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Autore: NukenIla    23/10/2012    2 recensioni
Lui ama lei, lei ama l'altro, l'altro ama la sua migliore amica... Un intreccio sentimentale di seconda categoria dietro i banchi dell'Accademia Ninja di Konoha! Be', che fate? L'introduzione non è abbastanza scontata da indurvi a leggerla? Volete dell'altro? Eccovi accontentati: combattimenti sanguinosi per mezzo di carte ninja! Le famosissime Ninja Charts di Kabuto!
Come? Siete ancora qui? Volete più clichè, più frasi imbarazzanti, le situazioni adatte al più squallido degli shoujo? La storia è scritta apposta per questo. Divertitevi.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Card Captor Ai! – Pesca la tua carta, Hime-chan!

 

Note dell'Autrice: Vi introduco qui la storia più cliché del pianeta. Spiego in fretta: essa partecipa al "Dai Peggio di Te Contest" indetto da Kuppuru. La traccia consisteva praticamente nello scrivere una trama (basata su un fandom Anime/Manga a scelta) tanto più banale e scontata di quanto uno possa immaginare. Ho detto questo solo per prepararvi alla carrellata di obbrobri qui contenuti. VI HO AVVERTITI.

Nota aggiuntiva: il titolo riprende la famosa serie manga "Card Captor Sakura" delle CLAMP. La parola 'Ai' significa 'amore' in giapponese :)

Buona lettura!! (si fa per dire xD)

 

 

“E così sei riuscita a filartela…” commenta Sakura. Ha l’aria affascinata, i suoi grandi occhi verdi fissi sul mio viso, improvvisamente scarlatto. “Che brava. La mia piccola Himeko è cresciuta!” aggiunge poi, dandomi un buffetto sulla guancia.

Io sorrido, al riparo sotto la frangia che mi nasconde agli altri. Non sono il tipo di ragazza cui piace mostrarsi. Preferisco rimanere appartata, nel mio piccolo pezzo di mondo, al riparo dagli sguardi, dal tocco, dal giudizio degli altri. Sakura dice che sono timida, che non ho autostima. E aggiunge sempre che, se credessi un po’ più in me stessa, diventerei popolare in meno di mezza giornata.

Non mi piace contraddire la mia migliore amica, non lo faccio mai. Però in questo caso ha completamente torto. Non mi manca l’autostima. Semplicemente, non sono la persona adatta a diventare popolare. Se poniamo la questione su altri termini, diciamo che non sarei mai una protagonista di qualche storia. Mi manca il carattere. E’ così, e lo accetto.

Tuttavia i complimenti di Sakura mi rincuorano. “E’ stata una sciocchezza…” tento di minimizzare. Non sono una falsa modesta, lo penso veramente.

Sakura scuote la testa. “Sei riuscita a scappare da una punizione del maestro Harima! Hai tutta la mia ammirazione!”

Arrossisco ancora di più. “Non è stato merito mio…” balbetto, abbassando lo sguardo. “E’ stato Sasuke a…”

Lei sbuffa, si mette una ciocca di capelli dietro un orecchio. Lo fa sempre quando si parla di Sasuke. Io lo so, la osservo. La conosco. Lui le piace, ma lei non l’ha ancora ammesso a sé stessa. “Sasuke lo fa solo per mettersi in mostra!” ribatte. “Lui e i suoi amici cercano sempre di farsi risaltare, come quel Naruto…”

“Naruto non è amico di Sasuke” le faccio notare. “E’ il suo completo opposto. Lui si vuole mettere in mostra, non Sasuke. Sasuke…” Mi metto una mano sul cuore. Ripetere il suo nome mi fa stranamente accelerare il battito. “…Sasuke è così e basta.”

Sakura sorride. “Hai avuto il coraggio di seguirlo scappando dall’aula delle punizioni. Ciò ti rende tanto ammirabile quanto lui.”

 

***

 

Credo di poter dire di vivere un’esistenza abbastanza nella norma. Sono una studentessa dell’Accademia Ninja, che frequento per volere dei miei genitori. Mio padre avrebbe voluto che studiassi medicina, ma i libri costavano troppo. E sono i ninja a guadagnare di più, qui nel villaggio della Foglia. Almeno, questo è quanto dice mia madre.

La mattina mi alzo, faccio colazione con pane tostato e burro, raggiungo casa di Sakura e andiamo insieme a scuola. Sto attenta a lezione. Torno a casa, faccio i compiti. Sprofondo in sonni senza sogni.

La routine della mia vita.

Anche oggi, nulla di straordinario.

“Che hai, Himeko?” Sakura mi sta strattonando una manica della giacca. “Oggi sei più sovrappensiero degli altri giorni!”

Arrossisco, abbassando lo sguardo. “E’ per il test… quello di Iruka alla sesta ora” mormoro. In effetti, non so nemmeno io perché sono così assente. Credo sia l’ansia dello studio. Sì, dev’essere quello.

“Ah sì?” Sakura sbuffa. “Anche io sono un po’ tesa, non so cosa potrebbe chiederci. Tuttavia so di aver studiato molto, e di meritarmi un bel voto.”

“Sei sempre così sicura di te stessa…”

“Ti sbagli”. Si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Davanti al cancello, Sasuke Uchiha sta lucidando i suoi shuriken, lo sguardo perso nel vuoto. “Io non sono sicura di nulla.”

Guardo Sasuke, poi guardo lei. “Parlagli” dico.

Sakura strabuzza gli occhi. “Che cosa?!”

“Parlagli.”

“M-ma… perché dovrei…” balbetta imbarazzata. Non l’avevo mai vista in uno stato così confusionale.

“Sakura.” Le stringo una mano. “Sei bella, intelligente e gentile. Sei la persona più buona che esista. Nessuno, nemmeno quel genio di un Uchiha, potrebbe mai rifiutare le tue attenzioni.” Parlo sinceramente.

Le si illuminano gli occhi. “Ma… cosa gli dico??” Continua a sistemarsi freneticamente i capelli.

“Qualunque cosa, ma vai!” le rispondo veementemente, spingendola in avanti. Sasuke ci sta guardando con un’aria incuriosita.

“M-ma… Himeko…”

Sento Sakura che mi chiama, ma io sono già corsa via.

 

Il mio cuore non smette di fermarsi. Batte così forte che il petto mi fa male. Perché sto così? Ho appena aiutato un’amica a far colpo su un ragazzo che le piace. Dovrei essere orgogliosa di me stessa, e felice per lei. Ma allora perché, perché mi sento così ferita?

“Ehi, Hime-chan!”

Sento chiamare il mio nome, ma il suono mi giunge ovattato.

“Himeko!”

Sobbalzo, e mi giro di scatto. Lungo il corridoio che stavo attraversando mi vedo venire incontro una splendida ragazza. Alta, magra, una lunga chioma color dell’oro, ciglia folte, sguardo ammaliante. Se non ricordo male si chiama Ino, del clan Yamanaka, e dovrebbe fare parte della mia classe. Essendo molto timida e riservata, a volte sono così poco intimidita dagli altri da dimenticarmi subito che faccia abbiano. Per me tutti, tranne Sakura, sono enti con cui non sarò mai in grado di parlare.

Ino è seguita da un gruppetto di ragazze, tutte dall’aria allegra e con le labbra rosa di lucidalabbra. “Hime-chan!” mi saluta di nuovo, con un sorriso che rivela una dentatura candida e perfetta.

“I-Ino?”

“Ah, che bello, ti ricordi di me!” Ride assieme alle altre. “Abbiamo sempre pensato che non ci avresti mai degnate d’attenzione. Mi fa piacere vedere che non conosci solo Sakura della nostra classe!”

Arrossisco violentemente.

“A proposito di Sakura”. Ino mi si avvicina. Ha un’espressione strana in volto. Qualcosa che le deturpa il suo bel viso di porcellana. Che sia… invidia? “All’ingresso io e le mie amiche abbiamo notato qualcosa di…” sospira, “…strano”. Le ragazze alle sue spalle iniziano a dare segni di nervosismo. Di qualunque cosa stia parlando Ino, deve aver dato loro parecchio fastidio.

“Strano?”

“Sì, strano. A quanto pare il divino Sasuke” e qui ridacchiano come un coro di comari, “stava parlando con una ragazza. Sakura Haruno.”

Oh cielo! Non avrei mai pensato che il mio povero cuore avrebbe potuto raggiungere velocità tali! Forse tra un attimo mi spunterà dal petto e decollerà per non fare più ritorno.

Magari questa potrebbe essere una buona opzione.

“E-E questo cosa ha a che fare con voi?” balbetto, trovando il coraggio chissà dove.

“C-Che ha a che…” Ino rimane inorridita. Le sue amiche sembrano gonfiare le piume, tanto paiono offese. “Ragazzina, hai capito cosa ti sto chiedendo? Ti sto domandando se Sakura Haruno e Sasuke Uchiha, il ragazzo più ambito della scuola, stanno insieme. Perché se fosse così” e qui i segni di escandescenza si fanno molto più evidenti “la tua amica sgualdrina sarebbe la prima a pagarne le conseguenze. E tu la seconda.”

Mi salgono le lacrime agli occhi. Che cosa ho fatto di male questa volta? E perché ce l’hanno tanto con Sakura? Perché insultano la mia migliore amica?

Ho sbagliato?

Quando?

Perché?

Suona la campanella, e ne approfitto per correre via. Non ho visto in faccia Ino prima di volgerle le spalle. Non ne ho avuto il coraggio. Come sempre.

 

Entro in classe come una furia, corro al mio banco fissando lo sguardo nel pavimento di legno. Cerco Sakura con lo sguardo, ma non è ancora arrivata. Mi nascondo ancora di più sotto la frangia.

Sento la sedia accanto a me scostarsi. Alzo lo sguardo. Naruto Uzumaki, il buffone della scuola, mi sta rivolgendo uno dei più ampi sorrisi che abbia mai visto. Non so perché, ma riesce a togliere un po’ di peso dal mio cuore affranto. “Hime-chan, giusto?” mi chiede, affabile.

Annuisco, spaesata.

“Tranquilla, l’insegnante arriverà tra un bel po’. Abbiamo ancora del tempo per parlare.” Ride di gusto. “Gli ho fatto un bellissimo scherzo in sala professori”.

“Allora” dice poi, chinandosi verso di me con aria circospetta. Quell’espressione mi strappa un sorriso. A lui non sfugge. “Che c’è?”

“E’ che…” ridacchio tra me “è strano vederti con quella faccia seria!”

Mi guarda per un attimo, stupito. Poi scoppia a ridere anche lui. “A volte capita. Ehm, ti volevo fare una domanda, se non disturbo…” aggiunge poi.

“Dimmi.” Sorrido. Le lacrime mi si sono asciugate.

“E’ vero che…” Diventa improvvisamente rosso. Non l’avevo mai visto così imbarazzato. “Be’, stamattina non si parla d’altro… è vero che Sakura esce con l’Uchiha?”

‘Ecco, ora il mio sorriso scomparirà. Peccato, scoppiare a piangere di fronte a lui. Lo farò star male, e non se lo merita’. Penso questo.

Stranamente, però, con Naruto accade l’opposto di quanto successo con Ino. Sarà l’espressione da bambino ingenuo, o quella preoccupazione tale che si legge in faccia che è innamorato. Saranno questi aspetti, o il semplice fatto che lui è Naruto Uzumaki, un ragazzo da sempre bistrattato, da sempre solo, da sempre gentile con tutti.

Ho solo voglia di consolarlo. “No” rispondo con dolcezza. “No, non stanno insieme.” Nel dirlo, anch’io mi sento un po’ più tranquilla. Che strano.

Un sorriso genuino gli si dipinge in volto. “Grande!” esclama. Ride. Corre via.

Mentre gli sorrido di rimando, ritrovando un po’ di calma nel mio cuore, mentre inizio a dimenticarmi del turbamento di quell’ultima ora, e delle mie inquietudini legate a Sasuke, in quell’istante, i miei occhi più sereni incrociano quelli di Sakura. E’ appena entrata in classe, ed ha in viso un’espressione di ghiaccio.

La saluto.

Lei mi gira le spalle. Va a sedersi in un banco, da sola, nelle ultime file.

Il mio cuore ha smesso di battere.

 

***

 

Fisso il vuoto del soffitto della mia camera. Lo faccio da una settimana. Fissare il vuoto, intendo.

Da quello strano lunedì mattina, Sakura non mi rivolge la parola. Se ne sta sempre zitta e sola, nel suo cantuccio. Qualche volta Naruto cerca di tirarle su il morale, ma lei lo caccia, insultandolo. Si vede lontano un miglio che sta soffrendo. Il problema è che non so perché.

Ho fatto qualcosa di male? Ormai mi faccio questa domanda tutti i giorni, in qualsiasi momento. Quando Naruto chiacchiera con me durante gli intervalli, per esempio. O quando Ino e le altre parlano tra loro ad alta voce, dichiarandosi soddisfatte dell’assenza di certe “sgualdrine” a far la corte al Nobile Sasuke. Persino quando osservo sottecchi quest’ultimo, che siede solo, con il consueto sguardo assente, e guarda i nostri compagni di classe con una smorfia indecifrabile.

Mi sistemo accanto a Naruto, diventato il mio compagno di tutti i giorni. Le sue risate sono la sola cosa in grado di rasserenarmi l’animo, e di riempire il vuoto lasciato da Sakura. Seguo la lezione, nascondendomi il più possibile sotto la mia frangia. Al suono della campana, Naruto mi chiede di andare a pranzare con lui. Arrossisco. “Non ho molti soldi da parte…”

“Neanche io. Possiamo dividere una porzione!”

Inizio a tremare dall’imbarazzo. “N-non penso sia possibile!”

“E’ perché no, scusa? Che male c’è a… ehi, stai attenta!”

Sono talmente presa dalla conversazione che non noto l’inizio di una scala. Metto il piede in fallo al primo gradino; dopo questo, il vuoto. I miei libri volano per aria.

Chiudo gli occhi, pronta all’impatto. Ma al posto di una caduta dolorosa trovo due braccia forti a sorreggermi. Lentamente, socchiudo le palpebre.

Lo sguardo penetrante, travolgente di Sasuke Uchiha è fisso su di me, le sue labbra a due centimetri dalle mie.

Arrossisco violentemente, per la vergogna non riesco a guardarlo in faccia. “S-scusa!” balbetto. Vorrei sparire.

Sento il suo torace espandersi, sta sospirando. Poi una voce, tagliente come il una lama. “Togliti di mezzo” mi impone. “Sei fastidiosa.”

Sento una morsa imprigionarmi il cuore nel petto, così forte da non permettermi di respirare. Un vortice di emozioni mi assale, l’odio e l’amore per Sasuke, la confusione di quella situazione assurda, il dolore che mi imprime quello sguardo ferito che mi rivolge Sakura, da dietro la spalla dell’Uchiha.

Dolore, confusione, odio e… amore?

Ah.

Capisco.

Ora capisco ogni cosa.

Le lacrime mi scorrono in volto, corro via da lì, da quella scuola, dal mondo intero.

 

Uno shuriken.

Sono riuscita a mandare a segno solo uno shuriken su dieci.

La mia visuale continua a venire offuscata dalle lacrime. Per la decimillesima volta me le asciugo, e riprovo il lancio degli shuriken.

Questa volta non ne tiro bene neanche uno.

Scoppio a piangere. Vorrei urlare, ma i singhiozzi si alternano ad un ritmo incessante, impedendomi quasi di riprendere fiato.

“Himeko.”

Non alzo lo sguardo, ma so già chi mi sta guardando.

“Cosa vuoi?”

“Sto male a vederti così.”

Perché io no eh? “Va’ via.”

Mi rialzo e riprendo gli shuriken. Ricomincio a lanciarli contro il tronco segnato, questa volta a casaccio, con il solo scopo di disfarmene e di fare più tacche nel legno.

“Himeko, calmati.”

“Ho detto di andartene via!!” In preda alla rabbia gli lancio uno shuriken in fronte; lui lo scansa senza fare una piega. Senza rendermi conto di quanto appena fatto mi scaglio contro il suo petto, tempestandolo di pugni, piangendo e graffiando come una disperata. Balbetto frasi sconnesse, insulti senza logica. Ascolta i miei vaneggiamenti accarezzandomi la testa. “Tira fuori tutto quello che hai dentro” mormora.

“Non ho dentro un bell’accidente!”

“Oh, e quindi piangi per divertimento?”

“Idiota!” Lo guardo fisso negli occhi. “Tu non sai cosa provo.”

“Oh sì che lo so. E lo sapresti anche tu se solo ammettessi. A lui e a Sakura”.

“Cosa dovrei fare? Andare lì e annunciare di essermi innamorata di un cretino, di aver tradito la mia migliore amica?”

“Non l’hai tradita…”

“L’ho fatto senza accorgermene!”

“Be’, che tu l’abbia fatto o no c’è un solo modo per porre fine a questa storia, parlandone.

“Dovrei dichiararmi a Sasuke? Sai come mi risponderebbe. Che non sono degna di lui.” I miei singhiozzi si fanno più serrati, la morsa al petto più stretta. “E Sakura mi odierebbe per tutta la vita.”

“Dovresti provarci!”

“Be’, perché non lo fai anche tu?” Sono acida e incattivita dal dolore. Lo so, ma non faccio nulla per fermarmi. “Forza! Sei innamorato di Sakura, no? Lo potrebbe intuire persino un bambino. Va’ da lei e parlale, coraggio!”

Anche i suoi occhi si riempiono di lacrime. “Sta’ zitta” mi prega.

“Sei solo uno stupido! Continui a consolarla, ad aiutarla con Sasuke, a cercare di farla felice, ma lei continua ad ignorarti! Come puoi amarla ancora, dopo tutti gli insulti che hai ricevuto!”

“Oggi”. Singhiozza, piano, poi in modo sempre più disperato. “Oggi, dopo quello che è successo, è scoppiata a piangere. Sasuke l’ha guardata con disprezzo, senza nemmeno rivolgerle la parola. Lei è corsa via. Ho cercato di consolarla ma ha continuato a cacciarmi via, dandomi dell’insensibile, del deficiente.” Mi stringe con più forza i fianchi. Senza accorgercene, ci ritroviamo abbracciati, l’uno che piange sulla spalla dell’altro. Sento il suo odore penetrarmi nei vestiti.

“Ci siamo innamorati di due cretini” dico in un soffio. Lui annuisce, la faccia nei miei capelli.

Poi, come in virtù di un gesto spontaneo, meccanico, le mie labbra incontrano le sue. E’ un bacio disperato, di chi vuole un gesto di affetto a tutti i costi, anche a dover sacrificare le proprie amicizie.

Prima di quanto ci rendiamo conto, siamo a terra, io che tento di sfilargli la camicia, lui con le mani sul mio reggiseno.

Ci fissiamo negli occhi per un lungo, lunghissimo istante.

“Siamo due stupidi” commenta lui, tra le lacrime.

Quella notte la passiamo insieme, abbracciati tra le mie lenzuola, a piangere calde lacrime sui nostri amori non corrisposti.

 

***

 

“E’ appena entrato dalla Porta Nord!”

“Ma come ha fatto? C’erano tre jonin di servizio!”

“Ha battuto tre jonin da solo?”

“Impossibile!”

“Correte, correte!”

Socchiudo gli occhi. Sottili raggi di sole filtrano nella camera. Dalla finestra provengono delle voci.

“S-Sakura…”

Abbasso lo sguardo. Naruto dorme sul pavimento, ai piedi del mio letto. Sta ancora sognando.

“Ehi” Lo scuoto leggermente. “Ehi, svegliati! Sta succedendo qualcosa.”

“C-Che cosa?” mormora, la voce ancora impastata dal sonno.

Lo scavalco e corro fuori.

 

La strada è pervasa da un’agitazione generale. Gente che corre da ogni parte, bambini che piangono. Fermo una donna che avanza in fretta, tra le braccia un cesto di frutta. “Che succede?”

“Itachi… Itachi Uchiha, è tornato!”

Poi scappa via.

Uchiha…

 

“E’ il fratello di Sasuke” mi spiega in fretta Naruto, mentre corriamo verso l’Accademia. “Ha tradito Konoha e il suo clan. Il motivo non si è mai capito. Ma una cosa la so” aggiunge poi, aggrottando le sopracciglia. “Sasuke non l’ha mai perdonato. Ha sterminato la sua famiglia.”

Un rivolo di ghiaccio mi percorre la schiena. “Ha ucciso… tutti?”

“Sì.”

“Presto, al campo d’addestramento ninja!” Ci voltiamo. Un chunin di servizio urla nella nostra direzione. “Sasuke ha sfidato Itachi!”

Io e Naruto ci guardiamo negli occhi. “Un ragazzo non ancora diplimato…” comincio.

“… Che affronta il ninja che ha sterminato il clan più potente di Konoha.”

Mi viene un groppo alla gola.

“Io devo andare!” esclamo.

“Vengo con te.”

“Ehi, voi due, cosa credete di fare?” Ma le parole del chunin ci giungono già lontane.

 

Il campo d’addestramento è uno spiazzo usato spesso dai ninja come posto d’esercitazione. Lì si usano quelle tecniche che, se applicate in qualunque altro angolo del villaggio, recherebbero disturbo agli abitanti. E’ un’immensa radura ai piedi delle montagne, cosparsa di pali di legno, cespugli di rovo e pietre d’arenaria. Quando arriviamo noi, tuttavia, rimane solo erba.

Due figure avvolte nell’ombra si fronteggiano. Una è chiaramente Sasuke: folti capelli neri e atteggiamento austero. Noto con preoccupazione che gli tremano le gambe. E, man mano che mi avvicino per osservarlo, il mio cuore si riempie d’orrore. E’ sporco di sangue e terra, con le mani così ricoperte di graffi da riuscire a stento a vedere la pelle. Respira a fatica, il torace si espande a ritmo sconnesso, visibile sotto i vestiti strappati. Regge degli shuriken tra le mani tremanti, mentre il resto della sua attrezzatura è cosparsa ai piedi dell’uomo di fronte a lui, probabilmente deviata. I miei occhi si riempiono di lacrime.

Itachi Uchiha assomiglia a suo fratello in maniera sconcertante. Ha gli stessi occhi bui e profondi, lo stesso sguardo indecifrabile. Una cortina di capelli lisci e scuri gli incornicia un viso scarno e sciupato. Il resto del corpo è nascosto sotto un mantello a motivi rosso e nero.

Non ha nemmeno un graffio.

Accanto a me sento Naruto tremare. Mi giro verso di lui, poi seguo il suo sguardo. E sento le gambe cedermi.

L’intera accademia ninja, insegnanti, alunni, alcune squadre giunte in soccorso, sono tutti riversi a terra. In prima fila si vede Sakura, i bei capelli infangati, un grosso taglio sulla spalla. Vicino a lei, un lago di sangue.

“N-Naruto…” inizio a pregare. Ma lui non mi ascolta. Corre, urlando disperato, contro Itachi, negli occhi uno sguardo assassino.

L’uomo non lo guarda nemmeno. Agita un braccio in un gesto pigro, svogliato: una scarica di chakra fulmina Naruto. Vola per una decina di metri, schiantandosi contro un albero. Cade a terra. Ha perso i sensi.

Cado a terra, in preda alle convulsioni. Tutto questo è un incubo. Non può, non deve accadere. ‘Ti prego, fa’ che finisca’ penso, ‘Te ne prego…’

Accanto a me c’è un cespuglio di spine. Sotto, noto qualcosa di colorato.

 

Sasuke si alza a stento. E’ così stanco da non riuscire nemmeno a reggere in mano gli shuriken. Tutto ciò che può fare, tentando di distrarre suo fratello dallo sterminare il villaggio, è impegnarlo in una conversazione. “Parla” gli impone. Fatica ad esprimersi. “Perché sei venuto qui? Perché, dopo tutto questo tempo, dopo tutte le cose che hai fatto?”

Itachi lo osserva, ma non sembra vederlo realmente. Poi sospira. “Normalmente non mi abbasserei mai a parlare con te. Se non per dirti quanto sei incapace, sia chiaro.”

Sasuke trema d’odio.

“Tuttavia tu stai per morire. Non so neanch’io perché ti abbia permesso di vivere per tutto questo tempo. Probabilmente perché non volevo spendere energie inutili.”

“Perciò ho deciso di dirtelo. Ti ricordi di Kabuto? Sì, l’adepto di Orochimaru che era entrato come spia nel vostro esame, allo scopo di ottenere informazioni su te e il bimbo della volpe a nove code… com’è che si chiama? Ah sì. Naruto.”

 

Avanzo nella polvere, mi asciugo le lacrime per mettere a fuoco ciò che mi si para davanti. Sono… sono carte. Carte di ogni colore, sparse sotto le spine. Allungo una mano per prenderle. Non so perché, ma sento che in quella situazione, in quel momento, è la cosa giusta da fare.

 

“Ti ricordi che metodo usava per raccogliere dati su di voi. Delle carte. ‘Carte ninja’, le chiamava così. Be’, adesso l’organizzazione che servo le rivuole indietro. Lui deve averle nascoste da qualche parte, proprio in questa zona.”

 

Non appena le tocco, un fiotto di energia mi irrora il corpo. E’ caldo, e fa smettere di tremare. Anzi, mi fa sentire bene. Sento il potere… il potere di cambiare ogni cosa.

 

“Così sono venuto qui a recuperarle. Ora che lo sai posso proseguire. Ad ucciderti.”

Sasuke serra i denti. Ormai non ha più forze. ‘Chissà se Himeko sta bene…’ Gli viene voglia di piangere.

 

Avanzo lenta nell’erba. Una luce mi avvolge. Mentre cammino, cambio aspetto, cambio forza, cambio nome. I miei vestiti, prima semplici abiti da studentessa, si sono tinti di rosa e argento. Pizzi e ricami seguono le linee del mio corpo sotto un tessuto di seta, leggero, comodo. Ho la gonna, ma mi sento la donna più agile dell’universo. In mano stringo le carte. Sono la mia unica arma.

Sasuke si gira a guardarmi, ha uno sguardo vuoto, spento. Ma non appena posa gli occhi su di me s’illumina. Poi, sviene.

Io mi volto a guardare Itachi. “Stavi forse cercando queste?” chiedo sprezzante. Sulla sua faccia, un’ombra d’odio. “E tu chi saresti?” domanda.

“Non sono affari tuoi. L’unica cosa che devi sapere oggi è che…” inspiro. “O scappi o muori.

Lui scoppia in una risata tenebrosa. “Mi stai dicendo che mi dai anche l’opportunità di scappare? Ma non farmi ridere.”

“Quindi rimani?”

“Certo che rimango.” Il suo ghigno scompare. “Non mi farò certo battere da una ragazzina.”

Inarco un sopracciglio. I miei capelli, raccolti in nastri colorati e lucidi, si scostano lievemente sotto un vento leggero.

E’ ora.

“Forse non ti ho ancora spiegato…” dico tranquilla, “… che non sarà contro di me che devi combattere.”

Pesco una carta. Sono fortunata.

“Dèi del cielo e della luna” evoco, “datemi la forza di battere il ninja che ha osato sfidarvi!”

Una luce celestiale illumina la carta che tengo in mano, elevata al cielo. In mille diamanti si materializza una figura nel campo.

Itachi sbianca. “Il primo Hokage…”

Io sorrido. “Il ninja più forte della storia del mondo.” Pesco un’altra carta.

Sorrido. Fortuna per la seconda volta.

Una figura affianca la precedente. Itachi ormai è terrorizzato. “Uchiha Madara…”

Ghigno. “Il solo ad aver potuto tenere testa al primo Hokage. Ora combattete per me!”

Mi volto. Sento alle mie spalle un cozzare di kunai e shuriken, poi tempeste di chakra che illuminano la radura.

Ma io ho occhi solo per il mio Sasuke, riverso a terra.

Faccio scivolare le carte in tasca. Torno nei miei abiti normali, sento l’energia abbandonarmi.

Corro dal mio amore.

 

***

 

E’ domenica mattina. Sasuke si è appena svegliato. Io gli sto sbucciando una mela, accanto al suo letto d’ospedale. Siamo in silenzio.

“Grazie per avermi salvato. Senza di te io… io non so cosa farei.”

Quel ringraziamento mi giunge soffocato. Lo guardo in faccia: ha le guance rosse d’imbarazzo. Sorrido. “Quando tu…” Mi fermo ad assaporare quella sensazione. La sensazione di poter parlare con qualcuno senza doversi vergognare. Soprattutto, la sensazione di parlare con la persona amata senza avere rimpianti. “… quando tu ci hai fatti uscire da quella punizione di Harima. Ti ricordi? Eravamo in cinque in classe. E tu proponesti di scappare”.

Lui mi osserva, ha uno sguardo indecifrabile.

“Ti dovevi allenare” Sorrido. “Ti dovevi allenare, non potevi perdere un pomeriggio a scrivere frasi su un quaderno. Quel giorno io…” Sospiro. “… quel giorno sono stata felice. Il tuo esempio mi aveva dato una forza… incredibile. Senza rendermene conto, piano piano, sono diventata sempre più sicura di me stessa. Fino al giorno in cui ho realizzato di amarti.”

Mi guarda. Io sono rossa, ma determinata.

Poi sorride, e per la prima volta vedo emozione nei suoi occhi.

 

E’ passato un mese da allora. Io e Sasuke stiamo insieme da quella domenica mattina. Ora sono la ragazza più felice del pianeta.

Ho fatto pace con Sakura. Quando sono andata da lei a chiederle spiegazioni, mi si è gettata ai piedi, in lacrime. Ha detto che si era comportata in modo orribile. “Quel giorno, a scuola” mi ha confessato “ero confusa. Quando mi sono avvicinata a Sasuke non mi ha neanche guardata. Mi ha solo fatto domande su di te, su cosa ti piacesse, su come fossi in realtà. Ero in preda alla gelosia più totale. Perdonami.”

L’ho perdonata. Ora è più amica di Naruto, almeno quanto lo sono io. Spero che un giorno accetterà i suoi sentimenti. Glielo deve.

E le carte? Be’, sono sempre nella mia tasca, a proteggermi. Dopo tutto, devo a loro il mio amore.

 

FINE <3

 

 

Spazio dell'Autrice: Siete arrivati fino alla fine? SUL SERIO CE L'AVETE FATTA?

I miei complimenti. Di autrice e di lettrice xD

A tutti i poveri lettori della mia prima fanfic 'Le Notte in Bianco di Mikuru Asahina' (che poi sono due -.-)... ecco svelato il motivo del mio ritardo nell'aggiornamento! Ebbene sì, ho speso quasi una settimana della mia vita a scrivere questa storia vomitevole fanfiction!!

Ma che meraviglia.

Ragazzi, spero per i vostri wc che non vi torni su quello che avete mangiato stasera! Non voglio responsabilità! :)

A presto

Ila :)


EDIT: Ecco i risultati del contest, se a qualcuno interessassero xD
TERZA CLASSIFICATA Card Captor Ai! – Pesca la tua carta, Hime-chan! - NukenIla
-Attinenza al tema: 8/10
Comincio questa valutazione dicendo che la tua storia è quella che mi ha lasciato più "Sentimenti contrastanti" e passo subito a spiegarti il perché: fondamentalmente, il personaggio di Himeko è una potenziale Mary Sue, nella parte finale della fanfiction c'è decisamente un'evoluzione in questo senso (o dovrei dire involuzione?), ma ho come l'impressione che tu ti sia trattenuta, forse involontariamente, dal tirar fuori il potenziale di questo personaggio e della storia in generale; so perfettamente che, quando si è abituati a scrivere racconti di alto livello qualitativo e si presta molta attenzione alla loro struttura, può risultare difficile stendere trame di scarsa qualità, ma allo stesso tempo si tratta di qualcosa di estremamente facile...Tutto ciò che serve è non pensare. Uno dei principi fondamentali delle badfiction è il nonsenso, che si può ottenere solamente mischiando a caso tutte le idee che ci vengono in mente.
Ho paura -e parlo in generale, stavolta- che molte delle partecipanti abbiano temuto di essere prese sul serio, qualora avessero pubblicato questa storia nei loro profili, e che ciò abbia impedito di scrivere storie volutamente "brutte"; insomma, che il timore di apparire "pessime autrici" abbia fatto da freno.
Tornando alla fanfiction, vi ho riscontrato molti buoni spunti, come il quadrilatero amoroso, la timidezza della protagonista e la sua sbagliata convinzione di non essere nulla di speciale, ma in almeno tre quarti della storia Himeko si "fonde" troppo con gli altri personaggi, non spicca pur essendo la narratrice, mentre una Mary Sue dovrebbe vantare di una presenza più "opprimente". E' ancora troppo normale per rientrare pienamente nel tema del contest, potrei definirla una "Mary Sue fittizia", che cerca di mascherare la sua natura, ma che esce completamente fuori solo a fine storia.
-Stile e Lessico: 27/30
Il punto debole di questa storia (Se così lo si può chiamare...)è che...E' scritta troppo bene! Per carità, mi sono imbattuta in fanfiction senza errori di grammatica, ma per le quali il termine "Badfiction" era quasi un complimento, eppure non riesco a considerare la tua un esempio di pessima storia. Come ho già detto nel precedente punto, Himeko trova il suo ruolo di Mary Sue solamente alla fine, ma nel complesso la storia è fin troppo ben strutturata per sembrare una parodia di questo famigerato genere; la stesura dei dialoghi parlati è semplice e poco approfondita, e questo è un punto a favore per il nostro contest, ma la narrazione in prima persona di Himeko, le scelte stilistiche adottate, persino la suddivisione dei vari paragrafi, sono tutti troppo ben trattati. Per riassumere, è ancora visibile il tuo vero stile, che da quanto ho potuto vedere è molto pulito e godibile.
-Rapporto Originalità/Clichè*: 38/40
Sarò onesta, il fandom di Naruto è quello da cui ho visto nascere il maggior numero di Mary Sue, che sia a causa della popolarità dell'opera o della sua struttura, quindi mi aspettavo molto da una storia basata su questo fandom. Ne ho riscontrati parecchi, infatti, come la cotta della protagonista per Sasuke, la sbandata per Naruto, la comparsa di Itachi e la sua sconfitta da parte della protagonista, fino a quel momento ignorata dal suo amato; sono tutti ben gestiti e ammetto che la trovata delle carte è stata una delle più originali che abbia mai visto, totalmente inaspettata (Per quanto il titolo desse qualche indizio)! Mi sarebbe piaciuto che quest'idea fosse stata approfondita un po' di più: se l'avessi introdotta dall'inizio sarebbe stata davvero un'ottima badfiction.
-Giudizio Personale: 18/20
Ho apprezzato molto questa storia, ma come ho già scritto mi ha lasciato dubbiosa in alcuni punti: troppo buona dal punto di vista stilistico, non rientra a pieni voti nel contesto di questo concorso (e a dire il vero non so se considerarlo un bene o un male...); la protagonista aveva un ottimo potenziale, ma da un punto di vista "Marysuesco" -esisterà mai come termine!?- è risultata anonima per la maggior parte del tempo. Ottima, però, la sua ripresa nel finale.
TOTALE:91/100
  
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