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Autore: Gulminar    24/10/2012    5 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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All’ombra dei ciliegi

 

Sakura era senza fiato. Sasuke era davvero un essere fuori da ogni categoria. Pure senza usare lo sharingan, gli occhi erano quelli gialli di Ookami.

Sei diventata veramente brava.

Sasuke si rese conto che quel combattimento inatteso lo stava facendo divertire. Da parecchio tempo non incontrava qualcuno in grado di tenergli testa per più di trenta secondi.

“Sei cotta.” La canzonò.

La ragazza rivide l’espressione beffarda che aveva imparato a conoscere tanto bene, sentì il sangue ribollire. Però non poteva dargli torto, era decisamente cotta. Pur provandole tutte, non gli aveva fatto venire nemmeno un po’ di respiro affannato. Si ricompose, riponendo la spada nel fodero. Un pensiero tanto assurdo quanto allettante la solleticò.

Perché non provare?

Rischiava di fare una solenne figuraccia ma, se riusciva, avrebbe dimostrato una volta per tutte chi era realmente all’adorabile stronzo.

“Osserva con attenzione Sommo Ookami, ti mostro ciò che ho imparato.”

Incrociò i palmi delle mani ad altezza della fronte, il cuore di Sasuke sussultò.

Quella posizione!

Sakura stava accumulando tutto il chakra rimastole in un ultimo colpo.

Non può essere!

“LAMPO DISTRUTTORE!”

Sasuke incrociò gli artigli a difesa della propria persona, la colonna di energia lo colpì in pieno, spingendolo all’indietro. Dovette impegnarsi per contenere l’attacco, anche se era stato lui a inventarlo e ne conosceva ogni aspetto. Quando l’energia si dissipò, si rese conto di avere il fiatone a sua volta, non ricordava l’ultima occasione in cui un avversario era arrivato a tanto.

Bravissima, sei riuscita a imitarlo.

Aveva impiegato anni per perfezionarlo. Lei lo aveva visto usare un paio di volte da due persone differenti ed era riuscita a crearne una sua versione. Ora lo osservava, in ginocchio nel punto da cui aveva lanciato il lampo, completamente sfinita.

Sei magnifica, non ci sono altre parole per descriverti.

“Sono un’insopportabile ragazzina noiosa ma imparo in fretta.”

“Però hai perso.”

Sasuke si avvicinò facendo rientrare gli artigli di Ookami, si inginocchiò a sua volta, le prese il mento tra le dita e avvicinò i loro volti.

“Da bambina cercavi sempre la mia approvazione, in tutto ciò che facevi.”

“Ti ammiravo.”

“I miei talenti innati sono nulla in confronto alla tua determinazione a migliorare. Tu sei la sola che posso volere come compagna.”

Sakura ebbe l’impressione che il cuore volesse cambiare posizione. Sasuke Uchiha in lacrime per lei, terribilmente sbagliato e, allo stesso tempo, terribilmente giusto.

“Dì che mi hai perdonato.”

Un altro colpo tremendo, il tono assomigliava troppo a quello di una supplica. Sasuke Uchiha non supplicava nessuno, in nessuna situazione. Il ragazzo le nascose il volto contro il seno. Lei lo strinse, un sorriso le colorò il volto sporco di polvere e sudore.

“Ti ho perdonato.”

Aveva immaginato milioni di volte il momento del loro vero primo bacio, ma quello che effettivamente avvenne andò oltre ogni sua più sfrenata immaginazione.

 

“È così romantico.” Commentò Kinuye con voce sognante.

“Andiamo.” Ordinò Keiji alle sue spalle.

“Come andiamo? Non vediamo come va a finire?” Protestò la ragazzina.

“Sappiamo già come va a finire.”

La compagna non si muoveva, quindi se la caricò in spalla con poche cerimonie e si avviò lungo il fianco della collina, con Koshiro alle spalle che ridacchiava a denti stretti.

“Keiji mettimi subito giù!”

Non ascoltò, anche se lei gli tempestava la schiena con i piccoli pugni, procedette risoluto. Probabilmente il sensei era troppo preso da ciò che stava facendo, se anche si era reso conto della loro presenza, difficilmente l’avrebbero imparato.

 

“Ma tu non hai una guerra da combattere?”

Sakura giaceva fra le sue braccia, la testa abbandonata sul torace nudo, le stelle e gli alberi di ciliegio erano gli unici spettatori.

“Il Sommo Danjyo mi ha concesso libertà fino a domattina.”

Sakura ridacchiò.

“Te l’ha concessa o te la sei presa?”

“Entrambe le cose.”

L’espressione di Sakura si fece pesante, Sasuke aveva gli occhi chiusi e non lo vide, ma percepì a pelle il cambiamento.

“Mi dispiace causarvi tanti problemi.” Disse la ragazza.

“Non pensarci. Vorrei avere tutti i giorni dei problemi come te.”

Sakura fu tentata di sottolineare che, da sempre, era disposta a essere un suo problema tutti i giorni, ma era inutile rientrare nella discussione. Fu lui a farlo.

“Non avrei mai creduto che potessi volermi ancora bene dopo tanto tempo.”

Sakura sbuffò a quel commento del tutto inutile, si strinse maggiormente a lui, nascondendogli il volto nella piega del collo.

“A Konoha pensano che sia una superficiale, che la dà a tutti quelli che le ispirano sesso, solo perché non ha un ragazzo fisso.”

Non capì da dove le venne quella risposta, forse per dimostrargli una volta di più quanto avesse sempre tenuto a lui.

“Tu?” Sasuke suonò incredulo.

“Prima dicevano che me la facevo con Sasuke, poi con Naruto perché Sasuke non c’era più, poi con Gaara, con Rock Lee, con Sai, magari anche con il maestro Kakashi.”

“Se ci fossi stato, avrei spaccato la faccia a chiunque osasse dirlo.”

“Ne avresti spaccate parecchie. Non mi è mai interessato cosa diceva la gente, chi mi conosce sa che persona sono. Sì, sono stata con un paio di ragazzi, per puro sport.”

“Con un paio di quelli che hai nominato?”

“La cosa ti disturba?”

“No.” Ci pensò un attimo di troppo per rispondere, per riprendere la solita aria superiore. “È solo che… nessuno di loro ti merita!” Un commento adatto a ricomporre la situazione, però rispecchiava ciò che gli passava per la testa. Una soluzione che fece ridere Sakura.

“A quanto sentii all’epoca, andava quasi di moda invaghirsi di Sakura Haruno. Naruto, Rock Lee, Sai, forse lo stesso Kakashi…”

“Molti di loro non ci sono più.” Lo interruppe lei, ma si allontanò subito dall’argomento. “Naruto è un amico, Rock Lee anche, per quanto mi abbia chiesto più volte di sposarlo.”

“Tu e quel buono a nulla di Rock Lee? Che idea agghiacciante!”

“Rock Lee non è un buono a nulla.”

“Se lo dici tu, però è brutto.”

“Su questo possiamo essere d’accordo.”

Sakura rise, anche Sasuke si lasciò andare a quella che poteva essere una breve risata nasale.

“Pensi che per me faccia differenza? Naruto, Sai, Gaara, Rock Lee, puoi anche essere stata con ognuno di loro, ora sei soltanto mia.”

“Sono sempre stata soltanto tua. E tu, sei soltanto mio?”

“Tuo e di Oinomori, ovviamente. Piuttosto, non ti mancheranno Konoha, Naruto e gli altri?”

“Sì, ma qui ho qualcosa di più importante.”

 

“Cosa vuoi?”

Sasuke aveva coperto entrambi con la coperta, avvertendo una spiacevole intrusione. Sakura vide Rai avvicinarsi per nulla imbarazzato, fu lei ad arrossire. Il giovane aveva le mani in tasca e l’espressione distesa risaltava nella luce del crepuscolo.

“Mamma dice che voi due non mangiate da ieri, sai come la pensa in proposito. Ho provato a dirle che rischiavo la vita venendo qui…”

“In poche parole.” Ringhiò Sasuke.

“La cena è pronta. Mettetevi qualcosa addosso prima di scendere.”

Rai si stava già allontanando, Sasuke mugugnava imprecazioni fra i denti. Sakura lo abbracciò ridendo. A Oinomori aveva trovato un Sasuke decisamente inedito, con una madre oltremodo apprensiva che si occupava di lui.

 

Makiko li accolse sulla soglia di casa, dall’interno provenivano le voci di molte persone. Qualcuno aveva messo lanterne di carta di riso all’ingresso e nell’anticamera, per ravvivare l’ambiente. Sakura notò Sasuke stupirsi di quella novità.

“Cos’è tutta sta gente?” Esclamò il giovane Ookami entrando nella sala. Sakura pensò che era migliorato dal punto di vista umano, ma a buone maniere aveva ancora parecchio da imparare.

“Ho invitato qualcuno a cena.” Rispose Makiko con semplicità.

La tavola era stata allungata e il posto a capotavola, solitamente occupato da Aso, ospitava Hiki Danjyo in persona, che salutò bonariamente i due giovani quando li vide entrare. Il padrone di casa era seduto alla sua destra, mentre a sinistra c’era uno degli ufficiali che Sakura aveva visto il giorno della dichiarazione di guerra, anche in quella situazione non abbandonava l’aria austera. Rai sedeva accanto al padre, mentre la donna alta dai capelli neri e la pelle scura era vicina all’ufficiale. Seguivano i giovani Keiji, Koshiro e Kinuye, la piccola Reira, altre sette persone di età diverse che Sakura non conosceva e tre posti vuoti, per loro e Makiko.

 

“Sei un lupo a cui non piacciono le situazioni affollate.”

Sasuke teneva le gambe distese sulla panchina, quando Hiki Danjyo si avvicinò, le ritirò per fargli spazio. Il vecchio però rimase in piedi, parve ascoltare i suoni che provenivano dalla casa alle loro spalle. La comitiva, anche grazie ai distillati di Aso, era piuttosto allegra.

“Lo stesso non si può dire della tua compagna.”

“In questo è sempre stata più lupo di me.”

“Ero solo venuto a dirti alcune cose, ma Makiko ha insistito perché restassi a cena.”

“Vi ascolto, sensei.”

“Il tuo apprendistato finisce qui, ti ho insegnato tutto quello che potevo, tranne una cosa.”

Sasuke attese che si spiegasse meglio, il vecchio parve voler dare solennità alla questione.

“Arayashiki.”

“Lo stato più puro del chakra.”

“Sì. Non è una cosa che si può insegnare e non dipende dalla forza dell’individuo. Qualsiasi guerriero, anche il più debole e incapace, può raggiungere Arayashiki in determinate condizioni. È presente in ognuno di noi, occorre però essere in grado di trovarlo. C’è chi dice che un ninja deve eliminare qualsiasi sentimento umano per essere infallibile, è vero sotto molti aspetti, ma Arayashiki è qualcosa di diametralmente opposto.”

“È una descrizione un po’ vaga.”

“È la migliore che posso darti, insieme a un consiglio, se lo vuoi.” Vide Sasuke annuire. “Se fossi in te, mi terrei ben stretto quella ragazza.”

   
 
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