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Autore: Clove_HungerGames    22/10/2012    2 recensioni
" Cato, Cato!" Queste parole sono le sole parole che la gente ricorda della fine di Clove, ma sono state le ultime? Clove è davvero solo una spietata assassina?
Cato è solo un assassino o è capace di amare? E' capace di provare qualcosa che va oltre l'odio e la rabbia?
L'amore è la cosa più forte, per questo i tributi del 12 hanno vinto. Ma se Cato avesse accettato il fatto di essere innamorato di Clove, le cose sarebbero state diverse!?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CATO

Era una mattina calda e luminosa quando mio padre mi chiamò:<< Cato! Sbrigati a cambiarti c'è una sorpresa per te!>> Io corsi in cucina e trovai mio padre che parlava con un uomo:<< Cato, lui è il signor Mentur, il direttore del centro di addestramento. E' qui per te!>>. L'uomo si alzò con calma e si sedette difronte a me e chinando il capo disse:<< Cato, ho parlato con tuo padre, e dato che ormai hai otto anni e sei bravo con la spada potresti fare la prova per entrare nel mio centro, ti andrebbe di provare domani?>>. I miei occhi si spalancarono e annuii con decisione. << Bene Cato, allora ci vediamo domani alle otto davanti al centro di addestramento!>> Disse l'uomo poi si congedò e usci lentamente dalla proprietà. Con gli occhi spalancati fissai mio padre che mi sorrise e disse:<< Vai ad allenarti, domani ti voglio vedere pronto!>> Andai a prendere la mia spada e iniziai ad allenarmi nel cortile!
La mattina seguente mi svegliai appena sorse il sole e poco dopo ero pronto sulla soglia di casa ad aspettare mio padre. Proprio in quel momento arrivò mia madre che cominciò a riempirmi di raccomandazioni:
<< Stai attento caro, non farti male, non puntare la spada contro altri bambini e assolutamente non rovinarti la divisa>>.
<< Ok mamma, starò attento>> dissi, e dopo un breve saluto mi avviai con mio padre verso il centro del distretto 2.
Arrivati al centro di addestramento mio padre si mise in fila e io andai a conoscere gli altri bambini: conobbi Hunter, un ragazzo di sedici anni che era appassionato di giavellotti, era simpatico e cercava di far sentire noi bambini a nostro agio, poi feci conoscenza con Shane un bambino di nove anni che faceva la prova con me e tanti altri come Lonerin, Drake e Ianny. Mi sedetti su una panchina al sole mentre aspettavo che mio padre mi chiamasse, quando in disparte, vidi una bambina, sembrava più piccola ed era sola, continuai a fissarla finche i nostri sguardi non si incrociarono. Aveva i capelli corvini e gli occhi blu mare, cosa molto strana per una bambina del distretto 2, dove tutti sono biondi con gli occhi verdi, forse è per questo che continuavo a fissarla, non era la prima volta che la vedevo, c'erano tante bambine ma i miei occhi erano solo per lei! Il suo nome era Clove.

CLOVE

Mi svegliai che il sole era già alto nel cielo, ma in casa regnava ancora il silenzio. Mio fratello Jen dormiva ancora e mia madre era in camera sua con l'ennesimo sconosciuto. Da quando è morto mio padre, quella donna che sono costretta a chiamare madre, passa il tempo a cercare uomini che possano rimpiazzarlo, ma vengono scaricati il mattino dopo.
Corsi fuori a controllare che il temporale della notte prima non avesse distrutto nulla, ma al posto dei soliti rami rotti e cocci di vetro trovai una lettera. Spinta dalla curiosità svegliai mio fratello perché la leggesse:
”Cara Clove, io e i miei colleghi del campo di addestramento ti osserviamo mentre ti alleni, da sola o prima con il tuo defunto padre, sembri portata per le armi da lancio quindi vorremmo darti la opportunità di entrare gratuitamente nel nostro centro di addestramento. Presentati domani alle otto e farai la prova
Distinti saluti, Germ Mentur.”

Jen sbarrò gli occhi, poi mi guardò e disse:<< Clove! Il signor Mentur ti osserva allenarti! Porca miseria! Puoi entrare gratis nel suo centro! Devi andarci a tutti i costi!>> << Io credo... di si!>> risposi insicura. Lui inarcò un sopracciglio e poi mi disse:<< Non penso che mamma ti lascerà andare, ma... Forse potremmo ingannarla...>> << Mi aiuterai davvero?>> chiesi.
<< Certamente!>> rispose sicuro.
Quel pomeriggio corsi a cercare in cantina i coltelli di mio padre, ne presi uno e lo affilai, dopo corsi nel mio rifugio: un piccolo giardino nascosto con una fontanella e alberi da frutto, e mi allenai fino a sera.
La mattina seguente sgattaiolai fuori di casa, mentre Jen inventava una scusa per mamma.
Arrivata al centro mi sedetti e cominciai a giocare con il mio coltello, lo facevo spesso quando ero nervosa. Continuai a giocarci fino a che non mi accorsi di essere osservata, alzai lo sguardo e trovai gli occhi di un bambino che mi fissavano. Poco più tardi scoprii che il suo nome era Cato!

  
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