Nei Neri.
Questo vedeva Helin allo specchio.
Punti neri e vacui che seminavano sul suo viso una sorta di tracciato,un percorso da seguire che portava alla bocca,al naso,al mento.
Non le piacevano,ma aveva imparato a conviverci:non si soffermava spesso sul suo volto.Non ne aveva mai avuto il tempo,nč il piacere.
Le altre ragazze della sua etā imparavano a cucinare,a badare ad una casa,imparavano un mestiere.Si divertivano,uscivano.
Lei no.Lei scappava,non si legava a nessuno.Non poteva legarsi a nessuno.Laddove aveva cercato un contatto,aveva portato solo sventura,e morte.
I suoi ventidue anni non si leggevano sulle sopracciglia arcuate,sempre tese a fiutare un probabile pericolo,nč sugli occhi grandi e attenti,due mandorle marroni sempre pronte a diffidare.La sua bocca,non era allenata a sorridere.C'era stato un tempo,molto prima,in cui l'aveva fatto,in cui aveva avuto un barlume di speranza.Ma era un passato molto lontano,e forse se lo era solo immaginato.
Anche adesso,in quel momento cosė inappropiato,in cui sapeva finalmente come dovesse compiersi il suo destino,lei non era libera di guardarsi al suo riflesso e vederne la bellezza.
Non era bellezza,no.Era l'inferno dipinto sui suoi lineamenti che non appartenevano a nessuno,che non raccontavano niente della terra da cui proveniva e i cui uomini avevano dato il sangue per lei.
Ora basta.La carneficina si sarebbe conclusa,per sempre.
Legō i lunghi capelli mossi in una treccia,stretta.
Tutto sarebbe finito.E i nei sul suo volto,le sue colpe,le sue macchie,sarebbero scomparsi con lei.