Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: MissTostaPayne    25/10/2012    4 recensioni
Mi alzo dal letto, borbottando qualcosa di incomprensibile, apro la porta-finestra con uno strattone e mi slancio fuori sul balcone come una furia.
Con mio grande sgomento scopro che il mio nuovo vicino sta strimpellando la chitarra e cantando a squarciagola sul balcone di fronte al mio. Alle due di notte.
Ma bene! Questa mia mancava proprio.
“Ehi ma che ti è saltato in mente?” provo a chiedere.
Niente.
“Scusa, hai idea di che ore sono?” urlo per farmi sentire.
Continua imperterrito. Se non fossi uno zombie vivente con carenza di zuccheri probabilmente mi accorgerei che ha una voce stupenda. Ma quello è successo dopo.
Studiare fisica mi deve fare veramente male, perché rientro in camera, afferro il libro abbandonato sul mio letto e glielo lancio addosso.
Il che è abbastanza strano di suo, poi per me è un vero evento.
Morale della storia: lui si prende una bella librata in faccia e cade all’indietro con tanto di chitarra.
Silenzio.
“Mmh, non pensavo di avere tutta questa mira!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You belong with me

“Dai! E’ praticamente impossibile che non l’abbia ancora capito! E’ chiaro come il sole! Deve essere il peggior caso di ottusità.. esiste questa parola?.. Bè dicevo, il peggio del peggio del peggio su tutta la faccia della Terra! Un vero caso patologico..”
“Ok, ok credo di aver afferrato il concetto!” interrompo Daisy con un sorriso. Conoscendola sarebbe andata avanti per secoli pur di farmi ritrovare il buonumore. Non che quello che esce dal suo forno-comunemente-chiamato-bocca non sia vero, lei crede veramente in quello che dice.  Ultimamente mi aiuta sempre con i problemi che ho con un certo vicino speciale ed è appunto di lui che stavamo discutendo. Intendiamoci, non sto parlando del solito vecchietto che ti intorta con la storia della sua vita ogni volta che hai il coraggio di oltrepassare la soglia di casa sua. Eh no, ma magari! A me invece ne è capitato uno delle serie “ehi, ho il sorriso più dolce del mondo, di quelli che ti fanno sciogliere, e in più, che coincidenza!, ho la tua stessa età!”.
E voi penserete: “Che ragazza fortunata”, vero?
Si, peccato che la ragazza in questione sia la più imbranata, silenziosa, imbarazzante, timida, pasticciona e insignificante che sia mai esistita nella storia dei tempi. Insomma io.
Tra tutti i ragazzi che ho conosciuto e che conosco (ok, va bene, non sono poi così esperta in materia) bè ci scommetto le chiappe che questo è il peggiore e il migliore che potesse mai capitarmi.
Per citare Daisy “un bel fustaccio”. Da dove le tira fuori lei poi..
“Il punto è, Jane, che ti devi buttare!” continua la mia migliore amica, come se non me lo stesse ripetendo per la ventordicesima volta, “Quando ti ricapiterà un’occasione del genere? Te lo dico io: mai! Conoscendo il tuo carattere poi..”
“Grazie mille” rispondo ironica.
Quanto vorrei assomigliare anche solo un pochino a lei.
Ha tutte le ragioni del mondo per rimproverarmi, in fondo se ho conosciuto questo ragazzo è solo grazie al caso.

-Flashback-
3..2..1..
Tutu. Tutu. Tutu.
La sveglia sul mio comodino segna le due di notte in punto.
E sono ufficialmente 6 ore che mi sto ammazzando su un compito di fisica. A cosa mai servirà poi?
Se avessi un minimo di coraggio butterei dentro e me ne andrei nel mio lettino caldo che s’è messo a guardarmi invitante.
Sospiro e torno sui libri.
Ripeto formule a caso, finché non sento un gran trambusto fuori dalla porta-finestra che ho a lato della scrivania.
Aspetto, magari il pazzo che fa sto casino fra un po’ la smette.
A quanto pare è sperare troppo avere un po’ di tranquillità in questo quartiere.
Mi alzo dal letto, borbottando qualcosa di incomprensibile, apro la porta-finestra con uno strattone e mi slancio fuori sul balcone come una furia.
Con mio grande sgomento scopro che è il mio nuovo vicino che sta strimpellando la chitarra e cantando a squarciagola sul balcone di fronte al mio. Alle due di notte.
Ma bene! Questa mia mancava proprio.
“Ehi ma che ti è saltato in mente?” provo a chiedere.
Niente.
“Scusa, hai idea di che ore sono?” urlo per farmi sentire.
Continua imperterrito. Se non fossi uno zombie vivente con carenza di zuccheri probabilmente mi accorgerei che ha una voce stupenda. Ma quello è successo dopo.
Studiare fisica mi deve fare veramente male, perché rientro in camera, afferro il libro abbandonato sul mio letto e glielo lancio addosso.
Il che è abbastanza strano di suo, poi per me è un vero evento.
Morale della storia: lui si prende una bella librata in faccia e cade all’indietro con tanto di chitarra.
Silenzio.
“Mmh, non pensavo di avere tutta questa mira!” piego la testa di lato soddisfatta del risultato ottenuto.
Mi pare di vedere una testa di riccioli castani muoversi dietro la chitarra.
Ma sei fuori?”
“Acciminchia, è ancora vivo.”
Dopo vari tentativi riesce a rimettersi in piedi.
Alto, bel fisico, riccioli castani, occhi chiari, suppongo verdi, credo che abbia un bel sorriso anche se in quel momento penso non sia molto propenso a mostrarmelo.
Insomma un bel popò di ragazzo.
Buon per lui. Per farmi pentire ci vuole ben altro che un paio di occhioni luccicanti.
“Perché diavolo mi hai lanciato un libro addosso?! E di fisica per giunta!” mi urla contro.
“Si da il caso che sono le due e undici di notte, si da il caso che io stessi studiando proprio fisica e si da sempre il caso che tu abbia scelto il momento peggiore per metterti a cantare come un gallo.” rispondo calma.
“E il libro era proprio necessario?”
“Oooh, mi dispiace immensamente per averti rovinato la pettinatura, ora scusami devo tornare a studiare. Ah, se accetti un consiglio, Amplifon è gratis a maggio.”
“Ma siamo a settembre!”
“Ridammi il libro.”
Tendo la mano verso il suo balcone.
“Vieni a prendertelo” entra in camera sua ed esce dalla mia visuale.
Perché tutte gli imbecilli a me?
“Senti bello..” inizio.
“Harry.”
“Eh?”
“Mi chiamo Harry” risponde da dentro.
“Senti Harry se non vuoi che scavalchi e venga a prenderlo davvero quel benedetto libro (e meglio per te se non lo faccio) muovi il tuo..”
“D’accordo, d’accordo!” mi interrompe, uscendo con le mani in alto e fortunatamente con il mio libro.
“Bene.” mi rilasso e allungo di nuovo la mano.
Si sporge anche lui. Per un momento i nostri sguardi si incrociano e noto che sta sorridendo.
Mah, vedremo se avrà ancora da ridere quando domani avrà un bel bernoccolo.
“Ok, adesso vedi di non fracassare le palle ancora, eh?”
“Signorsì, capitano!” si porta la mano alla fronte, facendomi l’occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo, rientro in camera e chiudo la finestra.
Harry è ancora lì che mi fissa con un sorriso furbetto che mi fa saltare i nervi in meno di mezzo secondo.
Tiro le tende di scatto. Tié.
Mi butto sul letto, rimbalzando come una cretina.
Apro il libro e per un attimo trattengo il respiro. Infilato dentro c’è un foglietto stropicciato piegato in quattro.
Mi do dell’idiota mentalmente e lo apro, con finta indifferenza.
Dentro, in una scrittura pessima, riesco a leggere: «Scusa se ti ho disturbato! Vado abbastanza bene in fisica, se mai avessi bisogno di qualcosa sai dove trovarmi. Harry :) »
Ho pensato qualcosa del tipo “Se, contaci!” ma credo sia stato in quel momento che ho iniziato a innamorarmi di lui.
-Fine Flashback-

Sento il suono famigliare di un pugno che batte sul vetro.
È il nostro segnale.
Sposto il computer che tengo sulle gambe, afferro il mio blocco da disegno dal  comodino e mi metto seduta sul letto.
Come immaginavo, Harry è in camera sua che mi guarda attraverso il vetro, sorridente. Da parte a lui, ha la stessa chitarra di quando l’ho visto per la prima volta.
Ne è passato di tempo da quel giorno (o meglio quella notte).
Una volta me l’ha fatta anche provare, inutile dire che è stato un disastro su tutti i fronti. A quanto pare le mie mani sono fatte solo per scrivere e disegnare.
Devo avere un sorrisone da ebete stampato in faccia perché Harry sembra indeciso se scoppiare a ridere o preoccuparsi.
Cerco di riprendere un contegno e inizio a scribacchiare sul foglio nella mia scrittura incomprensibile.
Poi alzo il blocco in modo che Harry possa leggere.
«Ehi! Tutto bene?»
Domanda retorica dato che ho capito da subito che qualcosa non va. Il suo sorriso è meno luminoso rispetto alle nostre altre chiacchierate mute, iniziate dopo il primo foglietto che mi ha lasciato nel libro di fisica (materia che grazie a lui ho iniziato a studiare seriemente).
E infatti la sua risposta è: «Mica tanto, ho litigato con Abby»
Ah già. Lei. Elemento fondamentale nel nostro “rapporto” è la sua ragazza, Abigail.
Il giorno in cui mi ha annunciato che si erano messi insieme direi che è da classificare tra i peggiori della mia vita. Sono riuscita a non cadere a pezzi davanti a lui per miracolo, lasciando l’arduo compito di ricompormi a Daisy.
Per farla breve lei è tutto il contrario di me con quelle sue gambe perfette, la vita stretta, la chioma dorata, gli occhi azzurri sconvolgenti e un caratterino che a me la rende insopportabile, ma che per gli altri è accattivante.
È la classica ragazza che non passa inosservata nel corridoio della scuola, proprio quella a cui speravo Harry fosse immune. Ma in fondo ha gli occhi anche lui e ci vede fin troppo bene.
E poi ovviamente è gelosa marcia della nostra amicizia. È riuscita a ridurre le nostre uscite insieme quasi a zero.
«Cosa è successo stavolta?»
«Boh, probabilmente ho detto qualcosa che l’ha fatta arrabbiare»
Vorrei urlargli “è perché lei non ti capisce, non ride quando ridi tu, non ti conosce veramente, quando non ci sei non sente un vuoto dentro come lo sento io” ma scrivo solo: «Vedrai che le passerà in fretta».
Riesco a fare anche un sorriso.
«Grazie» risponde «tu riesci sempre a tirarmi su»
Per ora riesco solo a trattenere le lacrime. Fino a quando posso andare avanti così?
«Ora vado. Notte. Dormi bene <3»
Scrivo in fretta la mia risposta, ma quando alzo il blocco lui ha già tirato la tenda e le lacrime stanno già scendendo sulle mie guance.
«Mi piaci da sempre»

Disegnavo senza pensare, fissando la parte della strada opposta alla panchina dove ero seduta e non il foglio. Si, sono una strana.
Così facendo però non mi sono accorta degli occhi attenti che mi stavano osservando alle spalle.
“Mmh, quello assomiglia vagamente a me..”
Sobbalzo spaventata, nascondendo istintivamente il mio sfogo artistico praticamente con tutto il braccio. Di solito mi accorgo sempre quando Harry arriva, anche se mi prende alle spalle.
“Ehii” cerco di assumere un’aria naturale “chi assomiglia a te?”
“Proprio il tipo che stavi disegnando!” sorride innocentemente.
Mi giro sgomenta verso il mio schizzo e con orrore scopro che senza pensare avevo disegnato il profilo di Harry, i suoi occhi dannatamente verdi e il suo sorriso unico.
“L’ho fatto senza pensare” sussurro diventando rossa come un peperone.
Ecco su di me c’è da sapere che quando vado nel panico divento schifosamente onesta.
Lui ridacchia e non sembra per niente dispiaciuto, anzi rincara la dose: “Il mio naso non è così enorme!”
“Non l’ho fatto enorme!”
“Si invece! Sembra che in faccia abbia una zucchina!”
“Ehi era offensivo?” lo fisso facendo finta di arrabbiarmi.
“Ovviamente” scherza lui.
Poi mi sposta una ciocca di capelli ribelli dagli occhi e pianta il suo sguardo nel mio.
Sarei rimasta così una vita intera se non stessi andando a fuoco dalla testa ai piedi, il punto in cui mi ha sfiorato la pelle bollente.
Distolgo lo sguardo mentre lui si schiarisce la voce.
Manco a chiamarla, parcheggia una macchina proprio di fronte alla nostra panchina.
“Eeeehi ragazzi” una sola voce poteva avere quel tono petulante ed estremamente falso.
“Abby!” Harry scatta in piedi e la va a salutare.
“Tesoro!” fa lei.
Mio Dio! Sono improvvisamente capitata in compagnia di una vecchia coppia di sposini?!
“Sei ancora arrabbiata?”
“Come potrei?”
Io potrei! Vomitare però.
“Vieni a fare un giretto sul nuovo gioiellino che mi ha regalato papà?” continua lei.
“Mmm ok! Certo.”
Improvvisamente Harry sembra ricordarsi delle mia presenza e sembra imbarazzato.
“Ti dispiace se vado?”
“Ma secondo te! Vai tranquillo a fare un giretto” sorrido innocente.
Abigail mi guarda come se fossi il più patetico scarto della Terra.
Harry torna alla panchina e mi schiocca una bacio sulla guancia.
“Sei la migliore Jane”.
Beccati questa! Lancio uno sguardo di trionfo alla bionda in macchina che sembra sul punto di fumare dalla rabbia.
La soddisfazione però scompare in fretta come il nuovo gioiellino di Abigail.

“Sono la sfiga in persona” affermo convinta.
“È l’inizio di un’altra discussione del tipo biasimiamoci barra cadiamo nella disperazione totale?” Daisy ha uno sguardo implorante.
Ci penso un attimo. “Più o meno si”
Sospira esasperata. “Dovresti venire al ballo, secondo me”
“Non credo proprio. Vederli insieme servirebbe solo a farmi stare peggio”
“Magari incontri un bel tipo”
“Sicuro! L’hai detto anche tu che ho un carattere impossibile”
“Jaaane”
“Daaaaisy”
“Jaaaaaaaaaaaaaane”
“Mai sei stupida?”
“Certo. Però l’ho detto più lungo io” afferma.
Sorrido. “In tutti i casi al ballo non ci vado”
Alza le mani in segno di resa “Poi non dirmi che sei pentita! Io ti avevo avvertito!”
“Va beene. Divertiti” Sorrido e la saluto.
Dalla finestra vedo Harry che si prepara, tutto elegante con lo smoking. Cavolo, certo che ti rifai gli occhi.
Incrocia il mio sguardo e mi fa cenno di aspettare.
Ridacchio mentre cerca un foglio nel casino della sua stanza.
Uno penserà se è imbecille dato che potrebbe benissimo aprire la finestra e venirmelo a dire, ma ormai è una sorta di tradizione per noi.
Finalmente me lo mostra: «Vieni stasera?»
Acciminchia e adesso che scusa mi invento?
«No, devo studiare» ormai sono già sfigata tanto vale andare fino in fondo.
Sembra anche dispiaciuto.
«Speravo venissi»
Per tutti i cavoletti di Bruxelles perché devi illudermi ogni volta che apri bocca, che sorridi, che mi guardi? Sono proprio senza speranze.
Mi fa un cenno di saluto ed esce.

Ormai è un’ora che continuo a fare avanti e indietro in camera mia. Precisamente da quando è uscito. Non riesco a fare a meno di torturarmi, pensando a quello che staranno facendo e devo dire che la fantasia non mi manca purtroppo.

Ore 11.17
Nessun segno di movimento nella casa adiacente. Passo e chiudo.
Ore 12.34
In attesa di segnali significativi. Sono pericolosamente vicina alla pazzia.
Ore 1.09
I vari tentativi di distrarmi sono falliti miseramente quando ho scagliato il blocco da disegno contro Stregatto (il mio gatto).
Ore 2.41
Sto per dare ufficialmente forfait quando mi suona il cellulare. Nuovo messaggio di Daisy.
«NON PUOI MINIMAMENTE IMMAGINARE QUELLO CHE E’ SUCCESSO!»
Faccio per rispondere, preparandomi ad un eventuale marea di pettegolezzi da ballo della scuola, quando i tanto attesi segni di vita dalla casa di fianco si fanno finalmente sentire.
Mi dimentico completamente del messaggio e sbircio con nonchalance dalla tenda.
Harry è tornato ma sembra diverso, sembra strano, come uno esaltato, stravolto, stupito e sicuro al tempo stesso.
Dalla mia postazione non si vede bene ma mi pare che stia scrivendo al cellulare. Quando mi vibra il telefono sussulto e mi accorgo che stavo trattenendo il respiro.
Allora stava scrivendo a me. E perché mai?
In fondo sono quasi le tre di notte, ho le luci spente e potevo benissimo dormire.
«Ehi ti devo parlare, affacciati.»
Quello che mi stupisce è che io lo faccio senza alcuna esitazione, non ci penso nemmeno un attimo. Scosto le tende e lo vedo con una mano appoggiata sul vetro della sua finestra.
Incrocia il mio sguardo, sorride e annuisce convinto come se li avessi posto una domanda.
Poi si volta lasciandomi impalata lì davanti.
Ok, adesso sono ancora più perplessa di prima.
Quando torna nella mia visuale ha un foglio in mano. Esita un attimo poi lo apre lentamente.
E il mio cuore prende il volo.
«Ti amo»
Dentro di me c’è un black-out totale per la sorpresa e appena riprendo il controllo di ciò che è rimasto di me richiudo la bocca (quando l’avevo aperta?), guardo a destra e a sinistra cercando quello che mi serve.
Faccio una giravolta sul posto, provando a ricordare dove l’avevo messo. Poi lo vedo sul comodino.
Mi getto sul letto ma a quanto pare non ho preso bene le misure perché cado dalla parte opposta. Mi rialzo alla velocità della luce, lo prendo e mi piazzo di nuovo davanti alla finestra.
Guardando dritto negli occhi di Harry apro il foglietto che avevo scritto qualche giorno prima. «Mi piaci da sempre»
Spero di non aver letto male il suo foglio, spero di non essermi addormentata durante la mia postazione notturna e che tutto questo non sia solo un sogno.
Lui legge e sorride incredulo. E poi rompe la tradizione: apre la porta-finestra ed esce nella notte londinese.
Faccio lo stesso anch’io e mi aggrappo alla ringhiera. Non si sa mai che svenga così su due piedi.
Per un momento c’è solo silenzio. Il mio sguardo nel suo.
Ovviamente non riesco a stare zitta per più di un minuto e blatero: “Ehi non puoi aprire la porta, è la regola”
“A volte c’è bisogno di qualche eccezione” mormora lui.
Altro silenzio.
Poi lui scoppia e dice tutto d’un fiato: “Ho sbagliato tutto! Con Abigail. Con te. Sai, con lei era completamente diverso, non mi sentivo così vivo, così io. Al ballo è come se improvvisamente avessi avuto tutto chiaro di fronte a me e ho capito quello che mi interessava davvero. Chi mi interessava davvero. Non me ne sono reso conto prima di stasera ma credo di averlo saputo fin dall’inizio. Fin da quando ti ho vista quella notte, ricordi? Quando mi hai tirato quel libro..di fisica giusto? Cavoli, mi avevi colpito in tutti i sensi.”
Quando finisce ho quasi paura di perdere la presa sulla ringhiera e di cadere di sotto.
Dai, Jane, è il tuo momento.
Prendo fiato ma l’unica cosa che mi esce è un sussurro: “Ce ne hai messo di tempo, cretino.”
Lui sorride “Mi dispiace, adesso non potrei esserne più certo”
Si allunga, libera la ringhiera dalla mia morsa, e stringe forte la mia mano nella sua.
Di scatto alzo quella libera verso il petto.
Il gesto deve aver lasciato interdetto Harry che con un tono comico esclama: “Ma che fai?! Io sono qua che muoio per farti la dichiarazione e tu ti palpi una tetta?”
“Ma cosa dici, idiota?” urlo, poi arrossisco violentemente e mormoro “mi stavo solo accertando che il cuore battesse ancora”
Scoppia a ridere, tenendo ancora la mia mano.
Poi si avvicina ancora di più fino a sfiorarmi il naso con il suo.
Attimo di silenzio.
“Mi sa che se non ti sporgi un po’ anche tu non ci arrivo”
Ridacchio e lo accontento.
Posso solo dire che è stato il bacio più bello e più pericoloso nella storia dei baci. E che ne è valsa la pena di aspettare.




Buongiorgio a tutti :D
Come vedete sono tornata a fracassare le palle! *Yeeeah*
Scappate fin che potete! Bè probabilmente se state leggendo non ci siete riusciti..
In tutti i casi spero che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate :)

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MissTostaPayne