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Autore: UnLuckyStar    22/10/2012    1 recensioni
Mi scuso per il termine volgare che ho usato nel titolo, ma ho scelto il titolo settimane fa, e ad ogni modo non saprei come sostituirlo con un altro adeguato all'interno della storia ^^
 
Batto nervosamente la piccola gonna rosa che è al termine della mia vecchia matita mangiucchiata, sul quaderno altrettanto vecchio e sciupato che uso ormai da due mesi per scrivere e disegnare. La copertina per metà strappata e scolorita sta per staccarsi, lasciando quelle pagine nude e visibili all'occhio esterno.
Devo comprarmene uno nuovo, penso riprendendo a fumare.
Alzo il viso e vedo la gente che mi passa davanti. 
La stazione dei treni è uno dei miei posti preferiti per racimolare un po' di ispirazione.
Questa one-shot ha partecipato al contest "Un'immagine per una storia, Contest fotografico." piazzandosi settima. E' inoltre risultata vincitrice del Premio Originalità.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick forum: UnLuckyStar
Nick EFP: UnLuckyStar
Titolo: L'ispirazione è una puttana
Introduzione: 
Batto nervosamente la piccola gonna rosa che è al termine della mia vecchia matita mangiucchiata, sul quaderno altrettanto vecchio e sciupato che uso ormai da due mesi per scrivere e disegnare. La copertina per metà strappata e scolorita sta per staccarsi, lasciando quelle pagine nude e visibili all'occhio esterno.
Devo comprarmene uno nuovo, penso riprendendo a fumare.
Alzo il viso e vedo la gente che mi passa davanti. 
La stazione dei treni è uno dei miei posti preferiti per racimolare un po' di ispirazione.
Rating: Verde
Genere: Generale
Immagine scelta:Foto n. 10
Note dell'autore: Giada 

 
L'ispirazione è una puttana.
 
Inspiro una boccata di fumo da una delle mie Merit. Di solito fumo Winston rosse, ma stamattina mi sono dovuta accontentare. Batto nervosamente la piccola gonna rosa che è al termine della mia vecchia matita mangiucchiata, sul quaderno altrettanto vecchio e sciupato che uso ormai da due mesi per scrivere e disegnare. La copertina per metà strappata e scolorita sta per staccarsi, lasciando quelle pagine nude e visibili all'occhio esterno.
Devo comprarmene uno nuovo, penso riprendendo a fumare.
Alzo il viso e vedo la gente che mi passa davanti. 
La stazione dei treni è uno dei miei posti preferiti per racimolare un po' di ispirazione. Vengo qui quando non ho idee, quando voglio fumare, quando ho voglia di stare da sola, quando cerco di pensare. Ogni scusa è buona per venirmi a sedere su questa panchina rugginosa e scrostata.
Guardo un vecchietto che arranca appoggiato al suo bastone scuro, con un sorriso sereno sul viso. Agli occhi degli altri può sembrare semplicemente uno zoppo, ma in pochi sanno che si è ferito alla gamba in maniera irreparabile combattendo nella seconda guerra mondiale, in cui perse sua moglie. Meno ancora sono le persone che sanno che è questo il motivo per cui non si è più sposato.
Poggio la matita sul foglio a quadretti del quaderno e comincio a disegnare la linea gracile delle sue spalle, il bastone che sembra rompersi da un momento all'altro, la pendenza verso destra che lo fa sembrare una torre di Pisa umana.
Guardo l'abbozzo appena disegnato inclinando la testa da un lato e pungolandomi le labbra screpolate con il termine della matita.
Fa decisamente schifo.
Non sono mai stata un asso nel disegno, ma oggi sembra proprio che le mie mani non vogliano collaborare.
Volto pagina e spengo il mozzicone di sigaretta nello spazio vuoto accanto a me.
Mi gratto distrattamente la punta del naso, come ogni volta che sono irritata e mi preparo a osservare la prossima persona che passerà e che magari mi lascerà in regalo un po' di ispirazione.
Arriva una ragazza dalla chioma esageratamente bionda e il trucco troppo pesante per una normale uscita con le amiche.
Cammina sicura sui suoi stivali neri dal tacco alto, impugnando una borsetta dello stesso colore.
Mi passa talmente vicino da poter odorare lievemente il suo profumo, forse un Dolce&Gabbana economico.
Il suo cappotto rosa antico è talmente lungo che un lembo mi sfiora una gamba, facendomi percepire la stoffa morbida ma spessa.
Osservo ammirata le ciglia lunghe, le labbra piene, il trucco elaborato e il collo esile che nasconde alla base un tatuaggio ricorrente le parole "no fear".
Guardo il portamento e l'incedere di quell'affascinante creatura che si allontana elegantemente mentre si passa una mano tra i capelli ondulati.
Quest'immagine stagliata contro il sole delle cinque del pomeriggio mi suggerisce che sia una ragazza di circa ventidue anni, con una carriera scolastica passata all'artistico, settore moda, magari. Sì, ecco, lei potrebbe essere ciò che serve a me.
Riprendo in mano la matita che mi ero lasciata in grembo e comincio a scrivere un piccolo prologo...
"Ellie camminava sicura per il viale della stazione, ticchettando ritmicamente con i suoi tacchi neri, comprati il giorno prima. Quella mattina il cielo era grigio, quasi a volersi confondere con i palazzi alti che formavano quell'asfissiante cittadina. Muoveva le esili gambe in direzione di un luogo sconosciuto a lei stessa. Un brivido si divertiva a correre su di lei, costringendola a stringersi inutilmente nel suo cappotto rosa, ormai passato di moda. Aveva la tentazione di prendere una sigaretta e accendersela, ma temeva che tirando fuori la mano dalla tasca del cappotto, probabilmente si sarebbe staccata dal resto del corpo e sarebbe caduta a terra congelata. Respirava lentamente come se quell'azione riuscisse a farle conservare un po' di calore. Amava l'inverno, ma quella mattina si sentiva inadatta, come se fosse stata buttata nel mezzo della vita di qualcun'altro. Premeva la bocca contro la lana spessa della sciarpa bianca che portava al collo e continuava a camminare elegantemente in quella stazione priva di vita, nonostante sapesse che non c'era nessuno a osservare i lineamenti esili della sua persona e ad ammirare il modo curato con cui si era intrecciata i capelli sulla nuca. Ma anche se era a conoscenza di questo fatto, non abbandonava il suo portamento delicato e apparentemente altezzoso.
Mentre andava ad appoggiarsi accanto a un muro ecco che scorreva con lo sguardo una coppia di giovani in lontananza. Avvinghiati e stretti l'uno all'altra, si abbracciavano convulsamente parlando in maniera frenetica in una lingua che sicuramente non era italiano.
A Ellie sembravano due innamorati. Entrambi avevano capelli scuri ed erano vestiti in maniera decisamente più leggera rispetto a lei. Il treno fece velocemente ingresso sulle rotaie, fermandosi poco più in là rispetto ai due. A questo punto la ragazza prese a parlare a voce alta e a piangere forte tenendo saldamente il ragazzo per la manica della felpa nera che indossava. 
Poteva sentire la disperazione trasparire da quelle lacrime e da quelle parole di cui non comprendeva il significato. Era palese che quella fragile ragazza in lacrime vedesse in quel ragazzo la sua àncora di salvezza.
Ma lei? Ellie chi aveva come àncora che potesse trarla in salvo? In chi aveva riposto la speranza di essere tratta fuori dai guai?"
Lancio a terra la mia matita zebrata, sotto gli occhi attoniti di due ragazzi, e prendo a leggere freneticamente il prologo appena partorito.
Sospiro insoddisfatta del risultato e volto nuovamente pagina.
L'ispirazione è una puttana.

 
Dove l'ispirazione aleggia nell'aria:
Allora, adesso non ho molto tempo per scrivere i miei soliti romanzi a fine capitolo.
Quindi, vi riporto velocemente l'immagine a cui si è ispirata questa one-shot e il parare della giudiciA del contest!
Quindi... Baci!
UnLuckyStar!


[Immagine scelta per la one-shot]


 posto e... VINCITRICE PREMIO "ORIGINALITA'"
UnLuckyStar "L'ispirazione è una puttana"  48/50

Grammatica: 8.5/10
Non ci sono gravi errori di scrittura o di grammatica però ci sono tante, troppe, virgole. Spesso interrompono bruscamente le frasi rendendo difficoltosa la lettura.

Titolo e introduzione: 5/5

Il titolo e l'introduzione mi sono piaciuti e hanno introdotto bene la storia, nonostante il titolo sia così forte.

Uso dell'immagine: 10/10

L'immagine l'hai usata davvero bene, hai capito qual'era l'obbiettivo del mio contest e hai saputo dare un inizio e una fine concreta all'immagine che hai scelto.

Lessico: 4/5
Il lessico è un lessico vario, di quelli semplici che rendono piacevole la lettura, avrei magari aggiunto parole un po' più ricercate che fanno avanzare di livello la tua storia.

Originalità 10/10
Dato che sei la vincitrice di questo premio direi che te lo commento alla fine!

Piacere personale: 10/10
Nel complesso la tua storia è stata davevro paicevole alla lettura, molto interessante con un intreccio davvero particolare.


Premio originalità:
La tua storia è davvero originale sotto tutti i punti di vista. Ho amato il fatto che sei riuscita a inserire una storia dentro la tua stessa storia, facendomi immedesimare così nella ragazza che mangiucchia distrattamente il gommino della penna alla ricerca dell'ispirazione che, puntualmente, tende a non arrivare.
Complimenti, davvero!
   
 
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