La notte; ombra e tremolare di stelle.
Il bosco; rametti e foglie scricchiolanti sotto i piedi, sul sentiero.
Il fischio leggero del vento nelle orecchie, fuso al canto delle civette e dei grilli.
Fruscio di fronde scure centimetri sopra la testa.
Il silenzio avvolto dai suoni. La pace in un mondo di rumori.
Luce surreale inonda il paesaggio intorno, una pallida luna si copre e scopre dalle nuvole, schiarendo e incupendo a tratti il viso.
Un respiro profondo e l’odore di piante, animali, terra s'infiltra nelle narici; odore di bosco che fa sentire viva, parte di esso, parte di tutto.
L’umidità e un brivido. Non è paura ma freddo. L’aria bagna i vestiti, il viso e le mani.
In ginocchio noncurante fra l’erba bassa, poi una lieve carezza al tronco ruvido dell'albero. Non ci sono formiche.
Saranno loro dove si dovrebbe essere? A casa? Al chiuso al caldo?
Forse si dovrebbe andare, o forse no. Piacerebbe poter restare ancora, avvolgersi in una coperta e guardare.
Silenzio e immobilità, con la schiena contro quel legno.
Incuranti di ogni contegno si sta così: gli occhi socchiusi nel dormiveglia, aspettando che arrivi un’alba degna. Abbastanza da stare ancora ad osservare e pensare.
Non solo.
Non so come definire il risultato, spero che sia stato piacevole da leggere ^^' in ogni caso fatemi sapere il vostro parere.