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Autore: sunako chan    06/05/2007    2 recensioni
C'era un gran silenzio nell'aria, non si sentiva nulla, solo il suo respiro, poi, il nulla.
Non c'era mai stato tutto quel silenzio, c'era sempre qualcuno che faceva qualcosa. Non era così tardi. Persino il CrashDown sembrava vuoto, non si sentiva niente, nessun rumore.
Era davvero troppo strano.
Ri-pubblicazione
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liz Parker, Max Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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As Long As You Love Me

di

Asuki




Era seduta li da ore a guardare le stelle.

Era passato un po' di tempo da allora, e ancora non capiva.

Come poteva un semplice essere umano fare quello che aveva fatto lui.

Un attimo, lui non era un essere umano normale, era un “cecoslovacco”.

Come si divertivano lei e Maria, la sua migliore amica, a definire Max, Michael e Isabel in quel modo. Sorrise un attimo poi riprese ad essere seria.

Guardò il suo diario.

Adesso che ci pensava, era stato in quel giorno che aveva deciso di tenere quel diario. Da quel giorno tutto quello che le succedeva veniva scritto lì. Era una minaccia per la salvaguardia di tutti, ma a lei non importava, lei doveva avere quel diario, doveva in qualche modo esternare quello che provava, le sue paure, le sue gioie, tutto. E quel diario era l'unico suo punto di sfogo. Si, c'era Maria, la sua più cara amica da sempre, ma non era la stessa cosa. Maria aveva già paura per conto suo, e non voleva di certo far preoccupare la sua amica ancora di più.


Sfogliò le pagine di quel diario arrivando alla prima.


23 settembre
è la prima volta che tengo un diario. Sono Liz Parker e 5 giorni fa sono morta. Da allora mi sono successe delle cose molto strane.”


Toccò quelle pagine con un il dito. Molti ricordi di quel giorno le ritornavano alla mente, aveva come dei flashback, le capitava spesso in quel periodo di averli, ma non sapeva come mai.


Riprese a guardare le stelle.


Fino a quel momento non aveva mai pensato che lassù ci fosse un altra specie. Alieni. Tutto era così maledettamente strano ed incomprensibile.


Perché aveva deciso di non dire nulla di quella storia a nessuno? Non lo sapeva nemmeno lei. Almeno una persona adulta sapeva del loro segreto: Valenti. Lo sceriffo, l'amico di tutta la popolazione, una persona affidabile. Davvero. Aveva pure ospitato un “cecoslovacco” a casa sua. Pazzesco. Lo sceriffo, colui che dava la caccia agli alieni, ne aveva ospitato uno a casa.


Tess.


Da quando c'era lei in città, tutto era cambiato. Isabell e Michael avevano cambiato atteggiamento. Max aveva cambiato il suo modo di fare. E chi era l'unica a soffrire di quella situazione: lei. Ma cosa poteva fare? Max e Tess erano destinati a stare insieme, e lei non poteva mettersi in mezzo. Chissà cosa sarebbe successo. Non ci poteva pensare. Avrebbe vissuto sicuramente una vita felice, ma poi? Gli altri? Pensava agli altri. E si, e come se ci pensava. Era maledettamente altruista la piccola Liz Parker.


Sospirò e tornò a guardare il diario. Prese una pagina bianca e cominciò a buttare giù i suoi pensieri. Sospirò ancora.

Non sapeva proprio cosa scrivere.

Guardò l'ultima volta le stelle, chiuse il diario ed entrò dentro.


Lo ripose con cura dentro un cassetto, che chiuse a chiave.

Si sdraiò sul letto sotto le coperte e chiuse gli occhi.


C'era un gran silenzio nell'aria, non si sentiva nulla, solo il suo respiro, poi, il nulla. Non c'era mai stato tutto quel silenzio, c'era sempre qualcuno che faceva qualcosa. Non era così tardi. Persino il CrashDown sembrava vuoto, non si sentiva niente, nessun rumore. Era davvero troppo strano.


Decise di dare un occhiata al ristorante. Era curiosa.


Scese dal letto e poi le scale pian pianino.

Fece attenzione a non far rumore, non capiva perché, ma sapeva che in certi casi doveva camminare pian pianino.

Fermò la sua camminata quando arrivò sulle scale.

Un rumore.

Cosa poteva essere?

Chi poteva essere?


Un rumore strano. Non c'era nessuno al CrashDown, almeno era quello che credeva lei, non sentiva nessuno parlare, quindi. Un ladro?


Affrettò il passo e arrivò davanti la porta.

Guardò dall'oblò per vedere se c'era qualcosa di strano e non notò nulla, solo il buoio.

Ma allora, quel rumore?

Era sicurissima: quel rumore proveniva da li, ma non c'era nessuno.

Presa di coraggio, entrò subito e cominciò a controllare dovunque.

Non trovò nessuno.


Sarà stata la mia impressione.”


Dopo aver dato l'ultima occhiata, cominciò a camminare in direzione della porta. Davvero strano.

Era arrivata alla soglia della porta.

Sentì un rumore, come se una luce si accendesse.

Si girò.

Era proprio una luce che partiva da un piccolo faro appeso al tetto e finiva, a forma di stella, su un punto preciso del bancone.

Al centro di essa c'era una lettera.

Si avvicinò un po' titubante al bancone.

Appoggiò la sua mano tremante al centro della stella e prese in mano una lettera.

Una dolce melodia cominciò a riempire il vuoto.

Aprì lentamente la lettera e ne lesse il contenuto.


Cara piccola Liz,

se stai leggendo queste parole in queste poche righe, vuol dire che non posso avvicinarmi a te. Vuol dire che tu non ti lasci avvicinare da me, e questo è l'unico modo con cui posso mettermi a contatto con te.


Sebbene la solitudine sia sempre stata mia amica
sto lasciando la mia vita nelle tue mani
le persone dicono che sono pazzo e che sono cieco
che sto rischiando troppo per nulla


Ricordi quel giorno?

Penso proprio di si... e come dimenticarlo, non è vero piccola Liz?

Da quel giorno io ho cominciato a vivere.

Tutti mi hanno considerato pazzo, già, mi sono esposto per te.

Da quel giorno, tutti mi danno la caccia.

Danno la caccia ad un orrendo alieno.

Ma a me non importa, e sai perchè? Semplice, è da quel giorno che io sono diventato un libro aperto per te, e di questo ne sono felice. Finalmente non ho niente da nasconderti.

Quel giorno ho lasciato la mia vita nelle tue mani, e ne sono felice.

Perché posso fidarmi di te, lo so.

Fino a quel giorno, vivevo solo per la mia solitudine.

La solitudine era l'unica amica che avevo.

Ma oggi, posso ritenermi fortunato.

Ho tanti amici che mi circondano, tantissimi.

E poi ci sei tu.

Colei che ha rischiarato la mia vita con un ondata di luce che mi ha colpito alle spalle.

La mia luce.

Quella luce che ha riscaldato la mia esistenza.


come mi hai fatto divenire cieco è ancora un mistero
non riesco a levarti dalla mente
non importa cosa c'è scritto nella mia storia
finché tu sei qui con me

Ma adesso quella luce non c'è più.

C'è solo il buio, il vuoto e il gelo nella mia vita.

Ma d'altronde non posso mica darti colpa di nulla.

So perché non ci sei più.

E' tutta colpa del quarto alieno.

Ma non è nemmeno colpa mia.

Ti ho detto mille volte che non mi importa cosa mi riserva il futuro.

Ti ho detto mille volte che il destino lo creo da solo. Ma tu non vuoi sentire ragioni.

Non posso cancellarti dalla mia vita, perché tu sei la mia vita.

Significherebbe cancellare definitivamente la mia esistenza, e so che fari soffrire tante persone.

Compresa tu.

Non sono così egoista.

Ma so che anche se non sei vicino a me fisicamente, lo sei con il cuore e con la mente.

E anche se questo non mi basta, mi accontento di questo adesso.


Ogni piccola cosa che tu hai detto o fatto
è come se fosse nel profondo di me
davvero non importa se sono di passaggio
E' come se noi fossimo fatti per stare assieme


Sono stato davvero fortunato ad incontrarti.

Anche se nel modo in cui ti ho incontrato.

Da allora hai fatto tante cose per rendermi felice.

Hai cercato sempre di proteggermi.

E lo fai tuttora, anche se mi fai del male.

Il male che spero si trasformerà nel bene più assoluto, tra breve.

Tutto questo, anche le cose brutte, le tengo nel mio cuore, perché mi aiutano a sopravvivere.

So che tu credi che io sia di passaggio, e che noi non possiamo stare assieme, ma a me non importa quello che pensi!

Voglio soltanto stare con te!


Con questo credo di aver finito.

Questi sono i pensieri più importanti e che riempiono la mia mente sempre.

Non mi basterebbero due o tre fogli per esprimere tutto in una volta.

Ma credo di averti fatto capire tutto quello che dovevi capire.

Sei la mia unica ragione di vita.

Tu sei il mio cuore.

Ti amo...


Max Evans


Lesse le ultime parole ancora una volta.

Ripiegò la lettera come lo era inizialmente e la strappò.

La gettò nel cestino e prima di salire nella sua stanza la guardò un'ultima volta.


Non sarebbe tornata indietro.




The end...






Salve a tutti^.^

Sono tornata qui a ripubblicare questa song-fic, non so se siete contenti o meno XD

Allora, prima di tutto come avete ben notato la trama è cambiata un po', ma la canzone no, credo tuttora che la canzone dei Backstreet Boys, As Long As You Love Me, ci stia benissimo con questa coppia. Ho ambientato questa fic alla fine della 1° serie come avete ben notato, quando Liz decide di lasciare Max al suo destino. Così la trama mi sembrava un po' più realistica. Poi, come avete ben notato, ho cambiato modo di scrivere. Credo che comunque sia rimasto semplice come prima, solo che adesso è un po' più scorrevole, non credete anche voi?


Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito la prima versione di questa song-fic, spero leggeranno e recensiranno anche questa nuova.


Infine, dedico questa fic alla mia migliore amica per il suo 18esimo compleanno (in verità ha fatto gli anni ieri, ma non avendo potuto inserirla, lo faccio oggi con un po' di ritardo). Lei è in Germania e spero che al suo ritorno possa leggere e possa godere del mio primo regalo per il suo 18esimo (Ste, fai attenzione, il 1°XD). Auguri mia cara Stefina, ti voglio un mondo di bene.


Non badate all'HTML...

Un bacio a tutti.

Asuki.

  
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