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Autore: Andais    27/10/2012    4 recensioni
Una simpatica commedia su quello che succede a Volterra quando si avvicina il natale
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aro, Caius, Jane, Marcus
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C’è aria natalizia a Volterra. In tutto il paese ci sono ghirlande, luci colorate, festoni, avvisi di varie feste natalizie e, immancabili, turisti, turisti e ancora turisti. Anche nel castello dei Volturi si sentiva aria di festa.

-Caius cosa ne pensi se usassimo vestiti rossi?-

-No, Aro-

-Marcus e se ti legassi nei capelli, delle piccole lucine colorate?-

Uno sguardo omicida fece capire ad Aro che, il natale, non era il periodo preferito di Marcus, così si concentrò interamente su Caius, che non aveva ancora cercato di ucciderlo.

-Ok, ammetto che l’idea dei vestiti era un po’ troppo, però potremmo far vestire Alec da Babbo Natale, sai per attirare i turisti-

-E che diavolo centrerebbe Babbo Natale con il resto dell’arredamento?-

-Possiamo rivoluzionarci-

-No-

-Uffa come volete-

-Bravo, devo andare a fare una cosa- si voltò verso Jane –Tienilo d’occhio-

-Si, signore-

Appena Marcus, seguito da Caius, uscì, Aro si precipitò a prendere ghirlande colorate, candele profumate, palloncini e festoni.

-Ehm, Aro- si voltò a guardare la bambina –Che pensi di fare con quella roba?-

-Ma mia cara, è ovvio, ravvivo questo posto-

-Marcus mi ha ordinato di tenerti d’occhio, quindi non credo che te lo lascerò fare- vedendo gli occhi dardeggianti di Aro, Jane aggiunse –Perfavore-

Aro la fissò per alcuni secondi, squadrò la ragazza dalla testa ai piedi, si voltò verso Felix che, senza aggiungere una parola, l’aggredì.

 

***

 

Erano passate più di tre ore da quando, Caius, aveva lasciato Aro da solo. Sapeva, per esperienza personale, che Aro non si poteva lasciare da solo per molto tempo, altrimenti la sua vena creativa, sempre in funzione, avrebbe fatto crollare tutta la loro immagine di Vampiri potenti e cattivi. Decise di andare a dare un’occhiata alla sala dei troni. Durante il cammino, ricordò ancora quando, l’anno prima, Aro gli aveva regalato quel tenero e succulento ciccione, vestito da Babbo Natale. I ciccioni, o scusate, le persone in carne, sono quelle che Caius preferisce, perché hanno molto zucchero nel sangue che, di conseguenza, è più dolce ed invitante. Era stato carino a fargli un regalo del genere. Si ricordava, inoltre, che per ringraziarlo, avevano passato una magnifica nottata a letto che, la mattina seguente, era ridotto in un cumulo di macerie.

Qualcosa lo risvegliò da quel ricordo ancora vivido nella sua mente. Una folla d’insulsi vampiretti senza spina dorsale, era accalcata davanti alla porta che portava alla sala dei troni.

-Permesso- Urlò Caius –Fatemi passare branco di idioti-

Quando riuscì a saltare l’ultimo vampiro, si ritrovò davanti a quella che, una volta, era la porta più temuta da tutto il mondo della notte. Quella stessa porta adesso, aveva inchiodato, un babbo natale piuttosto grosso, che lampeggiava a ritmo di “we wish you a merry christmas”.

Maledicendosi per aver lasciato tanto tempo Aro da solo, entrò sbattendo la porta. Lo spettacolo che gli si parò davanti lo scandalizzò. I troni erano stati sostituiti da tre poltroncine rosse che s’intonavano, magnificamente, aggiungerei, al verde che aveva sopraffatto il marmo di cui era fatta la sala. Dietro alle poltrone, troneggiava un grosso albero di natale decorato con ghirlande, palle di tutti i colori e altre lucine bianche che lo facevano apparire ricoperto di neve. Tutt’intorno alla sala, vi erano nastri argentati che luccicavano quando erano colpiti dalla luce dell’albero e donavano alla sala un’atmosfera calda e illuminata. Caius era rimasto a bocca aperta. Cercò con gli occhi Jane, per poterla insultare, uccidere, torturare, ma, quando la trovò, non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

Jane era appesa al soffitto con una corda che si legava ai suoi fianchi, il vestito le era stato tolto e cambiato con una tunica bianca con ali di cartone dorate e le era stato applicato un cerchietto con attaccata un’aureola. Infine era stata truccata e le era stata messa una Bibbia in bocca, per farla tacere.

-Che ne pensi Caius?-

-Penso che Marcus ti ammazzerà-

-Lo credo anche io- e sorrise.

-CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO QUI!- tuonò Marcus.

-Nulla, Nulla- rispose Aro in un moto di coraggio. Marcus lo guardò con disprezzo mentre attraversava la sala a grandi passi e si sedeva al proprio posto. –Dobbiamo lavorare, adesso-

-Uffa, Marcuuus-

-Niente storie Aro!-

Colui che doveva essere giustiziato aveva assalito una famigliola nel bel mezzo della piazza, facendo sì che molti si accorgessero della lunghezza dei suoi denti. Arrivò ridendo e, quando vide la sala, scoppiò in una risata fanciullesca che non accennava a smettere.

-Cos’è- disse cercando un po’ di autocontrollo –Cos’è mi prendete in giro? I famosi Volturi giustiziano le proprie vittime in una sala, del genere?-

-Silenzio- Marcus si voltò verso Caius –Fallo tu-

-Ok- tutti i vampiri, che erano accalcati fuori dal portone, entrarono per guardare la scena così, quando Caius si alzò, il rumore di una pernacchia, fu sentito ed amplificato, da tutta la sala.

Passarono minuti terrorizzanti, in cui nessun vampiro aveva il coraggio di muovere un muscolo. Caius, infuriato, si voltò e vide spuntare, da sotto il cuscino della propria poltrona, la linguetta di uno dei quei giocatoli che servivano per scherzare tra i ragazzi umani. Alzò il cuscino, prese il gioco, si voltò verso Aro, e glielo lanciò addosso così forte che Aro e la sua poltrona, scrollarono a terra. In quel silenzio carico di tensione, si sentì qualcuno ridere silenziosamente.

Caius si guardò intorno e notò che, lo sfrontato, era il vampiro che dovevano giustiziare, anzi colui che sarebbe stato ucciso proprio da lui. Si avvicinò ma, in un attimo, tutti i vampiri, incapaci di trattenersi oltre, scoppiarono a ridere all’unisono. Caius, circondato da tutte quelle risate, dapprima si arrabbiò, poi, quando vide che persino Marcus stava ridendo, non riuscì più a trattenersi e, ripensando alla scena, decise di unirsi a tutti gli altri e ridere.

Aro, notando l’aria allegra, si allontanò per qualche minuto e, quando ritornò aiutato da un Alec addobbato con corna da cervo e naso rosso, portò sangue caldo e fumante per tutti. Felix, dall’altra parte della sala, capì che quello era il segnale ed accese il giradischi, perché i Volturi amavano essere antiquati, e in tutta la sala si diffuse un coro di “Jingle bells” e di risate, o almeno, Aro rideva ancora. Marcus, nel frattempo, era andato via, accigliato dal comportamento di Aro, e Caius, invece, si ritirò con fare allegro, nella sua stanza.

Pochi minuti dopo, un Aro con barba bianca e vestito rosso, si presentò in camera sua, si coricò sopra di lui e lo baciò con passione. Caius, rispose al bacio e, mentalmente, pensò che questa volta sarebbe stato Aro a ricomprare il letto. Ridendo per la propria “perfidia”, sì Caius si sentiva molto cattivo per quel pensiero, si fece trasportare dalla passione di Babbo Aro e, insieme, passarono una notte indimenticabile.

 

 

P.S. Vi starete chiedendo Jane che fine avesse fatto. Beh lei rimase appesa al soffitto fino alla fine delle feste, nutrita da Alec che, una volta ogni giorno, prendeva la scala e le portava un po’ di sangue per non farla deperire. 

   
 
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