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Autore: Khaleesi    23/10/2012    3 recensioni
Seguito della mia fan fic «Juno, la storia continua.» Ma non è necessario averla letta.
Paulie e Juno stanno per sposarsi, dal testo:
Era passato un anno da quando Paulie l’aveva chiesta in sposa.
Un anno in cui quelle tre magnifiche donne avevano organizzato tutto, senza Juno, si. Senza comprenderne il motivo la ragazza era stata tagliata fuori dai preparativi solo perché aveva osato avanzare l’idea di fare una cerimonia stile “barbecue post apocalittico”.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Juno, perché si deve crescere. A volte.

 

«Il mio vestitoooo!» urlò Juno con tutto il fiato che aveva in gola standosene seduta su una poltrona di feltro marrone appartenente all’hotel più lussuoso di tutta la città.

Aveva stampato in faccia un sorriso da idiota che le arrivava da orecchio a orecchio.

«Le mie scarpeeeeeee!» strillò un attimo dopo agitando per aria le braccia con fare minaccioso verso tutte le donne che le giravano attorno in cerca di un qualcosa.

«Il mio veeeee-»

«Per l’amor del cielo, Juno. Datti una calmata!» la zittirono Vanessa, Leah e Brenda all’unisono riservandole anche un occhiata raggelante. Erano probabilmente le donne più importanti della vita di Juno, se non si conta la cameriera del suo negozio di dolciumi preferito. Santissima donna, lei.

Era passato un anno da quando Paulie l’aveva chiesta in sposa.

Un anno in cui quelle tre magnifiche donne avevano organizzato tutto, senza Juno, si. Senza comprenderne il motivo la ragazza era stata tagliata fuori dai preparativi solo perché aveva osato avanzare l’idea di fare una cerimonia stile “barbecue post apocalittico”.

Non avevano neanche accettato di mettere in pratica la sceneggiatura scelta dalla ragazza.

«Non è un gioco Juno! Dicci dove hai messo il tuo abito da sposa!» l’ammoni Brenda strabuzzando i suoi grandi occhi e inchiodando la ventenne su quella poltroncina marrone.

Juno si alzò sbuffando e si diresse verso un angolo della stanza portandosi appresso una sedia sulla quale salì. Allungo le mani verso il soffitto fino a spostarne un pezzo che si rivelò essere un pannello mobile dietro al quale era nascosto il suo abito da sposa.

«Eccolo qui» disse rimettendosi seduta a braccia conserte.

«Piccola merdina questa non è la sceneggiatura di uno dei tuoi film» strillò Leah pestando i piedi per terra.

Ah, si!

Juno era diventata una sceneggiatrice di film e se la cavava piuttosto bene visti i ricavi guadagnati. Paulie aveva invece preso il posto del professore di educazione fisica nel loro vecchio liceo.

Inutile dire che Juno si vantava di avere un fidanzato che potesse ancora mettere dei pantaloncini gialli  che le scatenassero delle fantasie assurde.

«Dai su, inizia a vestirti» la incoraggio Vanessa, splendida nel suo abito color beige che indossavano le damigelle. Vanessa, Leah e Brenda, appunto.

 

---

 

Un piccolo bambino di appena quattro anni avanzò verso Juno nel suo smoking nero fatto su misura. Sorrise a Vanessa e tirò il pezzetto più alto del vestito bianco della sposa che poteva raggiungere per richiamare la sua attenzione.

«Jumbboucho, quaggiù! Quaggiù!» urlava divertito lui mentre Juno faceva finta di non vederlo e fischiettava allegramente.

«Okay, okay. Si va in scena» declamarono le tre damigelle in coro sospingendo la sposa e il bambino verso una porta a vetro oltre la quale c’erano tutti gli invitati.

La chiesa era stata bocciata da Juno, non si voleva sposare in un “santuario di pregiudizi” a detta sua. Poi c’era stata la sorpresa di suo padre che un po’ a malincuore si era fatto da parte e aveva permesso al piccolo Josh di accompagnare Juno lungo la sala prenotata per il matrimonio.

La musica iniziò e la ragazza entrò, con la spalla leggermente curvata affinché potesse tenere la mano del piccolo Josh che la guardava come se fosse la cosa più bellissimissa dopo la pizza.

 

**

I musicisti iniziarono a suonare e con sua gran sorpresa Juno riuscì ad entrare in tempo, senza ritardi.

«Paulie, tutto bene?» si assicurò il suo futuro suocero dandogli una pacca sulla spalla.

Mugolò qualcosa che poteva essere scambiato con un “Si” oppure con “Mi serve un minuto” o anche “Devo fare la pipì” mentre i suoi occhi erano solo per la ragazza che gli veniva incontro, splendida nel suo abito bianco da sposa.

Si chiese quanta opera di convincimento avessero dovuto fare le damigelle per farle mettere un abito lungo e così aderente, solo quando la sposa era al suo fianco si accorse che non era più alta neanche di un centimetro e che l’opera di convincimento non era riuscita a coprire il settore ‘scarpe’.

Sorrise apertamente, santo cielo quanto l’amava.

   
 
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