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Autore: Silya_96    23/10/2012    0 recensioni
"Mentre le mie amiche chiacchierano, il loro vociare è sempre più confuso e in questo frastuono che si annulla alle mie orecchie rivedo, quasi come se fossero palpabili, la mia lunga serie di sconfitte, tutte le volte che ,invece di affrontare un ostacolo ho preferito voltarmi indietro e tornarmene con la coda tra le gambe."
Salve a tutti, questa è la mia prima storia. L'idea mi è venuta qualche mese fa, alla morte di Lucio Dalla, quando al corso di scrittura creativa ci avevano incaricati di scrivere un racconto che portasse il titolo di una sua canzone. A lavoro svolto, ho notato che mi rappresentasse più di quanto mi potessi aspettare. Spero che vi piaccia!
ps. magari qualche piccola recnsione non guasta, giusto per sapere se è un totale schifo o posso degnarmi di postare qualcos'altro. Grazie!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                              L’anno che verrà
 

L’anno prossimo giuro che cambio. Manterrò il mio proposito, giuro che cambio. Non ripeterò gli stessi errori, stavolta cambio, lo dico davvero.
Guardo l’orologio. È mezzanotte meno cinque e fuori nevica. A New York nevica questo trentuno dicembre. Non so neanche perché sono venuta fin qui. Probabilmente è un altro tentativo a vuoto, dovrei lasciar perdere. Per l’ultima volta, magari, perché l’ho detto, dall’anno prossimo cambio. Mentre le mie amiche chiacchierano, il loro vociare è sempre più confuso e in questo frastuono che si annulla alle mie orecchie rivedo, quasi come se fossero palpabili, la mia lunga serie di sconfitte, tutte le volte che ,invece di affrontare un ostacolo ho preferito voltarmi indietro e tornarmene con la coda tra le gambe. Mi rivedo ragazzina, sottrarmi all’opportunità di lasciare gli studi e dedicarmi all’arte. Lo desideravo con tutta me stessa, fantasticavo spesso sull’idea di trovarmi in una famosa Accademia in Francia, intenta a cimentarmi con pittura e pennelli, seguendo la mia vocazione. Ma se fosse andato tutto storto? Forse sarebbe stato meglio lasciar il tutto un’illusione, un meraviglioso sogno irrealizzabile, e non rischiare di deludere e dimostrare di non essere all’altezza. Di sprecare la mia vita dietro una passione che può restare solo tale, impossibile da trasformare in qualcosa di più. E allora dissi no, ai miei genitori e agli insegnanti, risposi che avrei continuato il liceo e sarei andata all’università di Giurisprudenza, come da programma. Dipingere sarebbe stato solo un hobby.
Bevo un sorso di champagne. È amaro e le bollicine mi pizzicano la gola. Mancano solo due minuti. Mi guardo attorno e resto sempre più meravigliata dalla bellezza di questa città così moderna e luminosa anche di notte. Mi viene in mente un’altra città, e ricordo bene anche l’occasione in cui la rifiutai. Ancora una volta, scambiai per prudenza la mia vigliaccheria. Una volta laureata avevo la possibilità di trasferirmi in Germania, a Berlino. Uno studio legale di notevole importanza aveva bisogno di giovani neolaureati e i miei ottimi voti sarebbero bastati a farmi avere il libero accesso. Ma il pensiero di trovarmi catapultata in una dimensione totalmente differente, in una realtà di cui non conoscevo nulla, bastò a dissuadermi dall’idea di trasferirmi. Chissà, forse a Berlino il Capodanno è come questo…
Ormai manca solo un minuto. La lancetta dell’orologio scorre veloce e adesso che mi sono resa conto di come la mia irrazionale paura abbia condizionato la mia vita sono sempre più decisa a lasciarmela alle spalle. Ora tutti si sono fermati e guardano la televisione. Tra Trenta secondi sarò una persona nuova.
Avvicinandomi al gruppo incontro gli occhi di un uomo. È solo un momento ma mi basta quello. Ora sono venti secondi. Lo guardo di nuovo, è sulla trentina e ricambia il mio sguardo. Quindici secondi. Abbasso gli occhi, mi dirigo dall’altro lato della sala, sono vicina al mio gruppo…
Dieci, nove, otto…
Ma ho deciso di essere una persona diversa…
Sette,sei, cinque…
Ho deciso che non scapperò più, che non mi farò fermare…
Quattro, tre…
Che forse sbaglierò ancora e di più ma che non mi pentirò di aver provato…
Due, uno…
Che prenderò finalmente in mano la mia vita.
Zero.
Sono pronta. E cercando di farmi largo tra gli spintoni della gente che si abbraccia e si augura buon anno in tutte le lingue del mondo, io col mio bicchiere mi dirigo dal luogo dal quale ero scappata pochi secondi prima. E mentre brindo con quell’uomo, sorrido.
L’anno che verrà sarà pieno di sorprese.

 

  
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