Concedimi ancora una volta
il tuo calice
colmo del tuo lussurioso
profumo,
e ancora
per un solo infinito secondo
annebbiami la vista
e fammi viaggiare
sul tuo corpo,
peccaminosa dimora dei sensi.
Te ne prego,
un sol bacio
per poter ripescar dai ricordi
soppressi
il tuo divino sapore,
o un sussurro,
un respiro
per poter stampare ancora
col fuoco
il tuo viso sul mio.
Concedimi il viaggio,
è l'ultima volta
ti giuro,
ma rilascia
di nuovo il tuo fiore
perché io
assetato
possa saggiarne
il profumo,
dissetarmi con la
sua calda
rugiada raggiante.
E tu,
tu accetta il mio spirto,
accogli il mio fuoco
e poi
vai.
Vai, vai
via, lontano cosicché
sfuggan al tuo sguardo
le vergognose
ferite saline che mi rigano
il viso,
voltati solo per osservarmi le labbra,
il mio ultimo sorriso.