Anime & Manga > Sailor Moon
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Autore: Kim NaNa    27/10/2012    6 recensioni
Mentre corre sulla sua moto, Haruka si lascia rapire dai pensieri. Michiru le è accanto, come in ogni momento.
Con i suoi occhi, i suoi odori, le sue mani.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Per quelle mani da violino.
 
In sella alla mia moto, con te che ti aggrappi alla mia giacca di pelle, corro verso il mare, il tuo, sfidando il vento, il mio.
E lo sento che sferza sul mio viso, nonostante il casco, nonostante la mente faccia così rumore da impedirmi di sentirti sospirare.
Michiru, chi più di me può comprendere la burrasca che ti porti dentro?
È Usagi il nostro uragano ed è lei che, per qualche inspiegabile ragione, ci porta a discutere, ad allontanarci, a separare le nostre mani, per poi tornare a sfiorarci con timore, lente, stanche.
Ma a te mi dono nella totalità di passi pericolanti, dei sorrisi forti, della testa dura.
A te mi dono in una matita, tra le tempere e i colori, sciolgo il mio corpo nell’immagine di un respiro, mie parole, che nello scandire delle labbra, nell’armonia del loro schiudersi, possano diventare respiro tuo.
Sfinirmi per finire in te. Per abbracciarti senza chiedere il miracolo di strade accorciate, senza farti sentire il fastidio del mio corpo, senza disturbarti.
E succede nei brividi forti di sentimenti esuli che, costretti nel buio di ogni dire, alla luce tremano, spaventati ed emozionati, tremano sotto occhi di inchiostro.
I tuoi. Neri come il mare di notte, profondi come l’oceano, agitati come le onde.
Perciò, non dirmelo più.
Che non arrivo abbastanza, che corro troppo o troppo poco, che mi sfinisco per perdermi in un respiro in cui però non ti riconosci.
Non dirmelo più.
Abbiamo un’unica parola a cui aggrapparci: sacrificio.
Non dovrebbe importare nient’altro. Eppure tu, Michiru Kaiō, riesci a tenermi legata a questa vita, a questo amore, il nostro. Un amore che forse, non potremo continuare a coltivare se la nostra missione ci imporrà un sacrifico.
Eppure è questo amore che mi tiene così legata a te, sono le tue mani da violino, il tuo sapore di sale.
E scende questa lacrima, celata dal mio casco integrale.
Mi pesa questa rinuncia, la rinuncia di questo amore che mi hai donato senza chiedere, insegnandomi ad amarti in silenzio, cullate dal vento e dalle onde del mare.
L'amore, il nostro, è sporcarsi di quotidianità, rimanere incastrate tra gli odori annusati insieme. L'amore, il nostro, è quello, è risentire, ancora più forte di prima, l'odore di una sera, l'odore di quelle labbra che ti brucia i sensi perché è forte, è suo, eppure è già passato, si è amalgamato allo smog, ai maglioni dell'altra gente, perché no, alla loro pelle quell'odore non ci arriva. Ma io ce l'ho ancora qui, attaccato a me, perché è vero che nell'amore si ferma il tempo, si ferma dove hai sorriso e tu puoi ritornarci, tanto siete sempre lì, fermi a prendervi la vita con gli occhi.
Ecco, sono in balia del nostro tempo fermo, in mezzo a quell'odore, dentro il tuo sorriso e su quelle mani da violino.
   
 
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