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Autore: Vanessa190    25/10/2012    2 recensioni
“Un bravo fotografo si riconosce non solo dalla qualità delle sue foto ma anche dai soggetti che immortala: per la prossima lezione voglio che mi portiate una foto che ritrae quello che per voi è lo spettacolo più bello al mondo”
Brittany si incamminò pensierosa verso casa, il pensiero fisso sul compito assegnato: non era mica facile trovare uno spettacolo abbastanza bello da essere il più bello di tutti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brittany era seduta scompostamente sulla scomoda sedia di plastica che la scuola serale aveva messo a disposizione e scarabocchiava qualcosa su un block-notes.

“Signorina Pierce” la richiamò bonariamente l’insegnante “Apprezzo la sua dedizione ma questo è un corso di fotografia, non c’è bisogno di prendere appunti.”

Brittany alzò lo sguardo confusa ma l’insegnante aveva già ripreso a parlare.

La ragazza chiuse il block-notes, su cui era impegnata fino a qualche secondo prima a scrivere il nome di Santana e a circondarlo di cuoricini, e si sforzò di stare attenta.

“Ho deciso di darvi un compito per la prossima settimana” stava annunciando l’uomo che teneva il corso “Un bravo fotografo si riconosce non solo dalla qualità delle sue foto ma anche dai soggetti che immortala: per la prossima lezione voglio che mi portiate una foto che ritrae quello che per voi è lo spettacolo più bello al mondo”

Con queste parole l’insegnante concluse la lezione rammentandogli ancora una volta, non che ce ne fosse bisogno, l’appuntamento per la prossima settimana.

Brittany si incamminò pensierosa verso casa; il pensiero fisso sul compito assegnato.

Dopotutto, si rassicurò tra se, vivo a New York, è pieno di spettacoli e paesaggi meravigliosi.

 

Quella stessa domenica Brittany si svegliò prima dell’alba e sgusciò fuori dal letto cercando di non svegliare la sua ragazza: Santana amava dormire fino a tardi la domenica.

Si infilò nella doccia ripassando il programma per la giornata: era una bella domenica primaverile e la mattina così presto non c’era molta gente in giro; avrebbe di sicuro trovato uno spettacolo meraviglioso da qualche parte.

Si vestì in fretta, cercando di fare meno rumore possibile, e si infilò al collo la sua reflex: era pronta.

 

Quasi due ore dopo, esausta e scoraggiata, era seduta su una panchina di Central Park a riguardare le foto che aveva scattato: il sole che sorgeva sul mare? Banale.

La statua della libertà illuminata dai primi raggi del mattino? Visto e rivisto.

Un cane che inseguiva un signore ciccione con in mano un hot-dog? Buffo ma no.

Una vista dal basso dell’Empire State Building? Oh certo, originale.

Brodway? La facciona di Rachel stampata sul cartellone pubblicitario stonava ed era inquietante.

Dei bambini che correvano con dei palloncini in mano? Troppo anonima…

Sbuffò insoddisfatta; non era mica facile trovare uno spettacolo abbastanza bello da essere il più bello di tutti!

Alla fine si arrese: ormai erano le nove e le strade cominciavano a farsi trafficate.

Per quella mattina non avrebbe combinato nulla di più; decise di tornare a casa e riprovarci quella sera o la mattina dopo prima di andare al lavoro.

                                             

Appena varcata la porta di ingresso venne investita da un aroma di caffè; Santana doveva essersi svegliata.

E infatti la trovò in cucina, praticamente addormentata con la fronte appoggiata agli armadietti, mentre aspettava che il caffè salisse.

Era assolutamente adorabile.

Brittany afferrò la macchina fotografica e le scattò una foto, poi due, poi un po’ a ogni nuova posa.

“La vuoi smettere?” brontolò la mora “Mi sono appena svegliata, non ho la faccia giusta per delle foto”

“Sei bellissima” le disse invece Brittany, interrompendo per un attimo il suo servizio fotografico e stampandole un bacio sulle labbra.

Quando Santana si sedette al tavolo per sorseggiare finalmente il suo caffè, si divertì a scattarle qualche altra foto mentre la mora alternava smorfie infastidite a sorrisi inteneriti.

 

Quella sera Brittany passò tutte le foto che aveva scattato nel corso della giornata sul PC, riguardandole una alla volta.

“Hai trovato qualcosa da portare al corso?” le chiese Santana, in piedi dietro di lei, massaggiandole dolcemente le spalle.

Brittany si fece pensierosa per qualche secondo.

“Si” disse poi “Credo proprio di si”

 

La lezione successiva l’insegnante chiese loro le foto che avevano scattato, esaminandole una per una.

C’era chi aveva portato la foto del sole che sorgeva sul mare, chi quella della statua della libertà illuminata dai primi raggi del mattino, chi di un cane che inseguiva un signore ciccione con in mano un hot-dog, chi di una vista dal basso dell’Empire State Building, di Brodway e infine chi quella di alcuni bambini che correvano con dei palloncini in mano.

Quando poi fu il suo turno, Brittany , sorridente, mostrò la sua: una Santana evidentemente sveglia da poco, con i capelli arruffati e avvolta in una larga maglietta bucherellata che le faceva da pigiama, sorrideva da dietro la sua tazza di caffè: per Brittany era quello lo spettacolo più bello.

 

  
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