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Autore: Slytherin_Nihal    24/10/2012    1 recensioni
"Davanti a lei si presentò una scena che mai, neanche sotto l’effetto di qualche pozione fondi-cervello, si sarebbe aspettata: Hermione, la sua amica, la sottuttoio, intransigente, Prefetto Granger stava beatamente dormendo nella sua camicia da notte verde pallido; affianco a lei, distesa sopra il lenzuolo immacolato, se ne stava una figura completamente nuda.
Una figura di ragazza."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Salve a tutti! So che dovrei concentrarmi e finire "In Love With" al posto di cominciare altre storie...ma non ho saputo trattenermi! Buona lettura!
P.S. Le recensioni sono sempre gradite :D





Hermione Jane Granger, come sua madre amava chiamarla nei momenti in cui non era particolarmente soddisfatta di lei –cosa che avveniva piuttosto spesso considerando che si vedevano solo per due mesi l’anno- era davvero sotto stress.
Nonostante Ron affermasse che avevano tutto il tempo del mondo per studiare, i G.U.F.O. erano a soli due mesi di distanza e lei doveva ancora finire il ripasso di Trasfigurazione e di Antiche Rune, le due materie che più la preoccupavano.
Ma non era per questo motivo che quella sera, dopo cena, era entrata in Sala Comune di Grifondoro e si era messa ad urlare come un’isterica contro i ragazzini del primo anno, che se ne stavano a giocare a Gobbiglie in un angolo della stanza, non più rumorosamente del solito.
Non era stata nemmeno l’ennesima inutile lezione con la Umbridge a farla scoppiare, né tantomeno l’aver scoperto che Harry faceva ancora quegli strani sogni attraverso la mente di Voldemort.
No, il motivo era molto, molto diverso: alla lezione di Trasfigurazione era stata un disastro; l’aveva ammesso anche la McGranitt (seppur senza la consueta durezza con cui rimproverava gli altri studenti) che, se non avesse risolto subito la lacuna, le possibilità di prendere un Eccezionale all’esame erano davvero scarse.
Non c’è bisogno di dire che, a quelle parole, le era crollato il mondo addosso: non poteva assolutamente rovinare gli sforzi di ben cinque anni, passati a sgobbare sui libri senza un attimo di tregua! Non ad un passo dagli esami!
Harry e Ron, all’oscuro della sua conversazione con la McGranitt, avevano però assistito dal vivo ai suoi miseri tentativi di far Evanescere il corvo nero che aveva di fronte e, sebbene anche loro –come tutti, del resto- avessero fallito nell’intento, Ron non seppe trattenersi dal farle notare la singolarità della situazione, beccandosi uno sguardo assassino in risposta.
L’unica che aveva cercato di consolarla era stata Ginny, dicendole esattamente quello che aveva bisogno di sentirsi dire, cioè che probabilmente era troppo agitata per via degli esami e che, se si fosse riposata un poco, tutto sarebbe tornato a posto; assieme a lei, con la sua solita aria trasognata, c’era Luna Lovegood, che –e qui Hermione aveva strabuzzato gli occhi- coccolava un enormemente soddisfatto Grattastinchi, tutto fusa e miagolii.
Come riuscisse il gatto ad uscire sempre dalla Sala Comune rimaneva per lei ancora un mistero.
La bionda, dimostrando ancora una volta la sua completa mancanza di tatto, era intervenuta improvvisamente nella conversazione.
-Hermione Granger che non è riuscita in un compito, è curioso.
Ginny si era voltata così velocemente verso la Corvonero, le sopracciglia sollevate in un inutile allarme, che le ossa del collo avevano scricchiolato in protesta; Hermione, dal canto suo, aveva preso fiato per cacciarle una rispostaccia, quando quella aveva parlato di nuovo, sempre continuando a grattare la rossa palla di pelo dietro le orecchie.
-E’ molto carina, non è vero?
Lo sguardo confuso delle due ragazze non era parso proprio impensierirla, perciò Hermione, dimentica degli insulti che aveva sulla punta della lingua, era stata costretta a chiedere spiegazioni.
-Chi?
Lei’ era stata la risposta, accompagnata da un’occhiata adorante a Grattastinchi.
Decisamente sconvolte, le due Grifondoro l’avevano guardata mettere giù il gatto e poi allontanarsi saltellando per il corridoio; Ginny aveva scrollato le spalle con un sorriso imbarazzato.
Con i nervi a fior di pelle, perciò, Hermione si trovava seduta sulla sua solita poltrona, mentre ripassava il movimento esatto del polso necessario per il corretto svolgimento dell’incantesimo.
Qualche metro più in là, Harry era impegnato a completare una mappa del cielo -lei l’aveva già finita due giorni prima- mentre Ginny si trovava nel pieno di una cruenta partita a scacchi magici con Neville che, a giudicare dalla faccia, stava subendo una clamorosa batosta.
Il buco del ritratto si aprì ed entrò Ron, i capelli sparati in tutte le direzioni e un’aria da funerale; con un grugnito, si sedette sulla poltrona a fianco di Hermione.
-Che succede?- domandò infine la ragazza, dopo quello che doveva essere più o meno il decimo sospiro.
-Angelina mi ha costretto ad un allenamento supplementare; dice che è perché sono nuovo, ma lo sappiamo tutti e due che il motivo è che faccio schifo. Ginny, Kirke e Sloper non hanno dovuto andare fuori con questo vento a cercare di difendere tre pali a quindici metri d’altezza.
Hermione non trovò nulla da dire, perciò preferì rimanere zitta.
Dopo qualche minuto, in cui ottenne solo una scia di scintille che per poco non andarono a bruciare il tappeto ai suoi piedi, decise di mettere via la bacchetta e, proprio in quel momento, Harry si trascinò verso di loro con un sorriso tirato.
-Finalmente l’ho finita…Ron, com’è andato l’allenamento?
-Uno schifo- replicò quello.
Harry gli diede una cameratesca pacca sulla spalla e si sedette a sua volta.
-Harry!- chiamò dall’altro capo della stanza Dean Thomas, immancabilmente in compagnia di Seamus Finnigan e di Lee Jordan, il quale aveva preso a frequentarli da quando i gemelli se n’erano andati –Vuoi una Burrobirra? Siamo appena stati nelle cucine per procurarcene solo una o due…ma gli elfi domestici ci hanno caricato di roba.
Dopo una breve occhiata allo stato in cui versava Ron, che continuava a bofonchiare ‘schifo’ tra sé, e allo sguardo di disapprovazione di Hermione, Harry sorrise riconoscente.
-Dammene tre, grazie Dean.
Poco dopo, vinte le rimostranze di Hermione perché le bottiglie erano state ‘rubate’ dalle cucine, tutti e tre stavano godendosi la loro Burrobirra in pace.
-Allora, avete finalmente cominciato a ripassare per gli esami?- li attaccò la ragazza, senza un briciolo di compassione per Ron, che ora era passato allo stato comatoso del post-allenamento.
-Hermione- cominciò Harry, osservando con la coda dell’occhio Lee e Seamus che davano da bere Burrobirra da un piattino ad un titubante Grattastinchi –Non credo sia il momento di parlarne…e poi c’è ancora tempo…siamo appena a metà maggio!
-Harry… è inutile che difendi Ron. Dovrebbe cominciare a studiare pure lui se vuole passare gli esami…invece di fare avanti e indietro su quella stupida scopa.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata piena di significati ed evitarono di commentare la scarsa considerazione della loro amica per il Quidditch.
Dopotutto, non ne valeva la pena; non con Hermione.
Harry stava per chiedere agli altri due i programmi per il giorno dopo, in cui era prevista una visita a Hogsmeade, quando un estremamente barcollante Grattastinchi si avvicinò a loro e saltò –non senza qualche difficoltà- in braccio alla sua padrona.
-Ma che…Grattastinchi, che ti è successo?!- esclamò la ragazza, gli occhi spalancati dalla sorpresa.
Le risate di Lee, Dean e Seamus li raggiunsero e Hermione balzò su dalla sedia non appena vide la bottiglia vuota a terra, furibonda.
-Voi! Siete davvero…
I tre non sentirono mai la continuazione della frase, perché se la squagliarono per le scale che portavano alle camere; al loro posto, però, il gruppetto di ragazzini del primo anno, che ora si era dedicato ad un’occupazione meno rumorosa nel terrore di infastidire Hermione Granger, rimase talmente sconvolto che tutti, all’unanimità, decisero di andarsene a dormire.
Harry, dal canto suo, rise fino a farsi venire il mal di pancia, mentre Hermione se ne andava indignata in camera, Grattastinchi amorosamente accoccolato tra le braccia.
 

Quello che Hermione odiava sopra ogni altra cosa, era venire svegliata brutalmente il mattino; e Ginny Weasley lo sapeva bene.
Per questo la rossa approfittava di ogni occasione, solitamente d’estate, quando dovevano condividere la stanza alla Tana, per piombare nel suo letto con una brutalità inaudita e svegliarla nel modo più rumoroso possibile.
Quel sabato mattina non faceva eccezione, tanto più che la maggior parte delle ragazze Grifondoro, comprese Calì e Lavanda, erano a visitare il villaggio di Hogsmeade.
Ma, una volta che Ginny ebbe scostato le tende attorno al letto a baldacchino, l’urlo con il quale si appropinquava a svegliare la riccia le morì in gola e davanti a lei si presentò una scena che mai, neanche sotto l’effetto di qualche pozione fondi-cervello, si sarebbe aspettata: Hermione, la sua amica, la sottuttoio, intransigente, Prefetto Granger stava beatamente dormendo nella sua camicia da notte verde pallido; affianco a lei, distesa sopra il lenzuolo immacolato, se ne stava una figura completamente nuda.
Una figura di ragazza.
 

  
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