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Autore: doppiosogno    22/10/2012    15 recensioni
Hermione ha un gran bisogno di soldi e decide di fare un colloquio per poter affittare il suo utero per i nove mesi di una gravidanza. Il problema? La persona a cui deve affittare il suo ventre per poter dare alla luce suo figlio è, nientemeno, che Draco Luciu Malfoy
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ricordo a tutti voi che questa storia appartiene a Deni1994, che ha avuto l’idea e scritto i primi dodici capitoli. Trasformata in round robin, è stata proseguita da noi: doppiosogno sono Malfoymyheart (per la trama) e nefastia (per la stesura). I banner sono di Malfoymyheart.

 

Capitolo 34

Non voglio UNA moglie

 

Ormai sono due anni che vivo immerso nel calore che la mia Granger mi sa creare intorno.

La mia GRANGER, perché di diventare MALFOY non e ne parla. Penso di averglielo chiesto quasi ogni giorno, dalla nascita di Jean. Anzi, dal giorno prima.

Le sue risposte spaziano dal riflessivo “Ci devo pensare” allo spensierato “C’è tempo, prima o poi lo faremo”, passando per l’indagatore “Non sei abbastanza felice così?” e il pigro “Che bisogno c’è di complicarsi la vita?”. Qualche volta mi è capitato di sentire un insicuro “Non puoi volermi davvero per sempre”, o un imperioso “Falla finita con questo matrimonio!”.

Se immaginava di scoraggiarmi si è dovuta ricredere. Sono ancora qui a chiederle, come sempre, di diventare mia moglie. Possibilmente prima della nascita del nostro secondo figlio che, se aspettiamo ancora un po’, ci farà da paggetto.

Ora sto aspettando che apra gli occhi.

È così bella! Sarà la gravidanza? Se è così la terrò “sempre incinta e scalza”.

No, penso che sia l’amore: è sempre bella e sempre di più.

Le sue palpebre tremano. Si muove, respira più forte, allunga le gambe.

Apre gli occhi  mi guarda, solo tre secondi, prima i regalarmi il suo sorriso matutino.

Anch’io sorrido, come sempre, ma invece che “buon giorno”, come sempre, questa mattina le dico

«Sposami!»

«Sì.» risponde lei, ancora mezzo addormentata.

Se sapevo che sarebbe stato così facile l’avrei fatto prima.

Chiudo gli occhi. Respiro.

Sono un padre, da tanto tempo, ormai, so tutto sui culetti arrossati e sulle gengive doloranti. Conosco le notti  insonni e le feste di compleanno.

Ora, finalmente, sarò anche un marito.

Potrò presentare con fierezza mia moglie a tutto il mondo, senza dover trovare stupide definizioni o giri di parole come “la mia compagna”, “la donna che vive con me” … Merlino, che fastidio!

Non voglio una “compagna”, voglio una moglie.

Detesto la precarietà!

«Hermione?»

«Mmm …»

«Quando ci sposiamo?»

«Domani.»

«Oh, Merlino! Dobbiamo alzarci, c’è un sacco da fare!»

«Eh?»

«Alzati, c’è poco tempo!»

«Draco, ma che …?»

«Hai detto che vuoi sposarti domani.»

«Ma io scherzavo!»

«No. Non provarci nemmeno!»

«Ma ti pare che …»

«Mi pare che ti ho chiesto di sposarmi e che tu hai detto sì. Finalmente, dopo tanto tempo. Posso capire se vuoi rimandare di qualche giorno ma non ti permetterò di rimangiarti la parola!»

Lei mi guarda stranita, poi si accoccola tra le mie braccia. Con la faccia nascosta contro il mio collo parla.

«Non riesco a capire perché tu voglia sposarmi a ogni costo. Penso che sia solo un punto preso. Continuerai a provarci solo perché ti dico di no.»

«Mi hai preso per un ragazzino?»

«No, ma … io so esattamente perché non voglio sposarti, e non capisco perché lo voglia tu.»

«Quindi dietro al tuo tergiversare c’era un piano preciso.»

«Non cambiare discorso, spiegami.»

«A me pare che non ci sia niente da spiegare. Tu che sei appassionata di libri puoi prendere un vocabolario e scoprire come si chiama la donna con cui vuoi vivere fino alla morte, che ami e che è la madre dei tuoi figli. Se non ne hai voglia te lo dico io, si chiama moglie.»

«E tu vuoi una moglie?»

«No. Non voglio UNA moglie. Voglio MIA moglie. Voglio te. Ti voglio per sempre e senza nessuna ambiguità. Voglio solo che TU, e nessun’altra, sia mia moglie. Devo farti un disegno?»

«No. Ho capito.»

«Adesso spiegami perché tu non mi vuoi. Con una certa delicatezza, per piacere, potresti farmi parecchio male.»

Lei si agita un po’ sotto il lenzuolo. Mi si stringe ancora un poco.

«Non voglio farti male. Al contrario. Voglio che tu ti senta libero. Non ho mai creduto che tu potessi amarmi abbast … che io potessi soddisfarti sempre.  Se ti sposassi e tu, dopo qualche anno ti stancassi di me … ti sentiresti in trappola, mi odieresti. Mi tradiresti, e io non potrei fare altro che soffrire e sentirmi offesa e addolorata senza poter reagire. E forse finirei con l’odiarti anch’io.»

«Merlino? Non me ne potevi procurare una meno complicata? Ti rendi conto di che costruzione cervellotica ti sei inventata? Per caso il dolore dipende da un documento ufficiale? Se ti tradissi adesso, soffriresti meno perché non siamo sposati?»

«No. Però potrei lasciarti libero, con vantaggio tuo, che non saresti costretto a tenere il piede in due staffe, e della mia dignità, che resterebbe un po’ ammaccata ma ancora in piedi.»

«Ho beccato l’unica Grifondoro fifona?»

«Che cavolo dici?»

«Non vuoi sposarmi per paura di essere tradita. Questa la racconto a tutti.»

«Non oserai!»

«No … se mi sposi.»

«Ma … questo è un ricatto!»

«Come hai fatto a capirlo? Sono una serpe. Sei ancora decisa per domani?»

«No! Draco che … come faccio … così all’improvviso!»

«Senti, tutti gli amici sono già invitati, basta comunicare la data. Per tuo cugino Chris possiamo chiedere una passaporta. Che altro ti serve?»

 

 

In verità non mi serve niente di particolare. Per l’abito occorrono poche ore, gli elfi del Manor sarebbero più che felici di organizzare il banchetto e le decorazioni, Kingsley Shacklebolt sono anni che mi chiede quando potrà avere l’onore di celebrare le mie nozze …

Se solo mi sentissi un po’ più sicura sarebbe perfetto.

Sta per nascere l’erede maschio. Sarà per questo che Malfoy ci tiene tanto?

Un giorno o l’altro dovrò smetterla di pensare stronzate e incominciare a godermi la vita.

Non che finora non lo abbia fatto.

Con Draco ho bisticciato parecchio, sembra sia normale quando si vive insieme, ma ho anche passato momenti di assoluta felicità. Nell’insieme mi è andata piuttosto bene. Lui è un padre quasi perfetto e mi dimostra il suo amore ogni giorno, non mi fa mancare niente, né di materiale né dal punto di vista affettivo.

Il sesso è splendido, non solo per l’appagamento fisico, ma anche per come mi fa sentire desiderata, ammirata, adorata. Come se fossi l’unica donna vera sulla faccia della terra.  

E non è più possibile contare le volte che mi ha chiesto di sposarlo.

Sospiro.

«Dammi un po’ di giorni.»

«Due settimane. Telefono a Chris e sento se ha problemi. È l’unico che interpellerò, gli altri non hanno niente di importante da fare, quindi qualsiasi giorno andrà bene.»

Non ho modo di ribattere. Mi bacia appassionatamente dopo avermi soffiato un “grazie” sulle labbra. Poi arriva la ranocchietta in pigiama e si arrampica sul lettone.

Avanza come un piccolo panzer pestando con i suoi piedini gambe, pance ed altro, a giudicare dalla smorfia di Draco. 

«Ccionno, mamma pappo, aamo ccione?»

La giornata è iniziata.

 

 

Di andare a lavoro non se ne parla. Ho un matrimonio da organizzare.

Sarà indimenticabile. Dovrà esserlo perché sarà l’unico che avrò.

Per primo telefono a Chris, la mia donna non si sposerà senza la presenza del suo parente più amato.

Poi a Parigi, di corsa. So quanta poca pazienza lei abbia con lo shopping, quindi non gireremo in tondo una giornata intera, trascinandoci da un atelier all’altro alla ricerca di qualcosa che le piaccia. So quali sono i suoi colori e le sue stoffe preferite, farò in modo che non le sia proposto il tulle, né l’organza. Niente bianco candido né rosa confetto. Fra i primi tre abiti che le mostreranno ci sarà quello che lei sceglierà.

Forse sarò escluso da questa operazione, ma non ha importanza, la conosco come le mie tasche. Farò un discorsetto a Weasley femmina e andrà tutto bene.

Il Manor.

So benissimo che non è tra i suoi posti preferiti, ma anche quello è casa mia.

Nostra.

Dovrà farci i conti, prima o poi. È un posto perfetto per il matrimonio, ma se voglio che accetti di celebrarlo lì devo almeno cambiare l’arredamento e far ridecorare le stanze a pian terreno: niente dovrà ricordarle cosa è successo in quel luogo l’unica volta che ci è entrata. Il tempo è poco. Pazienza, vorrà dire che ci vorranno molti soldi.

***

Due settimane sono volate. Chris e Violet sono a casa mia, insieme a Hermione, io al Manor, con Jean e la tata Nina, detta Ninotchka, perché somiglia a Greta Garbo (lei però era più bella).

Si sono fermati qui, a farmi compagnia anche Zabini e signora.

Non avrei scommesso uno zellino su quella coppia, invece sono ancora insieme da quella che è rimasta nota come “la sera del raddoppio”. Quando a cena, a casa nostra, hanno raccontato di aver raddoppiato in tre sere il numero delle scopate dei dieci anni precedenti. Quando Blaise è riuscito per la prima volta a far arrossire Victoria.

Ogni tanto litigano come cane e gatto e si lasciano. Di solito la separazione dura fino a sera. La più lunga è stata di tre giorni.

Hermione e Victoria sono diventate abbastanza amiche, mi sono meravigliato che non sia andata con lei a Parigi per scegliere l’abito, pare abbia difficoltà con la materializzazione.

Non vedo l’ora di vederla. Ho fatto una scommessa con me stesso su quale vestito avrebbe scelto.

Non ci posso credere. Due anni, due interi anni per convincerla a diventare mia moglie, mentre una schiera di volonterose, là fuori, avrebbe accettato subito e con infinito entusiasmo. Peccato che non fossero lei.

Che ha di speciale? E che ne so? È mia. Solo questo, forse.

Lei è “quella bambina riccia che alza sempre la mano”, secondo l’accurata descrizione che ne avevo fatto a mio padre la prima volta, quando avevo dovuto ammettere di non essere il migliore del mio anno.

Dopo essersi informato aveva corretto la mia definizione: “quella lurida Sanguesporco che si permette di mettere in imbarazzo la nostra famiglia”. Mi aveva minacciato di gravi ritorsioni se non l’avessi superata in tutte le materie. Impossibile! Ero riuscito solo in “pozioni” per la mia predisposizione naturale.

Lei è la mente del trio, che ha mandato mio padre in galera, che ci ha liberato di quel pazzo di Voldemort. È l’eroina del mondo magico e anche la ragazzina trasandata con le dita sempre sporche di inchiostro e la gonna troppo lunga.

È la donna discreta che non sbandiera ai quattro venti le sue grazie, troppo profonda e complicata per essere capita subito, che è capace di azioni incredibilmente folli per amore.

È la madre dei miei figli e domani … non domani, oggi. Sono quasi le due di notte.

Oggi la impalmo.

Un ghigno mi sfugge. Mi sento un tantino stupido per l’emozione che sto provando.

Non mi piace dormire da solo, non più, ma è solo per stanotte, e solo per rispettare un’usanza babbana di cui nemmeno lei sapeva niente, ma che sua zia le ha imposto perché “porta male vedere la sposa …”.

Pazienza. Domani a quest’ora sarò con mia moglie, e mia moglie sarà lei. Quella riluttante. L’unica a cui non importa dei miei soldi e del mio nome.

 

Sono a casa nostra con zia Violet, Chris e la sua ragazza, Megan, che è così sconvolta dal jet-lag che dorme già da due ore. Anche zia Vi, ma lei dorme sempre esageratamente. Stasera la scusa per ritirarsi alle nove è stata che domani vuole essere in forma per il mio matrimonio.

Oh, beh! Almeno c’è qualcuno che se ne preoccupa.

Perché io non sono dell’umore.

Jean è al Manor con Draco e Ninotchka.

Credo che Zabini e Victoria siano andati a fargli compagnia.

Perché poi … possibile che Draco, che un tempo era un mangiababbani, adesso si faccia infinocchiare dalle superstizioni di zia Vi? Non credevo davvero che mi sarebbe toccato vedere questo giorno.

«Cosa? – ha esclamato la zia quando le è stato proposto di pernottare al Manor – Chi sveglierà Hermione domattina?»

«Io, come tutte le mattine.» aveva risposto Draco, serafico.

Da quando ho “accettato”, si fa per dire, questo matrimonio cammina a venti centimetri da terra.

Zia Vi è letteralmente inorridita.

«TU? Non è possibile! Ti rendi conto che la vedresti il giorno delle nozze?»

«E allora? È per vederla sempre che la sposo.»

«Assurdo! Non puoi vederla prima della cerimonia!»

«Che è questa storia?»

«Niente, Dra – sono intervenuta – è un’usanza babbana, dice che porta male vedere la sposa prima della cerimonia il giorno delle nozze.»

«Ma è ridicolo! Non potremmo dormire insieme!»

«Sì, l’idea è proprio quella.»

«Oh! – Draco aveva emesso un piccolo verso costernato – E che potrebbe succedere?»

«Non si sa.»

«Il fatto è – riprende zia Violet – che il matrimonio è uno dei riti di passaggio della nostra società, è molto importante rispettare le tradizioni, TUTTE le tradizioni, affinché avvenga sotto i migliori auspici. Sono davvero troppe le cose che potrebbero andare male, impossibile prevederle tutte!»

«E … sono molte? Le tradizioni, intendo.» chiede Draco un po’ sconcertato.

«No, non molte. A parte il non vedere la sposa il giorno stesso, ci sono regole per l’abbigliamento della sposa: qualcosa di bianco, di blu, di nuovo, di vecchio, di regalato e di prestato. Ah, e portare in braccio la sposa quando entra in casa la prima volta. Per non farla inciampare, sarebbe un disastro!»

«Oh, SOLO? - fa un sospiro teatrale. – Ok, mi sacrifico per la buona riuscita del nostro matrimonio. Però mi porto Jean, tu hai Lucas con te.»

«Draco, non è necessario, davvero! E poi dove vorresti andare?»

«Al Manor. Tu non vuoi ma io ci ho dormito per metà della mia vita, non mi crea nessun problema.»

«Mi lasceresti sola?»

«No, resta con te tua zia e tuo cugino, ah, e la sua ragazza, certo. Hai bisogno di qualcun altro?»

«Mmm. No. Allora vai via davvero?»

«Non me la sento di rischiare. Ci vedremo domani. Io sarò quello in piedi accanto al Ministro. Mi vedrai da in cima alle scale.»

«Spiritoso! Almeno dammi un bacio.» la voce mi esce stranamente lamentosa. Non è stata una buona giornata e non ho nessuna voglia di dormire da sola.

«Oh, amore! Certo, che ti do un bacio!» mi dà un bacio.

Dopo parecchi secondi zia Vi tossicchia. Entra Chris e lascia andare un’esclamazione poco fine. Megan cambia colore. Non so come altro dirlo, è nera e dire che è arrossita non è proprio preciso. Però ha cambiato colore. Forse è stato quello che mi ha fatto staccare, a malincuore, da Draco.

Ora che sono tutti via, mi aggiro tra cucina e soggiorno, con una stanchezza che mi uccide ma senza sonno.

Scambio qualche pigra battuta con Chris, sveglio anche lui, seduto sul divano bianco e, credo, infastidito dal mio andirivieni.

«Come mai sei tanto agitata? Ormai sono anni che vivete insieme, ti fa ancora paura il matrimonio?»

«Mmm. Non ne sento nessun bisogno.»

«Che sei strana lo sai, vero? Là fuori ci saranno almeno diecimila ragazze che vorrebbero essere al tuo posto. A parte il suo fascino personale, Draco è veramente ricco sfondato!»

«E questo a te pare un motivo per sposarlo?»

«Penso che di motivi ne hai parecchi per sposarlo. Ma perché non ti siedi? Mi si svita il collo per guardarti se continui a fare avanti e indietro  in questo modo!»

«Sono … non lo so nemmeno cosa sono. Non sto bene. Ho un sacco di contrazioni, credo che sia l’agitazione, e non – sbuffo – non so cos’ho, non sto bene. Vado a farmi una tazza di the. Lo vuoi?»

«Non mi piace il the. È uno dei buoni motivi per cui sto bene in Australia e non mi viene voglia di tornare qui. Secondo me nemmeno tu dovresti berlo, è eccitante.»

Mi lascio cadere sul divano accanto a lui.

«Che proponi?»

«Che ne so? Una partita a carte?»

«Mmm. Machiavelli?»

«Certo.»

Prendo le carte soddisfatta. Draco non è bravo in questo gioco e a me manca da troppo tempo un buon avversario. Mi piace giocare a Machiavelli, più che a scacchi, almeno gli scacchi dei maghi: detesto quando si fanno a pezzi! Perdo le partite per evitare di vedere quello scempio.

Giochiamo per un po’ in silenzio. Chris è bravo come lo ricordavo, mi sta mettendo in difficoltà.

«Sei nervosa come una matricola. Stai anche sbagliando il gioco. Hai fatto un paio di mosse che non ti sono servite a niente e avevi le carte per fare molto meglio.»

Sbuffo contrariata. A qualcuno devo dirlo.

«Da quando ho conosciuto Draco, fino a due anni fa, lui non è stato altro che uno stupido, borioso, superficiale, stronzo, bastardo e vile puttaniere, uno che cambiava le ragazze più spesso dei calzini. E mi disprezzava a gran voce.

Anch’io lo disprezzavo. Ci siamo fatti a pezzi per sette anni.

Quando  ho accettato di portare in grembo sua figlia mi ha detto che sarei stata il suo burattino, che lui aveva tutti i diritti su di me e io niente. Ho ingoiato per amore di mia madre, ma ti puoi immaginare che adesso …»

«Ti domandi quanto possa davvero cambiare un uomo?»

Annuisco e basta.

Ancora qualche minuto di silenzio.

«Io non ho idea di come fosse prima né se sia davvero cambiato, però so che è innamorato di te. Nessuno avrebbe fatto quello che ha fatto lui per una donna che non ama.»

Qualcosa nel tono di Chris non mi quadra. C’è qualcosa che non so o non ho capito.

«Esattamente, Chris, che avrebbe fatto Draco?»

Lo dico guardandolo attentamente. Si è irrigidito.

«È … stato gentile. Molto più di quanto mi sarei mai immaginato, lui … si è comportato verso zia Jean come se fosse sua madre.»

«Chris …»

Ancora qualche secondo di silenzio. Mio cugino non è un Serpeverde.

«Oh, cazzo! Stavolta mi ammazza!»

«Chi ti ammazza e perché?»

«Herm io non ti ho detto niente.»

«Prima dimmelo, POI non mi avrai detto niente.»

Deglutisce, imbarazzato.

«Era stato da noi a gennaio. Ha fatto una grossa donazione al mio dipartimento, ha cercato proprio me e siamo andati a cena insieme. Parlando gli ho detto di zia Jean e lui … – intanto  la mia mente tornava indietro per capire il QUANDO. Ovvio, il viaggio di lavoro - Beh, parlavamo del fatto che ero inglese e … mi ha detto che ti conosceva, che eravate a scuola insieme. Credevo davvero che fosse un caso.»

«Non mi hai ancora detto cosa ha fatto.»

Chris esita ancora un attimo.

«Una donazione all’ospedale StMary a patto che operassero zia Jean, ha preteso il migliore degli specialisti e il miglior trattamento. Praticamente non ha solo pagato l’operazione, le cure seguenti, la convalescenza e tutto quello che poteva servire, ma la somma che ha elargito ha fatto in modo che nessuno si potesse scordare di lei e delle sue richieste. Ti assicuro, il destino non è stato buono con zia Jean, ma Draco ce l’ha messa tutta.»

Oh, si. Davvero.

Mi domando oziosamente perché non me l’abbia mai detto. E perché è andato a cercare Chris. Sono sicura che il caso non c’entri nulla, lui è partito per l’Australia per cercare informazioni su di me. Quindi ne aveva già a sufficienza da arrivare fin lì.

«Perché?»

«Hermione, se ti fai ancora questa domanda non sei intelligente come dicono! Ti ama da più tempo di quanto lui stesso creda, probabilmente. Io capisco che i soldi per lui siano bruscolini, ma se ne guadagna tanti, credo che sia almeno capace di contare. Nessuno butta milioni di sterline per qualcuno di cui non gli importa.»!»

«Ecco come sapeva il nome di mia madre. – penso ancora un momento a quello che Chris ha detto – Milioni!?»

«Già.»

«Porca Morgana!»

Ha speso milioni per mia madre, per me. Senza dirmi niente.

Mi domando come sia arrivato fino a Chris. Perché proprio Chris. E ancora perché.

La mia mente è così piena di domande che inizio a distrarmi e Chris mi batte in un baleno.

«Ti ricordavo più sveglia, Herm. Questa partita me l’hai regalata.»

«Di’ la verità, l’hai fatto apposta.»

«Cosa?»

«Raccontarmi queste cose. Solo per distrarmi e vincere la partita.»

«Oh, intendi le cose che non ti ho mai detto?»

«Proprio quelle.»

«Ti prego, Hermione, sono il tuo unico cugino, o almeno il preferito. Se Draco dovesse scoprire che te l’ho detto mi leverebbe la pelle e me la rimetterebbe al contrario.»

«Che esagerato!»

«Decisamente, prima eri più sveglia e meno modesta. Sarebbe davvero un imbecille, e non lo è, se rischiasse di perdere una donna come te. Quindi cerca di calmarti, Draco è innamorato perso di te, fate invidia a tutti.»

Guardo mio cugino a bocca aperta.

«Ti paga per dirmi queste cose?»

Chris ride.

«Si può sapere perché lo sposi se non ti fidi di lui?»

«Che ne so? Da quando è nata la piccola che mi chiede di sposarlo ogni giorno quasi! Non ne potevo più. Mi ha estorto il consenso con l’inganno.»

«Lui però ha fornito motivazioni sensate, per il suo desiderio di sposarti vedi di fare lo stesso.»

«Non voglio trovarmi legata a uno che non mi vuole.»

«Ma lui ti vuole.»

«Adesso!»

«Ma tu ti sposi ADESSO. Lui ti farà una promessa, e tu la farai a lui, una promessa sincera. Come puoi rifiutarti solo perché temi che lui possa mancare un giorno lontano alla sua sincera promessa? Non ti fidi di lui?»

«Io non … a dire il vero non ha più importanza. Io sono – termino con un filo di voce – sono nelle sue mani.»

«E ci stai comoda?»

«Il mio orgoglio soffre un po’ di questa cosa ma … sì, ci sto davvero comoda! Non cambierei niente della mia vita.»

Chris sbadiglia sonoramente e guarda l’orologio.

«Sono quasi le due, Herm, non hai ancora sonno?»

«Mi sento sfinita e ho dolore alla schiena ma … no, non ho sonno. Sarà l’eccitazione, sai come sono le ragazze la sera prima delle nozze.»

«Di solito fanno una festa con le amiche, un pigiama party, o qualcosa del genere.»

Rido di cuore.

«Certo, una festa scatenata a base di alcool e spogliarellisti con me, incinta di otto mesi e Victoria di due, lei vomita ogni tre secondi e io devo stare attenta a come mi muovo, sono imbranata come un pinguino. Inoltre non possiamo bere alcool. L’unica libera di divertirsi sarebbe Ginny, che però non può vedere Victoria. Beh, non era il caso, ti pare?»

«Penso che dovresti provarci, a dormire un po’. Sei parecchio pallida.»

«Hai ragione. Buona notte, Chris.»

Ci avviamo entrambi verso le nostre stanze.

Ha ragione, mi devo sdraiare. Mi sento davvero uno schifo.

 

Quando il telefono suona mi rendo conto di essermi addormentato. Da pochi secondi, a giudicare da quanto ancora dormirei. Guardo l’ora. Solo le quattro e mezza.

«Sì, pronto.»

Silenzio dall’altra parte.

«Chi parla? È uno scherzo?»

«Draco?» cazzo! È la sua voce.

Che è successo? Ha cambiato idea. Vuole confessarmi che ha sempre amato un altro. Che il figlio che porta in grembo non è mio. Che in realtà è gay. Che …

Le supposizioni più assurde mi attraversano la mente come meteore.

«Hermione, che succede?»

«Ho bisogno di te, Draco. Devi venire qui.»

«Ma … porta male.»

«Non credo che oggi riusciremo a rispettare tutte le tradizioni. Ti prego.»

Un’ansia terribile mi ha travolto. Mi sono smaterializzato in pigiama, con il telefono in mano, direttamente nella nostra camera.

Lei è seduta sul letto. È pallida e respira forte. Come se avesse corso a lungo.

Raccolta su se stessa, la faccia una maschera di dolore.

Che succede ora? Sto rischiando l’infarto per l’angoscia.

«Hermione, che hai?»

 

  
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