la pace. Maledetto Potter!

Hai sempre dato per scontato che io ti dicessi sempre di sì. Che qualunque cosa volevi, io ti avrei sempre accontentato. Ed  è stato così. Non sono mai riuscita a dirti di no, anche perchè, in fondo, non lo volevo affatto.

Non ti ho detto di no neppure quella sera, al nostro settimo anno, quando tu mi hai chiesto di fare l'amore con te. Stavo studiando e quando sentii le tue labbra formulare quella domanda, la mia piuma cessò di scribacchiare sulla pergamena ingiallita.                                                                                          

All'inizio ho creduto tu stessi scherzando, poi ti ho guardato negli occhi ed ho visto che eri serio. Cosa potevo risponderti?

Eravamo nella mia camera di Caposcuola e tu stavi seduto sulla sedia vicino alla mia, continuando a guardarmi senza imbarazzo. Sei sempre stato un tipo molto diretto, devo riconoscerlo. Indossavi la tua uniforme da Quidditch, un pò spiegazzata dopo l'allenamento. C'era Corvonero da battere quel fine settimana, non facevi che ripetermelo.

Non credo di avere avuto la forza per pensare a qualcosa, a qualsiasi cosa. Non me lo aspettavo così. Come al solito, tu eri riuscito a sorprendermi.          

Mi chiesi perchè in quel momento, perchè così. Perchè dovevi sempre essere così strambo, James Potter?

"Voglio fare l'amore con te, Lily."

Quelle parole continuavano a risuonare nella mia mente, rendendomi confusa. Ti piegasti su di me e mi baciasti, senza aspettare una mia risposta. Forse avevi già capito. Forse avevi già compreso che mai, MAI, ti avrei detto no. Ti volevo, ti volevo così tanto che a volte il mio desiderio di te mi faceva paura. Mi ero vergognata quando avevo scoperto di fare certi pensieri su di noi, mai te ne avevo parlato. Avrei preferito impiccarmi.

Avevo paura, come tutti hanno paura di qualcosa di cui hanno sentito parlare dagli amici ma che, fondamentalmente, non conoscono. Io avevo Sirius come oratore di incontri romantici tra coppiette. Spesso, lui era coinvolto in prima persona. Però non era lo stesso.

Ero in imbarazzo ed insicura di quello che facevo, ma tu eri gentile, come sempre. Non ti imbarazzasti quando, con le labbra premute sulle tue, io cominciai a toglierti l'uniforme da gioco. E fu con calma e pazienza che tu mi spogliasti dei miei vestiti, togliendomi il maglioncino grigio, poi la cravatta, la camicetta, la gonna a pieghe...

Tremavo, ma non era per il freddo. 

Un attimo e mi trovai sdraiata sul mio letto con te sopra di me, intento a sfiorarmi il collo con baci incandescenti. Ed era bello stringerti così. Non avevo paura, con te non avevo paura di niente. Infondo, era solo amore. Non si può avere paura dell'amore. 

Quella volta ho imparato a memoria ogni singola cellula del tuo corpo. Eri troppo bello. Eri troppo dannatamente perfetto. Troppo dolce, troppo divertente, troppo intelligente, troppo innamorato, troppo James Potter. 

E' stato bello poterti accarezzare come da tempo volevo e sentire i tuoi muscoli contrarsi sotto al mio tocco. E' stato meraviglioso scoprire che riuscivo a farti sospirare di piacere. Ed è stato ancora più bello vedere il tuo viso arrossato ed accaldato come il mio. 

Restai sveglia tutta la notte ad osservarti. Immobile, perchè non volevo che tu ti svegliassi. La luna ti illuminava con i suoi pallidi raggi, ma tu continuavi a dormire, stretto a me. Spiacente Luna, lui, il Sole, è mio. Quella notte non era ancora piena, perciò sapevo che non saresti scomparso da nessuna parte per  fare compagnia al nostro Remus, insieme ai ragazzi. Potevo tenerti tutto per me.                                                                                                            

I miei occhi non si chiusero mai, volevo impararti a memoria. Se ti fossi accorto di questo ti saresti insuperbito ancora di più, non è vero?                          

Felici, semplicemente felici, quando eravamo insieme.

Fuori dal nostro mondo fatto di libri, compiti ed interrogazioni, lontano da partite di Quidditch  e dolci "ti amo" detti sotto le lenzuola, si stava scatenando una guerra che avrebbe sconvolto le nostre giovani vite. Noi osservavamo quegli avvenimenti quasi con distacco, convinti che quelle atrocità non ci avrebbero mai toccati. I giornali urlavano la guerra, gente moriva, si stava per cadere in un baratro senza fine. 

Ma le tue braccia erano accoglienti, il tuo sorriso sempre spontaneo ed io mi sentivo lontana da tutta quella desolazione. Ero preoccupata, certo, ma bastava poco ad allontanarmi da quelle notizie distruttive.

Bastava un tuo bacio dato per gioco, bastavano le battute demenziali e la risata contagiosa di Sirius, bastavano i discorsi di Remus durante le nostre ore di studio in biblioteca, bastava vedere Peter che cercava sempre di starci vicino.

Bastava poco ed ecco che il mio mondo dorato tornava.

Poi, quando credevo che niente al mondo ci avrebbe mai divisi, che saremo sempre stati insieme, ecco giungere, cattiva e spietata, la lite. La nostra collisione. La fine del nostro mondo fantastico.

E' accaduto quando ormai avevamo cominciato  studiare per i M.A.G.O.

Una sera come le altre. Io seduta su una poltrona della sala comune, intenta a leggere un pesante libro di Trasfigurazione. Te ne eri andato da un pò, dicendomi che Silente ti aspettava nel suo ufficio.

Guardavo di tanto in tanto il ritratto, preoccupata. Chissà cosa avevi combinato quella volta e vicino agli esami finali per giunta! Possibile che non fossi riuscita a tenerti d'occhio abbastanza. Il giorno prima ti avevo beccato in fragrante insieme a Sirius ed ero riuscita a mandare a rotoli il vostro piano, architettato in gran segreto alle mie spalle, ai danni di un gruppo di Serpeverde del primo anno. Essere amica di Remus aveva i suoi vantaggi.

Cos'altro avevi architettato ed in così poco tempo, che fosse tanto grave da portarti dal Preside?

Sospirai, tornando al mio libro. 

Fu in quel momento che tu entrasti in sala comune, provocando le risatine ed i sospiri di tante ragazzine. Avevi un'espressione strana, me ne accorsi subito. Quando alzasti lo sguardo su di me, incrociando i miei occhi, capii che eri serio e non c'era da scherzare. Non avresti riso. Nella mia testa cominciò, con mio grande orrore, a risuonare a grandi toni la parola ESPULSIONE. Se avessi avuto una sessantina d'anni in più sarei morta sul colpo d'infarto.

Ti avvicinasti a me e mi prendesti per mano. 

-Vieni con me.- mi dicesti soltanto.

Ti seguii. Spaventata e dannatamente preoccupata per te.

Andammo in camera tua e tu mi facesti sedere sul tuo letto, restando in piedi, distante da me. Non riuscivi a guardarmi in faccia. Questo mi mandò nel panico. Tu, sempre così sincero e schietto, non riuscivi più ad essere diretto con me. Cosa era accaduto?

-James?- ti chiamai.

Sapevi cosa sarebbe accaduto una volta pronunciate quelle parole, una volta detta la verità. Lo sapevi. Avevi paura, tanta paura. Eppure dovevi dirmelo, perchè tanto lo avrei scoperto da sola e tu non sei il tipo che ama agire alle spalle.                                                                                                                  
Alzasti il volto, puntando i tuoi occhi nocciola sui miei, in un tentativo di tornare il ragazzo spavaldo che tutti conoscevano.

-Devo dirti una cosa, piccola.- mi dicesti in tono serio. Io mio sentii raggelare. Non avevi mai usato quel tono con me.

-Finita la scuola, io studierò per diventare Auror. Voglio entrare a far parte dell'Ordine della Fenice e dare una mano a Silente, come lui mi ha proposto.-

Dicesti tutto molto velocemente, credendo che così, magari, sarebbe stato meno doloroso.

E io, invece, mi sentii morire. Auror equivaleva a pericolo di vita. Ordine della Fenice era equivalente a Morte.

Non avrei mai creduto che tu, proprio tu, avresti scelto una strada simile. Te ne stavi andando da me e, facendo quella scelta, distruggevi il nostro universo felice. Non sarebbero mai tornati quei giorni. Mai più.

Mi accorsi che eri cresciuto. Che davanti a me non c'era più soltanto il ragazzo mezzo matto che imitava la McGranitt per far ridere il suo pubblico, che sfilava tutto tronfio quando vinceva l'ennesima partita di Quidditch, adesso c'era anche un giovane uomo che aveva scelto la sua strada.

Dov'era finito James Potter l'idiota? Quello che faceva venire le crisi isteriche a Mastro Gazza, che mi urlava di uscire con lui, che tormentava Piton?

E allora capii. Io ero rimasta la ragazzina spensierata che era stata al tuo fianco, ancora persa nel suo fiabesco mondo di adolescente, mentre tu avevi preso, all'improvviso, una strada diversa dalla mia. Eri uscito dal nostro mondo e ti eri cominciato ad interessare ad un altro, dove c'era bisogno anche di te, di tutti noi. Quando era accaduto? Quando, quando maledizione, tu avevi cambiato percorso ed avevi lasciato la mia mano? Perchè non me ne ero accorta?!

Capii che te ne stavi andando via, che dicevi addio al nostro nido fatto di armonia, amore, spensieratezza e non lo accettai. Ero troppo bambina, troppo egoista, troppo gelosa di te.

Ti scagliai contro parole crudeli, dettate dalla mia rabbia. Non potevi tradirmi così. Se mi abbandonavi, lo avresti fatto in lacrime. Mi tramutai in un mostro. Ti urlai che eri insensibile, che non ti importava del nostro futuro insieme, che stavi rovinando tutto, che saresti morto e che mi avresti lasciata sola, che non mi amavi. No, non mi amavi più. Se avevi preso una simile decisione, allora non mi amavi più. Tu provasti a farmi capire le tue ragioni, a farmi ragionare, ma ogni volta che aprivi bocca io ti aggredivo. 

Ed il tuo sguardo, da preoccupato e deciso, a poco a poco, si incupì. 

Ti avevo deluso e neppure me ne accorgevo, troppo intenta a farti del male.

La tua ragazza, il tuo amore, la tua forza, colei che aveva giurato di non abbandonarti mai, non ti stava capendo, non ti stava dando possibilità di spiegare e ti accusava di non amarla, quando invece avevi passato ogni santo giorno a ricordarglielo.

Te ne andasti, sbattendo la porta, in un muto silenzio, lasciandomi sola. Finita. Avevamo distrutto tutto. Avevo distrutto tutto.

Passammo l'ultimo mese di scuola ad ignorarci, mentre voci maligne proclamavano ai quattro venti che James Potter e Lily Evans si erano lasciati James Potter, l'idolo, era tornato, anche se per poco tempo, la preda più ambita. Corse per cercare di prendersi un tuo bacio, prima che tu te ne andassi per sempre da Hogwarts.

Io mi rinchiusi in me stessa, ritrovando una Lily che credevo di avere perso ormai da tempo. E tu diventasti lo spettro di quello che eri. Faceva male essere divisi, eppure nessuno di noi due accennava a tornare dall'altro, convinti nelle nostre idee. 

Non servivano i rimproveri di Sirius, nè le sollecitazioni di Remus. Li cacciavamo via in malo modo. Loro non potevano capire, stavolta no. Anche se nostri amici, anche se importanti, non potevano comprendere quell'atroce sentimento che ci avvelenava.

Ce ne siamo andati da Hogwarts, la nostra casa, senza neppure guardarci negli occhi. Divisi.

Ed è per questo motivo che adesso sono qui, proprio qui. Questi mesi senza di te mi hanno uccisa, mi hanno logorato rendendomi irriconoscibile. Non posso perderti James, non posso e basta. Tu mi sei entrato dentro, nella mia pelle, nel mio sangue, nella mia anima, per sempre. Perdonami se sono stata una ragazzina che si è rifiutata di crescere e di seguirti. Quando avrei dovuto incoraggiarti e starti vicino, non l'ho fatto, mentre tu, invece, ci sei sempre stato.

Però ho avuto paura. Paura di non riuscire a seguirti, stavolta. Paura che in questo viaggio, così complicato e pericoloso, non sarei riuscita a starti dietro. Paura di perderti. Paura, perchè so che potresti lasciarmi per sempre. Potresti morire, distruggendomi.

Però, nonostante tutto, nonostante la paura, una cosa certa ce l'ho. Ti amo.

Ti ho amato da ragazzini. Ti amo adesso giovane donna di diciotto anni. E ti amerò. Anche quando tutto si sfascerà, anche quando la paura sarà così forte da schiacciarci, io ti amerò. Questa è la mia sicurezza. 

Ti seguirò, ovunque tu andrai. Non avrò paura, basterà che tu mi tenga per mano. Non abbandonarmi Sole, non smettere di regalarmi la tua luce così calda. So che ti ho deluso, ma dammi un'altra possibilità. Con te non ho paura. Se ci sei tu, tutto sparisce. Se sei con me, so che potrei combattere con Voldemort in persona.

Questa guerra la dobbiamo affrontare insieme, come abbiamo sempre fatto. Sarò forte e ti seguirò. Non mi tiro indietro. Voglio stare con te, ovunque tu andrai. Non importa il dove, ma insieme. Senza di mi sento debole, insicura, triste, sciocca. Mi sento spaccata a metà.

Non mi importa se, percorrendo questa strada, potrei andare incontro alla morte. L'importante è stare con te, costruire qualcosa con te. Non mi importa di morire, mi basta vivere il tempo che mi è concesso al tuo fianco. Felice, libera, amata, come solo tu mi fai sentire.

Per questo sono qui, di fronte all'accademia dove si addestrano gli Auror. Il portone principale è molto grande, mi mette inquietudine ed io non mi decido ad oltrepassarlo. Il guardiano già da un pò mi sta osservando, quasi con sospetto.

-Da quella parte si va al dipartimento degli Auror, signorina.- mi dice alla fine.

Io annuisco. Lo so. 

Mi chiedo come reagirai, vedendomi dopo tanti mesi passati lontani. Forse non vuoi più saperne nulla di me, forse hai un'altra ragazza. Hai tutte le qualità per non rimane da solo. Se non mi vorrai, allora io farò come un tempo tu hai fatto con me. 

Ti urlerò di uscire con me ogni volta che ti vedrò, anche se sarà umiliante, non ha importanza. Ti seguirò in silenzio e sarò pronta ad intervenire per proteggerti. Sempre.

Torno a guardare il guardiano, che ancora mi sta squadrando con sospetto. Mica starà pensando che sono una Mangiamorte?!

-Emm...scusi.- dico avvicinandomi. -Potrebbe farmi un favore?-

Quello mi fissa, come se si aspettasse che io tiri fuori la bacchetta da un momento all'altro e gli lanci una maledizione senza perdono. Annuisce, un pò troppo lentamente, forse.

-Può chiamarmi James Potter?, so che studia qui. E' importante. Gli dica che lo cerca Lily Evans.-

Non muove un muscolo. Magnifico!

-Senta, è veramente necessario! La prego!-

-Cosa avrebbe da dire di così importante a Potter che non può dire a casa, dopo le lezioni?-

Non posso dirgli che, probabilmente, James neppure mi farebbe entrare in casa sua. Questo è l'unico modo che ho per incontrarlo. Faccio un bel respiro e mi butto.

-Senta, ho combinato un casino. Il casino più stupido della mia vita!- dico, mentre quello mi fissa senza prendermi sul serio. Sta pensando che una ragazza di diciotto anni ne combina a mille di casini e nessuno così grande da sconvolgerle la vita. -La prego, se non lo faccio adesso, è finita! Devo parlare con James, per favore. Forse, potrei non avere più il coraggio di farlo, una prossima volta.-

-Problemi da innamorati?- chiede, con fare annoiato.

-Sì, in un certo senso.- 

Fa un sospiro e si alza dalla sua sedia, lasciando la scrivania sotto il mio sguardo felice e grato. Non credevo che lo avrebbe fatto. Chissà, magari anche lui ha sofferto per amore e adesso vuole aiutarmi. Miracolo! Sta andando verso la porta!!!

-Io te lo chiamo, poi staremo a vedere.- mi dice, prima di entrare.

-Grazie.-

Sparisce dietro quella porta, lasciandomi con una terribile angoscia addosso. Ho paura. Non so cosa dire, né cosa fare. Ma so che devo stare qui.

E se lui non venisse? Se una volta sentito il mio nome decidesse di lasciarmi perdere e di ignorarmi? E se fosse davvero finita ed io mi stia illudendo? Cosa potrei fare se da quella porta uscisse solo il custode? Ne morirei, lo so.

Sto lì a rimuginare, quando, ad un tratto, dall'altra parte del portone semi aperto, sento dei passi ed una voce. La sua voce!

-Senta, ma è sicuro di non starmi prendendo in giro? Non è che è una delle trovate idiote di quell'imbecille di Sirius?-

-Signor Potter io non ho niente a che fare con il Signor Black, che, peraltro, è ancora nella classe che lei ha appena lasciato.-

Mi sento mancare e le gambe stanno cedendo. Cadrò a terra lo so. Sono terrorizzata e non so proprio come fare per convincerlo a tornare da me. Forza, Lily! Sei stata una Grifondoro, no? Tira fuori gli artigli e combatti per ciò che vuoi, proprio come ti ha detto una volta proprio il tuo James!

Il portone si apre. Ne esce il custode, con aria irritata e lui. Lui. Il mio lui.

Appena lo vedo sento il mio cervello andare in tilt. Dannazione, avevo un bel discorsetto pronto da dirgli!!! Vabbè, improvviserò. Sono sempre stata brava a farlo, è in questo modo che riuscivo a strappare alla McGranitt un Eccezionale alle interrogazioni di Trasfigurazione!

Lui distoglie lo sguardo dal custode e lo punta su di me. E' sorpreso di vedermi per davvero davanti a lui, lo noto dal suo sguardo. Per un pò mi fissa, come a voler confermarsi che è tutto vero, che sono io. Io lo guardo a mia volta e cerco di non mettermi a piangere, anche se sento i miei occhi farsi umidi e la mia gola strozzata da un nodo invisibile. Vorrei buttarmi ai suoi piedi, implorandolo di riprendermi con sè, ma sarebbe troppo da codarda. Io devo parlargli, spiegarli.

Poi, ad un tratto, succede. Lui mi sorride. E io capisco.

Non è mai finita. Il suo sorriso è sempre bello e dolce, è ancora rivolto a me. Dio, come sono fortunata....

-James...- dico, facendo un passo verso di lui. -Io...io ti devo parlare.-

Lui scuote il capo, con quei bei capelli corvini perennemente spettinati. E' bello il mio amore. Lui è il più bello di tutti.

-Non ha importanza.- mi dice. -Ho capito.-

Guardami negli occhi, James. Puoi vedere che ti amo ancora? Che non ho mai cessato di farlo? Ti ricordi come è stato bello quando eravamo io e te?

-Se ne avete per molto, fuori dai piedi.- si intromette il custode, mentre si accende la pipa. -Qui ci passa gente, non so se mi spiego.-

Mi ero scordata che c'era anche lui. Arrossisco.

In un attimo James mi è accanto e riaverlo vicino è come tornare a respirare.

-Non si preoccupi, ce la filiamo!- dice con il suo migliore sorriso da Malandrino.

Mi prende per mano ed il mio cuore perde un battito. Comincia a correre, portandomi via con sè.

-"Ce la filiamo"?Potter, tu hai lezione!!!! Torna indietro! POTTER!!- urla il custode alle nostre spalle.

Ma nè io nè James lo ascoltiamo più.

Uniti, continuiamo a correre. Mano nella mano, insieme, una strada tutta per noi. 

So che nessuno ci dividerà mai. Neppure la morte. 

Andremo avanti insieme, lo so. Non c'è più nulla che io possa temere. Gli spiegherò tutto, gli chiederò di perdonarmi e torneremo ad essere quelli di una volta. Perfetti solo se uniti.

Il corridoio è vuoto, tutto per noi. E continuiamo a correre, ridendo.

Mi volto a guardarlo. Vorrei dirgli tante cose, ma non so da dove cominciare.

Vorrei dirgli tante cose, davvero un monte, ma lui non me ne dà la possibilità. Mi stringe a se e mi bacia. Proprio nel modo dolce ed affettuoso che io riconosco. E' bello stare così. E' bello tornare ad essere insieme. Non sbaglierò più amore, te lo prometto.

Gli sussurro queste parole sulla sua bocca. 

E lui sorride, tornando a baciarmi. Quasi avido delle mie labbra. Rido anche io, rido tra i baci e rispondo alla sua stretta, quasi dolorosa.

So che dovremo affrontare tante difficoltà. So che c'è una guerra da combattere. So che ci sarà da perdere tanto.

Ma saremo noi due.

E non c'è niente di più importante al mondo.

 

 

***

 

 

Fineeeee!!!!!!!!!Ok, questo strazio è terminato raga, adesso potete pure scappare schifati. Detto questo, vi saluto. Un abbraccio a tutti quelli che hanno letto questa fic, spero vi abbia suscitato qualcosa e sia stata di piacevole lettura. Mi farebbe piacere se recensiste, anche per darmi delle critiche. Ho davvero bisogno di conoscere il parere di altri, altrimenti non mi sarei aggiunta al sito.

Di nuovo grazie a tutti!^^

Ciao, ciao

Lady Tsepesh

 

  
Leggi le 22 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lady Tsepesh