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Autore: L_Fy    10/05/2007    40 recensioni
Vi è mai successo di sbagliare numero di telefono? Almeno una volta nella vita, di sicuro. E se quella fosse stata la volta giusta...?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao, amore

Milano, Marzo 2007

Il telefonino ronzò, segnalando una chiamata in arrivo da un nebuloso “numero sconosciuto”.

“Pronto?” rispose Etienne, dubbioso.

“Ciao, splendore!”

Voce squillante, solare, vulcanica: una voce che innamorava al primo ascolto. Etienne fece un mezzo sorriso continuando a camminare per la via assolata e luccicante di negozi.

“Ciao.” rispose allegro, ma la voce al telefono lo ignorò mitragliando parole con una deliziosa voce cantilenante.

“Non hai assolutamente idea di  chi ho incontrato in un negozio in centro, due minuti fa… a proposito, ho comprato una maglietta nuova e un reggiseno coloro pesca. Te lo dico subito, così eviti di farmi la ramanzina sul color pesca e sull’esercito di magliette inutilizzate che ho nell’armadio: ho dovuto comprare qualcosa, mi è venuto un forte attacco di shopping compulsivo e prima ancora di mettere in moto il neurone avevo già lo scontrino in mano…”

“Non ci sono cure farmacologiche per certi disturbi?” domandò Etienne con un sorriso.

“Buon Dio, spero di no!” rispose accorata la voce “Sto pensando di abbandonarmi ad un altro attacco, quando arrivo davanti ai saldi della Rinascente. Vuoi che compro qualcosa anche a te?”

“No, se mi prometti di prestarmi il reggiseno color pesca.”

“Lo farò se tu mi restituisci il perizoma leopardato di Versace che ti ho prestato la settimana scorsa… scherzi a parte, per stasera riesci a passare al take away giapponese a prendermi una confezione di Wasabi?”

“Perché non la prendi tu, visto che sei in pieno delirio da compere?”

Una risata cristallina e ricca come acqua di sorgente uscì dall’auricolare: Etienne ne rimase incantato.

“Lo shopping compulsivo riguarda solo generi di inutile necessità, quindi le cibarie e i medicinali sono esclusi. Mi sorprende che tu non lo sappia.”

“Che lacuna.” approvò Etienne sogghignando.

“Vergogna, non hai studiato.”

“Sono un cattivo, cattivo scolaro. Ti va di sculacciarmi, maestra?”

“Potrei valutare la proposta. Se mi porti il Wasabi.”

“Sono davanti a una profumeria: entro, compro una maschera all’avocado e la spaccio come Wasabi. Dici che funzionerà?”

“Con Rosaria di sicuro” rispose la voce pensierosa “perché credi che il Wasabi sia finito? Quella cerebrolesa l’ha usato per farsi una maschera facciale. Doveva uscire con quel sottoprodotto agricolo piemontese, come si chiama…? Luca, Marco, o qualcosa di simile pieno di fantasia…Ah, mi stavo quasi dimenticando! Sai mica chi ho visto due minuti fa in un negozio in centro…”

“Direi che ormai sono passati almeno dieci minuti” rettificò Etienne rispondendo magnanimo al sorriso ispirato di una passante che si era girata a guardarlo “La storia del reggiseno pesca ha portato via appena qualche secondo, ma il Wasabi ci ha tenuti impegnati parecchio.”

Altra risata sincera e scoppiettante: Etienne si fermò ad assaporarla, quasi suo malgrado.

“Oh, finalmente ti sei ripreso! Erano tre giorni che facevi il musone…”

“Il miracolo l’ha compiuto la prospettiva della sculacciata” annunciò Etienne sornione “Ho il Wasabi sottobraccio, quindi prepara la cattedra.”

“Diamine, c’è il frustino in lavanderia” chiocciò la voce allegra “Se ti sculaccio con il registro delle assenze va bene lo stesso?”

“Insomma…”

“Vuoi che ti avvolga nella cartina politica dell’Europa?”

“Non hai quella con la Germania dell’Est…”

“Allora ti sodomizzo con il mappamondo.”

“Vada per il registro delle assenze. Spalmato di Wasabi, però.”

“Valerio, Valerio…” sospirò la voce, quasi con rimpianto “Dov’eri stato tutto questo tempo?”

“Cercavo un reggiseno pesca, ma a quanto pare l’hai trovato prima tu” rispose Etienne piacevolmente “E comunque, a dire il vero io mi chiamo Etienne.”

“Bello” rispose la voce, per niente scalfita “Esotico, direi. Cognome?”

“Marchetti.”

“Etienne Marchetti. Sembra il nome di un mafioso marsigliese. Mamma francese?”

“No, papà psicopatico. Non lo trovi più esotico?”

“Magari se fingi un accento da mangiarane…”

“Non so nemmeno sbadigliare, in francese. Però posso provare a mangiare qualche rana lo stesso: ho il Wasabi per condirle.”

“Secondo me ti conviene sceglierti un altro nome, Valeriuccio.”

“Il papà psicopatico non sarebbe contento.”

Breve silenzio da parte della voce cristallina. Etienne smise di camminare.

“Pronto? C’è un reggiseno pesca che può rispondermi?”

“Tu non sei Valerio.”

Non era una domanda, ma una constatazione. Etienne provò quasi dispiacere.

“Accidenti” rispose però con allegria “Speravo te ne accorgessi solo alla fine della sculacciata.”

“Chi sei?”

Curiosità guardinga e genuina.

“Etienne Marchetti” rispose lui lentamente scandendo bene le parole “Ti faccio lo spelling o ti accontenti del registro delle assenze?”

La voce cristallina fece una risatina imbarazzata.

“Accidenti” chiocciò garrula “Devo aver sbagliato numero.”

“Uff, voi femmine” si lagnò Etienne ironico “Siete tutte uguali. Mi illudete col miraggio di una sculacciata poi sul più bello fingete di aver sbagliato numero.”

“Uff, voi uomini” rispose prontamente la voce cristallina “Siete tutte uguali. Pronti a rifilare maschere all’avocado al posto del Wasabi a tutte le poverette affette da diarrea verbale e da shopping maniaco compulsivo.”

Etienne sospirò, sinceramente dispiaciuto.

“Quindi, niente sculacciata.”

“Mi sa di no” rispose la voce, e anche lei sembrava dispiaciuta “Scusami per il disturbo, mangiarane; a mia discolpa posso solo garantirti che tu e Valerio avete la voce identica.”

“Non ti scusare: parlare con te è stato davvero spassosissimo.”

“Anche tu non sei male. Per essere un uomo, si intende.”

Naturellement.”

“Bestia, allora lo sai il francese!”

“Modestamente… ti confesso che ho davvero la mamma francese.”

“Eccolo, il tipico maschio burbanzoso, millantatore e fallocrate.”

“Sei adorabile. Sicura che non se ne fa niente per quella sculacciata…?”

“Addio, Etienne” rise la voce canzonatoria “Au revoir!!”

 

 

 

 

 

  
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