Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MaricciaWeasley    27/10/2012    0 recensioni
Si racconta della vita di due auror :Frank e Alice Paciock,osservando le cose dal punto di vista di entrambi.Una storia che culminerà con una tragedia.Entrambi perderanno la ragione per salvare la persona che più amano al mondo:loro figlio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La scuola era iniziata da un pezzo e il freddo cominciava a farsi sentire. Eravamo arrivati quasi a novembre e lo studio si faceva via via più intenso man mano che le settimane passavano. Di solito passavo le mie giornate sui libri per poi uscire solo verso le sette del pomeriggio a sgranchirmi le gambe con Lily. Quel pomeriggio però ,i professori ci risparmiarono dall’eseguire una marea di compiti per il giorno dopo e ,per la prima volta dopo l’arco di parecchie settimane, riuscì ad avere un pomeriggio libero per stare con Frank. Mi recai in Sala Grande non appena terminarono le lezioni e mi sedetti al tavolo dei Grifondoro. Mi sedetti accanto a Lily e chiacchierammo per un po’,fino a ché ,una figura maschile, mi abbracciò di spalle cogliendomi di sorpresa.«Chi sono?» mi disse mentre scostavo le sue mani davanti ai miei occhi. «Fammi indovinare!» gli dissi girandomi verso di lui e tirandolo verso di me per poi prenderlo per il colletto della camicia. «Ciao Frank! »dissi ridendo mentre le nostre fronti si sfioravano e mi ritrovavo a fissarlo dritto nei suoi occhi color nocciola. «Allicat!»mi sorrise dolcemente e ,qualche secondo dopo, mi ritrovai a baciarlo. «Mi sei mancata» mi disse dolcemente. «Ma non ci siamo mai separati! Eravamo in classe insieme!». «Lo so, ma intendevo che mi mancava stare un po’ con te!». Lily rise. «Ehi voi due, avete finito con le smancerie? »«Oh, scusami!» le dissi ridendo e mi rivolsi di nuovo a lui «Che programmi hai per oggi?» « Nessuno, e tu?» e mi sorrise sapendo già la risposta che stavo per dargli. Decidemmo di incontrarci verso le cinque al parco per fare una passeggiata. Il parco era a quell’ora silenzioso e i pochi ragazzi che c’erano erano seduti e ammutoliti sulle panchine oppure erano sdraiati sotto le ombre degli enormi alberi con un libro in mano. Riconobbi Frank non appena lo vidi. Gli corsi incontro e lo abbracciai e lui mi scompigliò i capelli. «Allora, vogliamo camminare oppure ti va di rimanere qui per tutto il pomeriggio?» dissi ridendo e prendendolo per mano. Camminammo per un bel pezzo e arrivammo al lago. Ormai quel posto per me era diventato importante poiché mi ricordava il giorno in cui Frank mi salvò prima che affogassi e fu allora ,dopo che mi portò in infermeria, che dichiarammo il nostro amore l’uno per l’altra. Mi affacciai sul bordo del lago e vidi il mio riflesso tremolante nell’acqua cristallina, poi vidi anche il suo che si accingeva ad abbracciarmi. «Quante cose sono cambiate da allora eh?» sapevo a cosa si stava riferendo e feci un cenno di assenso. Erano cambiate davvero tante cose e quante ne avevamo affrontate prima di allora! Ma ora eravamo lì, pronti ad affrontare qualsiasi altra cosa. Ma non avrei mai pensato che di lì a pochi minuti sarei stata presa dall’angoscia e dal dolore. Un frullo d’ali e un gufo planò sopra le nostre teste lasciando cadere nelle mie mani una busta di pergamena. La aprì alla svelta e subito dopo mi mancò il fiato. Voltai la lettera e lessi l’indirizzo scritto con l’inchiostro blu oltremare. Era così inequivocabile da non poter essere frainteso e recitava:
Alice Prewett
Hogwarts.
La grafia di papà era riconoscibile alla prima occhiata, ma in quel momento sperai di sbagliarmi di grosso o di star immaginando tutto. La mamma era morta e io mi sentivo così impotente.. Caddi a terra e cominciai a piangere. Dapprima Frank mi guardò con aria interrogativa, come se volesse che fossi io a dirgli che cosa fosse successo poi si decise a prendere la lettera da terra e la lesse. «E’ tutto vero?» mi chiese con aria preoccupata. Era chiaro che Frank non credesse a quello che leggeva o vedeva fino a che non gli venisse detto che fosse vero. Accennai un leggero sì e si chinò su di me come per dire ‘ci sono io qui con te, stai tranquilla’. Mi strinse tra le sue braccia mentre un secondo gufo passava con un fruscio d’ali sopra le nostre teste e lasciava ricadere una seconda lettera. Questa però, era di Silente che mi invitava ad andare nel suo ufficio verso le sette di quella stessa sera. Frank mi accompagnò, anche se non avrei voluto . Il vialetto di pietra che portava al castello era deserto e il vento ci sovrastava .Le nubi erano grigie e limacciose e una tempesta si preparava a scatenarsi su quello che le sottostava. Spingemmo il pesante portone di quercia e ci dirigemmo verso lo studio di Silente. Il posto era a dir poco strano: era pieno di aggeggi strani, di telescopi e poi, posato in un angolo della scrivania, era appoggiato il pensatoio. Fanny, la fenice di Silente , echeggiava piano sul suo trespolo e ,da quanto mi parve di capire dal suo aspetto, fra pochi giorni sarebbe arrivata la sua fine. Ma a differenza della mamma, lei sarebbe rinata. Una fitta mi attraversò il cuore e Frank dovette reggermi perché io non cadessi a terra e scoppiassi di nuovo a piangere . Una voce pacata irruppe nella stanza come se un piccolo petardo fosse scoppiato nella stanza silenziosa. Silente ci chiese di accomodarci ma io preferii rimanere in piedi. D’un tratto irruppe nella stanza anche la McGranitt e si sedette accanto a Silente. Confabularono per qualche minuto, poi Silente si decise a parlare con noi. «Tutto bene signorina Prewett?»disse Silente con la sua solita voce pacata. «Immagino che non sia questo il motivo per cui ha chiesto di vedermi, signore» cercai di contenermi, ma dal tono della mia voce scaturivano tristezza e impotenza. «Si calmi signorina Prewett, ho bisogno che lei sia forte ora» . Frank si avvicinò a me come se volesse proteggermi in caso qualcuno cercasse di farmi del male. «Avrà saputo tramite la lettera di suo padre che cosa è successo » . Feci un muto cenno di assenso , poi sentì il respiro affannoso di Frank alle mie spalle. «Domani si svolgerà il funerale di sua madre» sentenziò. Io non risposi, aspettavo che continuasse lui il discorso. «Suo padre mi ha chiesto di farla ritornare a casa per il tempo che le servirà per riprendersi dallo shock .E, se lo vorrà .. » disse guardando verso Frank «Il signor Paciock potrà stare con lei». Feci subito segno di sì. Frank era l’unica persona a cui potevo fare affidamento per qualsiasi cosa avessi bisogno. «Partirà tra un ora, i suoi bagagli e quelli del signor Paciock sono già stati preparati. La mamma del suo ragazzo si è offerta di accompagnarvi a casa personalmente». Feci un piccolo sospiro di sollievo, avrei visto un volto familiare e la signora Paciock era diventata più gentile ultimamente. «Ora andate a cenare, ne avrete bisogno» .Assentii e sia io che Frank ci congedammo ai professori con un piccolo cenno del capo. Raggiunsi la Sala Grande. Era tutto così tranquillo.. e i ragazzi ridevano felici ai vari tavoli. Era tutto un contrasto :La Sala e il mio cuore, intendo. La prima persona che incontrai quando andai al tavolo fu Lily. «Ehi, Ali ho saputo che cosa è successo e mi dispiace un sacco.. »« Non voglio parlarne, scusami.. »«Okay» replicò lei dispiaciuta e mi lasciò in pace. Dopo che finimmo di cenare io e Frank ci avviammo fuori dal portone, sua madre ci stava aspettando. Salimmo sulla carrozza e gli ippogrifi si innalzarono in volo, trasportandoci nel buio della notte.
***
La mattina dopo ci ritrovammo tutti alla chiesetta di Godric’s Hollow .Appena vidi mio padre lo abbracciai. Non sembrava più lo stesso. Il dolore attraversava il suo viso e i suoi occhi azzurri erano spenti. Cercai di sembrare forte per lui , anzi per noi più che altro. Quando la messa fu finita, andammo nel giardino del retro dove c’erano le lapidi. Una fossa era già stata scavata per la tomba di mia madre e sulla pietra erano incise le seguenti parole:
Carol Daves
1925-1960
Morta per cause naturali.
Non ebbi il coraggio di vedere quando la misero sotto terra, ma quando ebbero ricoperto la buca mi avvicinai e feci apparire un mazzo di gigli(il fiore preferito della mamma) e poi mi avvicinai a mio padre. Demmo un ultimo sguardo alla lapide e poi ci allontanammo sentendo l’odore delle candele d’incenso accese che proveniva dalla chiesetta. Guardai Frank e lui mi promise che d’ora in poi mi sarebbe stato ancora più vicino di quanto non lo fosse già.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MaricciaWeasley