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Autore: Vampiresroads    25/10/2012    1 recensioni
Dialogo tra un ragazzo e la scoperta dell'unica compagna che davvero non l'abbandonerà mai, quella che sarà capace di aiutarlo in tutto e per tutto.
Una figura meravigliosa, importante, misteriosa, di cui l'identità viene svelata sul finale.
"Dovresti fidarti, invece. Non ho intenzione di abbandonarti di nuovo, ma tu dovrai tenermi stretta. Sarò la tua fedele compagna. Chi mi porta dentro vince."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“I am not afraid of your fears.”

-Non devi avere più paura. Non più. Posso capire tu ne sia stato succube, ma fidati che hai finito di soffrire. Finito di star male. Sono tornata.
C’era un periodo, forse un anno fa, forse tre, forse il mese scorso, in cui non uscivo da casa, non andavo a scuola, avevo smesso di andarmene a zonzo per il mio quartiere. I miei amici e i miei vicini pensavano fossi scappata, scomparsa, svanita. Forse lo ero, loro continuano ad esserne convinti, o almeno, lo sono quelli che non mi hanno ancora rivista.
Sai, un paio di amici l’ho rivisti, ritrovati, e loro hanno ritrovato me. Non dico che abbiano smesso di credere ch’io l’abbia abbandonati, dico semplicemente che loro non se lo chiedono più.
Anche se gli altri non gli credono, anche se gli danno contro, anche se mi – qui aumentò il tono di voce per evidenziare il “mi” – danno contro, a loro non importa. Sono felici.-
-Come fai ad esserne sicura? Voglio dire, come fai a capire se sono felici o meno? La gente è sempre più brava a nascondere le cose. Fai tanto la saputa, tanto l’indispensabile, poi cadi su cose simili. Non puoi mai essere sicuro se qualcuno è felice o no.-
-Oh, qui ti sbagli amico. È molto più facile di come sembri. Direi che facilissimo, una persona felice la noti subito.
Sono poche, pochissime, ed è anche per questo che spiccano di fronte a tutti gli altri: hanno quel sorriso magico, spensierato, accattivante, puoi sporcargli la faccia con un pennarello indelebile che tanto non s’incazzerebbero, quello sguardo acceso e brillante che trasmette invidia e gelosia a tutti i depressi.
Puoi fingere fino ad un certo punto, ma se c’è qualcosa che ti riempie, è evidente. Non puoi né mascherarlo né fingerlo.-
-Ma la felicità non esiste. È un concetto astratto e irraggiungibile.
Voglio dire, se sei davvero felice hai realizzato i tuoi obiettivi, hai vinto, hai trionfato, hai sconfitto tutto e tutti, ma qui non ci sono vincitori.-
-Questo è ciò che credi tu, ma di vincitori ce se sono: vincitori parziali, forse.
Poi ci sono gli sconfitti, gli arresi.
Tante persone si arrendono e altrettante falliscono, ma per ogni persona che raggiungo c’è una nuova ancora di salvezza.-
-Sai com’è, sto parlando con te, eppure non sono né minimamente felice né sulla via di vincere. Cos’è? Sono per caso l’eccezione che conferma la regola?-
-Stiamo discutendo, ma non mi hai trovata ancora.-
-Cosa vuol dire? Se non ti ho trovato io, chi? Porta i tuoi discorsi senza senso da un’altra parte.-
-Non è mai troppo tardi, fai sempre in tempo a trovarmi. Io sono ovunque, soppressa dalla società, uccisa dagli ideali, soffocata dagli ordini, ma sono sempre qui, sta a voi decidere se vomitarmi addosso o raccogliermi come la più bella occasione.
Sono ancora una scintilla dentro di te, fammi rodere.-
-Non posso ritrovarti se ti sto conoscendo ora.-
-Tu mi hai già incontrato anni fa,- qui lei s’interruppe, incoraggiando con lo sguardo la memoria del ragazzo, sperava, e da una parte sapeva, che nei cassetti della memoria lui ricordasse ancora, -solo che ora non mi riconosci.
Vengo sempre sotto una forma diversa, un tempo magari ero un idolo, o un migliore amico, o un buon voto a scuola, o forse semplicemente una giornata. Ora sono una ragazza, ma non è la prima volta che mi incontri, e nemmeno l’ultima.-
Sospiri, sembravano parlare il doppio delle parole.
-Non ti capisco, ho paura di te.-
Tremolio. Chissà se tremava per il freddo o per l’agitazione? Lei lo sapeva.
-Dovresti fidarti, invece. Non ho intenzione di abbandonarti di nuovo, ma tu dovrai tenermi stretta. Sarò la tua fedele compagna. Chi mi porta dentro vince.-
-Credo di aver capito cosa sei, posso fidarmi?-
-Non te ne pentirai.-


Così il ragazzo partì per quella difficile strada in salita che i fissati chiamano adolescenza, portandola con sé.
Sì, portando con sé un’unica cosa: la sua Speranza.

  
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