Brittany
era seduta scompostamente sulla scomoda sedia di
plastica che la scuola serale aveva messo a disposizione e
scarabocchiava
qualcosa su un block-notes.
“Signorina
Pierce” la richiamò bonariamente
l’insegnante
“Apprezzo la sua dedizione ma questo è un corso di
fotografia, non c’è bisogno
di prendere appunti.”
Brittany
alzò lo sguardo confusa ma l’insegnante aveva
già
ripreso a parlare.
La
ragazza chiuse il block-notes, su cui era impegnata fino
a qualche secondo prima a scrivere il nome di Santana e a circondarlo
di
cuoricini, e si sforzò di stare attenta.
“Ho
deciso di darvi un compito per la prossima settimana”
stava annunciando l’uomo che teneva il corso “Un
bravo fotografo si riconosce
non solo dalla qualità delle sue foto ma anche dai soggetti
che immortala: per
la prossima lezione voglio che mi portiate una foto che ritrae quello
che per
voi è lo spettacolo più bello al mondo”
Con
queste parole l’insegnante concluse la lezione
rammentandogli ancora una volta, non che ce ne fosse bisogno,
l’appuntamento
per la prossima settimana.
Brittany
si incamminò pensierosa verso casa; il pensiero
fisso sul compito assegnato.
Dopotutto,
si rassicurò tra se, vivo a New York, è pieno di
spettacoli e paesaggi meravigliosi.
Quella
stessa domenica Brittany si svegliò prima
dell’alba e
sgusciò fuori dal letto cercando di non svegliare la sua
ragazza: Santana amava
dormire fino a tardi la domenica.
Si
infilò nella doccia ripassando il programma per la
giornata: era una bella domenica primaverile e la mattina
così presto non c’era
molta gente in giro; avrebbe di sicuro trovato uno spettacolo
meraviglioso da
qualche parte.
Si
vestì in fretta, cercando di fare meno rumore possibile,
e si infilò al collo la sua reflex: era pronta.
Quasi
due ore dopo, esausta e scoraggiata, era seduta su una
panchina di Central Park a riguardare le foto che aveva scattato: il
sole che
sorgeva sul mare? Banale.
La
statua della libertà illuminata dai primi raggi del
mattino? Visto e rivisto.
Un
cane che inseguiva un signore ciccione con in mano un
hot-dog? Buffo ma no.
Una
vista dal basso dell’Empire State Building? Oh certo,
originale.
Brodway?
La facciona di Rachel stampata sul cartellone
pubblicitario stonava ed era inquietante.
Dei
bambini che correvano con dei palloncini in mano? Troppo
anonima…
Sbuffò
insoddisfatta; non era mica facile trovare uno
spettacolo abbastanza bello da essere il più bello di tutti!
Alla
fine si arrese: ormai erano le nove e le strade
cominciavano a farsi trafficate.
Per
quella mattina non avrebbe combinato nulla di più;
decise di tornare a casa e riprovarci quella sera o la mattina dopo
prima di
andare al lavoro.
Appena
varcata la porta di ingresso venne investita da un
aroma di caffè; Santana doveva essersi svegliata.
E
infatti la trovò in cucina, praticamente addormentata con
la fronte appoggiata agli armadietti, mentre aspettava che il
caffè salisse.
Era
assolutamente adorabile.
Brittany
afferrò la macchina fotografica e le scattò una
foto, poi due, poi un po’ a ogni nuova posa.
“La
vuoi smettere?” brontolò la mora “Mi
sono appena
svegliata, non ho la faccia giusta per delle foto”
“Sei
bellissima” le disse invece Brittany, interrompendo per
un attimo il suo servizio fotografico e stampandole un bacio sulle
labbra.
Quando
Santana si sedette al tavolo per sorseggiare
finalmente il suo caffè, si divertì a scattarle
qualche altra foto mentre la
mora alternava smorfie infastidite a sorrisi inteneriti.
Quella
sera Brittany passò tutte le foto che aveva scattato
nel corso della giornata sul PC, riguardandole una alla volta.
“Hai
trovato qualcosa da portare al corso?” le chiese
Santana, in piedi dietro di lei, massaggiandole dolcemente le spalle.
Brittany
si fece pensierosa per qualche secondo.
“Si”
disse poi “Credo proprio di si”
La
lezione successiva l’insegnante chiese loro le foto che
avevano scattato, esaminandole una per una.
C’era
chi aveva portato la foto del sole che sorgeva sul
mare, chi quella della statua della libertà illuminata dai
primi raggi del
mattino, chi di un cane che inseguiva un signore ciccione con in mano
un
hot-dog, chi di una vista dal basso dell’Empire State
Building, di Brodway e
infine chi quella di alcuni bambini che correvano con dei palloncini in
mano.
Quando
poi fu il suo turno, Brittany , sorridente, mostrò la
sua: una Santana evidentemente sveglia da poco, con i capelli arruffati
e
avvolta in una larga maglietta bucherellata che le faceva da pigiama,
sorrideva da dietro la sua tazza di caffè: per Brittany era
quello lo
spettacolo più bello.