Gabriella Montez chiuse gli occhi, inspirò profondamente e poi, espirando lentamente, li riaprì incontrando così il suo stesso sguardo riflesso nello specchio davanti a lei.

Si vide diversa dal solito, cosa che da una parte era in effetti normale, considerato che aveva sul viso un trucco decisamente pesante per via delle forti luci che illuminavano il palco di Twinkle Town, il musical di cui lei era la protagonista e che sarebbe andato in scena per la prima volta di lì a pochi minuti.

Tuttavia c’era qualcos’altro di diverso, in lei, qualcosa che andava al di là del volto e dell’aspetto esteriore. C’era qualcosa di diverso dentro di lei, qualcosa che fuoriusciva dal suo sorriso e dai suoi occhi.

Senza alcun dubbio era cambiata moltissimo dalla prima volta che aveva messo piede alla East High.

Era sempre stata un tipo rinunciatario, in effetti, non aveva mai lottato con tutte le sue forze per ciò che desiderava fare, come stava facendo in quel momento, in cui stava lottando addirittura contro sé stessa e contro la sua paura del palcoscenico.

Era sempre stata timida, inoltre, e mai avrebbe pensato di potersi trovare a fare la protagonista in un musical, nonostante cantare fosse sempre stata la sua passione più grande, più ancora della scienza.

Ma era cambiata. Ora era in possesso di una forza nuova, si sentiva come circondata da una luccicante aura dorata che le dava quella sicurezza in sé stessa che non era mai riuscita a trovare prima. Che non aveva mai trovato, prima di incontrare quegli occhi, quello sguardo che la faceva volare.

-Ehi, grande star!-

Gabriella si riscosse dai suoi pensieri, si voltò e sorrise trovandosi davanti la sua amica Taylor McKassy, sorridente davanti alla porta dello stanzino che era stato adibito a camerino per l’occasione.

-Taylor! Che ci fai qui?-

-Volevo augurarti in bocca al lupo, anche se sono certa che non ne avrai bisogno, sei bravissima!- spiegò Taylor andando ad abbracciare l’amica, attenta a non rovinarle il trucco.

-Grazie… hai un buon posto?-

-Prima fila.- la rassicurò Taylor.

-E come hai fatto? Mi hanno detto che era piena già due ore fa, quando sei arrivata?- si stupì la cantante.

-Poco fa, avevo quella cosa con il Club… ma Chad mi ha tenuto il posto, è stato gentile, strano vero?-

-Già, strano…- mentì Gabriella, che tuttavia aveva notato già da tempo gli sguardi che si scambiavano i due.

-Infatti… beh, ora vado, così ti lascio finire di prepararti… in bocca al lupo, di nuovo!-

-Crepi!- rispose Gabriella mentre l’amica usciva.

Si diede un’ultima veloce controllata allo specchio, controllando che la matita nera non fosse sbavata, e sul body nero che indossava infilò una gonna bianca al ginocchio larga e morbida e un gilet dello stesso colore, entrambi cosparsi di brillantini e paiettes argentate.

Si infilò ai piedi scalzi le mezzepunte di pelle nera e uscì dal camerino per dirigersi verso lo spazio dietro le quinte in cui gli attori della prima scena si stavano già accalcando.

-Iniziamo tra meno di due minuti.- la avvertì la Darbus parlando a bassa voce in modo che il pubblico non la sentisse.

Gabriella annuì, mentre alle sue orecchie giungevano voci più o meno sommesse provenienti dalla sala. Sembrava che ci fosse un sacco di gente.

Avvertì una scossa di agitazione, poi tutta la paura provata nel pomeriggio, nell’attesa di quel momento, improvvisamente scomparve, lasciandola tranquilla davanti a quella situazione che non aveva mai provato, e sorrise pensando alla persona che aveva reso possibile quella sua serenità, quella sicurezza che in quel momento aveva in sé stessa.

-Ok, ragazzi, siamo pronti? Allora vado a presentarvi.- disse la Darbus, poi andò sul palco e superò la coltre di tende rosse che fungeva da barriera tra loro e il pubblico.

Gabriella inspirò a fondo. Era strano, si sentiva sempre più irresponsabile delle sue azioni, come se si stesse per addormentare e già stesse pregustando il sogno che, ne era certa, avrebbe fatto una volta caduta addormentata.

-Pronta?- domandò Troy sottovoce mentre insieme si posizionavano al centro del palco, appena dietro quelle stesse tende rosse che avevano appena lasciato passare la Darbus.

-Prontissima.- annuì Gabriella –Tu?-

-Lo stesso.- sorrise lui.

Il sipario si aprì.

Gabriella vide il pubblico, ma sapeva che le luci ancora spente impedivano a loro di vedere lei.

Vide sua madre, in piedi alla destra del palco con la telecamera già pronta ad immortalare quel momento.

Vide il coach Bolton, fiero della parte ottenuta dal figlio, nonostante all’inizio di tutto fosse stato decisamente perplesso per quella decisione.

Vide il preside Matsui che, si vedeva lontano un miglio, avrebbe preferito di gran lunga essere sugli spalti di un campo di basket, ma che era costretto lì dai suoi doveri di preside.

Vide Chad e Taylor seduti vicini, e proprio in quel momento la mano del ragazzo si mosse per stringere quella di lei che, notò Gabriella, trattenne il respiro ma non si sottrasse al contatto.

Vide i signori Evans, in prima fila, lui rilassato e sereno e lei austera e un po’ amareggiata per le parti di co-protagonisti ottenute dai figli.

Si stupì di quante cose riuscisse a vedere in quella frazione di secondo, e infatti non ebbe il tempo di terminare il pensiero che le luci del palco si accesero, e seppe che la situazione si era invertita: accecata dalle luci di scena, lei non riusciva più a scorgere neanche il pubblico della prima fila, ma loro ora la vedevano. A testimonianza di ciò, alle sue orecchie giunse il suono ovattato degli applausi.

Attese la fine degli applausi, e durante tale attesa vide ciò che più le premeva: quegli occhi azzurri che come ogni volta le fecero salire il cuore in gola per un momento per poi lasciarla in una tranquillità innata, con solo la voglia di cantare.

Si voltò verso il pubblico. Di nuovo avvertì quella sensazione di dormiveglia, di sogno meraviglioso, di un mare di luci e di suoni in cui si muoveva con naturalezza, senza più pensare. Le sue battute seguivano quelle di Troy istintivamente, la voce intonava ogni nota senza sforzo, si muoveva nelle coreografie senza timore di sbagliare. Nella sua mente si riflettevano solo luci e colori, intramezzati da rapidi flash di quegli occhi bellissimi, gli ultimi che aveva visto prima di cadere in quella magnifica trance.

Prima ancora che si rendesse conto di aver iniziato, si ritrovò ad inchinarsi al pubblico per i saluti finali sulle note di "Bop to the top", suonata al piano da Kelsie.

Troy le prese la mano, si distaccarono dal gruppo facendo il loro inchino, poi indietreggiarono mentre il calare del sipario poneva fine a quel sogno, svegliandola mentre veniva invasa da una sensazione improvvisa di euforia.

Era fatta. Era andato bene, la gente applaudiva, e anche se non avrebbe saputo dire con certezza i movimenti, le parole e le espressioni che aveva compiuto sul palco, era felice.

-Uno spettacolo grandioso, è stato fantastico!- esclamò la voce squillante di Sharpay Evans. La bionda si avvicinò ai due, somministrò a Gabriella un’amichevole pacca sulla spalla e si voltò verso Troy che, anche lui euforico, attirò a sé Sharpay in un bacio appassionato.

Gabriella, con un sorriso, si voltò e si allontanò per lasciare ai due un po’ di privacy.

Raggiunse quegli occhi azzurri che le avevano dato la forza di iniziare a cantare.

-Sei stata bravissima.-

-Grazie, amore.- sorrise lei, e alzandosi in punta di piedi baciò dolcemente il suo ragazzo, Ryan Evans.