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Autore: nakoruru    20/06/2004    3 recensioni
Narcissa ricorda un momento della vita sua e delle sue sorelle quando ancora il Signore Oscuro non aveva fatto la sua comparsa, quando ancora la sciagura non si era abbattuta sulla famiglia Black. La nostalgia per dei momenti che non torneranno mai più.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giardino della villa dei Black è uno dei più belli dell’antica nobiltà inglese

Il giardino della villa dei Black è uno dei più belli dell’antica nobiltà inglese. Prima di tutto è grandissimo e al suo interno vi è anche un lago. Inoltre vi sono specie di fiori ed alberi rarissimi ed in primavera il giardino s’incendia dei colori dei fiori. Particolarmente degne di nota sono le rose, ne sono presenti di tutti i colori, dalle rose rosa pallido, a quelle gialle, bianche rosa antico e perfino blu. Ma le rose più belle sono in assoluto le rose rosse, rosse come il sangue, come se ci fosse qua in giro un vampiro che si diverte a succhiarne i petali.*  In mezzo a questo paradiso floreale sediamo io e le mie due sorelle. Agghindate e acconciate come tre bambole sediamo sul prato verde appena sistemato dagli elfi domestici incaricati. Con il caldo che fa queste trine e merletti mi stanno lentamente soffocando, ma faccio finta di niente, devo apparire bella, pronta per il ricevimento che si terrà fra poco. Bellatrix, seduta alla mia destra, invece non fa nulla per non far trasparire la sua insofferenza verso quegli abiti che nostra madre insiste per farci indossare, facendoci sembrare delle damine della fine ‘800 inizi 900. io ho i capelli raccolti sulla nuca, che poi ricadono dolcemente sul collo  in dei boccoli dorati. L’abito ha uno scollo non troppo profondo, orlato da tulle e pizzo. Le maniche corte sono aderenti al braccio, terminando poi con degli arricciamenti lungo il gomito. La gonna è lunga fino ai piedi ed ampia. L’azzurro del vestito è delicatissimo, quasi impercettibilmente bianco e s’intona con grazia al colore dei miei occhi. Andromeda veste un abito piuttosto simile al mio, ma diverso per la lavorazione dei pizzi e soprattutto per il colore, un delicato verde smeraldo. Bellatrix invece indossa un abito nero come la pece, semplice, senza molti pizzi e dalla gonna meno ampia. Il tutto ha un’aria profondamente austera che s’intona con l’aria seria e con lo sguardo cupo di mia sorella. Pensandoci mia madre ha dato ad ognuna di noi un abito del colore dei nostri occhi: azzurro per i miei occhi del colore del mare, verde per gli occhi da gatta di Andromeda e nero per gli occhi nero-viola della più grande di noi tre. il maniacale senso estetico di mia madre si vede anche da questi dettagli. Sedute compostamente attendiamo l’inizio di una festa che sarà sicuramente noiosa ed inutile per noi tre. Osservo i volti delle mie sorelle per cercare di capire dalle loro espressioni cosa pensano di questo ricevimento, ma a modo loro nessuna delle due lascia trasparire i loro sentimenti. Bellatrix li nasconde dietro alla serietà del suo volto, dietro alla sua compostezza simile a quella di una statua scolpita nel marmo. Andromeda nasconde ciò che pensa dietro ad un volto sereno e dolce, su cui è presente un sorriso veramente radioso e dolce. Ma a chi sarà rivolto quel sorriso così bello? Non a qualcuno della nostra famiglia di certo perché Andromeda è molto diversa da noi, lei ha altri ideali, altre opinioni e stare in questa famiglia per lei è una vera sofferenza. Pensandoci bene Andromeda è diversa in tutto e per tutto da me e da Bellatrix, noi due siamo superbe, assetate di fama, ricchezza, potere. Lei invece è umile, gentile, mai arrogante. Anche nell’aspetto è diversa da noi due, che abbiamo gli stessi lineamenti affilati e le stesse espressioni, le stesse labbra carnose. Lei invece ha il viso ovale, gli occhi verdi da gatta, diversi dai nostri così malevolmente affilati, e le labbra piuttosto sottili. Ad incorniciare il tutto dei capelli castani, quasi rossi. Somiglia quasi a quei babbanofili degli Weasley! Comunque nonostante sia così diversa da me, voglio molto più bene a lei che a Bellatrix. Lei mi tratta sempre con dolcezza e mi difende perché sono la più piccola di casa mentre sono piuttosto in rivalità con Bellatrix perché entrambe vogliamo primeggiare in tutto quello che facciamo, al contrario di Andromeda. Da dentro qualcuno ci chiama, noi ci alziamo in piedi ci prendiamo per mano e ridendo felici per quell’attimo di pace che ci eravamo ritagliate corriamo verso casa. All’epoca non sapevo ancora che tutto ciò non era destinato a durare per sempre. Non sapevo ancora che poco tempo dopo la famiglia black sarebbe profondamente cambiata. Bellatrix si sarebbe fidanzata con Rodolphus Lestrange ed entrambi avrebbero passato molti anni dopo gran parte del fiore dei loro anni chiusi nelle buie e fredde celle di Azkaban. Andromeda sarebbe scappata di casa per sposare un gabbano di nascita, Ted Tonks. In seguito sarebbe stata disconosciuta dalla famiglia e avrebbe avuto una figlia, che io non ho mai visto. In fondo è da circa 26 anni che non vedo mia sorella Andromeda, la sorella a cui volevo tanto bene. Poco dopo un altro componente della famiglia avrebbe seguito l’esempio di Andromeda fuggendo d noi: Sirus, destinato alla prigionia seppur innocente, destinato a morire per mano di sua cugina, per mano della sua famiglia. Suo fratello Regulus invece sarebbe morto per seguire la schiera opposta a quella di Sirius. Seguendo una fazione o l’altra entrambi erano destinati a morire. Io invece ancora non sapevo che la mia vita sarebbe stata segnata dall’incontro con Lucius Malfoy ad Hogwarts. Mi sarei sposata con lui e da lui avrei avuto un figlio, Draco. Di tutta la famiglia Black sarei stata l’unica a condurre una vita pienamente felice, perché Andromeda sarebbe vissuta sempre con il rimpianto di non essersi mai messa in contatto con me o con Bellatrix. Di questa mancanza di contatti soffro anche io, a modo mio, perché vorrei tanti vederla, vorrei tanto vedere sua figlia, vorrei sapere come sta. Eppure non so nulla di tutto ciò e incontrando per strada mia nipote non saprei neppure riconoscerla. Guardando ora la mia famiglia posso pensare che una sorta di sciagura si sia abbattuta su di essa. Che il destino della famiglia Black non si sia ancora compiuto e che debba riversarsi anche su di me? Tutto ciò è molto probabile ma cosa ci si può aspettare da una famiglia con il cognome così cupo** come il nostro?

Fine

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Piccolo spazio del delirio dell’autrice!

Salve a tutti! In questa breve one-shot ho voluto fornire il ritratto delle tre sorelle Black e il ritratto della loro generazione. Questa fic non ha un inserimento temporale preciso, ma le ragazze sono ancora molto giovani. La fanfiction è nata in seguito al mio amore per i manga dell’autrice Riyoko Ikeda (l’autrice di lady Oscar)  e soprattutto per il suo Orpheus no mado (pubblicato in Italia con il nome Orpheus) in cui si parla del destino che scorre inesorabile…. Anche l’idea dei vestiti è venuta da lì! ^^ ma veniamo alle note….

* questa è una citazione dal primo volumetto di Orpheus (di Riyoko Ikeda) in cui il protagonista chiede ad un suo compagno di collegio perhcè nella città ci siano così tante rose rosse. Questo a sua volta è un omaggio che l’autrice volle fare ad un’altra autrice nella cui storia incentrata sui vampiri questi ultimi si nutrivano dei fiori.

** qui ho voluto giocare sul cognome black che significa per l’appunto nero. Quindi il fatto che sia un cognome cupo è dovuto al colore nero^^

ciao a tutti e mi raccomando, commentate e  continuate a seguire le mie opere!

 

  
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