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Autore: dilpa93    23/10/2012    4 recensioni
E' tornata, ma non sarà mai più la stessa...
Seguito di "Live... Again" e parte della serie "Everything can change"
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexis Castle, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Everything can change'
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È dimagrita così tanto in questi mesi… Gli zigomi sembrano molto più pronunciati, gli occhi infossati, le labbra screpolate e secche. Sul viso pallido risalta un esteso ematoma violaceo posizionato all'angolo destro della bocca; solo uno dei tanti che la ricoprono e che ora sono ben nascosti dal camice.
I capelli spettinati le ricadono sul volto, la fronte poggia sulle ginocchia strette prepotentemente al petto dalle sue braccia che le circondano a fatica.
Sul braccialetto che ha al polso c’è scritto il suo nome, i caratteri neri in stampatello fine risaltano sullo sfondo bianco, ma ormai di quella persona non è rimasto nulla, non è più lei, non c’è traccia di quella che era o di quella che avrebbe voluto diventare.
La porta della stanza si apre, ma non vi ci fa caso. Resta immobile, quasi pietrificata; lui le siede accanto e con la mano le sfiora appena la sua. Solleva la testa e lo fissa; gli occhi azzurri lo scrutano pieni di terrore e sgomento mentre il battito cardiaco accelera e accelera.
‘Scusa.’ Sussurra interrompendo immediatamente il contatto.
Non ci si è ancora abituato…
Lei gli volta le spalle andando a guardare distrattamente verso la finestra. Oltre quel vetro freddo la pioggia cade incessantemente lavando ogni cosa, riuscendo a pulire tutto, tutto tranne il suo dolore, la sua paura, e quel vuoto interiore che si riflette nel suo sguardo assente.
‘Le giornate diventano sempre più brutte, non trovi tesoro?’ Domanda senza aspettarsi una reale risposta, ma sperando comunque che questa gli arrivi in una qualsiasi forma; un cenno, un movimento, un singulto, un sospiro…
Nulla, così prosegue poggiando il caffè caldo sul comodino 'Il medico ha detto che tra qualche giorno potrai tornare a casa, finalmente conoscerai il nuovo arrivato, il piccolo Ethan.' È giorni che gliene parla e non vede l’ora di averli a casa entrambi.
'Lo so, tu, Kate e la nonna avete già un bel da fare con me, ma lui è più tranquillo. Credo ti somigli molto.’ Conclude soddisfatto poco prima che il rumore assordante di un tuono squarci il silenzio.
 
La vede tremare ed ha l'irrefrenabile istinto di abbracciarla; si avvicina a lei, il palmo della mano è a pochi centimetri dai capelli ramati, l'altro ha già afferrato il lenzuolo che le copre a mala pena il corpo ora esile. Ma poi ripensa alla reazione avuta poco prima e si trattiene.
 
La mano si chiude in un pugno mentre gli occhi si inumidiscono.
 
Non riesce a vederla in quello stato, è pur sempre la sua bambina dannazione!
Non può carezzarla, sfiorarla… proteggerla. Non ci era riuscito prima, come può pensare di riuscirci ora, adesso che lei si è chiusa in una gabbia, la gabbia peggiore che potesse esserci: se stessa.
 
Entrando, l’infermiera lo fa trasalire ‘Signor Castle, mi spiace disturbarla, ma l’orario di visite è terminato.’
Si stropiccia il volto facendolo arrossare, asciugando le poche lacrime a cui ha permesso di scivolare lungo le rughe che si sono formate nell'ultimo periodo, uno tra i più bui della sua vita.
‘Come…? Ma certo, certo.’ Balbetta appena ‘Tornerò domani.’ Fa il giro del letto e le si accovaccia di fronte ‘Ricorda, sarai sempre la mia piccola pumpkin. Hai capito? Sempre.’
Si rialza a fatica. È invecchiato nei mesi passati; la paura per Alexis, le complicazioni durante il parto con cui Kate aveva dovuto lottare duramente…
Un mix letale che lo ha stravolto, sia mentalmente che fisicamente.
 
La guarda un ultimo istante da dietro il vetro; abbattuto per non essere ancora riuscito a stringerla, a stritolarla in un caldo abbraccio come faceva quando era piccola, ripensando a quello datole quella fatidica mattina; ma comunque felice di averla di nuovo con sé, di poterla anche solo guardare, felice che, ancora una volta, la meravigliosa donna che aveva deciso di restare al suo fianco avesse avuto ragione.
 
L’avevano ritrovata.
 
La guarda un’ultima volta lasciandola poi lì, nel suo piccolo mondo, l’unico luogo in cui ora si sente al sicuro, dove può sperare ancora di trovare quel tepore che un tempo sentiva quando stava con la sua famiglia, magari sul divano, stritolando a sé il cuscino mentre guardavano un film di paura, o a gambe incrociate mentre rastrellava i pochi popcorn rimasti sul fondo della ciotola.
 
Ma ora quei ricordi sono offuscati, sommersi dagli incubi, e l’unica cosa che può fare è restare chiusa nel silenzio di quella stanza con in sottofondo unicamente il lento scrosciare della pioggia.



ANGOLO AUTRICE:

L'hanno ritrovata, sta bene... per così dire.
Reb, questo per dimostrarti che io non ce l'ho con Alexis, altrimenti non sarebbe più tornata a casa!
Mi scuso con le persone a cui non piace il nome Ethan per il piccolo... io personalmente lo adoro e trovo che suoni bene 'Ethan Castle'
Detto questo... buona serata
 
  
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