La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie
del bosco non
odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano
gocciole e foglie
lontane.
Senti Hermione? Senti il silenzio? Questo silenzio che ci completa? Non senti il rumore delle gocce di pioggia che cadono lentamente, quasi con pesantezza, sopra di noi?
Non vedi che siamo bagnati?
Tutti e due.
Non io, non tu. Noi.
Ascolta. Piove
dalle nuvole
sparse.
Vedi che anche il cielo è d'accordo con me?
E' dello stesso colore dei miei occhi Hermione.
Dici sempre che ti piace il colore dei miei occhi.
Ora hai un intero universo uguale alle miei iridi argentate.
Guarda...
Le nuvole cariche di pioggia si avvicinano sempre di più.
"Credo stia per iniziare a piovere".
Un sussurro.
Il mio sussurro.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui
pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
"Lo credo anche io"
Il tuo sussurro.
Parliamo piano, quasi soffiando.
Non è d'altronde questo un luogo sacro?
Ci siamo baciati qui per la prima volta.
Ricordi?
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i
ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri
volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri
vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima
schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi
m'illude,
o Ermione.
Perchè sei ancora più bella?
Perchè i tuoi capelli, attaccati al volto, ti rendono ancora più...
...Hermione?
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con
un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men
rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il
pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
Ti siedi.
E' un tacito accordo.
Un patto legato.
Tra me e te.
Tra Noi.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il
ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli
dita.
"Non senti Draco... ascolta!"
Sento Hermione.
E mi siedo.
Sento il tuo accaldato respiro vicino al mio viso.
Ti sento vicina.
E immensi
noi siam nello
spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è
molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le
chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai
nome
Ermione.
Ti vedo bella Mezzosangue.
Non so perchè.
E' un dato di fatto.
E quelle piccole gocce, che rigano il tuo viso, così esili, così trasparenti...
quasi invisibili,
ti fanno sembrare una principessa.
La mia principessa Mezzosangue.
Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a
poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto
vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra
remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una
nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su
tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio
che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Vorrei rimanere qui con te.
Per sempre.
Lontani dal nostro mondo meschino.
Dalla realtà.
Ti abbraccio Hermione.
Non voglio che tu vada via.
Non voglio che mi lasci solo in questo mondo di pregiudizi.
Dove esiste un Io e Te.
Ma non un Noi.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la
figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa
dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
"Una rana..."
"Non ne ha mai vista una?"
"No. Mai vista. Nella mia casa di campagna babbana c'era uno stagno. La sera sentivo sempre i ranocchietti che cantavano. Ma non ne ho mai visto uno!"
Piove su le tue ciglia nere
Ti alzi sì che par tu
pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza
tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è
come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra
l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
"Vieni."
Ti prendo per mano.
Ci spostiamo seguendo il richiamo del piccolo animale.
In cerca di una pozza d'acqua.
E l'ennesima pioggia bagna i tuoi occhi.
Le tue lunghe ciglia.
Nascondi le lacrime, quelle che versi ogni mattina, prima di andare a lezione.
Quando ripensi alle tue origini babbane.
E ai tuoi genitori.
E alla guerra.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or
disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i
ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
Dove corriamo Hermione?
Perchè la confusione ci fa perdere tra le fratte?
Cosa stiamo seguendo?
Non c'è più logica nel mondo.
Non troviamo più la nostra pace.
Ed ecco un movimento nell'erba.
Vicno a una pozza.
Un ranocchio.
Ti avvicini. Lui scappa.
Sparisce lontano.
E tu ridi.
I tuoi occhi dopo tanto tempo si illuminano nuovamente. Risata cristallina.
Quella risata che mi riscalda un po' il cuore.
E mi fa ritornare però immedietamente alla realtà.
E piove su i nostri volti
silvani,
Piove Hermione. Nascondi le lacrime.
piove su le nostre mani
ignude,
E non lasci la mia stretta.
su i nostri vestimenti
leggeri,
Starnuntisci.
Mi sorridi.
su i freschi pensieri
che l'anima
schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi
t'illude,
Non si può vivere anche di soli sogni?
Non si può non pensare alla realta?
Ma solo alla favola?
Alla nostra favola.
o Ermione.
Adoro letteralmente questa poesia, e la coppia Draco/Hermione, quindi non potevo far altro che renderle un piccolo omaggio.
Tanti baci.
ISO