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Autore: 8WeirdSisters8    27/10/2012    9 recensioni
Qualcuno ha ucciso una pensionata dall'aria mite e ciarliera. Qualcun altro ha una vita talmente densa da rischiare l'esaurimento nervoso. Qualcun altro ancora legge le informazioni nutrizionali di tutto quel che mangia, ogni mattina di ogni giorno per tutta la vita. E poi ci sono giovinastri dalle buone intenzioni e dalla pessima riuscita, donne di mezza età con la passione per gli intrighi (in altre parole delle carogne pettegole) e impiegatucci senza ambizione.
Cosa li accomuna tutti? Un'occulta serie di segreti ben serbati e, talvolta, graziosamente letali.
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E se questo non basta per invogliarvi ad aprire questa storia, fate conto che qui ci sia un cartello con su scritto: "APRIMI. BISCOTTI GRATIS".
Genere: Comico, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tipo una dedica, ma molto meno lusinghiera: i personaggi di questa storia sono tutti, più o meno liberamente, ispirati ai divertenti, dissennati, eccentrici, ossessionati e ossessionanti soggetti che ingombrano vistosamente la mia vita.  Amici chiacchieroni, cugini con la piacevole tendenza a cadere in stati semicomatosi sul divano di casa mia secondo esigenza, vecchie zie ficcanaso e conoscenti di cui, a voler parlar bene, si è costretti a dire che vestono con eleganza: sono loro la mia fonte d’ispirazione e sarebbero loro a potermi citare in giudizio se si riconoscessero in questa storia.

È per questo che non la leggeranno mai.

 

Prologo

 

 

Non è che fosse esattamente un gran lettore. Non masticava libri dalla mattina alla sera. Tanto meno dalla sera alla mattina, lasso di tempo che dedicava, senza particolari problemi o eccezioni degne di nota, al sonno più quieto che fosse possibile esibire a chi abitasse proprio sopra la stazione.

Però si deve riconoscere che le sue letture erano davvero poco convenzionali. Leggeva con inedito piacere il retro della scatola di cereali e i foglietti illustrativi dei farmaci. S’immergeva di frequente nella lettura compita e attenta dell’elenco telefonico. Aveva un’insana passione per i libretti delle istruzioni.

C.J. Yancoskji si barcamenava con pigrizia fra le abitudini di una vita eccezionalmente noiosa, anche se faceva cose che nessuno fa mai – come studiare il manuale di costruzione della scarpiera prima di provare a montarla, azione nella quale la maggior parte degli uomini improvvisa, rivendicando non si sa bene quale congenita capacità di montaggio di mobili.

C.J. Yancoskji non sapeva nemmeno cosa fosse l’improvvisazione. In parte perché nelle sue letture questa parola non era mai compresa. In parte perché… insomma, avete capito. Se avesse messo un piede fuori dalla routine quotidiana sarebbe letteralmente impazzito.

 

Paula Winters impazziva due-tre volte l’anno. Era una giornalista che faceva su e giù per il paese per questa o quella manifestazione teatrale, riusciva a tenere lezioni di recitazione ad una cinquantina di aspiranti attori senza speranze di calcare una scena, nel tempo libero organizzava spettacoli lei stessa, tutti di discreto successo, non mancava di guardare ogni film che uscisse al cinema e si affannava a comprimere, nello striminzito spazietto libero rimasto in agenda, il corso di pilates, che frequentava a sere alterne senza risultati di sorta.

Le rimaneva, di tanto in tanto, il tempo di una litigata telefonica con sua sorella, che a mille chilometri di distanza, le strillava contro la sua insoddisfazione.

Così, un po’ per gioco, un po’ per suggestione, Paula si presentava occasionalmente al pronto soccorso denunciando la comparsa di sintomi del tutto compatibili con lo stress da superlavoro, e quando le si diceva che le sarebbe bastato riposarsi per riprendersi, si faceva ricoverare nel reparto psichiatrico, di sua spontanea volontà e contro il parere dei medici.

«E speriamo che ce la tengano stavolta!» strillò alla cornetta sua sorella. Ma dall’altra parte, avevano già messo giù.

 

Ora, se C.J. e Paula si fossero conosciuti, forse – dico, forse – ne sarebbe venuto qualcosa di buono per entrambi. Forse il temperamento di C.J. avrebbe aiutato Paula a darsi una calmata, a prendersi del tempo per… beh, per non fare proprio nulla. O per fare dei puzzle, che è come dire la stessa cosa. Forse Paula avrebbe introdotto delle meravigliose, insperate novità nella vita di C.J. e lo avrebbe iniziato, con la rassicurante saggezza della veterana, al mondo degli imprevisti, dei gustosi eventi fortuiti, delle variegate, impalpabili emozioni di giornate sempre diverse e sempre sorprendenti.

 

Forse sarebbe andata proprio così. Ma questa non è la storia di come C.J. e Paula si conobbero.

 

Questa è la storia di come C.J. Yancoskji e Paula Winters si incontrarono diverse volte senza mai conoscersi e di come entrambi, individualmente e inconsapevolmente, contribuirono alla serie di imponderabili e controversi eventi che portò all’omicidio efferato di Dotty Eglentyne, vedova Burke, maestra di pianoforte in pensione e giocatrice d’azzardo a tempo pieno.

Ma non è il caso di affrettare il racconto.

 

 

 

 

 

 

Avvertimento di fondamentale importanza:

Se mi fate sapere che ne pensate, non mi offendo. Ve lo dico a scanso di equivoci.

   
 
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