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Autore: sheneedsthem    26/10/2012    27 recensioni
Tirai su con il naso per circa la centesima volta, ormai non sentivo più nessun’odore. Nemmeno quello dell’asfalto e degli alberi bagnati a causa della pioggia che si era riversata su Wolverhampton qualche ora prima.
Strusciai le suole delle mie scarpe nuove sull’asfalto brinato per allungare le gambe e cercare di fargli riprendere sensibilità, dopo esser state piegate per un’ora.
Ero seduta sul marciapiede di una strada totalmente buia di una cittadina in Inghilterra sconosciuta al mondo, senza nessuno che si preoccupasse per me, che si chiedesse che fine avevo fatto o semplicemente come stavo. Ero completamente sola.
E le sue parole ancora mi rimbombavano nella testa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I found you in the darkest hour.



Tirai su con il naso per circa la centesima volta, ormai non sentivo più nessun odore. Nemmeno quello dell’asfalto e degli alberi bagnati a causa della pioggia che si era riversata su Wolverhampton qualche ora prima.
Strusciai le suole delle mie scarpe nuove sull’asfalto brinato per allungare le gambe e cercare di fargli riprendere sensibilità, dopo esser state piegate per un’ora.
Ero seduta sul marciapiede di una strada totalmente buia di una cittadina in Inghilterra sconosciuta al mondo, senza nessuno che si preoccupasse per me, che si chiedesse che fine avevo fatto o semplicemente come stavo. Ero completamente sola.
E le sue parole ancora mi rimbombavano nella testa.


- Potresti venire un attimo con me? Dobbiamo parlare. – mi sussurrò all’orecchio, cingendomi il braccio intorno alla schiena.
- Adesso? Non puoi aspettare… -
- E’ importante. – concluse, interrompendomi, suo tipico, e portandomi via da quel ballo scolastico orrendo.
- Stavo parlando con Cassie, ma ti ringrazio. – sospirai, sorridendo. – Non ce la facevo più a stare in mezzo a quelle ochette e… -
- E a fissare Louis? Sì, me ne sono accorto. – rispose interrompendomi, serio come mai l’avevo visto prima.
- Liam, che succede? – chiesi, inarcando le sopracciglia, con aria interrogativa e preoccupata.
- Mi stai davvero chiedendo che succede, Ashley? Sei seria?! – urlò, alzando le braccia al cielo.
- Hey, calmati. – dissi sottovoce.
- No, non mi calmo. Sono stanco, di tutto e di tutti. – continuò lui, urlando.
- Adesso fai dei respiri profondi, o ti verrà un altro attacco d’asma. – cercai di placarlo prendendolo per i polsi e allungando le braccia verso di me.
- Vedi? Tu non capisci, e non capirai mai. Sei solo una ragazzina. – disse, sciogliendosi dalla presa.
- Non capisco perché non ti spieghi, porca puttana! – ribattei, urlando anch’io questa volta. Era raro che io dicessi parolacce, era successo solo sei volte nell’arco dei miei diciott’anni di vita, quella sarebbe stata la settima.
- Quando Louis ti ha lasciata e ti ha fatto stare male, chi c’era al tuo fianco? Io. Chi ti consolava anche alle due di notte perché piangevi? Io. Chi ti faceva i compiti perché eri ‘mentalmente sconvolta’? Io. C’ero sempre e solo io, Ashley, e a te sembrava non importare minimamente. – iniziò spedito, non lasciandomi il tempo di metabolizzare il discorso. – E sai cosa? Dopo tutto questo tempo passato insieme, questi anni pieni di risate e cavolate fatte insieme, io mi sono innamorato di te, e non te ne sei nemmeno accorta. E… – si bloccò per riprendere fiato, - e sai chi si è stancato di tutto ciò? Oh, indovina: io. – concluse.
- Liam… i-io non s-so… - balbettai a sento, sentendo gli occhi iniziare a pizzicare e la saliva prosciugata.
- Lascia stare. – disse, voltandomi le spalle e salendo le scale, per poi bloccarsi e rigirarsi verso di me. - Ci si vede in giro, anche se spero di no. – rientrò a scuola e si chiuse la porta alle spalle.


Le lacrime non cessavano, né tantomeno i pensieri che offuscavano la mia mente. Cos’avevo fatto di male per meritarmi tutto ciò? Ero una persona così orribile? Perché a nessuno importava di me, quando io ero la prima a preoccuparmi per gli altri?
Alzai lo sguardo al cielo, in cerca di una risposta del Padre Eterno, in cui nemmeno credevo. “Come si fa a credere a qualcosa che non si è mai vista?” ripeteva mio padre, scatenando l’ira di mia madre che andava in chiesa un giorno sì e l’altro pure. Era la sua seconda casa. O diciamo anche la prima, date che con noi non c’era quasi mai.
Per tutta risposta, ricevetti delle goccioline in piena faccia, che da lì a poco si sarebbero trasformate in un altro temporale.
Mi alzai di scatto, raccogliendo la borsa sulla mia destra e portandola alla testa cercando di coprirmi il più possibile. Passai una mano sugli occhi per cancellare le lacrime e l’offuscamento da esse provocato. Girai l’angolo e, da una strada completamente buia, approdai in un festival di luci. Insegne di negozi, lampioni, bancarelle, macchine. Qualunque cosa potesse essere luminosa, era lì.
Mi feci spazio tra la gente, utilizzando qualche ‘permesso’, ‘scusi’ e ‘ma dove guardi?!’ quando necessario. Scesi delle scale, senza rendermi conto di dove essere andata a finire. Mi appoggiai al muro, la cosa più antigienica del mondo, ma in quel momento poco m’importava. Chiusi gli occhi, cercando di fare dei respiri profondi e di trattenere le lacrime che ormai uscivano da sole. Li riaprii e guardai fuori, vedendo il cartello della metropolitana. Cercai di fare mente locale, guardando a destra e a sinistra ripetute volte per orientarmi, per poi dirigermi a passo svelto verso il binario.
Trovai una panchina libera e mi misi seduta, cercando di evitare gli sguardi della gente e fissando a terra.
Le lacrime ricominciarono a scendere e tutto ciò che potevo fare era arrabbiarmi sempre di più con me stessa. Non riuscivo a capacitarmi del fatto di aver perso Liam a causa di uno come Louis, che mi aveva lasciato per la mia migliore amica e dopo tre giorni lasciò anche lei. Come avevo fatto ad essere così stupida? Ad averlo sempre così vicino e a non accorgermi che si fosse innamorato di me? Aveva ragione, non capisco e non capirò mai, sono solo una ragazzina.
- Ne sono già passate quattro. Hai intenzione di prendere la metro o vuoi restare a dormire qui? - una voce mi distrasse dai miei pensieri e fui costretta a smettere di piangere e ad asciugarmi le lacrime per poter vedere chi fosse.
Un ragazzo moro, alto, dalla pelle olivastra e con un ciuffo biondo aveva in un mano una scopa ed indossava una tuta arancione elettrico. Dietro si lui c’era un carrello delle pulizie ed un sacco nero.
- S-scusami. - riuscii a dire a stento con la voce spezzata.
Buttò la scopa a terra e si diresse verso di me. - Hey, qualcosa non va? – chiese, sedendosi accanto a me e mettendomi una mano dietro la schiena.
Sentii un brivido. Forse perché non lo conoscevo e avevo paura mi stuprasse da un momento all’altro, o forse perché sentivo di potermi fidare di lui.
- Tutto non va. – risposi.
Piegò la testa e guardò l'orologio.
Perfetto, stiamo parlando da solo due minuti, ho detto a malapena quattro parole e già si sta annoiando, pensai.
- Senti, tra qualche minuto stacco dal lavoro e, se ti va, potremmo andare a prendere qualcosa, almeno ti riprendi un po’… tanto non hai intenzione di prendere la metro, giusto? -
- Ma se nemmeno ti conosco! – esclamai.
- Piacere, Zayn. - ribattè, porgendomi la mano. - Ho diciannove anni, pulisco la metropolitana per mettere da parte un po’ di soldi e... basta. Adesso mi conosci. – sorrise, ammiccando.
Sorrisi anch’io e gli strinsi la mano. - Piacere, Ashley. Ho diciotto anni, non vedo l'ora di diplomarmi per andarmene via da qui e... basta. Adesso mi conosci anche tu. – risposi nello stesso modo con cui si era descritto lui poco prima.
- Perfetto, possiamo andare? – allargò il braccio per far in modo che io mi appoggiassi a lui.
- Che cosa obsoleta. – sbuffai e andai avanti, non curandomi del fatto di averlo lasciato lì col braccio ancora in posizione.
Tossì, mi girai e vidi che mosse il braccio. – Che vuoi? Non mi piacciono queste smancerie. -
- Smancerie? Sei tu quella vestita da Cenerentola. – rispose, alludendo al mio vestito.
Abbassai lo sguardo, ricordandomi per un attimo del ballo, di Liam e delle sue parole, per poi rialzare il viso. Questa volta in modo deciso e sicuro, senza lacrime o amaro in bocca. Dovevo andare avanti.
- E tu sei vestito da spazzino, quindi?. -
- Cenerentola e lo spazzino. – disse a bassa voce. - Mmh, potrebbe andare. Come remake di Mary Poppins. – continuò, convinto.
Risi ad alta voce, per poi accorgermi che, nel frattempo della nostra chiaccherata, il binario della metropolitana si era riempito e tutti si erano girati verso di me, così misi una mano davanti alla bocca.
- Però possiamo rimediare subito. – disse, tirandosi giù la zip della divisa e togliendosela, rimanendo con dei jeans ed una camicia. – Adesso va meglio, Cenerentola? – chiese, muovendo di nuovo il braccio.
Tornai indietro e mi appoggiai a lui. – Adesso sì. -
Ci avviammo all’uscita e, per la prima volta dopo tanto tempo, riuscivo a camminare a testa alta, sentendomi più sicura di me stessa e guardando le persone in faccia, sorridendo.
Girammo l’angolo e ci ritrovammo di nuovo in quel festival di luci e vie frenetiche, tipiche del periodo Natalizio.
- Dove vuole andare, signorina? - chiese, con tono simile ad un cocchiere delle fiabe. E per ogni fiaba che si rispetti, ci voleva una risposta fiabesca, del tipo “su una stella”.
Ma non era di certo il mio genere. - Da McDonald’s! - esclamai.
Rise, stringendosi nelle spalle. - Non era la risposta che mi aspettavo, ma McDonald’s sia! -
Sorrisi e mi strinsi a lui, permettendomi di passare più facilmente in mezzo alla gente, senza urlare questa volta.
Arrivammo a destinazione e ci mettemmo in una delle tante file chilometriche che, prima che arrivassi ad ordinare, ti facevano passare la fame. - Tu vai a cercare dei posti, qui ci penso io. Cosa ti prendo? -
- Stupiscimi. - risposi, voltandomi per andare a salire le scale.
Sia il piano terra che il primo erano completamente pieni, così decisi di appostarmi vicino a qualcuno che stava per finire per mettergli un po’ di soggezione e fargli capire che doveva sbrigarsi.
Vidi una coppietta alzarsi sconsolata e mi fiondai ad occupare i posti, vedendo Zayn che stava salendo le scale con il vassoio in mano e gli feci cenno di venirsi a sedere. Annuì e si diresse verso di me.
- Che fortuna! - esclamò. – Di solito prendo da mangiare a portar via perché non si trova un posto nemmeno a pagarlo. -
- Già. – concordai, sorridendo. - Allora, cosa mi hai preso? – chiesi, allungandomi con il collo per cercare di vedere meglio.
- McChicken Menù medio... -
- Scherzi?! – chiesi, inarcando le sopracciglia.
- Per me. – continuò, guardandomi. – Ed un Big Mac per te. -
- Oh, adesso si ragiona. - esclamai. - Quanto ti devo? -
- Scherzi?! - m'imitò. - Offro io. -
- Beh, grazie. - risposi.
Senza pensarci troppo, addentai il mio panino, non preoccupandomi di sembrare un animale affamato.
Zayn mi guardò, scosse la testa e sorrise. L’ennesima figuraccia, pensai.
Posai il panino e mi pulii leggermente la bocca con un tovagliolo. - Che c'è? - chiesi
- E’ incredibile come tu riesca a passare da un’adorabile ragazza indifesa, ad una scaricatrice di porto. -
Sorrisi imbarazzata, non sapendo se questo fosse un bene o un male ai suoi occhi, ma sinceramente non m’importava molto. Ed era incredibile che io riuscissi ad essere me stessa con un ragazzo sconosciuto, senza vergognarmi o essere insicura.
- Lo prendo per un complimento. - risposi, finendo di ingurgitare il mio panino.
Continuammo a parlare per circa un’ora, di qualsiasi cosa. Passavamo dalla famiglia, agli amici, alla scuola; dagli hobby ai nostri sogni futuri, e riuscì a farmi dimenticare il motivo per cui ero finita in quella metropolitana.
Ci alzammo e pulimmo il vassoio, per poi dirigerci all’uscita. Decidemmo di spostarci in un luogo meno affollato per poter finire di parlare.
- Grazie per... beh, sì... questa serata. Diciamo che mi hai migliorato la giornata. -
- Addirittura? Ecco, questa è decisamente l’adorabile ragazza indifesa. - esclamò. - Stavi male a causa di quel... coso, come si chiamava? Leone? -
Sorrisi. - Liam. -
- Però dovresti ringraziarlo, alla fine hai incontrato me. – disse, ammiccando.
Lo faceva spesso e la cosa non mi dispiaceva affatto.
- Già, mi hai trovato nell'ora più buia. -
- “Ti ho trovato nell’ora più buia”. - ripetè. - Mmh, potrebbe... -
- Andare? - lo bloccai. – Come il remake di Mary Poppins? - continuai,  ridendo.
- Non puoi negare che sono delle ottime idee. – disse.
- Sì, potresti diventare famoso e pieno di soldi. Ti ricorderai di me? -
- Certo, come potrei dimenticarmi della mia musa ispiratrice? – chiese, ammiccando, di nuovo.
- Smettila. – dissi, dandogli una pacca sulla spalla.
Sorrise e guardò in basso, per poi rincontrare i miei occhi. - Ti rivedrò? - chiese.
Mi piegai verso di lui e sussurrai al suo orecchio. - Sarò con te nell’ora più buia. -


I was lost ‘till I found you.



 

myspace:
salve a tutti! :)
questa è la seconda os che scrivo e posto qui, e sinceramente non ne sono molto convinta. l'idea mi è venuta qualche giorno fa, sembrava accettabile, ma come al solito non mi piace come la sviluppo io. çç
la fine sembra un horror, ma vabè ahahahah 

comunque, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! ci tengo davvero tanto. uu
credo di aver detto tutto, quindi vi lascio.
#muchlove. <3

  
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